30 aprile 2013

Sri Lanka: cattolici, buddisti e musulmani insieme per fermare l’intolleranza religiosa


di Melani Manel Perera

Con una manifestazione pacifica migliaia di giovani hanno affermato la volontà di liberare il Paese dall’odio etnico e religioso. Recenti atti di violenza e persecuzione da parte di gruppi radicali buddisti preoccupano la popolazione.

Colombo - Fermare l'intolleranza etnico-religiosa e affermare la gioia della diversità: con questi obiettivi migliaia di giovani srilankesi cattolici, buddisti e musulmani si sono riversati nelle strade di Colombo, in protesta contro i recenti episodi di violenza e persecuzione perpetrati da gruppi radicali buddisti. Avvenuta il 28 aprile scorso, la manifestazione è stata organizzata da un movimento spontaneo e pacifico.
"Ci stiamo ancora riprendendo da una lunga guerra civile - afferma ad AsiaNews Marisa De Silva, cattolica, tra gli organizzatori della manifestazione - eppure vediamo segnali d'odio crescere nella nostra società. Come giovani di questo Paese, sentiamo che è nostra responsabilità aiutare a costruire uno Sri Lanka libero dall'odio. Questo è il nostro primo passo, ma abbiamo un lungo cammino innanzi a noi".
Tra i partecipanti ha sfilato anche un monaco buddista, il ven. Baddegama Samitha, che si è detto "molto felice dell'iniziativa delle nostre nuove generazioni, per sradicare il razzismo dal Paese. Hanno le mie benedizioni".
Negli ultimi mesi i gruppi Bodu Bala Sena (Bbs) e Sinhala Ravaya ("eco singalese") hanno preso di mira le comunità islamica e cristiana. La missione dei due movimenti estremisti è di proteggere la popolazione buddista e singalese e la sua religione.

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