«Ma che cosa può voler dire vivere la Settimana Santa per noi? Che cosa significa seguire Gesù nel suo cammino sul Calvario verso
la Croce e la Risurrezione? Nella sua missione terrena, Gesù ha percorso le
strade della Terra Santa; ha chiamato dodici persone semplici perché
rimanessero con Lui, condividessero il suo cammino e continuassero la sua
missione; le ha scelte tra il popolo pieno di fede nelle promesse di Dio. Ha
parlato a tutti, senza distinzione, ai grandi e agli umili, al giovane ricco e
alla povera vedova, ai potenti e ai deboli; ha portato la misericordia e il
perdono di Dio; ha guarito, consolato, compreso; ha dato speranza; ha portato a
tutti la presenza di Dio che si interessa di ogni uomo e ogni donna, come fa un
buon padre e una buona madre verso ciascuno dei suoi figli. Dio non ha
aspettato che andassimo da Lui, ma è Lui che si è mosso verso di noi, senza
calcoli, senza misure. Dio è così: Lui fa sempre il primo passo, Lui si muove
verso di noi. Gesù ha vissuto le realtà quotidiane della gente più comune: si è
commosso davanti alla folla che sembrava un gregge senza pastore; ha pianto
davanti alla sofferenza di Marta e Maria per la morte del fratello Lazzaro; ha
chiamato un pubblicano come suo discepolo; ha subito anche il tradimento di un
amico. In Lui Dio ci ha dato la certezza che è con noi, in mezzo a noi. «Le
volpi – ha detto Lui, Gesù – le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del
cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo» (Mt 8,20).
Gesù non ha casa perché la sua casa è
la gente, siamo noi, la sua missione è aprire a tutti le porte di Dio, essere
la presenza di amore di Dio.»
(Papa Francesco - Udienza Generale del 27 marzo 2013)
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