31 dicembre 2018

"Pace a questa casa!"


«Cosa c’è di più bello di una mano tesa? Essa è stata voluta da Dio per donare e ricevere. Dio non ha voluto che essa uccida (cfr Gen 4,1ss) o che faccia soffrire, ma che curi e aiuti a vivere. Accanto al cuore e all’intelligenza, la mano può diventare, anch’essa, uno strumento di dialogo».

[...] viviamo in questi tempi in un clima di sfiducia che si radica nella paura dell’altro o dell’estraneo, nell’ansia di perdere i propri vantaggi, e si manifesta purtroppo anche a livello politico, attraverso atteggiamenti di chiusura o nazionalismi che mettono in discussione quella fraternità di cui il nostro mondo globalizzato ha tanto bisogno.

Il terrore esercitato sulle persone più vulnerabili contribuisce all’esilio di intere popolazioni nella ricerca di una terra di pace. Non sono sostenibili i discorsi politici che tendono ad accusare i migranti di tutti i mali e a privare i poveri della speranza.

Nel mondo, un bambino su sei è colpito dalla violenza della guerra o dalle sue conseguenze, quando non è arruolato per diventare egli stesso soldato o ostaggio dei gruppi armati.

La pace è una conversione del cuore e dell’anima, ed è facile riconoscere tre dimensioni indissociabili di questa pace interiore e comunitaria:
- la pace con sé stessi [...];
- la pace con l’altro [...];
- la pace con il creato [...].


Dal Messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale della Pace 2019

29 dicembre 2018

Messaggi della Consigliera per le Missioni _ Anno 2018



Il contenuto dei messaggi della Consigliera per le Missioni - Sr. Alaide Deretti -  riguarda il progetto "Per una casa comune nella diversità dei popoli".

Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani 2019 (ITA - ENG - ESP - POR - FRA)



Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani 2019

Italiano
Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2019
“Cercate di essere veramente giusti”. (Dt 16, 18-20)

Inglese
The Week of Prayer for Christian Unity 2019
“Justice and only justice you shall pursue”
(Deuteronomy 16:18-20)

Spagnolo
Semana de Oración por la Unidad de los Cristianos 2019
“Actúa siempre con toda justicia”
(Dt 16, 18-20)

Portoghese
Semana de Oração pela Unidade dos Cristãos 2019
“Procurarás a justiça, nada além da justiça”
(Deuteronômio 16,18-20)

Francese
La Semaine de prière pour l’unité des chrétiens 2019
« Tu rechercheras la justice, rien que la justice ».
(Dt 16, 18-20)

Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani – 18-25 gennaio 2019

Consejo Mundial de Iglesias_Semana de oración por la unidad de los cristianos




GIORNATA MISSIONARIA DEI RAGAZZI 2019 _ "VIVI E PASSAPAROLA"


Inno GMR 2019 _ "Vivi e PassaParola"





14 dicembre 2018

Papa: fare rete con l’educazione per permettere ai piccoli migranti di integrarsi

Modena: lettura collettiva dei nomi di 34.361 migranti morti nel Mediterraneo

Modena - Il Centro di Servizio per il Volontariato in collaborazione con Porta Aperta Modena, Ufficio Migrantes, Modena per gli Altri, Forum Provinciale del Terzo Settore, Tam Tam di Pace, Scuola di Pallavolo Anderlini e con il patrocinio del Comune di Modena promuoverà la “Maratona dell’umanità”, lettura collettiva dei nomi di 34.361 migranti morti nel Mediterraneo che si terrà in piazza Grande a Modena il 22 e 23 dicembre 2018.

11 dicembre 2018

Global compact, Parolin: "Nessuno Stato può gestire le migrazioni da solo"

Governments adopt UN global migration pact to help ‘prevent suffering and chaos’

Más de 150 países adoptan el Pacto Mundial para la Migración

Commissione Migrazioni Germania: Global Compact "pietra miliare"

Amburgo - “È necessaria con urgenza una maggiore cooperazione internazionale per una politica responsabile in materia di migrazione e rifugiati. Sono perciò lieto che la comunità internazionale adotti due importanti patti internazionali: il Patto globale per le migrazioni oggi a Marrakesh e il patto globale per i rifugiati a New York”, tra poco tempo. Lo ha dichiarato l’arcivescovo di Amburgo Stefan Hesse, che è presidente della commissione Migrazioni della Conferenza Episcopale Tedesca, e ha definito il Patto una “pietra miliare”: esso considera infatti le sfide legate alla migrazione come “compito comune dei Paesi di origine, di transito e di destinazione”, e apre “la strada a una migliore condivisione delle responsabilità”. Sebbene non sia legalmente vincolante, il suo impatto “non va sottovalutato” poiché gli Stati che lo sottoscrivono “in futuro saranno valutati in base agli standard che il Patto prevede”; esso inoltre “crea nuove importanti modalità di raccolta di informazioni, scambi e cooperazione”. “Le forze politiche contrarie alla cooperazione multilaterale nell’ambito delle migrazioni agiscono contro gli interessi del proprio Paese” sostiene l’arcivescovo, poiché “una migliore organizzazione della migrazione globale è nell’interesse di noi tutti”. Mons. Hesse ricorda anche che “l’adozione ufficiale” dei due Patti segna “un inizio: allo Stato, alla Chiesa e alla società civile viene ora chiesto collettivamente di riempire di vita i due patti”.

