18 dicembre 2012: Giornata
d’azione globale
MIGRARE PER VIVERE! FERMIAMO LA
STRAGE!
Migrare è una scelta per la vita: per sfuggire alla miseria o alla guerra, per costruire un futuro per sé e per i propri famigliari.
Tuttavia, purtroppo, attraversare
le frontiere, terrestri o marittime, vuol dire spesso vivere situazioni
pericolose e rischiare la vita. Le rotte migratorie nel mondo sono punteggiate
di fosse comuni e di tombe. Sono anche luoghi in cui migliaia di persone
scompaiono nel nulla ogni anno, lasciando i loro famigliari nell’angoscia
dell’incertezza.
Succede al confine tra il Messico
e gli Stati Uniti, lungo le piste del Sahara, a Ceuta e Melilla, verso e
all’interno della Cina, nel Mare Mediterraneo. Ma anche lungo le frontiere che
ancora separano l’Europa orientale da quella occidentale e quelle che dividono
i paesi dell’America meridionale.
Due luoghi, distanti
geograficamente tra di loro, esemplificano questa drammatica situazione.
Tra gli Stati Uniti e il Messico
è stata costruita una barriera di separazione di oltre mille chilometri, lungo
la quale hanno perso la vita migliaia di migranti. Ma ancor prima di
raggiungere quel muro della vergogna, migliaia di uomini e donne sono scomparsi
lungo il tragitto percorso da un vecchio treno noto col sinistro nome de “La
Bestia”. I rapporti delle organizzazioni di difesa dei diritti umani in Messico
e a livello internazionale stimano che almeno 60 mila persone sono scomparse in
transito in Messico da quando questo paese ha iniziato la “guerra contro il
crimine organizzato” nel 2006. Si dice che “il Messico è un cimitero di
migranti”.
Il Mar Mediterraneo, frontiera
naturale tra l’Europa e il Maghreb, antico luogo di incontro tra i popoli, è
ora un cimitero marino. Il naufragio delle cosiddette “carrette del mare” è
diventato la normalità, addirittura sotto gli occhi delle pattuglie della Nato.
Negli ultimi 20 anni sono almeno 20 mila le persone che hanno trovato la morte
nel Mare Mediterraneo. E di molti altre non si hanno notizie.
Queste politiche di morte, messe in atto dai paesi ricchi e agite tramite strategie di respingimento e di chiusura delle frontiere, si traducono in una feroce caccia ed sterminio della gente in movimento. È una strage quotidiana che molte associazioni e reti nel mondo da diversi anni denunciano. Ma la gravità della situazione ci impone oggi unire i nostri sforzi!
Queste politiche di morte, messe in atto dai paesi ricchi e agite tramite strategie di respingimento e di chiusura delle frontiere, si traducono in una feroce caccia ed sterminio della gente in movimento. È una strage quotidiana che molte associazioni e reti nel mondo da diversi anni denunciano. Ma la gravità della situazione ci impone oggi unire i nostri sforzi!
Urge restituire la dimensione
globale dell’eccidio che si sta consumando lungo le frontiere di tutto il
mondo. Urge che i popoli e i lavoratori del mondo, dei paesi di origine, di
transito e di destinazione alzino le loro voci contro questa strage in
atto.
Per questo proponiamo, in
occasione del prossimo 18 dicembre 2012, di far convergere tutte le iniziative
e le campagne che diverse reti e organizzazioni a livello internazionale e
locale stanno già realizzando su questa drammatica vicenda e in generale per la
difesa dei diritti umani dei migranti, rifugiati ed sfollati.
Lo scorso anno, in quella stessa
data, diverse organizzazioni e reti si sono messe insieme per realizzare la
prima giornata d’azione globale contro il razzismo e per i diritti dei
migranti. Vorremo che questo 18 dicembre 2012 si trasformi nuovamente in uno
spazio unitario che amplifichi le voci di tutti coloro che dicono “MIGRARE È
VITA! FERMIAMO LA STRAGE”.
Una giornata per contrastare le
strutture e le politiche anti-immigrati degli Stati, i primi responsabili di
questa tragedia. Una giornata per affermare il diritto a migrare e a non
migrare, il diritto a stabilirsi e a non essere sfollato forzatamente e alla
libertà di circolazione. Una giornata un cui ricordare che gli uomini e le
donne morti nelle rotte migratorie avevano invece scelto la vita e sognavano un
mondo migliore per se e per i propri cari. Una giornata in cui esigere notizie
certe sulle migliaia di migranti scomparsi in queste stesse rotte. Una giornata
per affermare che finché c’è un migrante scomparso, ci sarà una madre, un
padre, una sorella, un amico, una compagna che lo cercheranno.
VIVI SONO PARTITI, VIVI LI
VOGLIAMO!
Nessun commento:
Posta un commento