Carissime sorelle, il 1° settembre 2016, nella casa “S. Giuseppe” di
Caracas (Venezuela) il Signore ha chiamato alla pace senza fine la nostra cara
sorella Suor María Alicia TORO CARDONA.
Nata a La Ceja (Colombia) il 16 novembre 1928. Professa a Caracas (Venezuela) il
15 agosto 1955. Appartenente all’Ispettoria Venezuelana “S. Giovanni Bosco”.
María Alicia nacque in una famiglia dalle profonde radici cristiane. I genitori, sposi esemplari, seppero inculcare nei figli i valori
evangelici. Frutto di questa educazione fiorirono due vocazioni: un figlio
divenne Sacerdote e María Alicia FMA. Alicia, già matura e sicura che il
Signore la voleva tra le FMA, lasciò la sua terra e intraprese un lungo viaggio
fino ad arrivare in Venezuela per entrare nel nostro Istituto. Giunse a Caracas
il 3 ottobre 1952 per iniziare il cammino formativo. Il 31 gennaio 1953 venne ammessa al Postulato a
Los Teques dove visse anche il tempo del Noviziato e, il 15 agosto 1955, emise
i primi voti a Caracas.
Dopo la professione fu per un anno dedita ai lavori comunitari nella casa
del Noviziato. In seguito a San Cristóbal e a Barquisimeto
insegnò lavori manuali, fu guardarobiera e sacrestana. Suor Alicia rivelò
presto una particolare capacità per insegnare attività manuali alle alunne del
primo grado. Incontrava, fra i piccoli, il luogo della realizzazione della sua
vocazione salesiana. Sapeva arrivare al cuore di ciascuna di loro per far del
bene e portarle al Signore. Era frequente vederla anche in cortile circondata
da gruppetti di alunne alle quali insegnava qualche novità. Animava anche il gruppo missionario. L’Infanzia
missionaria fu sempre la sua passione ed è ciò che la distinse nell’azione
educativa e nella missione apostolica che svolse nelle comunità. Aveva una particolare cura nel preparare le
bambine alla prima Comunione, cercava di infondere nei loro cuori l’amore a
Gesù Eucaristia.
In comunità si manifestò attenta, servizievole; era riservata e di poche parole,
ma nonostante la sua timidezza, aveva verso le consorelle dettagli e gesti che
esprimevano la ricchezza della sua profonda vita interiore. Suor Alicia non aveva
bisogno di parole per esprimere il suo affetto, lo dicevano i suoi atti di servizio
e di carità compiuti con costanza.
Era assistente salesiana fedele, sacrestana delicata, donna amante dell’ordine
e della pulizia. Aveva un profondo senso di appartenenza
alla comunità ed era sempre presente, partecipava ai momenti comunitari anche
quando non stava bene di salute. Senza molte parole, osservava e capiva dove
c’era un bisogno. Nel momento
opportuno sapeva anche intervenire con una parola arguta.
Nel 2001 venne accolta nella casa “S. Giuseppe” di Caracas perché la salute
ebbe un crollo e si temeva per la sua vita. Si riprese e
nel 2003 a Caracas Altamira si dedicò ai lavori comunitari. Poco a poco dovette
lasciare la catechesi e altri impegni con le alunne, incominciò allora a
coltivare i piccoli spazi di giardino della casa. Disse un giorno ad una
consorella: “Se un giorno dovesse
scrivere di me, si ricordi di dire che mentre ebbe forza coltivò i cuori delle
alunne e ora che non ne ha coltiva fiori, ma tutto e sempre per il mio
Signore”. La preghiera ritmava le
sue giornate e nei diversi momenti in cui si aggravava, nella preghiera trovava
la forza per superare la malattia.
Nel 2009 venne di nuovo trasferita alla casa “S. Giuseppe” di Caracas dove
poteva assistere le alunne durante le ricreazioni. Con
loro si trovava a suo agio e sapeva essere molto locuace. Poco a poco i
problemi di salute si facevano sempre più forti e si poteva fare ben poco per
darle sollievo. Silenziosamente, come
visse, all’alba del 1° settembre il Padre la chiamò a sé, mentre le consorelle
si preparavano per la preghiera del rosario per chiedere la pace in Venezuela.
Ringraziamo il Signore per la presenza silenziosa e discreta di suor Alicia,
fatta di gesti concreti e non di sole parole. Siamo sicure che otterrà dal
Signore copiose benedizioni per il Venezuela, la terra che amò come sua patria.
L’Ispettrice
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