A Roma, il 24 giugno 2014, vicino alla Piazza Venezia |
di: Emiliano Moccia
BARI – Immagini che
raccontano la vita quotidiana dei migranti bloccati in Grecia, del loro sogno
di vivere un futuro migliore interrotto dagli stringenti regolamenti europei
sui richiedenti asilo. Fotografie che provano a restituire i diritti perduti,
le identità stropicciate, a descrivere come si vive durante il lungo periodo di
attesa. Volti, oggetti, paura, solitudine, pessime condizioni abitative. E
soprattutto, le persone. Perché l’obiettivo principale della mostra itinerante
“The European Dream – Road to Bruxelles” è quello di «dare un nome, un volto,
una storia ai tanti giovani migranti che cercano accoglienza in Europa con il
sogno di poter vivere in condizioni dignitose» spiega Alessandro Penso,
fotografo e vincitore del World Press Photo 2014. E proprio Penso è l’ideatore
del progetto fotografico realizzato d’intesa con il Festival internazionale di
Fotografia Cortona On The Move e con la collaborazione dell’UNHCR.
La mostra fotografica
La mostra itinerante viaggia a
bordo di un tir. E’ partita dalla Puglia lo scorso 17 giugno per approdare in
Belgio. Bari, Ancona, Roma, Firenze, Milano, Ginevra, Strasburgo. Ed
ovviamente, Bruxelles. Perché le ventiquattro fotografie che compongono “The
European Dream – Road to Bruxelles” si portano dietro il messaggio di speranza
dei migranti ritratti. Giovani provenienti da Afghanistan, Yemen, Marocco,
Libia, Nord Africa. Giovani sbarcati in Grecia, «un Paese particolarmente duro
con gli immigrati, perché per tanti anni ha rappresentato la porta di accesso
per l’Europa ed ha visto passare notevoli flussi migratori». Penso, nel 2011,
ha vissuto con i migranti per raccontare con discrezione «la loro vita
quotidiana, l’attesa, come vivono». Ed allora, la tappa obbligata verso
Bruxelles è dettata dalla voglia di recapitare il messaggio
direttamente al Parlamento Europeo «affinché abbia un approccio più umano sui
temi dell’immigrazione ed inizi a capire che i migranti, prima di essere letti
come numeri o dati statistici, sono persone. Con le loro storie e le loro vite.
Ed è proprio quello che cerchiamo di trasmettere nelle piazze in cui sosta il
tir: vogliamo sensibilizzare i cittadini a conoscere meglio le storie di chi
arriva in Europa in fuga da guerre o persecuzioni, far vedere le condizioni in
cui vivono i migranti, far conoscere le leggi europee in materia di
immigrazione. Come il Regolamento Dublino II, che troppo spesso – evidenzia
Penso – non favorisce le esigenze dei richiedenti asilo costretti, magari, a
vivere in un Paese in cui non conoscono nessuno, in cui non hanno alcun tipo di
possibilità di integrazione e non poter raggiungere i loro familiari residenti
in altro Stato».
Lo sbarco delle foto
La mostra allestita all’interno
del tir, dunque, terminerà la sua corsa a Cortona il 17 luglio, nel giorno di
inaugurazione del “Festival Cortona On The Move – Fotografia in Viaggio”. Ma i
promotori puntano a proseguire l’esperienza, a toccare altre piazza, altre
città. Meglio se portuali, perché danno l’idea dello sbarco, dell’arrivo in
un’altra terra. Come è successo per quei migranti ancora fermi in Grecia.
«Alcuni sono richiedenti asilo, altri rifugiati politici con il permesso di
soggiorno, ma inchiodati nel Paese ellenico per via delle sue regole
restrittive». Ed allora, l’augurio di Penso è che quelle foto continuino a
viaggiare. Per costruire il sogno di un’Europa che ascolta, che aiuta, che accoglie.
«Senza pregiudizi». Per seguire il percorso basta andare su facebook e cercare
il profilo “Road to Bruxelles”.
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