14 dicembre 2020

Manzanillo - Cuba

 

Suor Agnese GILÀ

Carissime sorelle, mercoledì 9 dicembre 2020, dalla casa “Maria Ausiliatrice” di Sant’Ambrogio Olona (Varese), il Signore ha chiamato a vivere con Lui nella pienezza della beatitudine la nostra carissima sorella Suor Agnese  GILÀ.

Nata a Bellinzona, Canton Ticino (Svizzera) il 12 dicembre 1919
Professa a Casanova di Carmagnola (Torino) il 5 agosto 1940
Appartenente all’Ispettoria Lombarda “Sacra Famiglia” - Italia

Agnese nacque in una bella famiglia, modesta ma illuminata da molta fede. Il papà, ex-allievo salesiano, elettrotecnico di mestiere, era stato un pioniere dell’Azione Cattolica e il braccio destro del Parroco. La mamma era sarta e accudiva la numerosa famiglia con grande serenità, sorretta dalla preghiera. Diceva «che la Messa quotidiana era il Sole delle sue giornate». Ciò che sappiamo della vita di suor Agnese, lo desumiamo dalle note autobiografiche da lei stessa stilate al suo rientro dalla Missione in Brasile. A 89 anni, in un’elegante e ‘spedita’ calligrafia, narra di sé comunicando tutto il suo amore e la sua gratitudine per la vita. Racconta l’esperienza familiare segnata da una profonda religiosità che aveva inciso sulla vita dei sei figli, in particolare sulla maggiore Lucia, FMA, morta santamente a 29 anni a Torino Cavoretto, su Renzo Sacerdote diocesano e su di lei che ha seguito la sorella nell’Istituto.
Venne a contatto con il carisma salesiano quando giunse in paese un Salesiano che era stato missionario in Cile che infervorò tutti con il suo entusiasmo apostolico. Leggendo il Bollettino Salesiano, Agnese a 13 anni cominciò a sognare le missioni d’Africa; poi, ricevendo le lettere della sorella Lucia, fu incoraggiata ad entrare nell’Istituto col motivo che a Casanova c’era il Noviziato Missionario.
Iniziò così il cammino formativo a Chieri nel 1938. Nello stesso anno passò al Noviziato di Casanova, dove il 5 agosto 1940 emise i primi voti. Dopo la Professione, venne inviata a Nizza Monferrato per completare lo studio. Conseguito il Diploma di Abilitazione Magistrale, iniziò ad insegnare a Torino “Madre Mazzarello”. Nell’agosto 1943 Madre Angela Vespa le chiese di accompagnare una consorella al loro paese, in Svizzera, poiché il papà era gravissimo. Ma poi, a motivo della seconda guerra mondiale, tutte le frontiere vennero chiuse. Fu così che si rivolse all’Istituto Elvetico di Lugano dove il Direttore salesiano fu ben felice di accoglierla perché era proprio alla ricerca di una maestra elementare e lì rimase per 15 anni.  
Nel 1957 venne trasferita a Varese “Casa Famiglia” come assistente delle ragazze interne. L’anelito del suo cuore, però, era altro: «Sempre pensando alle Missioni, desideravo l’Africa. Ma quando entravo in Cappella, Madre Mazzarello dal suo bel quadro mi suggeriva: “Andrai in America”». 
Rifece allora la domanda missionaria che venne accettata e fu inviata in Brasile: «Destinata al Brasile là lavorai per ben 48 anni come insegnante, assistente, responsabile dell’oratorio (la mia passione!), infermiera, animatrice della Liturgia (musica e canto), assistente e vicaria, sacrestana, soprattutto catechista… Per concludere: sono andata in Brasile per evangelizzare e mi hanno evangelizzata, specialmente i poveri e i bambini». Lavorò nelle Case di S. João del Rei, Belo Horizonte “Pio XII”, Silvânia, Minas Novas e Cachoeira do Campo. Nel 2008 suor Agnese stessa chiese di rientrare in Italia e venne destinata alla casa di Sant’Ambrogio.
Così conclude le sue note autobiografiche: «Ed ora eccomi a Sant’Ambrogio in attesa dell’ultima chiamata. Fiat, Magnificat, Alleluia!». Parole che ha ripetuto durante un colloquio con l’Ispettrice nel 2013, esplicitandone il senso: FIAT per tutti gli acciacchi inerenti all’età; MAGNIFICAT per tutte le grazie ricevute, non basta l’eternità a ringraziare; ALLELUIA per la Pasqua eterna che ci aspetta. Fare la volontà di Dio eucaristicamente perché tutto è grazia». È significativo citare le ultime righe di una sua poesia, scritta osservando il fiore del calicanto: «Io ho novant’anni. Mi parla proprio al cuore. Sembra dirmi: “Coraggio! Anche alla tua età puoi essere fiorita”. Più l’ammiro e più mi dice: “Anche la quinta età come la mia può diventare poesia. Avere il cuore giovane, fiorito d’Amore che del gelo sfida il rigore».
Con gratitudine lodiamo il Signore per il dono di questa carissima sorella che ha fatto della sua vita un anelito di Paradiso: mai un lamento, nonostante gli acciacchi, sempre serena e orante, felice di accogliere col suo dolce sorriso chi andava a farle visita. La sua partenza è stata per noi sofferta, ‘rubata’ dal Coronavirus che ci sta affliggendo. Ma ora la pensiamo felice nella contemplazione di quel Signore che fin da bambina ha cercato e per tutta la vita ha servito nei poveri e nei piccoli. Ora interceda per tutte noi, in particolare per il Brasile, che ha tanto amato, la benedizione del Signore e il dono di sante vocazioni.

