Nata a Beinasco (Torino) il 26 febbraio 1849; professa a Nizza il 24 Maggio 1876; morta a Buenos Aires Almagro il 27 Giugno 1883.
Nata a Beinasco nel 1849, Suor Maddalena Martini veniva accolta nell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice nel luglio del 1875.
Fu missionaria nella vita, prima ancora che nell’azione, se chi visse accanto a lei i primi anni di vita religiosa poté apprezzarla come “un esemplare di abnegazione continua ed occulta” (Suor Petronilla Mazzarello).
In vista della spedizione Missionaria del 1879 suor Maddalena, professa da tre anni, fu la prima a presentare la domanda scritta ai superiori. Venne accettata, ed incaricata di guidare la spedizione e di assumere quindi la responsabilità di superiora delle Figlie di Maria Ausiliatrice che già si trovavano in America.
Prima della partenza andò a congedarsi da Don Bosco il quale – quasi a mitigare l’asprezza del sacrificio – ebbe ad accennare alle probabilità di un ritorno in Patria dopo qualche tempo. Suor Maddalena non intendeva fare un distacco a metà; voleva dare a Dio “tutto”: - no, no Padre: io intendo di andare in America per non tornare più indietro. Desidero che il sacrificio sia completo a, con l’aiuto di Dio, spero di andare in Paradiso anche dall’America.
La prima ispettrice missionaria non ebbe un cammino facile. Ma la prudenza e la sua fede profonda e convinta vi erano preparate. C’era anzi, a sostenerlo, una parola di Don Bosco che ha il calore dell’incoraggiamento paterno, e il significativo accento della profezia.
La lettera del Fondatore, conservata da Suor Maddalena fra le più care memorie dei suoi primi inizi di vita religiosa, conteneva fra gli altri questi ricordi:
- non si va alla gloria se non con grande fatica;
- chi abbandona patria, parenti ed amici e segue il Divin Maestro, ha assicurato un tesoro nel cielo, che nessuno gli potrà rapire.
La fatica cui la predisponeva il Padre e Fondatore doveva avere, per Suor Maddalena, il volto oscuro e insidioso dell’ostilità dell’ambiente, delle minacce ripetutamente tese alle sue case ed alle sue comunità, soprattutto sullo scorcio del 1880 e agli inizi dell’anno seguente. Furono anni duri, superati nella generosità del sacrificio quotidiano, illuminato de fede e vivido di preghiera.
E vennero per Sr. Maddalena e per le sue sorelle, giorni migliori, nella serena attività per la graduale espansione delle opere.
Ma un altro volto la “fatica” doveva rivelare a Suor Maddalena: le infermità che le sopraggiunsero poco dopo l’approdo in terra Argentina, fra alterne fasi di sollievo, di aggravamenti e di interventi chirurgici, dovevano ad un tratto avere ragione della sua serena volontà di resistenza. Nella primavera del 1881 un attacco più violento del male la obbligava a letto in modo definitivo. Suor Maddalena percorreva, ormai pressoché immobilizzata, l’ultima tappa del suo calvario, mentre seguiva con gioiosa attesa la costruzione della nuova Capella e della casa dedicata a Maria Ausiliatrice ad Almagro: quella casa che doveva accoglierla, nelle estreme sofferenze, poche settimane prima della morte, e quella Capella che, benedetta solennemente il 7 giugno 1883, il 27 doveva essere parata a lutto per le esequie di Suor Maddalena Martini, prima ispettrice delle Figlie di Maria Ausiliatrice di America.
Fra gli appunti personali di Sr. Maddalena, una breve nota che fissava l’inizio della sua vita missionaria appare rivelatrice di un “programma” che ha tutto il sapore di un fiat al progetto divino, forse intravisto presentito: “Voglio proprio consumare i brevi miei giorni a gloria vostra Gesù, Maria e Giuseppe e a bene del prossimo”.
“Consumare”: è la parola adatta ad esprimere il lento venir meno, in Suor Maddalena, do ogni suo appartenersi; per un’ascesa sempre più ricca di slancio interiore, memore dell’esortazione di Don Bosco: “San Paolo dice che con l’aiuto di Gesù noi diventiamo onnipotenti”.
Suor Giuliana Accornero, FMA
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