Nei primi mesi di quest’anno decine di migliaia di rifugiati e sfollati sono potuti tornare nei loro villaggi e nelle loro case in Somalia: lo calcola l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Acnur/Unhcr), sostenendo che per il paese del Corno d’Africa questo è “un momento di speranza”.
Nel suo ultimo rapporto l’agenzia delle Nazioni Unite stima che nel 2013 siano già rientrate volontariamente in Somalia circa 20.000 persone. Altre 16.000 sarebbero tornate nelle loro case dopo essere state a lungo sfollate in altre regioni del paese.
Un impegno internazionale affinché un numero crescente di somali possa tornare nella sua terra d’origine è stato in questi giorni il tema centrale di un incontro tra Antonio Guterres, Alto commissario dell’Onu per i rifugiati, e alcuni dirigenti del ministero degli Interni del Kenya. In questo paese vivono centinaia di migliaia di profughi somali, 430.000 nel solo campo di Dadaab. Secondo Guterres, Acnur e Kenya lavoreranno insieme per favorire il graduale ritorno in Somalia di altre 60.000 persone.
Nel paese del Corno d’Africa scontri armati e violenze sono divenuti meno frequenti dopo che nel 2011 l’offensiva di una missione africana ha sottratto ai ribelli di Al Shabaab il controllo di alcune città chiave. Alle operazioni militari stanno partecipando migliaia di soldati inviati da Nairobi, che accusa ora Al Shabaab di utilizzare Daadab e altri campi profughi come base logistica per organizzare attentati in Kenya.
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