L’Ispettrice
Suor Maria Teresa Cocco

6 dicembre 2020

Sor Gloria Elena Garcia Pereira (Inspectoria CMA - Colombia)

 

Suor Maria RONCO

Carissime sorelle, il 30 novembre 2020, dalla casa “San Giuseppe” di Torino, il Signore ha chiamato alla visione del Suo Volto la nostra carissima Suor Maria RONCO.

Nata a Pralormo (Torino) il 4 aprile 1927 
Professa a Casanova di Carmagnola (Torino) il 5 agosto 1948 
Appartenente all’Ispettoria Piemontese “Maria Ausiliatrice” - Italia 

Maria era la primogenita di due sorelle. I genitori erano “cristiani esemplari, di vita morale ed operosa, abbastanza benestanti”. Così testimoniava nel presentarla all’Istituto il Direttore della comunità “Edoardo Agnelli” di Torino e Parroco di quella Parrocchia salesiana. Della sua giovane figlia spirituale attestava: «Ottima condotta morale e spirituale. Assidua, con notevole disagio suo, alla nostra Chiesa e all’incipiente oratorio femminile, si dimostrò sempre esemplare e zelante nell’apostolato».
In maniera molto sobria ed essenziale, suor Maria ha scritto poche note autobiografiche: «Abitavo a Torino, nel quartiere dell’Agnelli. Lavoravo in una fabbrica di meccanica e, durante la guerra, ero a servizio come domestica». Aggiunge che frequentava l’oratorio dell’Agnelli e che si era lasciata guidare dal Salesiano Don Biancotti, il quale l’aveva indirizzata al nostro Istituto.
Entrò in Aspirantato ad Arignano (Torino), dove il 31 gennaio 1946 iniziò il Postulato. Ricordava con gratitudine in particolare la bontà materna della Direttrice dell’Aspirantato, suor Nella Fracchia. Visse il Noviziato A Casanova dove celebrò la prima Professione il 5 agosto 1948. In tutta la sua vita religiosa ha svolto una sola ‘missione’, offrendo alle comunità in cui è vissuta soprattutto il servizio di guardarobiera.
Dopo la professione, tra il 1948 e il 1969, lavorò in diverse comunità. Scriveva: «Avendo fatto domanda per le missioni, sono stata inviata ai Becchi (di Castelnuovo), a Morges, Thonon, Caluire–Lyon, Fontaniére, Roubaix, Andresy e Guines». Partita per la Svizzera il 25 agosto 1949, il primo ventennio fu, quindi, un continuo passaggio da una comunità all’altra, vissuto con grande disponibilità.
Nel 1969 venne mandata nella comunità di Veyrier, sempre in Svizzera, come assistente, addetta alla lavanderia e al guardaroba, e in aiuto all’economato come commissioniera. Dal 1993 al 1996, con i dovuti permessi, visse in famiglia per assistere la mamma inferma. Tornò poi a Veyrier fino al 2010 quando, ormai anziana, rientrò nell’Ispettoria Piemontese, in riposo.
L’accolse la comunità “San Giuseppe” di Torino a continuare nel silenzio, nella preghiera e nell’offerta la sua missione di servizio e di umiltà. Si trovava vicina a luoghi a lei famigliari, in una comunità di sorelle che l’hanno accolta fraternamente, che le hanno donato l’assistenza, le cure e l’affetto. Ma certamente è stata per lei come una nuova partenza missionaria, segnata dal distacco nuovamente offerto. La sua presenza in questa casa era serena. Esprimeva riconoscenza per le molte attenzioni, che ricambiava silenziosamente con uno sguardo sorridente.
Accompagniamo con la preghiera di suffragio il ricordo di suor Maria e delle sua vita semplice e generosa. Chiediamo a lei di intercedere dal Cielo, per ottenere da Maria Immacolata e Ausiliatrice il dono di nuove vocazioni missionarie per l’Istituto e la Chiesa. 

L’Ispettrice
Suor Emma Bergandi

2 dicembre 2020

San Francesco Saverio - Patrono delle Missioni

 

S. Francesco Saverio SJ 

Francesco Saverio (Javier 1506 – isola di Sancian 1552) è detto “il San Paolo delle Indie”. La sua opera missionaria fu, infatti, decisiva per lo sviluppo del cristianesimo moderno in tutta la macro-regione dell’Asia meridionale. La Chiesa lo celebra come patrono principale dei missionari. Il suo percorso di vita non fu però così lineare. 

Originario della Navarra, Francesco è compagno di stanza d’Ignazio di Loyola e di Pietro Favre, al tempo dei loro studi a Parigi. Se tra Ignazio e Pietro nasce subito un’intesa, Francesco mantiene a lungo una dura diffidenza verso il nobile Basco, che da cavaliere è stato un nemico dell’indipendenza politica della Navarra. Inoltre, Francesco è deciso a perseguire le sue ambizioni di carriera. Perciò i pii propositi d’Ignazio sono per lui degli ostacoli. A un certo punto, però, il suo cuore è vinto dalla testimonianza dell’affetto disinteressato che i suoi due coinquilini nutrono per il Cristo. 

