27 marzo 2013

FORUM SOCIALE MONDIALE DI TUNISI, “SOFFIA UN VENTO DI CAMBIAMENTO”

“C’è un clima molto sereno, positivo e di grande partecipazione. Siamo stati accolti in modo fraterno. I paesi del Maghreb sono quelli più rappresentati e i loro cittadini hanno chiaramente il desiderio di conoscere gli altri, di imparare anche dal nord del mondo per non rimanere isolati” dice alla MISNA da Tunisi padre Daniele Moschetti, missionario comboniano che assieme ad altri 30 confratelli e religiose della sua congregazione stanno partecipando al XII Forum sociale mondiale (FSM) sul tema della dignità.
Ieri la manifestazione è stata inaugurata con un’assemblea delle donne al campus El-Manar di Tunisi. “L’anfiteatro era stracolmo di donne, per lo più maghrebine, che sono state in prima fila nelle proteste della primavera araba e che hanno sofferto per la perdita di un figlio durante le rivolte popolari del 2011” racconta padre Moschetti, sottolineando che tutte hanno auspicato “più diritti, più dignità e più partecipazione”. Ma non solo loro guardano al futuro con speranza, pur essendo consapevoli delle tante difficoltà ancora da superare. “Molti giovani che abbiamo incontrato ci hanno detto che sanno bene che la destituzione dei vecchi regimi dalla Tunisia all’Egitto sono soltanto un primo passo decisivo che ha aperto una nuova pagina storica. La strada verso il cambiamento è ancora lunga, ne sono consapevoli” prosegue il missionario comboniano. Almeno 30.000 persone hanno poi camminato dalla Piazza 14 gennaio fino allo stadio Menzah per partirà la marcia inaugurale dell’edizione tunisina del Forum, la prima a tenersi in un paese arabo.
Con i suoi confratelli padre Moschetti prende parte a nove incontri tematici che affrontano sfide determinanti per il futuro dei popoli del Sud del mondo, tra cui il land grabbing (accaparramento delle terre), il traffico di esseri umani, il dialogo con l’Islam, i processi di riconciliazione e pace.
“Per le vie della capitale tunisina si parla in tutte le lingue, si vedono tanti colori e volti così diversi tra di loro ma uniti da un progetto comune, quello avviato 12 anni fa a Porto Alegre: costruire un altro mondo è possibile” dice con convinzione l’interlocutore della MISNA, che vede nel Forum un’occasione unica di “incontrare l’Altro anche dal punto di vista culturale” grazie a una serie di attività culturali (dai film alla danza) e sportive.
Sul clima che si respira in Tunisia, protagonista del rivoluzione del gelsomino proprio con lo slogna della dignità che nel gennaio 2011 portò alla destituzione del regime di Zine el Abidine Ben Ali, il missionario comboniano si dice “piacevolmente sorpreso dalla serenità e dall’apertura che si avverte per le strade”, ma anche per le “strutture e edifici nuovi o ristrutturati che danno un nuovo volto alla capitale”. Solo del filo spinato attorno ad alcuni ministeri o ambasciate ricorda la tensione e il rischio di violenze delle scorse settimane, anche se il paese del nord africa deve far i conti con una situazione politica ancora instabile, un’economia ferma e un tasso di disoccupazione del 17%, mentre nelle remote regioni rimane il malcontento popolare all’origine della rivolta di due anni fa.
Dal 27 al 30 marzo – giorno di chiusura dell’evento con una marcia di solidarietà con il popolo palestinese, che coincide con l’Earth Day (Giorno della Terra) – si svolgeranno decine di sessioni di lavoro che affronteranno i temi portanti dell’iniziativa: giustizia sociale, lotta alla corruzione, accesso alla sanità e all’istruzione per la libertà, dignità e cittadinanza nei paesi della primavera araba. Ma a Tunisi si parla anche dell’austerità economica in Occidente, delle sfide ambientali per uno sviluppo sostenibile, dell’immigrazione e del debito del Sud del mondo.

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