Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Le giovani Chiese oggi, nella loro vita e nell’opera di annuncio del Vangelo, incontrano fattori che indeboliscono l’evangelizzazione, derivanti, a seconda dei contesti, dallo stato, dalla società, dalle cultura. Lo ha rimarcato il Card. Peter Turkson, intervenendo oggi alla seconda giornata dell’Assemblea Plenaria della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli (vedi Fides 27 e 30/11/2015).
“Appare chiaramente – ha sottolineato il Presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace - che la crescita numerica impressionante” di queste Chiese, “è accompagnata da un aggravamento dell’instabilità nella maggior parte di questi territori”. Esistono però alcuni elementi e campi che potenziano l’opera di evangelizzazione, come la formazione dei laici e il processo di "inculturazione vera ed equilibrata del Vangelo". Inoltre, tra le attività delle Chiese che attirano il maggior numero di persone a Cristo, è al primo posto l’attività caritativa. D’altro canto, ha osservato il Card. Turkson, ci si confronta con “i gruppi neo-pentecostali che presentano un Vangelo fatto di prosperità materiale, prestigio, salute”.
“Oggi le giovani Chiese contribuiscono alla missione universale della Chiesa - ha proseguito il Cardinale - inviando preti diocesani e religiosi nelle Chiese che ne hanno bisogno”, come in Europa e in America.
Accanto a questo slancio, si prospetta quella che da alcuni osservatori è stata definita “Chiesa migrante”, nell’alveo del fenomeno migratorio che ha assunto una dimensione planetaria. Il Cardinale ha posto al dibattito assembleare due questioni: come e se è possibile aiutare a stabilizzare la situazione delle società e delle comunità locali, in modo da rallentare i flussi migratori; e come può la presenza dei rifugiati in Europa condurre la Chiesa a riscoprire la sua voce profetica.