13 dicembre 2015

Con Don Bosco, verso il Natale

Egli [D. Bosco] sapeva toccare discretamente l'organo ed il pianoforte, aveva studiato per intero alcuni metodi dei più rinomati per imparare il suono ed il canto, e la sua voce si prestava a qualunque parte salendo armoniosa fino al secondo do della seconda ottava. Avvicinandosi pertanto la festa del Santo Natale, volle preparare una canzoncina in lode del Divino Pargoletto. La poesia fu composta e scritta sul davanzale di un coretto della Chiesa di S. Francesco. Esso stesso la mise in musica. Ecco i versi:

Ah! si canti in suon di giubilo,
Ah! si canti in suon d'amor.
O fedeli, è nato il tenero
Nostro Dio Salvator.
Oh come accesa splende ogni stella
La luna mostrasi lucente e bella
E delle tenebre squarciasi il vel.

Schiere serafiche, che il ciel disserra
Gridan con giubilo: sia pace in terra!
Altre rispondono: sia gloria in ciel!
Vieni, vieni, o pace amata,
Nei cuor nostri a riposar.
O bambino in mezzo a noi
Ti vogliamo conservar.

La musica non era secondo le regole del contrappunto, ma riusciva così affettuosa da strappare le lacrime. D. Bosco si accinse a farla imparare ai suoi giovanetti, privi di ogni istruzione e ignari delle note. La sua perseveranza superò ogni ostacolo. Non avendo da principio luogo al Convitto per simili esercitazioni, usciva di casa, e la gente fermavasi stupita al vedere un prete in mezzo a sei od otto giovanetti che, tra la via Doragrossa e Piazza Milano, passeggiavano ripetendo a bassa voce una canzone. Quell'aria restò così loro impressa nella mente, che alcuni di quei cantori ancora la ricordavano nel 1886, sicché dopo tanti anni si poté scrivere colle sue note a perpetua memoria. Si ritrovò eziandio e si conserva il prezioso manoscritto della poesia. Fu cantata nel 1842 la prima volta ai Domenicani e poi alla Consolata, dirigendo D. Bosco la piccola orchestra e suonando l'organo. I Torinesi, non assuefatti in allora ad udire in orchestra le voci bianche dei fanciulli ne furono entusiasmati, poiché soli i maestri, colle loro voci robuste e talvolta poco simpatiche, a quei tempi cantavano nelle funzioni di Chiesa.

Riuscita bene la prima prova, D. Bosco sullo stesso motivo musicale scrisse la seguente poesia, da cantarsi nel tempo della S. Comunione.

Ah! cantiamo in suon di giubilo
Ah! cantiamo in suon d'amor.
O fedeli, qui ci attende
Nostro Dio Salvator.


(dalle Memorie Biografiche Vol.II, pag. 129)