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ASIA
BIBI, una cittadina pakistana di religione cristiana, rischia la morte per la
condanna che le è stata inflitta in seguito all’ingiusta accusa di blasfemia.
Sulla
base della legge contro la blasfemia sono stati incriminati ed arrestati,
nell’arco di 25 anni, circa 1000 cittadini pakistani, tra i quali 479
musulmani, 340 ahmadi, 119 cristiani e altri appartenenti a minoranze religiose come hindu
e sikh. Inoltre 33 persone, sotto processo per blasfemia o assolte dalle
accuse, sono state vittime di esecuzioni extragiudiziali.
La
blasfemia è considerata universalmente un gesto grave non solo dal punto di
vista strettamente religioso, ma anche per il suo carattere di offesa e di
provocazione nei confronti dei credenti, che vengono, attraverso aggressioni
verbali di questo tipo, colpiti in una sfera di importanza centrale nella loro
vita più intima.
Proprio
qualche anno fa abbiamo assistito alle drammatiche reazioni suscitate dalle
“vignette danesi”, derisorie e sprezzanti nei confronti dell’islam e del suo
profeta; gli autori delle vignette stesse si sono giustificati in nome del
diritto alla libertà di espressione …
Sempre
in nome della “libertà di espressione” vengono offesi, non raramente, anche
credenti di altre tradizioni religiose ed il fatto è spesso considerato
irrilevante anche da chi pensa di richiamarsi ai diritti ed alla giustizia.
Considerare
grave la blasfemia non significa, però, accettare sanzioni intransigenti fino
alla condanna alla prigione o, addirittura, alla morte.
Questa
convinzione certamente animava il governatore del Punjab, Salman Taseer, di religione musulmana, il
quale, per aver espresso l’esigenza di una revisione della legge contro la
blasfemia e per aver manifestato la sua solidarietà con Asia Bibi, da lui
ritenuta innocente, ha pagato tragicamente con la vita.
Mercoledì
26 GENNAIO 2011, DALLE ORE 11,30 ALLE 13,30
MANIFESTAZIONE
in PIAZZA MONTECITORIO/ ROMA
per
la LIBERTÀ di ASIA BIBI.
L’iniziativa,
promossa da Associazione Parlamentari Amici del Pakistan, Associazione di
Cooperazione Internazionale Italia - Pakistan (Isiamed), Associazione Pakistani
cristiani in Italia, Amnesty International – Sezione Italiana, Comunità di
Sant'Egidio, TV2000, Religions for Peace, Umanitaria Padana Onlus, ha riscosso
ampio consenso nella società civile, nel mondo della cultura, nelle comunità
religiose di varie tradizioni, nelle istituzioni politiche nazionali e locali.
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