PLASENCIA (ZENIT.org).-
L'espressione “nuova evangelizzazione” di Giovanni Paolo II è ancora aperta al
dibattito sul suo significato preciso, sulla sua applicazione, sulle
implicazioni...
L’ha affermato il vicepresidente
della Conferenza Episcopale Spagnola (CEE) e Arcivescovo di Valladolid,
monsignor Ricardo Blázquez, in una conferenza intitolata “La nuova
evangelizzazione: da Giovanni Paolo II a Benedetto XVI”, a chiusura delle 44me
Giornate di Teologia dell'Università Pontificia di Salamanca, celebrate a
Plasencia il 12 e il 13 settembre sul tema “Nuova evangelizzazione: sfide e
possibilità”.
“La nuova evangelizzazione è la
parola chiave di orientamento per la pastorale presente e futura”, una “formula
molto ripetuta in cui si concentrano compiti, necessità apostoliche e speranze
della Chiesa”, ha affermato il presule.
“E' una grande questione posta
alla Chiesa, e aperta nella sua comprensione e realizzazione, di fronte alla
quale dobbiamo stare molto attenti”, ha aggiunto.
Il Vescovo Blázquez ha ricordato
che è stato Giovanni Paolo II a introdurre per la prima volta l'espressione
“nuova evangelizzazione” - in Polonia nel 1979, nel santuario della Santa Croce
di Mogila -, ma senza attribuirle una rilevanza particolare né sospettare che
era destinata a fare storia.
Missione
Il vicepresidente della CEE ha
spiegato che la nuova evangelizzazione è collegata alla missione, nella quale
si possono distinguere tre situazioni, la prima delle quali è la missione ad
gentes, quando è rivolta a popoli in cui Cristo e il Vangelo non sono
conosciuti.
In secondo luogo, ha distinto la
missione con le comunità cristiane con solide strutture ecclesiali e vita e
azione pastorale ordinaria.
Si è poi riferito a “una situazione
intermedia, soprattutto nei Paesi di antica cristianità, in cui interi gruppi
di battezzati hanno perso il senso della propria fede o si sono allontanati
dalla Chiesa, da Cristo, dal Vangelo”.
In questo terzo caso è necessaria
una “nuova evangelizzazione”, come sottolineano i Lineamenta del Sinodo dei
Vescovi che si celebrerà nell'ottobre prossimo in Vaticano proprio su questo
tema.
“L'iniziazione cristiana non è il
metodo prioritario della nuova evangelizzazione?”, ha chiesto il Vescovo
Blázquez, indicando che “l'iniziazione cristiana è la forma che la nuova
evangelizzazione deve adottare, in base ai metodi adeguati”.
Il presule ha quindi sottolineato
vari tratti che caratterizzano la nuova evangelizzazione, che “ha il suo punto
di partenza e il suo fondamento nel Concilio Vaticano II”.
Questo evento ecclesiali segnò
alcuni atteggiamenti missionari per il nostro tempo: evangelizzazione in chiave
di dialogo con l'umanità, unione dell'ascolto attento e della verità
pronunciata con amore, umiltà nella sua presentazione, coraggio e amore per gli
uomini.
Una caratteristica della nuova
evangelizzazione è anche lo “zelo per la verità limpida e integra della fede” e
“la chiarezza nell'appartenenza ecclesiale”.
“Dobbiamo proclamare apertamente,
con coraggio ed entusiasmo, il Vangelo della verità e della grazia di Dio”, ha
continuato.
Quanto al contesto in cui avviene
l'evangelizzazione, il Vescovo ha segnalato che “è, a differenza di situazioni
precedenti in cui l'esistenza di Dio veniva data per scontata, di indifferenza
religiosa, di raffreddamento, di agnosticismo, di ateismo, di vivere
apparentemente senza inquietudine trascendente. Questo contesto rende
l'evangelizzazione più radicale”.
Atrio dei gentili
“Per questo Benedetto XVI insiste
tanto sul fatto che la priorità missionaria consiste nell'annunciare Dio e
nell'aprire gli uomini alla sua ricerca”, ha sottolineato monsignor Blázquez.
In questo panorama si inserisce
il cosiddetto “atrio dei gentili”, uno spazio vicino al tempio di Gerusalemme
la cui denominazione viene usata oggi per designare spazi per dialogare con
“tutti i popoli che non smettono di interrogarsi su Dio e con i quali è
necessario entrare in dialogo missionario”.
In questo dialogo, il presule ha
indicato alcune “realtà fondamentali che configurano nel loro insieme la forma
di procedere nell'evangelizzazione”: verità e carità; ragione e fede;
conoscenza e amore; argomenti solidi, ben ragionati e presentati con rispetto e
cordialità; con opere e parole.
“Si tratta di evangelizzare
l'uomo dalle basi, unendo annuncio della fede e della conversione con
l'incontro con Gesù Cristo nella Parola e i Sacramenti; armonizzando la
crescita della fede personale e la maturazione della comunità; coniugando
conoscenza della fede, esperienza e missione”.
Fonte: www.zenit.org
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