8 gennaio 2021

Suor Elsa GRETTER

Carissime sorelle, il 5 gennaio 2021, dall’ospedale “Mater Dei” di Malta, il Signore della vita ha chiamato a sé, introducendola nella sua luce eterna, la nostra carissima Suor Elsa GRETTER.

Nata a Pergine (Trento) il 9 novembre 1942 
Professa a Casanova di Carmagnola (Torino) il 5 agosto 1963 
Appartenente all’Ispettoria Meridionale “Madonna del Buon Consiglio” - Italia 

Elsa, decima di tredici figli, di cui nove sorelle e quattro fratelli, nacque nel pieno della seconda guerra mondiale, in una famiglia caratterizzata da serenità, spirito di unità e di abbandono fiducioso alla Provvidenza divina. Le pareti domestiche, impregnate di amore al lavoro e al sacrificio, furono per l’allegra nidiata, una fucina di preghiera e di accoglienza della volontà di Dio. Nello scenario delle meravigliose montagne del Trentino, stagliate in un cielo terso di cui Elsa portava negli occhi il colore, il Signore la chiamò, come già un fratello, divenuto sacerdote salesiano e altre due sorelle che saranno religiose, ad essere una Figlia di Maria Ausiliatrice dal grande anelito missionario.
Aveva partecipato fin da piccola alla vita parrocchiale, frequentando con assiduità l’Azione Cattolica. Si accostava quotidianamente all’Eucaristia, dono di grazia che imparò a valorizzare dalla sua mamma, quale indicibile dono di Dio per la salvezza del mondo. Nel cuore di Elsa, Gesù Eucaristia divenne la sua più grande attrattiva e iniziò a farsi strada in lei il desiderio di divenire tutta sua. Le ore, trascorse al pascolo con il piccolo gregge a lei affidato, si trasformavano in momenti di contemplazione e di profonda comunione con Dio, alimentata anche dal Rosario quotidiano, pregato personalmente e di sera insieme alla famiglia.
Mamma Erina, osservando con gioia la religiosità della sua piccola Elsa, ma temendo che conoscesse poco di quello che il mondo poteva offrire, le propose di andare a lavorare come domestica presso la casa-famiglia delle FMA di Varese. Elsa cominciò a frequentare anche l’oratorio e fu conquistata dalla loro affabilità e gioia, valori respirati anche nei colloqui occasionali con il fratello Salesiano. Grazie alla guida di don Pedrini, direttore e confessore della Casa-famiglia presso cui Elsa lavorava, decise di iniziare il percorso formativo per consacrarsi al Signore sui passi di don Bosco e di madre Mazzarello.
Il papà, uomo onesto e lavoratore infaticabile, ma allo stesso tempo montanaro, irremovibile nelle sue decisioni, si oppose risolutamente alla scelta della figlia. Elsa non si lasciò scoraggiare dal diniego paterno e scappò di casa all’alba, prendendo solo pochi effetti personali, accompagnata dalla sorella maggiore, ora missionaria delle Serve di Maria in Brasile. Ricordava come, quella mattina, tra timori e risate, arrivata presso l’Istituto di Padova, salutata la sorella, abbracciò con risolutezza il nuovo genere di vita, come ella stessa scrive nelle sue note autobiografiche: «Ero molto legata alla famiglia, ai genitori, alle montagne, ma misi le mie mani in quelle della Madonna e partii, soffocando ogni altra voce». Durante il periodo di aspirantato, soffriva di nostalgia, anche perché nessun familiare le scriveva o andava a farle visita.
A causa di una febbre persistente, corse il rischio di dover far ritorno in famiglia, ma riponendo la sua fiducia in Maria e affidandosi a Lei, continuò il cammino intrapreso. Anche la morte del papà, da lei assistito nell’ultimo mese prima della morte, fu un ulteriore banco di prova. Ancora una volta furono determinanti le parole della mamma che la incoraggiò a seguire quanto le dettava il proprio cuore e anche l’intervento di Madre Ersilia Canta che impedì che ripetesse l’anno. Così, nel gennaio del 1961 passò a Torino per il postulato e nell’agosto a Casanova per il Noviziato dove emise la prima professione il 5 agosto 1963.
Dal 1963 al 1967 fu inviata a Torino, Casa “Madre Mazzarello, come “dono alla Madre”. Là conseguì il titolo di Abilitazione Professionale alle attività femminili. Poi per un anno (1967-’68) fu assistente delle orfane dei carabinieri al Collegio di Mornese e nel 1968 fu inviata a Ghasri (Gozo) nell’arcipelago maltese, dove nel 1963 era sorta la prima Casa delle FMA. Suor Elsa vi rimase per ben 52 anni! Dal 1978 al 2021 nella Comunità di Victoria Gozo fu direttrice per 20 anni in diverse riprese, vicaria, insegnante nella scuola dell’infanzia, catechista, responsabile dell’Oratorio-Centro giovanile e delle exallieve, sempre pronta ad offrirsi per qualsiasi necessità della comunità. Amata e stimata dal popolo gozitano, quale autentica missionaria salesiana, era dolce, gentile e sempre disponibile a prendersi cura di tutti, in particolare dei piccoli della scuola dell’infanzia che l’amavano molto e la seguivano in tutto e, grazie ai quali, aveva imparato le lingue maltese e inglese.
Sono numerosi gli exallievi che, ormai adulti, ricordano non solo i famosi dolcetti distribuiti da suor Elsa durante la ricreazione, ma anche e soprattutto l’attenzione che aveva nei loro confronti. Quanti hanno avuto la gioia di conoscerla, testimoniano come fosse capace di sopportare qualunque sacrificio, pur di aiutare le consorelle della Comunità e in particolare quelle più bisognose di cure.
Nel 2008 cominciò il lungo e penoso calvario per un cancro alle ossa che la invase lentamente e interamente, nonostante gli innumerevoli interventi e terapie, provocandole indicibili dolori. Suor Elsa non si lamentava mai; continuava a pregare, ad essere presente ai momenti comunitari, a svolgere piccoli lavori in casa, con la sua solita tenacia. Ricoverata più volte in ospedale, per i fortissimi dolori che il male le procurava, offriva tutto per e con amore. Le parole, che il Neo Cardinale Mons. Mario Grech, in una visita le aveva rivolto, dicendole che era “Pane spezzato” per la Chiesa, le infondevano coraggio e il desiderio di vivere il da mihi animas coetera tolle fino all’ultimo respiro.
Cara suor Elsa, grazie per la tua vita spesa interamente per gli altri. La Madonna, che tu hai intensamente amato, invocato, imitato, è venuta a prenderti alla vigilia dell’Epifania del Signore. Gesù ha voluto manifestare anche a te la sua gloria. Pregalo per i tuoi cari, per la tua comunità, che ti ha tanto amata e con delicatezza, cura e affetto ti ha accompagnata nel periodo della malattia. Ti affidiamo i giovani della nostra Ispettoria, tutto l’Istituto e il buon esito del CG XXIV. 