Quando i primi gesuiti si stabiliscono a Roma, Francesco è quasi da subito inviato in India, ma come per sbaglio. Il gesuita che avrebbe dovuto partire al suo posto cade infatti ammalato. Francesco si trova così ad affrontare lunghi e pericolosi viaggi e gli imprevisti dell’incontro con popolazioni così diverse: dai poveri pescatori delle coste dell’India ai nobili intellettuali del Giappone. Inoltre, ha a che fare con i commercianti europei che perseguono i loro interessi senza troppi scrupoli. In tutto questo lo sostiene il sapersi collaboratore della missione del Cristo: intere popolazioni ascoltano il Vangelo per la prima volta. Un importante aiuto gli viene anche dalla solida amicizia con gli altri gesuiti, ravvivata dallo scambio di lettere. 

Quando Francesco muore a 46 anni, ha percorso più di 62.000 chilometri in soli 10 anni. E’ alle porte della Cina, dove pure avrebbe voluto annunciare il Vangelo.

FMA Bahía Blanca - Argentina

 


Dal Bollettino dell'Ispettoria "San Francesco Zaverio" - ABB

MISIONES

Encuentro Virtual de Comunidades Misioneras: el Ámbito, coordinado por la Hna. Silvia Dupont, animó tres encuentros de formación acompañados por el P. Julio Palmieri, SDB. El último encuentro fue el 7 de noviembre, contando con el valioso testimonio de 5 laicas que forman parte del grupo de “oración profunda  y contemplativa en el cotidiano”, que anima el P. Julio.

Misionera ad gentes: la Hna. Natalia Maricoy, luego de permanecer un tiempo en Buenos Aires, pudo viajar a Asunción – Paraguay, para muy pronto, llegar a su comunidad en el Chaco Paraguayo. Ha sido recibida con muchísimo cariño y alegría. La acompañamos desde acá con nuestra oración y le auguramos una muy fecunda misión.

17 novembre 2020

Lunedì della missione

Presentazione "Come orizzonte il mondo" - I discorsi di Nicolás ai rifugiati

 

2a Tappa - Rubrica Fino ai confini della Terra: Sudafrica

 

Suor Nicolina VIANO

Carissime sorelle, l’11 novembre 2020, dalla casa “San Giuseppe” di Torino, è stata chiamata all’incontro con il Signore della Vita la nostra carissima Suor Nicolina VIANO.

Nata a Torino il 28 maggio 1926
Professa a Casanova di Carmagnola (Torino) il 5 agosto 1948 
Appartenente all’Ispettoria Piemontese “Maria Ausiliatrice” - Italia 

“Non so se devo dire che sono torinese o indiana, perché a Torino sono nata, ma mezzo secolo di vita indiana reclama anche i suoi diritti!”. Così si presentava suor Nicolina in un suo scritto autobiografico, che si dovrebbe leggere in maniera integrale per sentire il suo ardore missionario e la sua vitalità giovanile anche negli ultimi anni di vita. Riconosceva di aver ricevuto in dono «una bella famiglia cristiana”. “Soprattutto papà era un uomo dalla fede granitica e di grande carità. Era stato, infatti, l’iniziatore della Conferenza di san Vincenzo nella parrocchia e metteva a disposizione la nostra casa per le riunioni». Da lui Nicolina, fin da giovane, ha ereditato l’attenzione concreta ai poveri. Durante la seconda guerra mondiale, nella sua prima giovinezza, di giorno lavorava come impiegata in una ditta e di notte andava nelle cascine intorno per comprare un po’ di viveri per la sua famiglia, composta dai genitori e quattro figli, di cui lei era la maggiore. 

Raccontava: «La domenica frequentavo l’oratorio delle FMA all’ombra della Basilica, con un folto gruppo di carissime amiche». Qui incontrò altre persone che coltivarono il buon seme gettato nel suo cuore dalla famiglia: Madre Melchiorrina Biancardi, suor Matilde Mattalìa, il confessore salesiano Don Giorgio Serié, suor Adele Reynaud che era stata missionaria in Giappone. «Com’era possibile non prender fuoco con tutti quei messaggi del Signore?». A 20 anni entrò in Postulato a Torino, fin dall’inizio con il desiderio di partire per la missione in India. Proseguì con il Noviziato a Casanova, dove emise la prima professione. 

Inserita nella Casa generalizia di Torino “Maria Ausiliatrice” dal 1948 al 1951, frequentò i corsi di studio per conseguire il Diploma di abilitazione all’insegnamento nelle scuole del Grado Preparatorio e il diploma di Infermiera. «Nel 1950 la Madre generale mi propose di andare missionaria in India e la mia felicità salì alle stelle». Ottenne il consenso del papà, ma non altrettanto convinto quello della mamma che, dopo aver perso l’aiuto principale della famiglia, ora faticava ad accettarne la lontananza. «E così, pur sentendo molto profondamente il distacco dai miei cari, partii. Avevo 24 anni e, dopo un mese di navigazione, giunsi con altre giovani consorelle a Bombay; di lì, in treno, arrivammo a Madras, e finalmente a Pallikonda, un povero villaggio non lontano. Mi trovavo nel Tamil Nadu, lo Stato più meridionale dell’India, dove, nel 1921, erano giunte le prime FMA, chiamate dai Salesiani già inculturati da molti anni». 

