30 luglio 2013

Central Java, giovani cristiani e musulmani uniti per promuovere armonia e tolleranza

di Mathias Hariyadi

I due gruppi si sono incontrati in una moschea e hanno condiviso l'iftar, la cena che rompe il tradizionale digiuno durante il Ramadan. Cattolici, protestanti e musulmani hanno recitato poemi e canti, volti a “rafforzare lo spirito interconfessionale”. Nel ricordo dell’ex presidente Gus Dur rilanciano il valore del pluralismo e del dialogo.

Jakarta - Rafforzare la morale fra i giovani cattolici e i loro precettori, promuovere il rispetto e la difesa di valori essenziali per la vita del Paese come la "tolleranza e lo spirito di rispetto e amore verso i coetanei musulmani". È quanto ha sottolineato ad AsiaNews p. Johannes Vidi Wahyudi Pr, commentando l'incontro fra ragazzi e ragazze cristiani - cattolici e protestanti - e musulmani, che si è tenuto il 28 luglio scorso in una moschea del villaggio di Kembaran, nella reggenza di Banyumas, provincia dello Java centrale. La giornata si inserisce nel contesto delle iniziative di carattere interconfessionale, che guardano in particolare ai giovani indonesiani per la costruzione di un futuro migliore di pace, amore e giustizia.
P. Johannes è sacerdote della parrocchia di San Giovanni Maria Vianney, reggenza di Kebumen, nella diocesi di Purwokerto. Egli ha guidato una delegazione di 32 giovani cattolici e i loro insegnanti in una moschea del villaggio di Kembaran, dove ad attenderli erano già presenti - assieme ai giovani musulmani - gruppi di varie denominazioni cristiane. A promuovere l'evento l'organizzazione islamica INDIP, membro del movimento interconfessionale "GusDurian" che ha fra i suoi obiettivi la promozione di rapporti di amicizia fra ragazzi delle due principali religioni. Esso si ispira all'ex presidente indonesiano Abdurrahman Wahid, meglio noto col soprannome di Gus Dur, vera e propria icona della laicità dello Stato e del dialogo interreligioso.
Durante l'incontro, cristiani e musulmani hanno recitato poemi e canti volti a rafforzare lo "spirito interconfessionale" della nazione, assieme al "pluralismo" base fondante di uno "Stato multietnico chiamato Indonesia". Un evento che anticipa le celebrazioni del 17 agosto, giorno in cui ricorre la Festa di Indipendenza. Al termine della giornata, all'interno della moschea si è tenuta la tradizionale cena che rompe il digiuno islamico nel mese sacro di Ramadan.
Commentando l'iniziativa, i giovani musulmani non hanno nascosto gioia e soddisfazione e auspicano che simili incontri - di natura "interconfessionale" - si possano ripetere anche nell'immediato futuro. Apprezzamento manifestato anche da mons. Julianus Sunarka Sj, vescovo di Purwokerto, che chiede "a breve" altri forum interreligiosi.
In Indonesia, nazione musulmana più popolosa al mondo, i cattolici sono una piccola minoranza composta da circa sette milioni di persone, pari al 3% circa della popolazione totale. Nella sola arcidiocesi di Jakarta, i fedeli raggiungono il 3,6% della popolazione. La Costituzione sancisce la libertà religiosa, tuttavia la comunità è vittima di episodi di violenze e abusi, soprattutto nelle aree in cui è più radicata la visione estremista dell'islam, come ad Aceh. Essi sono una parte attiva nella società e contribuiscono allo sviluppo della nazione o all'opera di aiuti durante le emergenze, come avvenuto per in occasione della devastante alluvione del gennaio scorso. 


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