L’Ispettrice 
Suor Maria Rosaria Tagliaferri

Suor Margherita REGIS

Carissime sorelle, domenica 3 gennaio 2021, dalla casa “Maria Ausiliatrice” di Giaveno (Torino), la Madonna, dolcemente, ha portato in Cielo la nostra carissima Suor Margherita REGIS.

Nata a Rocca de’ Baldi (Cuneo) il 24 novembre 1930 
Professa a Casanova di Carmagnola (Torino) il 5 agosto 1953 
Appartenente all’Ispettoria Piemontese “Maria Ausiliatrice” 

Il sorriso accogliente di suor Margherita era trasparenza del suo cuore buono: lasciava un senso di pace e di serenità che invitava al bene. Primogenita, seguita dal fratello Piero e dalla sorella Maria Teresa, anche lei FMA, nacque da genitori semplici e buoni. Leggiamo nelle sue brevi note personali: «Papà faceva il panettiere nel Paese e tutti lo aiutavamo. In famiglia si viveva sereni, in un clima di lavoro e di fatica per guadagnarsi onestamente il pane. Erano tempi difficili del dopoguerra, ma la fiducia e il buon umore di papà ci incoraggiavano ad amare il lavoro e il sacrificio». Intanto Margherita frequentava la Parrocchia, in particolare l’Azione Cattolica. Si sentiva portata alla preghiera e all’apostolato con le ragazze, alle quali faceva il catechismo. Il Parroco, suo direttore spirituale, la guidò “con saggezza e tanta preghiera” nel discernimento vocazionale e le indicò l’Istituto delle FMA, che Margherita non conosceva ancora. Con lui fissò pure l’entrata a Torino: il giorno dedicato all’Immacolata: l’8 dicembre 1949.
Visse l’Aspirantato ad Arignano, dove il 31 gennaio 1949 fu ammessa al Postulato. Il 5 agosto 1951 iniziò a Casanova il Noviziato. Fatta la Professione nel 1953, andò a Torino “Madre Mazzarello” dove, con tanta gioia, frequentò un corso di preparazione alla vita missionaria e l’anno seguente, commossa e felice, partì missionaria per il Cile. Madre Linda Lucotti nel salutare il gruppo delle missionarie in partenza per l’America Latina, aveva detto loro: “Fatevi terra di quella terra! E promettete al Signore di non tornare più in patria. Lui vi aiuterà sempre, perché non si lascia vincere in generosità”. Questa parola diventerà un programma per suor Margherita.
Scrisse: «La Casa Ispettoriale di Santiago del Cile è stata la mia prima casa. Con tanta dedizione ho cercato di farmi “terra di quella terra” e subito mi sono sentita amata e accolta dalle sorelle e dalle ragazze». Inizialmente, oltre lo studio e la pratica della lingua spagnola, s’impegnò con entusiasmo nell’assistenza alle giovani, nel catechismo e nell’oratorio. Poi la sua missione specifica divenne il servizio di economa. «Per 25 anni ho condiviso nelle varie case, dove l’obbedienza mi chiamava, la gioia e le sofferenze che la vita di ogni giorno comporta». Con il compito di economa fu nelle case di Santiago Liceo “El Centenario” (1957-1960), nel Noviziato (1960-1963), a Punta Arenas Liceo “Maria Auxiliadora” (1963.1967) e a Santiago Liceo “Maria Auxiliadora” (1967-1979).
Nel 1979 l’Ispettrice la mandò a Roma per un corso di aggiornamento missionario. Ebbe l’opportunità di partecipare alla festa del 50° di matrimonio dei suoi genitori e di ricordare con loro anche il suo 25° di Professione Religiosa. In quell’occasione Madre Ersilia Canta la chiamò e le chiese il sacrificio di restare in Italia, a Roma, come economa nella comunità “Auxilium” che, da appena un anno, era stata trasferita da Torino a Roma, in via Selva Candida. «Non nascondo il mio profondo dolore nel dover lasciare la mia cara Ispettoria Cilena che tanto amavo. Nel