Per oltre 50 anni, dal 1951 al 2003, suor Nicolina si immerse tra i suoi poveri e lavorò senza risparmio in un campo totalmente da dissodare, in situazioni di grande povertà e sperimentando con evidenza la Provvidenza di Dio, incarnata negli aiuti di tanti amici e volontari, ora dall’Italia, ora dall’India e dal mondo. In una serie di trasferimenti e destinazioni diverse (Pallikonda, Polur, Arni, Madras, Vyasarpadi, Bangalore, Nashik, Bombay Wadala, Ahmednagar, Pune, Keshnand), si prese cura degli ammalati nei dispensari, nei villaggi e nei lebbrosari. Fondò e diresse case, internati, orfanatrofi, scuole di avanguardia, pensionati per operaie, un noviziato. Il suo spirito imprenditoriale, le sue abilità, la sua fede nella Provvidenza e la preghiera, le guadagnavano gli aiuti necessari per andare incontro alle necessità della povera gente. Prese a cuore la condizione femminile indiana e cercò di aiutare soprattutto le donne, istruendole e insegnando loro un lavoro. 

Nel 2003 ritornò a Torino, «abbandonando la vita in trincea ed altre sorelle che insieme ai laici portano avanti le numerose opere dell’India. Ma, pur con qualche rattoppo nel cuore, sono molto contenta di recarmi qualche volta al SERMIG, che fraternamente accoglie la mia presenza». Cosi scriveva dopo il ritorno in Italia. Dal 2003 al 2008, dalla casa di Torino Sassi, dove era inserita con altre sorelle anziane a riposo, e poi da Torino “Maria SS. Consolata” (2008- 2012), frequentava l’associazione del SERMIG in aiuto ai poveri «mentre mi passano davanti agli occhi, come in un film, centinaia di altri volti amati», scriveva. 

Negli ultimi anni (2012-2020) l’intrepida missionaria ha dovuto accogliere la povertà estrema, impressa nel suo fisico stanco, consumato nel servizio generoso, senza risparmio di energie. Ora toccava a lei accogliere dalle consorelle della comunità, dalle infermiere e dalle collaboratrici laiche, le attenzioni che aveva riservato ai poveri; e si dimostrava riconoscente. Finalmente adesso contempla il suo Gesù, incontrato tante volte nei poveri e adorato nelle veglie di preghiera. Ora riceve la consolazione per ogni distacco, il primo della giovinezza che l’ha portata lontana dai suoi familiari e l’ultimo del tramonto che l’ha privata della sua Terra di adozione. La ricordiamo con affetto nella preghiera e lei intercederà per nuove vocazioni fedeli e generose. 

L’Ispettrice
Suor Emma Bergandi

23 ottobre 2020

Dal Bollettino dell'Ispettoria ABB (Argentina - Bahia Blanca)


MISIONES 

Encuentro Virtual de Comunidades Misioneras: el Ámbito, coordinado por la Hna. Silvia Dupont está animando tres encuentros de formación, acompañados por el P. Julio Palmieri, SDB. El segundo ha sido el 3 de octubre y el próximo será el 7 de noviembre, abierto a todas las Hermanas que deseen participar. 

Encuentro de Misioneras ad gentes: el 24 de octubre a las 10 h nos encontraremos con todas las Hermanas misioneras ad gentes de la Inspectoría animadas por el lema “Inculturándonos”.

Dal Bollettino dell'Ispettoria ABB (Argentina - Bahia Blanca)


En este mes misionero, no quiero dejar pasar la oportunidad de compartir con Uds. el testimonio de una misionera de nuestra Inspectoría, que hace días ha llegado a nuestro país. La dejo a ella misma que se presente:

Queridas/os hermanas y hermanos, me llamo Natalia Maricoy soy Hija de María Auxiliadora, de origen humilde. El saber mirar a los demás con gran amor, el saber compartir el pan, lo aprendí de mi madre Blanquita y mi padre Benedicto que nos protege desde el cielo y de mis hermanos Marcos, Martín y Diego. Actualmente tengo dos cuñadas, dos sobrinos y tres sobrinas. A todos los quiero tantísimo, debo decir que mi hermano Martín cuida a mi madre y así, mi vocación no es solo mía, es de mi familia. El amor de mi familia me acompaña a donde voy, junto con el amor de Dios, por supuesto.

¿Cómo sentiste el llamado a la misión ad gentes?

Para mí, escuchar el llamado a la misión ad gentes fue decirle ‘SÍ’ de nuevo al Señor. Considero que ser misionera ad gentes es un llamado dentro del llamado a ser Hija de María Auxiliadora. En verdad como respuesta a su gran amor que es incalculable, incondicional por mí, por cada ser humano, le dije ‘Sí’, ‘Hágase en mí’. Algunos tenemos la dicha de reconocerlo, de sentirlo, de vivir en su Presencia. Todo en mi vida ha sido y es Gracia. Dios me habla de diferentes modos, primero en mi interioridad, me habla de un modo en que lo puedo seguir, muchas de las veces no lo entiendo, pero, aun así, comprendo que debo seguir las pequeñas luces que me muestra como lo hizo San José, que, sin comprender, con humildad y sencillez, solo seguía los signos que le permitían caminar un poco más. Soy pobre, frágil, pecadora como todos, creo que la diferencia pasa por reconocerme y entregarme a Él, para que me siga amasando, para ser Su pan como Él.

