Juba - “Invitiamo tutti a
celebrare questo Anno in un modo speciale, per il dono della vita consacrata e
missionaria, e per condividere la nostra chiamata con il popolo, specialmente
con i più giovani”. È l’appello lanciato dall’Associazione dei Superiori degli
Istituti Religiosi del Sud Sudan in una lettera per l’Anno di Vita Consacrata.
Nel documento, inviato
all’Agenzia Fides, si sottolinea che “i giovani e i bambini costituiscono la
maggioranza della popolazione del Paese (quasi il 70%)”. Per questo gli
Istituti Religiosi operanti in Sud Sudan hanno a cuore la loro formazione umana
e spirituale, curando in particolare la loro vocazione.
La Lettera ricorda che il Sud
Sudan dal 15 dicembre 2013 è sconvolto dalla guerra civile, che “ha causato la
morte di migliaia di nostri fratelli e sorelle. Oltre alle migliaia di morti,
siamo stati testimoni di terribili distruzioni materiali, specialmente negli
Stati di Jonglei, Upper Nile e Unity”. Il conflitto, sottolineano i Superiori
degli Istituti Religiosi, “ha pure sconvolto le strutture sociali, le relazioni
tradizionali e culturali che esistevano tra le nostre comunità”.
Per curare le ferite della
guerra, gli Istituti Religiosi presenti in Sud Sudan si sono impegnati a
costituire a Juba un Centro per la formazione umana e spirituale, la cura dei
traumi e la costruzione della pace, definito “la nostra umile e profetica
risposta alle necessità del Popolo di Dio e della Chiesa in Sud Sudan”.
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