Messaggio di Benedetto XVI in vista della
prossima Giornata mondiale della gioventù a Rio de Janeiro, che avrà per tema
"Andate e fate discepoli tutti i popoli". La chiamata missionaria, di
"grande attualità" nel nostro tempo "è necessaria anche per il
cammino di fede personale". La testimonianza anche dove manca la libertà religiosa.
Il ringraziamento "per il grande dono dei missionari, che dedicano tutta
la loro vita ad annunciare il Vangelo sino ai confini della terra".
Città del Vaticano - Giovani,
siate "i primi missionari tra i vostri coetanei", in particolare
portate il Vangelo nel "continente digitale" e nel campo della
mobilità, sia tra coloro che viaggiano per motivi di studio, lavoro o
divertimento, sia tra chi è coinvolto nei fenomeni migratori. E' il mandato
missionario che Benedetto XVI affida ai giovani nel messaggio in vista della
prossima Giornata mondiale della gioventù, che si terrà a Rio de Janeiro nel
luglio dell'anno prossimo,
Il messaggio è una riflessione
sul tema dell'incontro: «Andate e fate discepoli tutti i popoli!» (cfr Mt 28,19).
La "grande esortazione missionaria che Cristo ha lasciato alla Chiesa
intera e che rimane attuale ancora oggi" sarà al centro dell'anno di
preparazione alla Giornata, che è anche l'Anno della fede.
"La storia - scrive il Papa
- ci ha mostrato quanti giovani, attraverso il dono generoso di se stessi,
hanno contribuito grandemente al Regno di Dio e allo sviluppo di questo mondo,
annunciando il Vangelo", "con mezzi e possibilità ben inferiori a
quelli di cui disponiamo al giorno d'oggi", nel quale "non pochi
giovani dubitano profondamente che la vita sia un bene e non vedono chiarezza
nel loro cammino. Più in generale, di fronte alle difficoltà del mondo
contemporaneo, molti si chiedono: io che cosa posso fare? La luce della fede
illumina questa oscurità, ci fa comprendere che ogni esistenza ha un valore
inestimabile, perché frutto dell'amore di Dio. Egli ama anche chi si è
allontanato da Lui o lo ha dimenticato: ha pazienza e attende; anzi, ha donato
il suo Figlio, morto e risorto, per liberarci radicalmente dal male. E Cristo
ha inviato i suoi discepoli per portare a tutti i popoli questo annuncio
gioioso di salvezza e di vita nuova".
L'invito a farsi missionari, prosegue
il documento, "è di grande attualità. Stiamo attraversando un periodo
storico molto particolare: il progresso tecnico ci ha offerto possibilità
inedite di interazione tra uomini e tra popolazioni, ma la globalizzazione di
queste relazioni sarà positiva e farà crescere il mondo in umanità solo se sarà
fondata non sul materialismo ma sull'amore, l'unica realtà capace di colmare il
cuore di ciascuno e di unire le persone. Dio è amore. L'uomo che dimentica Dio
è senza speranza e diventa incapace di amare il suo simile. Per questo è
urgente testimoniare la presenza di Dio affinché ognuno possa sperimentarla: è
in gioco la salvezza dell'umanità e la salvezza di ciascuno di noi".
Ma la "chiamata
missionaria" è necessaria anche per il cammino di fede personale.
"Annunciando il Vangelo voi stessi crescete nel radicarvi sempre più
profondamente in Cristo, diventate cristiani maturi. L'impegno missionario è
una dimensione essenziale della fede: non si è veri credenti senza
evangelizzare". E "l'evangelizzazione parte sempre dall'incontro con
il Signore Gesù: chi si è avvicinato a Lui e ha fatto esperienza del suo amore
vuole subito condividere la bellezza di questo incontro e la gioia che
nasce".
"Andate! Cristo ha bisogno
anche di voi. Lasciatevi coinvolgere dal suo amore, siate strumenti di questo
amore immenso, perché giunga a tutti, specialmente ai «lontani». Alcuni sono
lontani geograficamente, altri invece sono lontani perché la loro cultura non
lascia spazio a Dio; alcuni non hanno ancora accolto il Vangelo personalmente,
altri invece, pur avendolo ricevuto, vivono come se Dio non esistesse. A tutti
apriamo la porta del nostro cuore; cerchiamo di entrare in dialogo, nella
semplicità e nel rispetto: questo dialogo, se vissuto in una vera amicizia,
porterà frutto"..
"Vorrei sottolineare due
campi in cui il vostro impegno missionario deve farsi ancora più attento. Il
primo è quello delle comunicazioni sociali, in particolare il mondo di
internet", "A voi, giovani, che quasi spontaneamente vi trovate in
sintonia con questi nuovi mezzi di comunicazione, spetta in particolare il
compito della evangelizzazione di questo "continente digitale"»
(Messaggio per la XLIII Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, 24
maggio 2009). Sappiate dunque usare con saggezza questo mezzo, considerando
anche le insidie che esso contiene, in particolare il rischio della dipendenza,
di confondere il mondo reale con quello virtuale, di sostituire l'incontro e il
dialogo diretto con le persone con i contatti in rete".
"Il secondo ambito è quello
della mobilità. Oggi sono sempre più numerosi i giovani che viaggiano, sia per
motivi di studio o di lavoro, sia per divertimento. Ma penso anche a tutti i
movimenti migratori, con cui milioni di persone, spesso giovani, si
trasferiscono e cambiano Regione o Paese per motivi economici o sociali. Anche
questi fenomeni possono diventare occasioni provvidenziali per la diffusione
del Vangelo. Cari giovani, non abbiate paura di testimoniare la vostra fede
anche in questi contesti: è un dono prezioso per chi incontrate comunicare la
gioia dell'incontro con Cristo".
Comunicare, però, a volte è
difficile; fondamentale diviene la testimonianza di vita, con la convinzione
che "l'evangelizzazione non è una nostra iniziativa e non dipende
anzitutto dai nostri talenti, ma è una risposta fiduciosa e obbediente alla
chiamata di Dio, e perciò si basa non sulla nostra forza, ma sulla sua".
L'annuncio "nasce sempre dalla preghiera ed è sostenuta da essa: dobbiamo
prima parlare con Dio per poter parlare di Dio".
La saldezza nella fede e la
sicurezza che "Cristo è accanto a voi in ogni prova" hanno
particolare importanza in quelle regioni del mondo nelle quali "alcuni di
voi vivono la sofferenza di non poter testimoniare pubblicamente la fede in
Cristo, per mancanza di libertà religiosa. E c'è chi ha già pagato anche con la
vita il prezzo della propria appartenenza alla Chiesa".
Il messaggio si conclude con il
ringraziamento del Papa "per il grande dono dei missionari, che dedicano
tutta la loro vita ad annunciare il Vangelo sino ai confini della terra".
Rendo grazie anche per tutti i fedeli laici che si adoperano per vivere il loro
quotidiano come missione là dove sono, in famiglia o sul lavoro, affinché
Cristo sia amato e servito e cresca il Regno di Dio. Penso in particolare a
quanti operano nel campo dell'educazione, della sanità, dell'impresa, della
politica e dell'economia e in tanti altri ambiti dell'apostolato dei laici.
Cristo ha bisogno del vostro impegno e della vostra testimonianza. Nulla - né
le difficoltà, né le incomprensioni - vi faccia rinunciare a portare il Vangelo
di Cristo nei luoghi in cui vi trovate: ognuno di voi è prezioso nel grande
mosaico dell'evangelizzazione!".
Nessun commento:
Posta un commento