Dios me habló también, a través de mis Hermanas y Hermanos; entre ellas, las Hnas. Ema Pizarro, Silvia Heit y Marisol Verna (misioneras ad gentes) con quienes sentí una gran sintonía y admiración; sintonía que no era mía ciertamente, sino un don de Dios, creo que todo es Don y Gracia. Siempre que pude compartir con ellas, esos encuentros me llenaban de esperanza en algo más. Del testimonio del P. Corti, Salesiano misionero italiano, que fue como mi Don Bosco en toda mi niñez y adolescencia, cuánto aprendí de él; sin duda el rezo cotidiano del Rosario y la Adoración Eucarística. Todos ellos me marcaron la fuerte opción por seguir a Cristo en los jóvenes y niños más pobres, donde el Señor me necesitara más. 

¿Qué camino de discernimiento hiciste para tomar esta decisión?

Para mí, el camino de discernimiento fue de años, aún más desde joven, siempre me llamó la atención la entrega de la Madre Teresa de Calcuta. Recuerdo haber compartido mi inquietud en mis primeros años de formación, pero me dijeron que debía vivir el presente, sin embargo esa inquietud fue como una llamita, que estaba siempre, a veces salía a la luz con más fuerza y a veces me parecía que se apagaba, y que eso era para “los fuertes”, que yo no iba a poder. Siempre sentía que Dios me invitaba pero yo no le respondía, porque solo me miraba a mí misma, hasta que comprendí que el que te llama, te da las fuerzas; y que las fuerzas las debo pedir cada día, para que todo sea de Él y para Él, porque cada día constato mi debilidad y vivo en carne propia lo que decía San Pablo. “cuando soy débil, entonces soy fuerte”.

El año 2018 fue mi tercer año en la comunidad de Chos Malal, “Casa Misión María Auxiliadora”, verdaderamente estaba feliz de lo que vivía y hacía, con buenas Hermanas, con amigos y amigas, con hermosos jóvenes y niños que acompañaba, algunos verdaderamente con necesidades de todo tipo. Y en ese contexto, cuando podría decir que ya estaba “acomodada”, no porque vivía una vida sin sacrificios, sino porque ya sabía cómo transitar esos caminos, decidí escuchar mejor al Señor y le dije que Sí. Ese nuevo Sí, me implicó buscar qué más quería de mí El Señor; eso me exigió comenzar un camino de mayor escucha y como consecuencia, de una nueva decisión. Me acompañó la Hna. Marta Riccioli, mi Provincial y en su acompañamiento sentí la presencia de María: sólo abrimos las puertas al Espíritu Santo y Él nos guio. Otra persona muy significativa fue el P. Carlitos Pomar que ya hacía algunos añitos me acompañaba, creo que la radicalidad evangélica la aprendí de él, cuantas veces me dijo: “entregalo todo Nati, no te guardes nada”. Necesitamos de adultos consagrados que nos demuestren y nos inviten a vivir el Evangelio. Carlitos es como mi hermano, mi amigo y mi padre. También debo decir que cuando le compartí a mi madre Blanquita, mi búsqueda, me dijo: “Si el Señor lo quiere, que se haga su voluntad”; mi madre es la viuda del Evangelio, ella me enseña a entregarlo todo.

Fue un año de discernimiento intensivo y juntas con la Hna. Marta, le escribimos a la Madre Yvonne Reungoat, que me respondió en marzo del 2019. Al poco tiempo, el 10 de julio dejé todo, mi tierra, amigos, amigas, mi familia que tanto amo, y me fui a Roma. Hice un año de preparación allá. El don siempre lleva consigo la muerte del grano de trigo, para ser un pan feliz, que se entrega. Mi tierra de misión ahora, es el Chaco Paraguayo y estoy en  Argentina desde el 11 de octubre por la situación de la pandemia, hasta que pueda llegar a mi destino. 

¿Cómo fue tu camino de preparación hasta que te comunicaron el lugar de tu misión?

Viví el tiempo del discernimiento de mi destino, en la Casa Generalicia de Roma con otras nueve hermanas, de distintas partes del mundo, que tienen el mismo sueño. Tuvimos tiempos de oración comunitaria y tiempos personales de oración-escucha. Casi todos los días salía al jardín, mientras caminaba rezaba y le preguntaba al Señor lo que quería de mí. Estudiamos en la Universidad Pontificia Urbaniana. También ayudaba en servicios de la casa y antes de la pandemia, iba al apostolado en San Egidio, para servir las cenas a muchos hermanos empobrecidos que llegaban a comer.

Creo que es muy fuerte la experiencia de interculturalidad. Aprendí el idioma italiano y pude comunicarme con tantas Hermanas de otras lenguas de Asia, Europa, África, todas entendiéndonos en profundidad, gracias a la lengua de nuestros fundadores: eso para mí, es un verdadero milagro. Estoy muy agradecida de todo lo que nos ofreció el Ámbito de las Misiones y la comunidad de la Casa Generalicia, que nos acogió con tanta bondad.

Sin duda, lo que me preparó fue la presencia de Dios a través de su Espíritu Santo, ayudándome a despojarme interiormente de lo que había dejado exteriormente y luego de mucho tiempo, para mi percepción, me lo devolvió interiormente en mi corazón. Creo que es una verdadera experiencia de pobreza, de abandono. Hasta que, el 4 de febrero la Madre Yvonne me llamó y me dijo mi nuevo destino. ¡Lo recibí con tanta alegría! Me dijo: “te necesitamos en el Chaco Paraguayo, no quisiera que cerraran las casas para los más pobres, y casi no hay personal allá, te mando ahí”. Le dije que Sí. No pensaba volver a América, pero el Señor siempre me sorprende. 


