Carissime sorelle, il 16 ottobre 2014, nella “Clínica
Zerpa” di Puerto Ayacucho (Venezuela) il Signore ha chiamato a sé la nostra
cara Suor Elena GIOCO. Nata a Gambellara
(Vicenza) il 18 giugno 1929. Professa a Battaglia Terme (Padova) il 6 agosto 1955.
Appartenente all’Ispettoria Venezuelana “S. Giovanni Bosco”.
Elena nacque in una famiglia cristiana che il Signore
benedisse con dieci figli; tre sorelle divennero FMA. La famiglia fu sempre punto
di riferimento per suor Elena, seguiva le notizie dei fratelli e nipoti con
molto affetto e ogni avvenimento era motivo di riconoscenza e di gioia. Alla
domenica riceveva sempre una telefonata della sorella suor Gemma che la metteva
al corrente di tutto.
Elena conobbe le FMA al suo paese e, frequentando
l’oratorio, maturò la risposta alla vocazione religiosa salesiana. Entrò come
Aspirante a Conegliano Veneto nel 1952; per il Postulato andò a Padova e visse
il tempo del Noviziato a Battaglia Terme dove emise i primi voti.
Per suor Elena vocazione salesiana era sinonimo di vocazione missionaria e
perciò fece la domanda missionaria. Madre Linda
Lucotti, allora Madre generale, accolse la sua richiesta e venne destinata al Venezuela.
Quando vi giunse, venne mandata al Collegio “María Auxiliadora” di Caracas
Altamira e, mentre imparava la lingua, le fu affidata la responsabilità di una
scuola materna fiorente che, secondo le consorelle e i collaboratori laici, suor
Elena diresse con successo e amore. Quanti condivisero con lei la missione
educativa, sottolineano la sua esattezza nell’orario, la capacità di istaurare buone
relazioni con la comunità educativa, l’abilità nell’accompagnare i piccoli
nell’adattamento all’ambiente scolastico aiutandoli a superare il distacco
dalla famiglia. Era affettuosa e materna nello stesso tempo, ferma ed esigente.
Curava il canto, la ginnastica, la catechesi per i genitori e per gli studenti,
sempre sollecita della crescita integrale di tutti.
Dopo 12 anni in Altamira, suor Elena iniziò un pellegrinaggio
per varie comunità, intercalando esperienze in zone urbane e nell’Alto Orinoco.
Ovunque il suo ardore missionario e la
ricchezza delle sue doti pedagogiche divennero dedizione generosa. Benché la sua prima esperienza tra gli
indigeni fu piuttosto faticosa, non se ne lamentò mai. Amò l’Amazzonia; anche
quando l’obbedienza la inviava in altre case, il suo cuore era sempre orientato
a quei luoghi. San Fernando de Atabapo, La Esmeralda, Puerto Ayacucho conobbero
il suo impegno soprattutto riguardo all’evangelizzazione: insegnava, visitava villaggi,
seguiva la preparazione ai Sacramenti, insegnava lavoretti manuali e, siccome
era esperta nel cucito, organizzò cooperative di cucito per la promozione della
donna. Seppe incarnare il motto di don Bosco: “Da mihi animas cetera tolle” e come lui promise che fino l’ultimo
respiro sarebbe stato per le missioni.
Donna di preghiera e amante dell’Eucaristia, parlava di Dio
con semplicità e traduceva questo suo amore in gesti concreti di servizio ai
fratelli. Suor Elena aveva un cuore delicato, il suo dolce sorriso e lo sguardo
limpido rendevano visibile la sua bontà. Amava il Venezuela come sua patria e
sentiva profondamente il disagio per le situazioni che viveva il paese, sognava
un Venezuela diverso con una nuova alba per tutti specialmente per i giovani.
In questi ultimi anni in suor Elena era evidente l’indebolimento
delle forze fisiche. Nel mese di agosto venne a Caracas per gli Esercizi
spirituali, si fermò in casa ispettoriale per sottomettersi ad alcuni
accertamenti medici. Aveva una forte aritmia e il diabete, ma finalmente poté far
ritorno al suo amato Puerto Ayacucho, era felice! Giovedì 16 ottobre ebbe male
e venne portata all’ospedale. Il Signore la visitò senza preavviso, la trovò
preparata e la chiamò a sé. Come Padre buono compì il desiderio di suor Elena
di morire in missione! Ora avrà ricevuto il premio per la sua generosa e
coraggiosa dedizione e per il suo grande amore per i poveri. Interceda per noi
e ci ottenga numerose vocazioni missionarie.
L’Ispettrice
Suor Margarita Hernández
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