Anche quest’anno alcuni ragazzi della Scuola
di Mondialità dell’Ispettoria Triveneta, sono stati coinvolti come volontari,
in alcune esperienze missionarie estive, rispettivamente in Etiopia, Madagascar
e Russia.
In particolare 5 giovani, provenienti dal Triveneto:
Diego, Sara, Mattia, Silvia e Susy, accompagnati da sr Stefania FMA, ci siamo
recati dal 29 luglio al 23 agosto, in terra russa. Siamo stati ospitati dai
salesiani della comunità di Gatchina, a 30 Km circa da San Pietroburgo ed insieme ad
alcuni animatori del luogo, abbiamo animato il Grest ad Izvara, un paesino, lontano
50 Km da
noi… con campo-base ovviamente a Gatchina, immaginatevi il tragitto di un’ora
circa ogni mattina e ogni fine giornata, con uno scuolabus di quelli gialli,
che tra le strade non sempre eccellenti, gli ammortizzatori del pulmino
inesistenti e che più volte ci ha lasciati a piedi, già questa era un’avventura
quotidiana! L’accoglienza dei bambini di Izvara è stata formidabile, i primi
minuti ci hanno squadrato un po’ e poi siamo subito entrati in simpatia e
sintonia, anche senza conoscere il russo da parte nostra. Il luogo che ci ha
accolti è stata la scuola, anche questa veramente fatiscente, come molte case e
palazzi che incontravamo sul nostro percorso. Izvara è un paese abbastanza
povero e più o meno cristiano, nel senso: chi ortodosso di nome e di fatto, chi
solo di nome e chi neanche quello. Povero sia economicamente sia di valori,
molti bambini si presentavano al Grest con la stessa maglietta per l’intera
settimana, caldo o freddo che fosse, (ma diversi di loro avevano il cellulare);
noi italiani siamo stati impressionati da quante mani e piedi neri abbiamo
trovato; bambini tanto dolci con noi e tanto dispettosi e violenti tra loro;
quanto cibo sprecato, perché non sono abituati a mangiare molto a casa loro e
in neanche 5 minuti erano già in cortile, non esiste l’idea della famiglia
seduta a tavola, chi arriva a casa si scalda il pasto e via; non hanno la
minima cura della loro scuola, ogni cosa può diventare oggetto di rottura per
divertimento. La proposta che è stata fatta dai salesiani, non poteva essere
esplicitamente cattolica, allora il tema del Grest è stato la storia di Michele
Magone, quindi anche senza il segno di croce e senza preghiere, il messaggio
passato è comunque valido e speriamo anche entrato nei loro cuori. Il Grest poi,
era organizzato con le varie attività, giochi, una riflessione sulla scenetta
del giorno su Magone, il pranzo insieme in mensa, danze… ogni animatore, noi
compresi, eravamo divisi nelle 4 squadre e tutti noi siamo stati coinvolti al
cento per cento.
L’esperienza per noi animatori non si
concludeva con il ritorno ogni sera, perché arrivati in comunità si celebrava l’Eucaristia
insieme ad alcuni animatori russi, peccato non tutti, poi cena, e all’occorrenza
dopo cena si preparava per il giorno dopo oppure serata generalmente di giocata
a carte e alle 22.00, rosario nel parco, per terminare e affidare la giornata
successiva a Maria. Anche gli animatori russi non sono cristiani cattolici,
diciamo che due sono simpatizzanti e stanno facendo un cammino per diventarlo,
altri invece più o meno ortodossi e altri totalmente estranei. La nostra
presenza voleva anche essere un piccolo esempio di servizio, a partire da
un’adesione cristiana consapevole. I cattolici a Gatchina sono l’1% e i
salesiani hanno il veto, da parte degli ortodossi, di far proseliti, la
parrocchia ha circa 130 battezzati. Molti giovani, in generale, non aderiscono
a nessun tipo di credo in maniera veramente convinta, si rifugiano nell’alcool,
per passare le fredde giornate invernali e tutto si conclude così.
L’esperienza è stata di condivisione e di
adattamento in tutti i sensi, perché la comunità degli SDB, oltre che ospitare
noi ospitava anche gli animatori russi, quindi ogni momento era vissuto gomito
a gomito, dalla tavolata per la cena (circa 15 bocche), ai turni per le docce,
con 1 bagno per le femmine e 1 per i maschi.
Noi animatori italiani abbiamo anche fatto un
po’ i turisti nei fine settimana, così abbiamo potuto gustare anche alcune
bellezze della terra degli zar.
Il bilancio, ora che siamo tornati, è
ovviamente positivo, non solo per il ricordo che ci portiamo negli occhi e nel
cuore, ma anche per quanto abbiamo ricevuto: dall’affetto dei bambini, alla
condivisione con gli animatori russi, all’accoglienza e all’attenzione che i
salesiani, e in particolare don Andrea Ballan, hanno avuto nei nostri
confronti, tra noi seppur così diversi per età ed interessi ma accomunati dalla
voglia di mettersi in gioco. Adesso la nostra missione continua qua, a casa
nostra, nelle nostre scuole, nei nostri oratori, al lavoro, adesso bisogna
mettere in pratica ciò che ognuno ha scoperto di importante per sé, perché
ognuno è tornato a casa diverso da come è partito, bisogna mettere in pratica quelle
intuizioni che ora servono anche a rimettere in ordine la nostra vita e/o
prendere iniziative che ne diano una svolta.
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Sr. Stefania Belloni
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