Dalla Comunità Angela Vallese (Isole Salomone)


5 dicembre 2018

“Quero os meus direitos, minha terra”, gritam os indígenas amazônicos na Assembleia Pré-sinodal na Guiana Inglesa

AMÉRICA/GUYANA - El nuncio Nwachukwu: “El Sínodo sobre la Amazonía tendrá la misión de llevar la Iglesia a personas aisladas”

AMERICA/GUYANA - Il Nunzio Nwachukwu: “Il Sinodo sull'Amazzonia avrà la missione di portare la Chiesa a persone isolate”

Die vier Verben fassen die Antwort an die Herausforderungen zusammen, die sich der politischen Gesellschaft, der Zivilgesellschaft und der Kirche stellen

Les quatre verbes synthétisent la réponse aux défis que doivent affronter la communauté politique, la société civile et l’Eglise

Os quatro verbos resumem a resposta aos desafios apresentados à comunidade política, à sociedade civil e à Igreja

Los cuatro verbos sintetizan la respuesta a los desafíos planteados a la comunidad política, a la sociedad civil y a la Iglesia

The four verbs sum up the response to the challenges posed to the political community, to civil society and to the Church

I quattro verbi sintetizzano la risposta alle sfide poste alla comunità politica, alla società civile e alla Chiesa.

Video EMMOCT2019_longversion_eng


Video presentazione MMSOTT2019 versione integrale_ITA

Luego de 28 años de servicio en Bolivia, Familia Miño parte hacia Cuba en Misión Ad Gentes

Mes Misionero Extraordinario: Presentación del tema, logo, página web y guía

1 dicembre 2018

SEDOS Interfaith Chanting 2018


Lectio Divina - Ciclo ‘C’_1er. Dom. (Lc 21, 25-28.34-36)

Juan José Bartolomé, sdb

Vamos a comenzar el nuevo año litúrgico, ciclo ‘C’; nos guiará el evangelista San Lucas. Hoy celebramos la primera venida del Señor, anticipo de su definitiva y última venida; vivamos llenos de esperanza porque está cerca nuestra liberación. La Iglesia nos invita a vivir estas cuatro semanas que nos llevarán a adentrarnos en ‘el misterio de la presencia humanizada de Dios entre nosotros’.
Jesús habla de signos: el sol, la luna y las estrellas, de un tiempo en el que los hombres quedarán sin aliento, en el que se les vendrá el mundo encima y todos estos signos serán manifestación previa de la venida del Hijo del hombre. Él mismo nos advierte: “cuando empiece a suceder todo esto, levanten la cabeza y no tengan temor, porque se acerca su liberación”.


Seguimiento:
25. Habrá señales en el sol, en la luna y en las estrellas y en la tierra, los pueblos serán presa de la angustia ante el rugido del mar y la violencia de las olas.
26. Los hombres quedarán sin aliento por el miedo y la ansiedad, ante lo que se les viene encima, pues los astros se tambalearán.
27. Entonces verán al Hijo del Hombre venir en una nube, con gran poder y majestad.
28. Cuando comience a suceder esto, tengan ánimo y levanten la cabeza, porque se acerca su liberación.
34. Tengan cuidado de no dejarse aturdir por los excesos, por la embriaguez Y por las vanidades de la vida.
35. No sea que ese día caiga de repente sobre ustedes,
36. Y como la trampa que se cierra; pues vendrá sobre todos los habitantes de la tierra. Estén despiertos y orando en todo tiempo. Así tendrán fuerza para escapar de todo lo que debe suceder, y podrán estar de pie delante del Hijo del Hombre.

