“Per superare la paura del diverso servono incontri e non convegni o discorsi”. Così don Giacomo Martino, aiuto pastorale a Genova Sampierdarena e direttore dell’Ufficio Migrantes della diocesi di Genova spiega quanto emerso grazie al percorso di conoscenza reciproca tra ragazzi italiani e i coetanei richiedenti asilo ospitati nelle strutture genovesi. “Siamo stati contattati da S. Egidio – ha aggiunto – con l’idea di portare alcuni dei giovani migranti, ospitati nelle nostre strutture, a raccontare le loro storie in alcune classi di una sola scuola. Col passare del tempo l’iniziativa ha coinvolto tutte e trenta le classi dell’istituto ed anche il personale tecnico ed ausiliario ha richiesto un incontro appositamente per loro. Alla fine, dai primi incontri previsti in quella scuola siamo arrivati ad organizzarne centinaia in altre dieci scuole diverse”. Il cammino è stato particolarmente fruttuoso, ha aggiunto: “si è percepito come sia facile passare dalla percezione dello straniero a quella dell’amico semplicemente conoscendo l’altro. E’ stato proprio un bell’incontro umano prima di tutto”. I giovani richiedenti asilo, ha spiegato ancora don Giacomo, “hanno avuto il coraggio di raccontare anche episodi molto personali come alcune sevizie e torture subite ma senza mai cadere nel pietismo, sempre con molta dignità”. Come conseguenza di questi incontri, molti ragazzi genovesi si sono resi disponibili ad insegnare l’italiano ai giovani migranti mentre questi ultimi si sono aggregati ai gruppi di giovani di S. Egidio per andare a trovare gli ammalati e ad aiutare gli anziani.
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