¿Qué mensaje podrías regalarle a las/os jóvenes, consagrados y laicos que sienten este llamado?

 Creo que les regalo la convicción de que vale la pena animarse a escuchar al Señor, que vale la pena entregarle todo, que no hay mayor felicidad que solo vivir de Él y para Él. Los que sentimos su gran amor, no podemos no compartirlo; en mi caso quiero compartir como Él quiera, el gran amor que me ha dado desde siempre, desde el seno materno. Quisiera que todos lo conozcan, porque Él da la verdadera libertad interior, Él da el verdadero sentido a nuestras vidas, Él nos da nuestra verdadera identidad de ser hijos en el Hijo y al ser hija, soy hermana de todos. Junto con animarse a escuchar, animarse a dejarse acompañar y no perder el tiempo, la vida es una sola y el tiempo se pasa volando, pero podemos elegir cómo queremos vivir nuestra vida, nuestro tiempo, que también es Don. Como dice nuestro amigo, el Papa Francisco “no balconeemos la vida”, entreguémosla, esa es nuestra mayor felicidad.

Y como dice también él, siento que Mi vida es una misión”.

20 ottobre 2020

Suor Brigid Nuala BEGGAN

Carissime sorelle, il 15 ottobre 2020 dall`Ospedale Generale di Cavan (Irlanda), il Padre ha chiamato alla sua Casa la nostra carissima sorella Suor Brigid Nuala BEGGAN.

Nata a Clones, Monaghan (Irlanda) il 15 dicembre 1944
Professa a Henley-on-Thames (Inghilterra) il 5 agosto 1966 
Appartenente all’Ispettoria “Nostra Signora Regina d’Irlanda” - Dublin 

Suor Brigid nacque in una famiglia profondamente radicata nella fede cristiana e nei valori evangelici, che ha accolto 16 figli. Tra questi, uno è diventato Sacerdote e quattro FMA (oltre a suor Brigid, suor Frances, suor Gemma e suor Margaret). Brigid entrò in aspirantato a Brosna dove, il 31 gennaio 1964, venne ammessa al postulato. Dopo il noviziato a Henley-on-Thames in Ingilterra, emise i primi voti il 5 agosto 1966.
I primi due anni di professione li trascorse a Limerick “Maria Ausiliatrice” come insegnante. Nel 1968 fu mandata a Torino nella Casa “Sacro Cuore” dove partecipò al Corso per le neo-missionarie e l’anno successivo partì per la Thailandia. Riportiamo un estratto della Cronaca della Casa di Ban Pong dove ha vissuto per tre anni: “Suor Brigid è arrivata missionaria in Thailandia il 5 ottobre 1969. Era partita il 10 luglio 1969 insieme a suor Caterina Opezzo, Ispettrice. Suor Brigid è stata insegnante di inglese agli studenti della scuola secondaria inferiore e, allo stesso tempo, assistente delle educande più giovani. Alcune FMA che hanno vissuto con suor Brigid hanno dichiarato che era amorevole, umile e che aveva un predilezione per i poveri ed i fanciulli meno dotati. Le ex-allieve ricordano in modo particolare la sua mitezza e la sua gentilezza. Ha lasciato la testimonianza di una vita di preghiera, spirito di sacrificio, serenità e grande semplicità. In comunita e con le educande, la sua presenza era sempre attesa e apprezzata”.
Quando, nel 1972, tornò in Irlanda, visse per un anno nella comunita di Cahercon; l’anno successivo passò a Limerick.
Da allora rimase in questa città, anche se in case diverse, per tutto il resto della sua vita. Dal 1975 al 1978 frequentò un Corso al “Mary Immaculate College” per abilitarsi come insegnante per la Scuola. Primaria. Ottenuto il titolo nel 1978, educò generazioni di fanciulli nella Scuola di Fernbank – la sezione junior - fino al 2010, anno in cui si ritirò dall’insegnamento. Insieme alla missione Nella scuola che amava molto, ha organizzato il Joy Club il doposcuola che ha seguito per molti anni. Quest’attività costituisce un caro ricordo per i molti exallievi/e. Il dedicarsi all’istruzione e all’educazione è sempre stato un servizio molto importante per lei. Visse nella comunità “Maria Ausiliatrice” di Fernbank, fino a 1993. Quell’anno fu tra le prime sorelle inviate ad aprire la nuova comunità “Regina Mundi” nella zona di Bracken, sempre a Limerick.
Suor Brigid ha offerto pure il servizio di animatrice di comunità in due case di Limerick, prima a Fernbank “Maria Ausiliatrice” (1984-1989) e poi a Bracken “Regina Mundi” (2011-2017). Fu anche membro del Consiglio Ispettoriale per vari anni. Durante quel tempo, ebbe un’attenzione speciale per le sorelle più anziane o malate, tramite il “Health Care Group” dell’Ispettoria. Sia in comunità, che come insegnante e nel suo servizio all’Ispettoria, suor Brigid svolgeva con amore i vari compiti che le erano stati assegnati. Come in Thailandia, così nelle varie comunità dell’Irlanda, è stata sempre apprezzata e rispettata per le sue doti e la sua dedizione.
Donna di forte fede, la esprimeva nella cordiale apertura verso coloro che incontrava. La preghiera era al centro della sua vita. Questa sua caratteristica era evidente in comunità in cui animava varie iniziative di preghiera, ma anche nel gruppo parrocchiale di preghiera a cui ha partecipato per molti anni. Anche se non era forte fisicamente, la sua profonda spiritualità dava vita ed energia a tutto quello che faceva. Era molto riconoscente per il dono della vocazione salesiana e per tutto il bene ricevuto in famiglia e nell’Istituto.
La sua morte è stata motivo di sofferenza per la sua famiglia, le consorelle della sua comunità, l’Ispettoria, i molti amici e colleghe, le ex-allievi/e, i vicini di casa. Lei che pregava tanto quando era con noi, continui adesso in Cielo ad intercedere per i bisogni della nostra Ispettoria. E noi chiediamo a Maria Ausiliatrice e alle nostre sante/santi di darle il “benevenuta”, così che possa unirsi a tutte le sorelle dell’Istituto e dell’Ispettoria che l’hanno preceduta. 