LEER: entender lo que dice el texto fijándose en cómo lo dice

El ciclo litúrgico ‘C’ nos familiariza con Lucas, autor de un evangelio diferente al de Mateo, Marcos y Juan, dentro de las semejanzas que tienen, porque hablan de Jesús y de su Evangelio. Lucas 21,25-28 se mueve en el mismo ámbito de realidades que Mc 13,24-27, comentado hace dos domingos. Lucas menciona la angustia y del miedo de gente que corre enloquecida, del estruendo ensordecedor del mar, detalles que tiene el relato de Marcos.
El caos del final de la historia nos remite al de los comienzos (Gen. 1,2), cuando la Palabra de Dios introdujo armonía, belleza y bondad. Al final de las historia volverá a resonar esa misma palabra poderosa, pero entonces será la Palabra Encarnada, Jesús de Nazaret. Y se producirá armonía y bondad; lo que Lucas llama, ‘liberación’ (v 28).
La humanidad dejará de caminar bajo el yugo de sus injusticias, esclavitudes y angustias. Llegará la nueva creación. Hablando con propiedad, no será un final, sino la manifestación sin velos del porqué de la existencia. La esperanza liberadora no es pasiva, sino por el contrario, activa, de vigilancia y de preparación. Este es el punto que desarrolla Lucas en los vs. 34-36 y que constituye la novedad de este evangelio, que abre el ciclo ‘C’.
La esperanza final debe nutrirse de una actitud activa; de ahí la necesidad de evitar todo lo que nos impida tomar consciencia. Será preciso levantar la mirada y tener los brazos ágiles; lejos de un encerramiento en nuestra propia problemática, de un constante tropezar por no ver lo que sucede.
El texto se sitúa dentro del templo. Jesús estaba enseñando en la gran ciudad de Jerusalén. Lc 21,5-24 versa sobre la relatividad de la historia judía y ya el versículo 25 nos deja ver qué pasa entre los no judíos.
Las expresión ‘gentil’, ‘gente’, designan a toda persona no judía. Se distinguen dos partes. La primera es expositiva.
A la observación hecha por algunos sobre la belleza de este templo, Jesús contrapone el futuro de destrucción que le amenaza. Esta destrucción, sin embargo, no debe confundirse con la implantación definitiva y feliz del Reino de Dios, la cual estará precedida por un tiempo de protagonismo religioso no judío. En este punto entronca el texto de hoy; los dos primeros versículos describen un gigantesco cataclismo cósmico y el consiguiente pavor de la humanidad.
El cataclismo es calificado como temblor de las potencias celestiales. Sigue a continuación la descripción grandiosa, pero escueta, de la llegada del Hijo del Hombre, que pondrá fin a las dificultades y sufrimientos de los cristianos comprometidos: ‘Se acerca su liberación’. La descripción de la llegada del Hijo del Hombre está tomada también de un libro apocalíptico, el libro de Daniel. Por último, el texto se hace interpelativo: “tengan cuidado, estén siempre despiertos”.
La traducción litúrgica añade una tercera interpelación: “manténganse en pie”. El texto original dice: "Estén siempre despiertos, pidiendo fuerza para escapar de todo lo que está por venir y poder así mantenerse en pie ante el Hijo del Hombre". Lo que está por venir no se refiere al cataclismo cósmico, sino al futuro de dificultad y de sufrimiento que le espera al cristiano comprometido.
Las dos interpelaciones van dirigidas a l0os cristianos y quieren ser una invitación a vivir con la atención puesta en el Reino de Dios por llegar y a no desfallecer a causa de las dificultades.
Ese estar en pie, ese estar vigilantes y despiertos es el mensaje fundamental de este tiempo de adviento. ¿Y cómo podemos vivir este tiempo de espera, de adviento? La segunda lectura, de la primera carta del apóstol Pablo a los tesalonicenses nos responde. El apóstol de los gentiles dice que procedamos, que actuemos conforme a lo que hemos aprendido de él; que sigamos las instrucciones que nos ha dado en el nombre del Señor Jesús.
La más importante está en las primeras líneas del fragmento de esta carta: “Que el Señor nos colme y nos haga rebosar de amor mutuo y de amor con todos”. El amor es la ley máxima, nuestro máximo mandamiento, amar a Dios con todo el ser, con toda el alma, con todo el espíritu, y al prójimo. No hay más instrucciones, no hay otros caminos, sólo el amor a Dios y a los hermanos.

