“I popoli
indigeni rappresentano una diversità notevole – sono più di 5000 gruppi
distinti in circa 90 paesi. Cotituiscono più del 5% della popolazione
mondiale, circa 370 milioni di persone. È importante che ci impegniamo a rafforzare partenariati che aiuteranno
preservare il vigore culturale, facilitando la riduzione della povertà,
l’inclusione sociale e lo sviluppo sostenibile”: è un passaggio del messaggio
del segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, diffuso in occasione della
Giornata internazionale dei popoli indigeni del pianeta.
“Dobbiamo garantire la partecipazione dei popoli indigeni –
uomini e donne – nei processi decisionali a tutti i livelli. Questo – ha
sottolineato il capo del Palazzo di Vetro – include discussioni sull’accelerare
l’azione verso il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio e la
definizione l’agenda dello sviluppo post-2015. I popoli indigeni hanno chiarito
che vogliono uno sviluppo che tenga in considerazione la cultura e l’identità e
il diritto di definire le proprie priorità. L’agenda dello sviluppo post-2015
ha bisogno quindi di incorporare i diritti, le prospettive e le necessità delle
popolazioni indigene”.
Ban ha ricordato che la Conferenza Mondiale sulle
popolazioni indigene in programma il prossimo anno “offre l’opportunità di
promuovere la causa dei popoli indigeni in tutto il mondo”.
Ha quindi esortato gli Stati membri “ad adottare misure
concrete per affrontare le sfide che i popoli indigeni devono affrontare, in
particolare la loro emarginazione e l’esclusione, onorando tutti gli impegni e
esaminando ciò che possono fare di più. Cerchiamo di lavorare insieme per
rafforzare i diritti dei popoli indigeni e sostenere le loro aspirazioni.
Cerchiamo di creare un mondo che valorizzi la ricchezza della diversità umana e
alimenti le potenzialità che offre”.
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