Il messaggio del Patriarca ecumenico per il Natale. “Una ignominia per il genere umano” il fatto che anche oggi molti bambini, “che hanno diritto alla vita, alla educazione e alla crescita all’interno della propria famiglia”, sono costretti a lasciare la propria terra. Aiuto e assistenza per quei fratelli "saranno per il Signore che nasce doni assai più preziosi dei doni dei magi".
Istanbul – Il Bambino Gesù, costretto a divenire un rifugiato per sottrarsi alle intenzioni omicide di Erode, “è il reale difensore dei profughi di oggi”. La sua nascita chiama tutti a non restare insensibili di fronte al dramma delle migliaia di migranti del nostro tempo, tra i quali tanti bambini che hanno diritto alla vita, alla educazione e alla crescita all’interno della propria famiglia. E’ centrato in particolare sulla condizione di chi è costretto ad emigrare il messaggio di Natale del patriarca ecumenico Bartolomeo, che sottolinea come aiuto e assistenza per uno di quei fratelli “saranno per il Signore che nasce doni assai più preziosi dei doni dei magi”.
“La dolcezza della Santa Notte di Natale – scrive Bartolomeo - avvolge ancora una volta il mondo. E nel mezzo delle pene e delle sofferenze dell’umanità, della crisi e delle crisi, delle passioni e delle inimicizie, delle insicurezze e delle delusioni prevale con lo stesso fascino di sempre, reale e attuale come mai, il mistero della incarnazione di Dio”. “Purtroppo, tuttavia, nella nostra epoca molti uomini pensano come quell’uccisore di bambini, Erode, quell’ignobile e spietato, annientano il loro prossimo in svariati modi”.
Per salvarsi dalle intenzioni omicide, il Bambino Gesù “fu obbligato a fuggire in Egitto, costituendo così, diremmo secondo la terminologia della nostra epoca, ‘un rifugiato politico’, unitamente a Maria, Sua Madre, la Santissima Madre di Dio e a Giuseppe suo sposo”.
“Nella nostra epoca, considerata come un’epoca di progresso, molti bambini sono costretti a diventare profughi, seguendo i propri genitori, per salvare la propria vita, vita che i loro molteplici nemici guardano con sospetto. Tale fatto costituisce una ignominia per il genere umano”. Tutte le società, invece, “devono assicurare una crescita serena dei bambini e rispettare il loro diritto alla vita, alla educazione e alla loro crescita sociale, che può essere loro assicurata dalla alimentazione e dalla istruzione nell’ambito della famiglia tradizionale, basata sui principi dell’amore, della filantropia, della pace, della solidarietà, beni che il Signore incarnato ci offre. Il Salvatore che è nato, chiama tutti ad accogliere questo messaggio di salvezza degli uomini. E’ vero che lungo la storia dell’uomo, i popoli hanno compiuto molte migrazioni ed insediamenti. Speravamo tuttavia che dopo le due guerre mondiali e le dichiarazioni sulla pace di leader ecclesiastici e politici, le società odierne avrebbero potuto assicurare la convivenza pacifica degli uomini nei propri Paesi. I fatti purtroppo deludono la speranza, in quanto grandi masse di esseri umani, difronte alla minaccia del loro annientamento, sono obbligati a prendere la via della migrazione”.
“Tale situazione creatasi, con l’onda continuamente crescente dei profughi, accresce la responsabilità di noi che abbiamo ancora la benedizione di vivere in pace e con qualche comodità, a non restare insensibili davanti al dramma giornaliero di migliaia di nostri fratelli, ma ad esprimere loro la nostra tangibile solidarietà e il nostro amore, con la certezza che ogni beneficenza verso di loro, giunge al volto del Figlio di Dio che è nato e si è incarnato e non è venuto al mondo come un re, o come un dominatore, o come un potente, o come un ricco, ma è stato generato come un bimbo ignudo ed inerme, in una piccola stalla, senza un focolare, così come vivono in questo momento migliaia di nostri fratelli, ed è stato obbligato nei primi anni della Sua vita terrena a espatriare in una terra lontana, per salvarsi dall’odio di Erode. Potremmo dire che la terra ed il mare bevono il sangue innocente dei bambini dei profughi di oggi, mentre l’anima di Erode ‘ha ricevuto il giudizio’”.
“Questo divino fanciullo nato e portato in Egitto è il reale difensore dei profughi di oggi, dei perseguitati dagli Erode di oggi. Egli, il Bambino Gesù, il nostro Dio, ‘si è fatto debole con i deboli’ (1 Cor. 9,22), simile a noi, ai privi di forza, agli umiliati, a coloro che sono in pericolo, ai profughi. L’assistenza e il nostro aiuto verso i perseguitati e i nostri fratelli deportati, indipendentemente dalla razza, stirpe e religione, saranno per il Signore che nasce doni assai più preziosi dei doni dei magi, tesori più degni ‘dell’oro, dell’incenso e della mirra’ (Mt. 2,11), ricchezza spirituale inalienabile e unica, che non si rovinerà per quanti secoli passeranno, ma ci attenderà nel regno dei Cieli. Offriamo dunque ciascuno di noi, quanto possiamo al Signore, che vediamo nel volto dei nostri fratelli profughi. Offriamo al piccolo Cristo partorito oggi a Betlemme, questi venerabili doni dell’amore, del sacrificio, della filantropia, imitando la sua benevolenza, e prosterniamoci a Lui con gli Angeli, i magi ed i semplici pastori, gridando ‘gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama’ (Lc. 2,14), assieme a tutti i Santi. La grazia e la copiosa misericordia del profugo Bambino Gesù, siano con tutti voi!”.