(di
Sergio Mora)
ROMA,
domenica, 6 febbraio 2011 (ZENIT.org).- Tra la notte di sabato 5 e domenica 6
febbraio si è svolta presso la chiesa romana di San Gregorio VII una Veglia di
preghiera per i cristiani perseguitati e per la libertà religiosa, organizzata
dal Movimento dell’amore familiare, che ha riunito oltre cinquecento persone.
Aperta
da mons. Giovanni D’Ercole, Vescovo ausiliare della diocesi de L’Aquila, e da
don Stefano Tarani, fondatore del Movimento dell’amore familiare, la Giornata
cadeva nel quinto anniversario della morte di don Andrea Santoro, ucciso il 5
febbraio 2006 da un sedicenne di nome Ohuzan Akdil, mentre pregava nella sua
parrocchia di Trebisonda, una località turca sul Mar Nero.
“E’
paradossale la difficoltà di essere cristiani in Italia dove ci si vergogna del
fatto di esserlo”, ha ricordato mons. D’Ercole, appena arrivato da Washington
dove ha partecipato al National Prayer Breakfast, un incontro di preghiera che
ha riunito 300 rappresentanti religiosi di tutte le fedi, e al quale hanno
partecipato numerose autorità civili tra cui il presidente Barack Obama.
Il
Vescovo ausiliare de L’Aquila e noto giornalista ha ricordato come diversi
Paesi dell’Unione europea si siano rifiutati di parlare di martiri cristiani ed
ha invitato i cattolici a passare da un cristianesimo teorico a uno di
testimonianza autentica.
Da
parte sua, don Tartani ha detto: “vogliamo essere vicini a quelle comunità
cristiane nel mondo che soffrono persecuzioni, intolleranze, discriminazioni e
persino atti di violenza e uccisioni”, precisando che “oggi è ciò che sta
accadendo soprattutto nel Medio Oriente, in Terra Santa, in Asia e in Africa”.
Il sacerdote ha poi invitato a “camminare come veri cristiani nel mondo e affermare
la libertà di credo e di espressione”.
All’incontro
erano presenti numerose famiglie accompagnate dai figli, che hanno animato la
Veglia con canti e preghiere.
Oltre
al rosario, alle preghiere e alle meditazioni sono state letti alcuni brani
delle lettere di don Andrea Santoro: “Solo di una cosa bisogna aver paura –
scriveva il sacerdote assassinato –: di non essere cristiani, di essere, come
diceva Gesù, ‘un sale senza sapore’” e “se dimentichiamo le parole di Gesù
‘Rimetti la tua spada nel fodero’ e ‘Amate i vostri nemici’ anche noi
sfioriremo”.
La Veglia, che ha previsto anche l'adorazione del Santissimo sacramento, di fronte a un quadro della Madonna Assunta, copia di quella di Niegowic, in Polonia, a cui si rivolgeva spesso da giovane sacerdote Karol Wojtyla, è conclusa con una messa alle 7 del mattino concelebrata da padre Fabrizio Ciampicali, Assistente nazionale dei Francescani, e da padre Jarek Cielecki, direttore del Vatican Service News.
La Veglia, che ha previsto anche l'adorazione del Santissimo sacramento, di fronte a un quadro della Madonna Assunta, copia di quella di Niegowic, in Polonia, a cui si rivolgeva spesso da giovane sacerdote Karol Wojtyla, è conclusa con una messa alle 7 del mattino concelebrata da padre Fabrizio Ciampicali, Assistente nazionale dei Francescani, e da padre Jarek Cielecki, direttore del Vatican Service News.
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