L’Ispettrice
Suor Bridget O’Connell

Lunedì della Missione

 

Etiopia: primi passi di nuove relazioni

Accoglienza migranti

 

16 ottobre 2020

Testemunho Missionário: Irmã Anna Maria Ortelli

 

Suor Orsola Vittoria TACHIS

Carissime sorelle, la sera del 13 ottobre 2020, memoria dell’ultima apparizione della Madonna a Fatima, dalla “Clínica 222” di Maputo (Mozambico), il Signore ha chiamato a godere della sua Pasqua la nostra carissima Suor Orsola Vittoria TACHIS.

Nata a Casanova di Carmagnola (Torino) il 21 dicembre 1937
Professa a Casanuova di Carmagnola (Torino) il 5 agosto 1957
Appartenente all’Ispettoria di Mozambico “S. Giovanni Bosco” - Maputo 

Suor Orsolina, come veniva chiamata, era la quarta di dieci figli. La famiglia profondamente cristiana era dedita al lavoro duro dei campi e coltivava i valori di vita più grandi: rispetto, onestà, concordia, fede, preghiera. Fin dall’adolescenza Orsolina si sentiva attratta dal Noviziato delle FMA che nell’antichità era stata un’Abbazia monastica. Mentre lavorava in campagna, a volte si fermava incantata a guardare quelle giovani. A 16 anni iniziò l’Aspirantato nella casa “Madre Mazzarello” di Torino e il 31 gennaio 1955 fu ammessa al Postulato nella stessa casa. Per il Noviziato tornò al suo paese natale dove, il 5 agosto 1957, con molta gioia emise i primi voti.
Fu destinata alla Casa “Madre Mazzarello” di Torino come studente. Avendo fatto la domanda missionaria, alla fine del 1959 partì in nave da Genova per il Brasile nell’Ispettoria “Madre Mazzarello” di Belo Horizonte dove visse per 27 anni la sua donazione missionaria. Inizialmente venne accolta nel Collegio “Pio XII” di Belo Horizonte come assistente delle Aspiranti. Dopo aver conseguito il diploma di maestra per la scuola elementare, nel 1967 fu trasferita a S. José del Rei come studente universitaria e insegnante. Conseguì infatti la licenza in Pedagogia, con specializzazione per l’amministrazione scolastica.
Nel 1968 fu nominata direttrice della comunità “Laura Vicuña” di Campos e, con lo stesso compito, passò nella casa di Pará de Minas. Nel 1971 fu Segretaria Ispettoriale. Nel 1973 le venne data la responsabilità di Coordinatrice Pedagogica, servizio che esercitò per dieci anni in tre comunità: Goiania, S. José del Rei e Brasilia. Dal 1983 al 1985 fu direttrice della comunità di Barbacena e contemporaneamente concluse la specializzazione in Supervisione scolastica.
Quando l’Istituto lanciò il “Progetto Africa”, suor Orsolina espresse la sua disponibilità e il 28 aprile 1986 partì per il Mozambico dove lavorò con molta dedizione e zelo nella formazione delle future FMA: fu prima assistente delle Aspiranti e poi (dal 1988 al 1998) Maestra delle Novizie e direttrice della comunità “S. G. Bosco” in Namaacha. Sentiva la responsabilità di trasmettere il carisma e l’amore all’Istituto alle giovani in formazione e lo faceva con impegno ed entusiasmo. In seguito fu direttrice per un anno in Casa ispettoriale e di là venne trasferita nella comunità di Pemba, ancora come direttrice fino 2004. Le famiglie e i giovani la ricordano come quella che sapeva toccare il cuore, che sapeva avvicinare le famiglie per dare un consiglio, una parola di conforto e aiutare ad amare e confidare nella Madonna. Tutti la ricordano come la suora dell’Ave Maria, perché aveva sempre sulle labbra questa invocazione. Nella casa di Pemba aveva anche la responsabilità delle Scuole Materne della Parrocchia, nei vari villaggi, e lo faceva con passione, competenza e affetto per i bambini.
Dal 2005 al 2009 fu a Chiúre, per un anno come vicaria e poi come direttrice. Con il suo cuore apostolico coinvolgeva molte persone, visitava i villaggi e diffondeva la devozione a Maria Ausiliatrice. Accompagnò anche vari gruppi ADMA e anche di ex-allieve. Iniziò un progetto chiamato “Isabelinha”, per i neonati e per le mamme che avevano bisogno di aiuto per prendersi cura dei loro piccoli. Per alcuni anni è stata Consigliera ispettoriale e per un sessennio anche Vicaria ispettoriale. Nel 2010, rispondendo con generosità ad una necessità dell’Ispettoria, fu ancora direttrice a Namaacha. Dal 2013 al 2015 svolse lo stesso servizio a Pemba e dal 2016 al 2018 a Maputo Infulene. In questa casa fu anche animatrice del gruppo degli sposi cristiani, chiamato “Equipe di Nostra Signora”. Sempre in questa casa nel 2017 ha celebrato il 60º della professione religiosa, festa preparata con molto amore dalla comunità parrocchiale, come segno di riconoscenza per la sua dedizione alla vita della Parrocchia.
Suor Orsolina nutriva un affetto speciale per i Sacerdoti, pregava per loro e per molti è stata una guida sicura e materna. Era una vera missionaria in mezzo ai piccoli e ai semplici, con orizzonti ampi e sempre entusiasta, di cuore grande, intuitiva, con lo sguardo capace di vedere oltre. Coltivava profonda fiducia in Maria Ausiliatrice, incoraggiava a pregarla e ogni 24 svegliava le comunità con l’Ave Maria.
Nel 2019, anche se le forze si stavano indebolendo, nella comunità “Beata Laura Vicuña” di Inharrime si dedicò all’assistenza delle bambine interne e all’associazione ADMA. Subì un intervento chirurgico nella festa dell’Immacolata, a cui subentrarono problemi cardiaci. Quando parevano superati, nel settembre scorso tornò nella sua comunità di Inharrime. Ma una trombosi alla gamba sinistra l’ha costretta a ritornare a Maputo, con la speranza che fosse per pochi giorni. Ricoverata in ospedale, ci furono delle complicazioni e la sera del 13 ottobre, suor Orsolina si è spenta serenamente, confortata dall’Unzione degli infermi e dalla benedizione di Maria Ausiliatrice che aveva tanto amato.
Nei suoi 63 anni di vita religiosa, di cui 27 in Brasile e 34 in Mozambico, suor Orsolina ha seminato il carisma con molto amore, speranza e ardore missionario. Ora interceda dal Cielo per la pace nel Mozambico, soprattutto a Cabo Delgado, per la nostra Ispettoria, perché il Signore ci mandi vocazioni missionarie della sua tempra.

