New Delhi - Il “Peace Team” di Guwahati, nel nordest dell'India, guidato dall'Arcivescovo Thomas Menamparampil, emerito di Guwahati, diventa un modello internazionale: il suo approccio e le modalità di intervento nella risoluzione di conflitti a livello locale sono stati assunti come criteri paradigmatici dalla rinomata “Berghof Foundation”, organizzazione indipendente con sede a Berlino, che li riproporrà nei contesti di conflitto in tutto il mondo.
Come comunica a Fides l’Arcivescovo Menamparampil, la Fondazione Berghof ha compiuto missioni sul campo ed analizzato a fondo, per oltre cinque anni, l'operato del “Peace team” che nel nordest dell'India è riuscito a mediare con successo in numerosi casi di contese etniche, tribali, religiose, politiche e sociali.
Il Peace Team è attivo da oltre due decenni. L'Arcivescovo Thomas Menamparampil ne è stato il fondatore e ne è tuttora il motivatore, dando l'approccio giusto, quello evangelico. Descrivendo le modalità prescelte nell’opera di mediazione, l'Arcivescovo spiega a Fides: “Non diamo mai la colpa a nessuno, non importano gli errori compiuti dalle persone. Chiediamo agli interessati di guardare al futuro e di capire come si può vivere insieme”. Importante, rimarca, è “la riduzione della rabbia prima dell'avvio dei negoziati”, e muoversi secondo una “pedagogia della persuasione”, rispetto alla “pedagogia della umiliazione”, che genera sempre nuovo odio e risentimento
“La via della pace è lunga e tortuosa, ma il credente mantiene sempre la speranza e non si arrende mai. Egli cerca di trarre linfa dal piccolo deposito di amore per la pace che si trova nel cuore di ogni uomo e di farlo crescere. Poi arriva la pace come un miracolo”, conclude.