silenzio del mio cuore lottavo e pregavo, e chiedevo al Signore di aiutarmi a fare la sua volontà. Maria Ausiliatrice mi ha aiutata e, felice, sono andata in quella bella Comunità internazionale». Fu accolta con tanta gioia, e il suo compito divenne un servizio generoso e buono, manifestando “un cuore grande, accogliente, aperto a tutte le sorelle senza distinzione e senza alcuna preferenza”. Fu economa nelle tre comunità di Roma “Auxilium” (1979-1988), “Suor Teresa Valsé” (1988-1990) e “Madre Ersilia Canta” (1990-1999). “La sua gioia era servire, donare e donarsi a ciascuna sorella”, testimoniano le exallieve. Dava fiducia e faceva appello al senso di responsabilità. Per se stessa non aveva pretese. Era veramente umile; accettava anche i rimproveri, a volte, senza scusarsi. Sapeva di aver bisogno di tutte e coinvolgeva con naturalezza le sorelle, anche le più giovani, valorizzando il contributo di ciascuna. Ed era molto riconoscente! Suor Margherita è stata molto amata da tutti: studenti, insegnanti, operai, fornitori e impresari. Quante attenzioni e gesti di bontà nella sua vita! Non dimenticò mai il Cile, la sua seconda Patria, e le persone che là aveva conosciuto! Ci ha comunicato la bellezza di essere di essere una felice FMA missionaria”.
Sempre per obbedienza, nel 1999 fu trasferita a Torino “Sacro Cuore”, con il compito di economa e consigliera della casa. Ebbe la gioia di sentire vicina la sorella suor Maria Teresa e i familiari, e poté rivedere luoghi e volti cari. Certamente nel suo lavoro dovette affrontare difficoltà ed esigenze nuove. Tuttavia suor Margherita continuò ad essere la sorella buona, umile e disponibile, donando a tutti gioia e attenzioni cordiali. Vi rimase nove anni. Poi nel 2008 fu mandata nella comunità di Giaveno, ancora come economa per due anni. Poi fu in aiuto alla nuova economa, e dal 2017 in riposo. La sua presenza era sempre serena e fraterna, la sua parola buona e comprensiva. Pregava e offriva per tutti. Maria Ausiliatrice che amava tanto, e la faceva amare, la rendeva felice: era la sua compagnia, la sua forza e tutta la sua fiducia. Ultimamente era stata portata in ospedale per una forte emorragia intestinale. Fu sottoposta a esami vari, ma con pochi risultati. Riportata a casa continuò a declinare. Espresse il desiderio che anche la cognata Lucia venisse informata. Non parlava più, ma sorrideva ed era vigile, seguendo con cenni e lo sguardo vivo. Si spense dolcemente nel primo pomeriggio di domenica 3 gennaio. La Madonna che le era accanto, le aprì la porta del Cielo.
“Il suo ricordo è una benedizione, tanto la sua vita è stata luminosa e bella. Quando pensiamo a suor Margherita pensiamo alla bontà in persona”, afferma un’exallieva. La robusta fede, l’amore a Maria, lo spirito missionario e il forte amore all’Istituto, che sempre l’hanno sostenuta e guidata, hanno lasciato tracce profonde di bene e sono un prezioso esempio per noi oggi. La pensiamo in Paradiso e siamo certe del suo ricordo. 

L’Ispettrice 
Suor Emma Bergandi

Suor María del Carmen CASESNOVES SOLDEVILA

Carissime sorelle, il 2 gennaio 2021, dall’Ospedale “Lluis Alcanyis” di Játiva (Spagna) mentre stava trascorrendo alcuni giorni in famiglia, il Signore ha chiamato a partecipare alla Sua Pasqua eterna la nostra carissima sorella Suor María del Carmen CASESNOVES SOLDEVILA.

Nata a Játiva (Spagna) il 28 luglio 1935 
Professa a Barcelona Horta (Spagna) il 6 agosto 1955 
Appartenente all’Ispettoria Spagnola “Maria Ausiliatrice – Madrid 

