Il
cardinale Parolin conclude il suo viaggio in Messico per il seminario su
migrazioni e sviluppo con una Messa nella Basilica di Nostra Signora di
Guadalupe
Ultima tappa del breve
viaggio del cardinale Pietro Parolin in Messico, dove il Segretario di Stato ha
partecipato all'incontro Messico-Santa Sede sul tema "migrazione
internazionale e sviluppo".
Accompagnato
dall'arcivescovo di Città del Messico il cardinale Norberto Rivera Carrera, il
porporato si è recato nella Basilica di Nostra Signora di Guadalupe per
celebrare una Messa con i presuli locali.
Al centro dell'omelia di
Parolin ancora il fenomeno della migrazione che coinvolge ormai diversi paesi
nel mondo, soprattutto dell'America Latina. Un dramma
che il cardinale invita a guardare attraverso la luminosa figura di Maria, da
cui possiamo imparare "a seguire Gesù, tanto nei momenti sereni come in
mezzo alle prove”.
E con la stessa premura con cui Maria si
affretta a far visita alla cugina Elisabetta incinta, l’indio Juan Diego corse
dal vescovo con il mantello pieno di fiori di Castilla e sulla sua tilma apparve
miracolosamente impressa l’immagine della Vergine di Guadalupe, osserva
Parolin.
Maria dunque è la chiave: invochiamola
chiedendo “di regalarci Cristo" e di accettare “nel nostro cuore la
volontà di Dio”, esorta il porporato, ricordando che proprio da Lei "la
Chiesa ha imparato che la vera evangelizzazione consiste nel proclamare la
grandezza del Signore”. “In lei – aggiunge – possiamo vedere la maniera in cui
la Chiesa si fa presente, con la luce del Vangelo, nella vita dei popoli, nelle
trasformazioni sociali, economiche, politiche”.
Soprattutto “Santa Maria di Guadalupe è il
modello di una Chiesa pellegrina”, sottolinea il Segretario di Stato: Lei
cammina con il suo popolo, lo accompagna nel suo cammino, lo assiste nelle
sofferenze, custodisce le sue speranze. E i vescovi messicani sono chiamati a
seguire questo esempio - afferma -, in modo da rigenerare la convivenza
nazionale e il dialogo con i diversi agenti sociali.
Il fine è edificare una nuova società i cui
mattoni siano i valori cristiani, il rispetto della vita umana, la reciproca
comprensione e, soprattutto, la "cultura dell'incontro", sempre
invocata da Papa Francesco.
In tal contesto, Parolin esorta ad una
maggiore attenzione verso i migranti, per cui chiede una particolare
intenzione nella preghiera a Maria. Le parole del cardinale riflettono il
pensiero di Bergoglio, quando esprime tutto il suo rammarico per queste persone
costrette a fuggire dalle proprie case, nella speranza di una vita migliore, o
almeno di un lavoro. Essi spesso sono vittime di un'economia che Francesco
chiama "dello scarto" e che Parolin definisce "escludente",
perché non mette al centro la persona umana.
“Mentre da un lato si aprono ogni volta di
più le frontiere per il commercio, per il denaro, per le nuove tecnologie,
dall’altro lato, le persone subiscono molteplici restrizioni, soprusi e abusi,
rimanendo in situazioni di vulnerabilità”, denuncia il Segretario di Stato. E
conclude con una efficace ed emozionata immagine : “Gli immigranti spesso sono
i volti sofferenti di Cristo nei nostri giorni, che commuovono il cuore di sua
Madre".
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