Si tiene sabato prossimo in
Vaticano, l’incontro “Nuovi evangelizzatori per la Nuova Evangelizzazione - La
Parola di Dio cresce e si diffonde“ promosso dal Pontificio Consiglio per la
promozione della Nuova Evangelizzazione. L’incontro si aprirà nell’Aula Nuova
del Sinodo con un ampio spazio di confronto tra i responsabili delle realtà
ecclesiali per la Nuova Evangelizzazione. Alla ripresa pomeridiana dei lavori,
nell’Aula Paolo VI, prenderanno la parola una serie di relatori e al termine
degli interventi, il tenore Andrea Bocelli darà vita ad un concerto, un momento
di spiritualità e di arte che precederà l’ingresso del Santo Padre nell’Aula,
previsto alle ore 18.30. Per tutti i partecipanti all’incontro, domenica
mattina, il Papa celebrerà una Santa Messa nella Basilica vaticana alle 9.30.
Roberto Piermarini ha chiesto al presidente del dicastero organizzatore mons.
Rino Fisichella, quali gli scopi di questo importante incontro in Vaticano.
R. – Il primo è quello di
presentare al Santo Padre almeno i rappresentanti di tutte le realtà ecclesiali
che, da diverso tempo, fanno nuova evangelizzazione. Però, non dimentichiamo
che è anche il mese missionario – ottobre – quello in cui noi viviamo questo
evento. Ci saranno migliaia di persone … Certo, saranno tante, ma sono sempre
poche in riferimento a quelli che nel mondo, soprattutto in Occidente, in
questo periodo, operano come nuovi evangelizzatori. Quello che è importante è
il tema, che è stato anche affidato a questo incontro. E’ un’espressione degli
Atti degli Apostoli: “La Parola di Dio cresce e si diffonde”. Ecco, di fatto,
visibilmente vogliamo presentare alla Chiesa i nuovi evangelizzatori, perché in
questo modo si fa conoscere la Parola di Dio e aumentano i discepoli del
Signore.
D. – Mons. Fisichella, come si
svilupperà l’incontro di sabato prossimo?
R. – Sabato noi avremo due-tre
momenti particolari. Il primo sarà un incontro soltanto con i responsabili
delle realtà ecclesiali. Devo dire che ad oggi abbiamo presenze veramente
significative, perché abbiamo più di 30 Conferenze episcopali presenti, abbiamo
rappresentanti di movimenti storici e di movimenti nuovi che sono nati in
questi decenni. Quindi, avremo una presenza di riflessione e di conoscenza
riguardo ai responsabili, individuando poi gli ambiti di nuova evangelizzazione
peculiari per ognuno. Poi, ci sarà il momento della festa, il momento della
gioia e il momento anche della preghiera e della riflessione con tutti,
nell’Aula Paolo VI. E lì, ovviamente la cosa più bella per noi sarà la presenza
del Santo Padre che verrà a darci il suo saluto e a condividere con noi un
momento di questa giornata. Poi la sera diversi gruppi, diverse realtà andranno
nelle piazze di Roma, le piazze storiche, andranno nelle chiese di Roma per
fare opera di nuova evangelizzazione. Molti di queste realtà ecclesiali hanno
già un’esperienza e daranno alla città di Roma il segno di una nuova
evangelizzazione. E speriamo che la loro fatica possa però portare frutti.
D. – Quale contributo può portare
questo importante incontro in vista del prossimo Sinodo sulla Nuova Evangelizzazione?
R. – A mio parere, mi sembra un
contributo molto importante, perché diamo ai vescovi sparsi per il mondo,
soprattutto a quelli che il prossimo ottobre del 2012 si incontreranno nel
Sinodo, il segno evidente che la nuova evangelizzazione si sta già facendo da
molto tempo. La nuova evangelizzazione non nasce perché è sorto ed è stato
istituito un nuovo dicastero nella Santa Sede; il beato Giovanni Paolo II per
27 anni “ha provocato” la Chiesa in tutti i modi a riconoscere l’urgenza e la
necessità della nuova evangelizzazione. Papa Benedetto XVI, con un atto
veramente profetico, istituendo questo Pontificio Consiglio, ha voluto che le
diverse realtà – quelle che già ci sono e quelle che nasceranno in futuro –
possano però trovare un loro punto di riferimento, possano cioè trovare
un’espressione concreta del servizio stesso del Papa per la Chiesa a favore
della nuova evangelizzazione. Quindi, direi che il Sinodo vivrà già di
esperienze estremamente positive: pensi che migliaia di questi sono giovani, quindi
c’è l’entusiasmo anche di tantissimi giovani che vivono questa esperienza!
D. – Nei “Lineamenta” del
prossimo Sinodo si dice che “la nuova evangelizzazione è un’attitudine, uno
stile audace”. In questo contesto, quali saranno gli ambiti che esplorerà questo
importante convegno?
R. – Ci sono alcuni ambiti che
verranno esplicitati proprio a partire anche dall’“Insrumentum laboris” che noi
avremo. Certamente, un ambito importante sarà quello della famiglia, perché
dev’essere ovviamente al primo posto. Poi ci sarà l’ambito della liturgia, ci
sarà l’ambito dell’azione e dell’impegno politico, ci sarà l’ambito della
pastorale unitaria nella nuova evangelizzazione, c’è quello della cultura –
ovviamente – e dei mezzi di comunicazione, senza dimenticare anche l’ambito
ormai sempre più in prima linea, che è quello dell’immigrazione. Per la nuova
evangelizzazione, questo è certamente un elemento da tenere in seria
considerazione, perché noi abbiamo milioni di cristiani in movimento nei
diversi Paesi, che portano con loro non soltanto la ricchezza della loro
esperienza cristiana, ma vengono anche ad incontrarsi con le sfide che l’Europa
in modo particolare o gli Stati Uniti forniscono da questa prospettiva di
secolarizzazione.
D. – C’è un legame tra questo
incontro e la “Missione metropoli” che il suo dicastero ha promosso per la
prossima Quaresima?
R. – Sono dei segni. Questo del
15 e del 16 ottobre, come anche “Missione metropoli” per la Quaresima 2012,
sono dei segni; segni che vogliono rimandare a tappe che il Pontificio
Consiglio si è dato da dover realizzare, ma soprattutto segni per il prossimo
Sinodo e anche per la Chiesa; segni attraverso i quali si vuole far conoscere
da una parte l’esperienza della nuova evangelizzazione, dall’altra parte però
anche la provocazione a quanti ancora ritengono che o si debba vivere di
romanticismo, pensando che tutto andava bene soltanto nel passato, o quanti si
illudono che tutto andrà bene soltanto nel futuro per l’invenzione di qualche
formula più o meno efficace, noi vogliamo ricordare, con questi segni, che
l’evangelizzazione è la missione stessa della Chiesa, che continua da duemila
anni, che deve trovare però un nuovo linguaggio, deve avere nuovi stili di vita
fatti anche di profonda identità ma anche di rispetto; fatti di un profondo
senso di appartenenza alla Chiesa e alla comunità cristiana ma nello stesso
tempo aperti ad incontrare tutti come evangelizzatori. E anche con una grande
dose di entusiasmo e di gioia, che non stona mai.
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