I suoi genitori formarono una bella famiglia di nove figli: quattro ragazzi e cinque ragazze, di cui lei era la quinta. Entrambi vivevano la fede, la speranza e la carità da veri seguaci di Cristo, in modo coerente e impegnato. Costituirono realmente una "chiesa domestica", una casa accogliente e aperta.
Dichiarati Servi di Dio dalla Chiesa, sono noti per la generosità espressa e resa efficace attraverso la farmacia che gestivano. Era, infatti, la farmacia il luogo in cui più si esprimeva la loro carità: aiutavano i poveri, donando medicine a chi non poteva pagarle, soprattutto nei tempi difficili del dopoguerra. Il padre non ha mai rifiutato di prestare denaro, senza interessi. "Mi ripagherai quando potrai" diceva, sempre con il consenso della moglie che condivideva la sua bontà e generosità. Al processo di beatificazione iniziato nel 2009, si disse di loro: "Era la santità della vita che irradiavano nel contesto sociale". Carmen crebbe in questo fecondo ambiente familiare.
I genitori avevano molti contatti con l'allora Arcivescovo Salesiano di Valencia, Mons. Marcelino Olaechea. «Un giorno – racconta suor María del Carmen nei suoi scritti - osservandomi, suggerì a mio padre di mandarmi al Collegio “María Auxiliadora” di Valencia. Egli accettò e io fui affascinata dallo spirito di don Bosco e di madre Mazzarello. È stato grazie al contatto con le FMA e a quell’atmosfera gioiosa, che sentii il desiderio di essere anch’io FMA e ne parlai alla Direttrice». Iniziò il periodo di formazione a Barcelona Sarriá nel 1953 con il Postulato ed emise la Professione religiosa il 6 agosto 1955 a Barcelona Horta, manifestando fin da allora il desiderio di essere missionaria. Trascorse i primi dieci anni a Barcelona Sarriá “S. Dorotea” come educatrice nella Scuola Materna. Dopo un anno a Tortosa come economa, tornò a Sarrià come assistente delle alunne fino al 1974. Le suore la ricordano umile, disponibile e laboriosa, buona, colta e amabile. Non le importava cosa le chiedevano di fare, purché potesse servire. Passò inosservata, nella certezza che Dio la amava e la voleva per sé. Prova della sua influenza sulle persone è il fatto che, nonostante sia passato tanto tempo, le exallieve chiedono ancora di lei.
Accettata la sua domanda missionaria, nell'ottobre 1974, partecipò al corso di formazione missionaria a Roma, Casa generalizia, e nel gennaio 1975 partì per il Venezuela. Aveva 39 anni di età, 19 anni di professione e in cuore un forte ardore missionario. La prima casa fu Valera, nelle Ande venezuelane, di cui fu la fondatrice. Mons. Rosalio Castillo Lara, allora Vescovo di quella diocesi, aveva chiesto le FMA e le aveva accolte con cuore di Pastore. Dopo quattro anni, realizzò il sogno di lavorare direttamente con gli indigeni dell'Amazzonia a S. Fernando de Atabapo dove trascorse sette anni, rivelandosi un'eccellente catechista e insegnante. Svolse questa missione anche nell'isola del Ratón, lavorando nella pastorale indigena e per la promozione della donna.
Dal 1987 al 1988, rientrò in Spagna per assistere la mamma ammalata e, dopo la morte di lei, nella comunità di Torrent, per perfezionare le sue competenze in sartoria e in altre attività manuali, molto utili per la missione. Nel 1989 tornò in Venezuela e venne inviata a La Esmeralda dove, per tre anni, si donò alle diverse etnie. Sapeva adattarsi ai loro costumi, valorizzando ogni situazione per evangelizzare. Nel 1993 passò a Los Teques, nella Casa di Spiritualità “S. Maria Mazzarello”, per l’accoglienza di diversi gruppi. Aveva un'incredibile facilità a tessere relazioni di amicizia che duravano nel tempo. Dalle sue labbra usciva sempre un "grazie" ed era difficile vederla riposare: sempre attiva, impegnata come Marta nella dedizione alle consorelle che arrivavano e agli altri ospiti. E sapeva essere anche Maria: si sedeva ai piedi del Maestro per ascoltare la Sua Parola e godere della sua presenza.
Quando, nel settembre scorso, tornò in Spagna in seguito all’amputazione di una gamba, diceva: «Va bene per ora. Ma appena mi riprenderò, tornerò». Aveva viaggiato con un volo umanitario e il Console spagnolo, salutandola all'aeroporto, le diede una bandiera spagnola dicendole: "Benvenuta nel suo Paese!". E lei, oltre al suo solito “grazie”, rispose: «La mia patria è pure il Venezuela!». Ha saputo davvero tessere una bella stoffa con i colori della bandiera della patria che l’aveva vista nascere e di quella che aveva fatto sua. Accolta a Madrid El Plantío nella comunità “B. Eusebia Palomino” perché bisognosa di cure, fu circondata dall’affetto delle consorelle e della sua famiglia. Il 20 dicembre era andata a Jàtiva (Valencia) a rivedere i suoi parenti e fermarsi alcuni giorni. Mentre era con loro, per il sopraggiungere della polmonite, il Signore della Vita l'ha chiamata al suo Regno di luce.
Cara suor María del Carmen, ora che sei in Cielo, intercedi presso Dio per il Venezuela che hai tanto amato, per la tua famiglia che ti è stata sempre vicina e per la tua Ispettoria d'origine. Chiedi all'Ausiliatrice di vegliare con tenerezza di Madre sulle giovani che vogliono vivere con passione il carisma salesiano come hai fatto tu, con un cuore missionario che abbatte i confini e fa di ogni luogo uno spazio dove si ama, si lotta e si dona la vita. 

L’Ispettrice 
Suor María del Rosario García Ribas

Malta – Suor Elsa Gretter è volata alla Casa del Padre

 

MISSIONÁRIOS DA CONSOLATA INAUGURAM NOVICIADO CONTINENTAL NA AMAZÔNIA

 

6 gennaio 2021

Suor Stefania BLECHARCZYK

Carissime sorelle, il 31 dicembre 2020, dalla casa di Garbow (Polonia) , è passata alla Casa del Cielo la nostra  carissima Suor Stefania BLECHARCZYK.

