(San Pedro
Carchá) – Nell’Anno della Fede, presso la Parrocchia di San Pedro Carchá,
specificamente nei circa 250 villaggi che gli appartengono, è attivo già da
qualche mese un progetto-pilota per far ascoltare la Parola di Dio, in lingua
Maya-Q’eqchi, agli abitanti dei villaggi, utilizzando uno strumento chiamato
“Proclamatore”.
Il
“Proclamatore”, dotato di un piccolo pannello solare e di una dinamo a
manovella per la ricarica in qualsiasi contesto, altro non è che è un
ripetitore, molto simile ad una radio portatile, nel quale è registrato il
Nuovo Testamento in lingua indigena. Il suo scopo è principalmente quello di
favorire l’ascolto del Vangelo, facilitando l’avvicinamento degli indigeni alla
Parola di Dio e costituendo un primo approccio per la loro evangelizzazione.
“La fede dunque
viene dall’udire” (Rom 10,17), spiega don Vittorio Castagna, missionario
salesiano, curatore del progetto, rifacendosi a una citazione di san Paolo,
apostolo delle genti.
Quest’iniziativa
per la diffusione del Vangelo, oltre a diffondersi tra gli indigeni, ha
suscitato l’interesse di alcuni responsabili della Società Biblica a livello
latinoamericano e Guatemalteco, i quali hanno visitato la missione salesiana
per analizzare il progetto e ed esportarlo tra gli indigeni dell’Ecuador.
Accanto alle
classiche traduzioni nelle lingue nazionali, la Società Biblica del Guatemala è
particolarmente impegnata nella traduzione nelle lingue indigene Maya. La
versione in lingua Q’eqchi è un vero successo editoriale, tanto è utilizzata e
diffusa tra le popolazioni di questa etnia.
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