MEDITAR: aplicar lo que dice el texto a nuestra vida

La liturgia pone el acento en la venida escatológica de Cristo en este primer domingo del Adviento, Ciclo ‘C’. Es el cumplimiento de la promesa "hecha a la casa de Israel": primera lectura. Aquel día llegará el “reino eterno", (oración colecta); se acabará “la vida mortal” y llegarán “los bienes eternos".
En el tiempo de Jesús (año 33), de frente a los desastres, guerras y persecuciones, mucha gente decía: “¡El fin del mundo está cerca!” La comunidad del tiempo de Lucas (año 85) pensaba lo mismo. Además, como se destruyó el templo de Jerusalén (año 70) y los cristianos fueron perseguidos, casi por cuarenta años, había quien decía: “¡Dios nos ha dejado solos! ¡Estamos perdidos!”
La liturgia hoy nos dice: "vigilen, prepárense para el encuentro con el Señor”. Esas actitudes tenemos que vivirlas a nivel personal y comunitario. ¿Lo pensamos? ¿Qué manifiesta que de verdad esperamos la llegada de nuestro Salvador y Señor? ¿Nos interesa que los nuestros también lo reciban?
Jesús "volverá acompañado de todos sus santos" (segunda lectura). Ésta es la ruta del Señor, sus caminos, por los que Él mismo encamina a la humanidad. Esto implica la confianza y la esperanza que el Pueblo de Dios alimenta: "A ti, Señor, levanto mi alma: Dios mío, en ti confío, no quede yo defraudado”. Los que esperan en ti no quedan defraudados" (salmo 24,1-3).
Adviento es un tiempo de esperanza y de alegría, de preparación y de esfuerzo vigilante.
Nuestra sociedad se cuestiona; el hombre hoy parece no buscar a Dios. Su venida no es un tema que lo preocupe. El teólogo alemán Kasper habla del proceso de descristianización en Europa. El italiano Colombo señala, como síntomas alarmantes, la poca fidelidad al magisterio del Papa y al de los Obispos y el desapego a la moral católica. Para el austriaco Schödorn, el fondo de la cuestión se reduce a saber si existe hoy la fe personal en Jesús, y la pregunta que la Iglesia tendría que hacerse, es la que Cristo Jesús le hizo a Pedro: ¿Me amas?
Los que estamos en el trabajo pastoral vemos qué poco importa a muchas personas, especialmente a los jóvenes prepararse para recibir al Señor. Jesús nos pide vigilar y estar atentos a los signos de los tiempos. Tenemos que darnos cuenta qué pasa. Existen signos positivos que nos hablan del interés y preparación del pequeño resto.
Él no se merece nuestras sobras sino lo que somos y tenemos. Confiar en Él, entregarlo lo que tenemos, supone dejarle nuestra vida en sus manos, seguros de que Él verá por nosotros. ¿Qué estamos dispuestos a darle? ¿Cómo preparamos su venida?
En tiempo de Jesús el horizonte era poco claro. El pueblo esperaba la venida de Dios, pero ni el pueblo ni sus líderes se estaban preparando. Era un tiempo apocalíptico: se habla del desplomarse de los cielos y de la angustia y el miedo del corazón del hombre. Este era un lenguaje común, pero no los movía a un cambio de vida. Se prefiguraba el fin de un lugar sagrado, de una nación, del hombre y de los tiempos.
La llamada de atención es para todos: Esta es una realidad histórica y existencial. La venida de Dios en aquel momento histórico se dio con la presencia de Jesús; si bien fue rechazado por la religión oficial que lo llevó a la muerte. Sorprendentemente estos son los caminos de Dios o la dialéctica de la fe; ahora está más cerca que nunca la venida de la salvación.
¿Qué responderíamos a los que dicen que el fin del mundo está cerca?
Si creemos que Dios va a regresar a nuestro mundo, aunque el horizonte no esté muy despejado, seremos hombres y mujeres que se preparan para esa 2ª. Venida de nuestro Salvador. La llamada de atención es también para nosotros. ¡Ojalá sepamos leer los signos de los tiempos y estemos despiertos, vigilantes, cuidando que ni el vino ni los agobios de esa vida emboten nuestra mente!
Para Dios nadie pasa desapercibido y Él tiene en cuenta lo que hacemos, por insignificantes que sean nuestras acciones; valora todo por lo que deseamos, aunque por algún motivo no lleguemos a realizarlo. Estemos seguros de que toma en cuenta todo, porque nos ama y nos conoce mejor que nadie en esta vida.
¿Por qué al principio del Adviento la Iglesia nos confronta con el fin del mundo?
¿Qué me ocupa y qué me preocupa?

ORAMOS la Palabra del Señor desde la vida: 

Dios Bueno, para Ti no pasamos desapercibidos, nadie ni los porqués de lo que hacemos, por insignificantes que parezcan nuestras acciones. Que vivamos con esa confianza, esperando la salvación que nos has prometido, en Cristo, con Cristo y por Cristo.
Que su venida nos haga esperar su regreso definitivo, sabiendo que vuelve para llevar a feliz término la obra que le has encomendado. Lo definitivo ya ha comenzado, en el aquí y en el ahora de nuestra existencia. ¡Gracias! ¡Amén! Así sea!