Nata a Raba Nizna (Polonia) l’11 marzo 1923
Professa a Pogrzebien (Polonia) il 5 agosto 1949
Appartenente all’Ispettoria Polacca Madonna di Jasna Góra” - Łomianki

Suor Stefania era la nona di dieci figli. Fra le cinque sorelle e i cinque fratelli, oltre a lei Dio ha chiamato alla vita consacrata la sorella maggiore Zofia e il fratello Michał, ordinato sacerdote nella diocesi di Tarnow e poi anche Vescovo della stessa diocesi. I genitori avevano una grande fede, tanto amore verso Dio e il prossimo,  grande stima e rispetto per la Chiesa. Questi valori li trasmisero ai figli anzitutto con la loro  vita. Le giornate, com’era per tutti i contadini, trascorrevano al ritmo della preghiera insieme e nel duro lavoro agricolo. Quando concluse la scuola primaria, cominciò a lavorare con i genitori in campagna, perché non c’erano i soldi per proseguire la scuola. Proprio allora cominciò a sentire la vocazione, ma non sapeva ancora discernere bene questa chiamata. Faceva parte dell’Azione Cattolica e del coro parrocchiale; insieme alle compagne, preparava il teatro e le feste parrocchiali raccogliendo offerte per l’Azione Cattolica. Aveva 13 anni quando morì il papà, uomo nobile, saggio e autorevole. La sua morte lasciò una traccia profonda nell’animo di Stefania.
Durante la seconda guerra mondiale, che le impedì di realizzare il suo desiderio di offrirsi al Signore, conobbe suor Matylda Sikorska, futura Ispettrice dell’Ispettoria Polacca, allora direttrice della casa di Krakow, a cui confidò il desiderio di farsi religiosa. Seguendo i suoi consigli concluse la scuola media e poi decise di entrare. Nel luglio 1947, insieme con alcune compagne, raggiunse Pogrzebien, Noviziato delle FMA, dove venne accolta da Madre Laura Meozzi ora Serva di Dio, la prima Superiora dell’Ispettoria Polacca. Fu ammessa al Postulato il 27 luglio 1947 e, con dispensa del card. Klond, il 5 agosto 1947, dopo gli Esercizi Spirituali, cominciò il Noviziato. Qui sentì la chiamata missionaria. Ma per realizzare questo desiderio, dovette aspettare più di 30 anni! Dopo la prima Professione emessa nel 1949, venne mandata a Wroclaw per frequentare il Corso per Insegnanti. Lavorò per breve tempo come assistente delle Novizie e poi come catechista. Nel 1960 fu nominata direttrice a Lublin, poi svolse lo stesso servizio a Dzierzoniow, Lodz e Wrocalw “S. Anna. Nel 1962 aveva completato gli studi teologici all’Università Cattolica di Lublin (l’unica Università cattolica in quel tempo). Nel periodo del Regime comunista in Polonia era molto difficile ricevere il permesso di andare fuori del Paese, come pure mantenere i contatti con il Centro dell’Istituto. Dopo tanti tentativi, ricevette il passaporto con il permesso di andare in Italia e raggiunse Torino. Qui, nell’Istituto Internazionale di Pedagogia e Scienze religiose, cominciò gli studi di Pedagogia.
Purtroppo, a causa delle gravi condizioni di salute della mamma, dovette tornare in Polonia dopo un anno. Negli anni 1967-‘73 svolse il ruolo di Vicaria Ispettoriale e il 5 agosto 1973 venne nominata Ispettrice dell’Ispettoria Polacca “Maria Ausiliatrice”, fino al 1979. Nel 1982 Madre Marinella Castagno le chiese di andare in missione nello Zambia dove l’Istituto aveva cominciato il “Progetto Africa”. Suor Stefania aveva allora 60 anni e finalmente si realizzava il suo desiderio di andare in missione. Il 15 ottobre 1984, dopo un anno in Inghilterra per imparare l’inglese, insieme ad altre quattro FMA, raggiunse lo Zambia, dove fu direttrice a Lusaka (1987-’88). La nuova missione, il clima diverso e le varie malattie misero a dura prova il suo organismo che fu colpito dal cancro. Subita l’operazione in Polonia, e poi tornò di nuovo nello Zambia ma restò solo per due anni. L’organismo indebolito, non riusciva più ad affrontare le condizioni di vita in Africa. Però l’amore per le missioni rimase forte in lei. Fu ancora direttrice a Lublin “S. Teresa” (1989-’91)
  e poi a Czestochowa fu incaricata dell’accoglienza ai pellegrini. In seguito fu Delegata delle missioni in Ispettoria e nella Chiesa a livello nazionale per tanti anni (1992-2013). Dal 2013 si trovava a Garbow. Da qualche anno la sua salute era sempre più precaria. Dopo una lunga attesa dello Sposo, si è spenta silenziosamente, durante il sonno, nella mattinata dell’ultimo giorno del 2020. 
Suor Stefania, che le suore per rispetto chiamavano “Madre”, aveva una personalità forte e resiliente. Era molto esigente con se stessa, ma nello stesso tempo materna e tenera. Amava tanto la Chiesa, l’Istituto e l’Ispettoria che ha guidato per un sessennio difficile, perché si era ancora durante il comunismo. Grazie a queste sue caratteristiche e alla grazia di Dio, tenne sempre saldo il timone della vita e della missione nelle comunità. Donna dai grandi orizzonti, vedeva la necessità di preparare le giovani consorelle per l’attività educativa e pastorale, nonostante le difficoltà da parte del governo. Cosi l’Ispettoria si sviluppò: crebbe il numero delle suore e delle candidate. Manteneva strette relazioni con le Superiore al Centro dell’Istituto, curava la vita spirituale e carismatica delle FMA, faceva di tutto per sensibilizzarle ad essere sante coltivando la preghiera personale e comunitaria, lavorando senza scoraggiarsi, per la gloria di Dio e la salvezza delle giovani.
Aveva una grande devozione a Maria Ausiliatrice e ai nostri Santi Fondatori. Amava il carisma salesiano e si dava da fare per potenziarlo nelle consorelle e nelle giovani. Visse gli ultimi anni in un’incessante preghiera per la Chiesa, per l’Istituto, per la Patria.
Mentre ringraziamo Dio per la sua vita, le chiediamo di intercedere nuove vocazioni all’Istituto, così che possiamo rispondere ai bisogni dei giovani e delle giovani di oggi. 

