(MISNA - Italia). La situazione al
momento è calma e non ci sono stati nuovi arrivi. Al centro di accoglienza ci
sono circa 2000 persone, che nei prossimi giorni dovrebbero essere tutte
trasferite. Da informazioni ufficiose sembra poi che difficilmente si
dovrebbero verificare sbarchi a ripetizione come quelli dei giorni scorsi”: a
parlare con la MISNA è padre Vincent Mwagala, vice parroco di Lampedusa,
contattato telefonicamente sull’isola siciliana, terra d’approdo negli ultimi
quattro giorni per oltre 5000 migranti, provenienti prevalentemente dalla
Tunisia. Le informazioni ufficiose citate da padre Mwagala sono in riferimento
ai pattugliamenti da parte dell’esercito tunisino delle zone costiere da cui
sarebbero partite la maggior parte delle imbarcazioni arrivate a Lampedusa e sono
state confermate alla MISNA da fonti tunisine oltre che dall’agenzia di stampa
ufficiale tunisina ‘Tap’, la quale oggi riferisce di una “campagna di lotta
contro l’emigrazione clandestina in direzione dell’Italia lanciata nella zona
della costa di Gabes”. Secondo la Tap, unità dell’esercito (affiancate da
elementi della Guardia nazionale e da pescatori di Zarrat) hanno avviato
pattugliamenti serrati per impedire i tentativi di emigrazione irregolare,
“bloccando tutti i punti di passaggio possibili e creando posti di controllo ai
porti di Gabes e Zarrat”. Da Lampedusa, le fonti contattate dalla MISNA
sottolineano inoltre come il flusso di migranti registrato negli ultimi giorni
sia completamente differente da quello degli anni precedenti. La maggior parte dei
migranti sbarcati è costituita da giovani uomini in età lavorativa, spesso
istruiti e in molti casi con notevoli quantità di denaro a disposizione, al
punto che, “come mai era accaduto in passato, è facile vederli entrare nei
negozi per comprare qualcosa” spiega il viceparroco di Lampedusa, aggiungendo
che molti di loro dicono di aver lasciato la Tunisia perché in cerca di lavoro,
denunciando una grave situazione economica in patria. Contattato a Tunisi padre
Ramon Echeverria - vicario generale della Diocesi della capitale tunisina e
missionario dei Padri Bianchi – conferma alla MISNA la natura economica
dell’inedito flusso migratorio che ha investito Lampedusa. “Al momento il
principale problema del paese è l’economia, che ha subito forti contraccolpi dagli
stravolgimenti politici e sociali avvenuti nelle ultime settimane. Già prima
della rivoluzione, il 40% dei giovani tunisini voleva andare in Europa. Se
considerate che oggi sul fronte economico la situazione è peggiorata, perché ai
problemi della crisi internazionale si sono sommati quelli della ‘rivoluzione’
, e aggiungete il fatto che il settore delle forze di sicurezza è quello che ha
subito i contraccolpi più forti dai recenti cambiamenti politici avvenuti in
Tunisia, con conseguente diminuzione dei controlli, capirete perché molti
giovani hanno deciso di prendere la via del mare e tentare di raggiungere
l’Europa” dice il missionario.
[MZ]
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