Roma - Solo quest’anno oltre 800
persone sono morte nel Mediterraneo, 600 nel 2013 e 500 nel 2012. Negli ultimi
dieci giorni più di 260 sono affogati o ancora dispersi. L’aggiornamento del
bollettino di una guerra non dichiarata ma condotta a pieno regime dai
trafficanti di uomini arriva dall’ACNUR, che ancora una volta invita gli Stati
europei ad «aumentare la disponibilità e la qualità delle strutture di
accoglienza che ricevono le persone soccorse e di identificare soluzioni a
lungo termine per i rifugiati che includano il reinsediamento, l’ammissione per
ragioni umanitarie, regimi di ammissione sulla base di sponsor privati,
l’accesso agevolato al ricongiungimento familiare e l’utilizzo di visti per
motivi di studio o lavoro».
Solo il 19 e 20 luglio le
autorità italiane e maltesi, con l’aiuto di diversi mercantili, hanno tratto in
salvo ottomila persone. «La morte di 260 persone in meno di dieci giorni, nelle
più orribili delle circostanze, è la prova che la crisi del Mediterraneo si sta
intensificando », ha affermato António Guterres, alto commissario delle Nazioni
Unite per i rifugiati. «Gli Stati Europei – ha detto – devono adottare misure
urgenti per fermare questa catastrofe, che sta peggiorando nella seconda metà
del 2014».
I sopravvissuti hanno riferito di
sconvolgenti episodi, tra cui annegamenti di massa, soffocamenti e
accoltellamenti multipli. La traversata può durare fino a quattro giorni, a
seconda delle condizioni meteo e del tipo di imbarcazione. A volte le persone
sono rimaste disperse in mare per oltre due settimane prima di essere soccorse.
«Queste tragedie sono la prova -
afferma l’ACNUR - che la crisi nel Mediterraneo si sta intensificando, dal
momento che molte persone in fuga dall’Eritrea, dalla Siria e da altri paesi
dilaniati dalla violenza cercano sicurezza in Europa, rischiando la vita in
mare mettendosi nelle mani di trafficanti».
Nel primo semestre del 2014 più
di 75 mila rifugiati e migranti sono arrivati via mare in Italia, Grecia,
Spagna e Malta: il 25% in più rispetto ai 60 mila che hanno compiuto lo stesso
percorso nel 2013 e oltre tre volte le 22.500 persone arrivate nel corso del
2012. L’Italia è stata il Paese con il maggior numero di arrivi (63.884),
seguita dalla Grecia (10.080), dalla Spagna (1.000) e da Malta (227). A questi
si aggiungono poi altri 21 mila profughi giunti in Italia dal primo luglio. La
maggior parte proviene da Eritrea, Siria e Mali ed è partita dal Nord Africa,
principalmente dalla Libia. Nei primi sei mesi del 2014 sono arrivati nel
nostro Paese 10.563 minori, 3 .676 dei quali provenienti dalla Siria.
L’ACNUR ha fatto sapere di «accogliere con favore gli sforzi delle autorità Europee, in particolare l’Italia, nel portare avanti operazioni di soccorso nel Mediterraneo, ed esorta gli Stati a continuare a rispettare i loro obblighi derivanti dalla normativa internazionale sui rifugiati e dalla legge del mare». Gratitudine è stata rivolta anche agli armatori che con navi private non si sono sottratti a difficili interventi di soccorso, ad essi è chiesto «di rimanere vigili e continuare a svolgere il loro dovere soccorrendo le imbarcazioni in difficoltà».
L’ACNUR ha fatto sapere di «accogliere con favore gli sforzi delle autorità Europee, in particolare l’Italia, nel portare avanti operazioni di soccorso nel Mediterraneo, ed esorta gli Stati a continuare a rispettare i loro obblighi derivanti dalla normativa internazionale sui rifugiati e dalla legge del mare». Gratitudine è stata rivolta anche agli armatori che con navi private non si sono sottratti a difficili interventi di soccorso, ad essi è chiesto «di rimanere vigili e continuare a svolgere il loro dovere soccorrendo le imbarcazioni in difficoltà».
(Nello Scavo – Avvenire)
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