L’Ispettrice  
Suor Małgorzata Pilarska

5 gennaio 2021

Suor Nicolina Viano FMA: una storia che ispira!

Di suor Ritha Dora Thomas,
Ispettrice, Ispettoria INB

“Io non so se devo dire di essere di Torino o dell’India, perché sono nata a Torino, ma anche il mezzo secolo della mia vita in India reclama i suoi diritti!”

Ecco come suor Nicolina descrive se stessa in uno dei suoi scritti autobiografici che dovrebbero essere letti nella loro interezza per cogliere il suo ardore missionario e la sua vitalità giovanile anche negli ultimi anni della sua vita. È riconoscente per aver ricevuto “una bella famiglia cristiana” in dono.

Nata a Torino il 28 maggio 1926, suor Nicolina Viano fece la sua professione a Casanova di Carmagnola (Italia) il 5 agosto 1948, appartenente all’Ispettoria Piemontese “Maria Ausiliatrice” - Italia. L’11 novembre 2020, dalla casa “S. Giuseppe” di Torino, la nostra cara suor Nicolina è stata chiamata a incontrare il Signore della Vita.

Nei suoi scritti annota: “Papà era un uomo di solida fede e grande carità. Fu, infatti, l’iniziatore del gruppo della “San Vincenzo de’ Paoli” in parrocchia e rese la nostra casa disponibile per tutti gli incontri”. Da lui, Nicolina, sin dalla tenera età, ereditò una concreta attenzione ai poveri. Durante la Seconda Guerra Mondiale, nella sua prima giovinezza, lavorava di giorno come impiegata in una ditta e di notte andava nelle cascine intorno a comprare del cibo per la famiglia, poiché era la maggiore dei quattro figli.

Scrive: “La Domenica frequentavo l’oratorio delle FMA all’ombra della Basilica, con un buon gruppo delle mie amiche”. Lì incontrava altre persone che coltivavano il buon seme piantato in famiglia. Tra queste persone suor Nicolina accenna a: madre Melchiorrina Biancardi, suor Matilde Mattalìa, il confessore salesiano don Giorgio Serié, e suor Adele Reynaud che era stata missionaria in Giappone. Dice: “Com’era possibile non prendere fuoco con tutti quei messaggi del Signore?”. All’età di 20 anni, entrò nel postulato di Torino e sin da quel primo momento il suo desiderio fu di partire per le missioni in India. Continuò con il Noviziato a Casanova, dove emise la sua prima professione.

Inserita nella Casa generalizia “Maria Ausiliatrice” di Torino dal 1948 al 1951, frequentò i corsi di studio per ottenere il diploma di insegnamento nella scuola materna e il diploma in Infermieristica all’ospedale “Cottolengo”. Scrive: “Nel 1950 la Madre generale mi propose di andare missionaria in India e la mia felicità fu alle stelle”. Ottenne il consenso di suo padre, ma la mamma non era così convinta. Con la partenza di suor Nicolina, la famiglia perdeva l’aiuto finanziario, e ciò costituiva un altro motivo di sofferenza nell’accogliere la sua partenza per una terra lontana. Suor Nicolina ricorda: “Così, pur sentendo profondamente il distacco dai miei cari, partii. Avevo 24 anni e dopo un mese di navigazione arrivai con le altre giovani sorelle a Bombay; di là, in treno, giungemmo a Madras e infine a Pallikonda, un povero villaggio non molto lontano da Madras. Rimasi nel Tamil Nadu, lo stato più a sud dell’India, dove, nel 1922, le prima Figlie di Maria Ausiliatrice erano arrivate, chiamate dai Salesiani che stavano già lavorando là da molti anni”.

Suor Nicolina Viano è una delle missionarie più intrepide che l’India abbia accolto e che ha lasciato impronte indelebili dovunque è stata mandata. Professa nel 1948, giunse a Madras nel 1951 e la sua preparazione in Infermieristica le fu di aiuto nel gestire coraggiosamente ogni tipo di emergenza con mascolino ardimento e materna sollecitudine. Dal 1950 al 1965 lavorò nei dispensari di Pallikonda, Polur e Arni, nei distretti più poveri di Nord Arcot, assistendo e curando lebbrosi e orfani, un servizio che segnò la sua vita missionaria per il resto dei suoi anni.

Nel 1964, quando si trovava ad Arni, fu di valido aiuto nell’estensione del piccolo dispensario voluto per i lebbrosi, con la costruzione di un’intera ala e di un sala comunitaria per loro. La gente di Arni racconta ancora come durante l’epidemia di colera lei salvò molte vite portando infaticabilmente i bambini tra le sue braccia e dando loro delle gocce endovenose. Dal 1965 al 1977 fu animatrice delle comunità di Arni e Vysarpadi. Proprio a Vysarpadi con coraggio e amore assunse l’assistenza dei figli dei lebbrosi, e si fece carico di un ambulatorio per i più indigenti. Negli anni ’70 era davvero curioso vedere una suora guidare un ciclomotore mentre si recava nei viottoli periferici della città di Madras a visitare i poveri o a raccogliere gli indigenti caduti lungo i lati delle strade. Il suo lavoro e il suo spirito indomito furono molto apprezzati dai Salesiani con cui collaborò a Vysarpadi. Dal 1977 al 1978 ebbe la fortuna di fare un corso di missiologia a Roma.

Dal 1978 al 1981, fu animatrice della comunità del noviziato a Bangalore e incaricata dell’ostello appena inaugurato per le giovani operaie povere. Nel 1981 venne trasferita a Nashik-Bombay come pioniera di una nuova fondazione. Sotto la sua guida visionaria, nel 1982 ebbe inizio il Centro giovanile “Maria Vihar” con un ostello e corsi per le giovani povere: operaie, dattilografe e sarte; nonché un Asilo-nido, oratori nelle baraccopoli, corsi di alfabetizzazione per adulti, corsi di studio serali e servizio alla parrocchia. Pose così le basi fondanti di un fruttuoso apostolato. Seguì con la sua supervisione la costruzione di un nuovo noviziato e della cappella dell’Ispettoria “S. Maria Mazzarello” appena eretta a Bombay. Quando terminò il suo mandato nel 1988, le fu chiesto di condurre il lavoro pionieristico di un’altra presenza missionaria - Ahmednagar. Anche lì cominciò un pensionato di accoglienza per i bambini poveri e orfani, un apostolato nei villaggi, e pose la basi di una fiorente scuola. Dopo questo, nel 1995, fu mandata a Keshnand Pune per iniziare un altro apostolato unico: una casa per i bambini delle prostitute. Era il progetto sognato da suor Nicolina. Acquistò un appezzamento di terreno piuttosto vasto e, dopo aver stabilito questo apostolato su solide basi, a causa di problemi di salute, nel 2003 suor Nicolina ritornò in Italia.

L’India è stata davvero fortunata ad avere la benedizione di una missionaria del calibro di suor Nicolina Viano. Forse, conoscendo molto bene il suo spirito audace e la sua intraprendenza, si comprende perché le furono sempre assegnati progetti pioneristici, e suor Nicolina non deluse nessuno. I poveri orfani, gli indigenti, i lebbrosi e coloro maggiormente nel bisogno furono la porzione scelta della missione di suor Nicolina. Con una certa frequenza, succedeva che ne raccogliesse letteralmente qualcuno caduto ai margini della strada e provvedesse loro tutto ciò di cui necessitavano. Per natura, era forte, intraprendente, coraggiosa e schietta, senza aver mai paura di chiamare le cose col proprio nome; tuttavia, era anche cortese, molto gentile nei confronti dei poveri e dei bisognosi. Viveva veramente e in pienezza la massima del “vado io” di don Bosco. Quando necessario, avrebbe anche rinunciato al proprio cibo pur di provvedere ai bambini poveri e affamati. I molti Salesiani che hanno lavorato con lei, ricordano spesso i suoi tipici gesti di gentilezza. Se trovava qualcuno debole o ammalato, preparava personalmente qualche cibo speciale, come minestra o zabaglione, per nutrirlo. Lungo tutta la sua vita ha personalmente allevato un certo numero di orfani con la dedizione di una madre.

La sorgente di tutto questo tremendo lavoro per ilo regno era la sua personale dedizione al Santissimo Sacramento e il suo amore alla Madre Benedetta. Al termine del giorno, era uno spettacolo familiare vedere suor Nicolina seduta per lunghe ore in cappella, fino a tarda notte.

Cara suor Nicolina, anche dopo la tua partenza terrena noi crediamo che tu ancora tenga l’India e la sua gente vicino al tuo cuore. Quasi ti sentiamo cantare a tutte noi: “Non dimenticherò mai il mio popolo. Vi ho inciso sul palmo della mia mano. Non vi dimenticherò mai, non vi lascerò mai orfani, non mi dimenticherò mai di voi, mia proprietà!”.

Possa il Signore concederti, cara suor Nicolina Viano, la ricompensa centuplicata del servo buono e fedele!

Inspirational Story of FMA Sister Nicolina Viano!

 

Dalla Patagonia


CARISSIMI TUTTI,
È strano che prenda il computer e… decido di scrivervi!
Ma cosa posso scrivere in questo tempo di pandemia che vede tutti questi giorni scorrere uguali e IN CASA! Ma no, non è possibile aspettare tanto… Mi perdonerete e, mi metto di buona lena… facendomi coraggio per scegliere solo ALCUNI piccoli avvenimenti per narrarli e ricordarli insieme a voi.
Ecco: siamo partiti nel mese di marzo chiudendoci in casa per prendere le dovute distanze e non permettere che questo minuscolo e prepotente virus ci aggredisse.
E in realtà la quarantena preannunciata sembra proprio non avere una tregua e dalla quarantena di giorni, siamo passati ormai a una quarantena di settimane… e ancora aspettiamo una liberazione.
A chi mi scrive o telefona, o manda messaggi per WhatsApp dico sempre una sola cosa: siamo in casa, noi 4 Suore, ma la Madonna passeggia nella nostra casa e la copre con il SUO MANTO, e solo così ci sentiamo al sicuro.
La realtà di essere in casa in 4 è perché la nostra carissima suor Silvia - direttrice, stava confinata in Mar del Plata… e per grande sorte stava con la SUA MAMMA! La stessa avventura capitò alla comunità dei Salesiani… senza direttore perché si trovava in India, presso la sua famiglia, dalla mamma, proprio all’inizio della pandemia.
Per questo le nostre due comunità “acefale”, hanno affrontato ogni situazione, nel bene e nella fatica di vivere quotidianamente questa esperienza specialissima.
Questo però non ha compromesso l’iter quotidiano, ma lo ha arricchito perché a mezzogiorno potevamo partecipare all’Eucaristia nella NOSTRA CAPPELLA, concelebrata da Padre Sergio e Padre Fernando! E questo vi par poco? Una grandiosa mano dall’alto per dare forza ai nostri giorni. (Naturalmente ricordando TUTTI e TUTTO in questo momento centrale della giornata).
Però, aspetta e spera fin quando arriverà una nuova era. E così che per la nostra scuola di ogni ordine e grado… TUTTI A CASA!
L’oratorio e le varie opere apostoliche, seguivano il ritmo della scuola: TUTTI A CASA!
Per fortuna il servizio dell’internet ha offerto possibilità insperate fino ad ora e così le trasmissioni in diretta VIRTUALE ha supplito egregiamente la didattica scolare. Come pure le varie opportunità pastorali… tutto virtualmente: TUTTI IN CASA!
Un vero servizio sostitutivo senza essere presenti in aula. Così che gli alunni hanno avuto opportunità di seguire tutti i programmi ed essere PROMOSSI per l’anno o il corso successivo. E sì, da non dimenticare che ALLA FINE DEL MONDO il calendario scolastico ha avuto termine settimana scorsa. Bellissima esperienza anche questa.
E anche le varie feste vissute nelle altre case della PATAGONIA le abbiamo vissute, tranquillamente sedute in poltrona, senza perdere un’occasione di festa! Solamente la torta e gli appuntamenti comuni del pranzo e della cena. IN CASA!
Di questo passo anche le varie celebrazioni ecclesiali del Vaticano e del nostro caro PAPA FRANCESCO, del Vescovado, le feste dell’Ispettoria e delle varie case della PATAGONIA potevamo seguirle in diretta e senza perdere un et!
A questo punto voglio ricordare con riconoscenza ma anche con profondo dolore, la partenza per il cielo del nostro carissimo Vescovo mons. Miguel Angel d’Annibale. Dopo i sei anni preziosi di ministero sacerdotale in Río Gallegos, appassionato sostenitore del progetto SAN BENITO, con una semplicissima infezione ematologica, la sua forte fibra umana cedette en pochi giorni. La Chiesa Argentina, la sua mamma, la famiglia e la sua nuova diocesi di San Martin hanno subito una grande perdita.
Un’attenzione specifica l’abbiamo avuta in comunità allo scoppio della pandemia. L’unità sanitaria dell’Ospedale locale aveva lanciata la necessità di preparare le mascherine preventive considerando il sopraggiungere del Covid-19.
La nostra comunità ha partecipato al progetto, preparando, con apposita tela, e regalando le prime 400u. La Caritas parrocchiale ha messo in moto la confezione di copertine di lana 120x80 cm. per provvedere alle famiglie povere, o con riscaldamento precario nelle abitazioni. Ho coordinato la raccolta dei quadrati di lana tessuti all’uncinetto, 20x20cm, e quindi alla composizione di cucitura nelle varie parti, e relativo bordo in uncinetto. Un valido aiuto nella confezione l’abbiamo avuto dalle ex-allieve. Alla fine di un mese intenso di lavoro 24 aprile - 24 maggio, abbiamo avuto la gioia di consegnare 24 copertine vivacissime di colori e profumate di tanta carità.
E per mantenerci in esercizio di uncinetto, abbiamo ideato una fetta di anguria e con Sr. Nazzarena abbiamo preparato il regalo di Natale… Tutto il personale docente e non docente, i benefattori hanno goduto di una fetta di ANGURIA riempita di caramelle unito agli auguri e alla preghiera.
Va detto, a onore della Madonna che passeggia nella nostra CASA, sembra proprio che abbia passeggiato per PORTO DESEADO e così, fino a quindici giorni fa nessun abitante della città e delle città vicine fu contagiato. Attualmente alcuni casi sporadici, dovuti all’apertura delle frontiere… e il rischio è stato inevitabile.
E la nostra Suor Silvia ha potuto ritornare tra noi proprio settimana scorsa. Un Natale al completo, considerato che la Pasqua già non era con noi.
Anche la nostra missionaria Suor Cristina che la MADRE GENERALE ha destinato alla nostra Ispettoria, sta aspettando di poter raggiungere la SUA MISSIONE tra noi… è a ROMA… sperando la buona notizia della partenza e quindi il suo arrivo in terra Argentina...
Ora è doveroso pensare anche a voi. Tutti quelli che mi seguono con affetto e tanta preghiera il mio ricordo fraterno e cordiale. Che il BIMBO GESÙ venga ancora e sempre a vivere il nostro quotidiano, anche se molto carico di incertezze e preoccupazioni.
Venga e ponga la SUA dimora in mezzo a noi e non si dimentichi delle nostre famiglie.
Venga con la benedizione della Sua Mamma Maria.
Venga in compagnia di San Giuseppe che ci accompagnerà per un intero anno, come figura di paternità domestica, egli fu un Papà buono per GESÙ.
Io lo pregherò per voi e voi pregherete per me. Grazie e buon Natale, sereno anno nuovo arricchito di tanta SPERANZA.

Sr. Paola Felice fma Missionaria salesiana in PATAGONIA!

Picnik nel giardino per festeggiare l'estate


Giornata Missionaria dei Ragazzi 2021