L’Ispettrice
Suor Zvonka Mikec

Suor María de Lourdes REYES SEQUERA

Carissime sorelle, nelle prime ore del 13 ottobre 2020, in un modo inatteso, dalla Comunità di Puerto Ayacucho (Venezuela) è passata a far parte della Famiglia del Cielo la nostra carissima Suor María de Lourdes REYES SEQUERA.

Nata a Caracas (Venezuela) l’8 settembre 1958
Professa a Caracas (Venezuela) il 5 agosto 1983
Appartenente all’Ispettoria Venezuelana “San Giovanni Bosco” - Caracas

I misteriosi disegni di Dio a volte ci conducono su sentieri imprevisti. La partenza improvvisa di suor Lourdes ci ha sconcertate, tanto più che non aveva mostrato alcun segno che le potesse accadere qualcosa di grave. Verso le due del mattino disse alla sua direttrice che aveva forti difficoltà respiratorie. Portata subito all'ospedale di Puerto Ayacucho, è arrivata senza vita: era sopraggiunto un infarto.
Suor Lourdes nacque in una famiglia con 11 figli di cui tre - ora si è aggiunta anche lei - sono già in Paradiso con i genitori. La formazione ai valori umani e cristiani ricevuta in casa, ha trovato una profonda eco quando è entrata nel Collegio “Maria Auxiliadora” di Altamira. Il fratello Salesiano, don Jonny Reyes, attuale Vescovo di Puerto Ayacucho, è stato un punto riferimento e un grande sostegno per Lourdes nella sua decisione di entrare nell'Istituto. Iniziò l’aspirantato all’età di 22 anni, nel marzo 1980, e dopo pochi mesi fu ammessa al postulato a Caracas. Esprimeva con un sorriso aperto il suo carattere riservato, arricchito da una vena umoristica. Da subito mise le sue doti musicali al servizio della missione e della comunità.
Dopo la professione emessa a Caracas il 5 agosto 1983, fu inviata a San Félix come catechista e, l’anno dopo, a Coro come insegnante e coordinatrice della Scuola Secondaria. Nel 1985 venne mandata a studiare a Roma alla Pontificia Facoltà “Auxilium” di Roma dove ottenne la Laurea in Catechetica nel 1990. Tornata in Venezuela, per un anno fu a Puerto Ayacucho e poi a Guasipati, sempre come catechista. Passata a Caracas come vicaria e assistente delle novizie, vi rimase fino al 1993 quando andò ad Oxford, in Inghilterra per studiare l'inglese. Il suo cuore missionario, infatti, era da tempo attirato verso l’Africa.
Venne mandata in Zambia e nelle comunità di Lusaka e di Kasama mise a frutto le sue capacità organizzative e pastorali come coordinatrice della catechesi parrocchiale, economa, vicaria e assistente. Furono quattro anni di dedizione incondizionata, che l'hanno segnata nelle sue scelte e nella sua vita. Rientrata in Venezuela nel 1999, lavorò nel Collegio di Altamira, nelle due case di Barquisimeto, a Valencia “Laura Vicuña”, a San Antonio de Los Altos, a Coro e in Casa ispettoriale. Dal 2017 era a Puerto Ayacucho, la Comunità da cui Dio le ha rivolto la sua ultima chiamata, nel pieno vigore delle forze. L’ha trovata con la lampada pronta, anche se, a nostro avviso, ancora con molto olio. Suor Lourdes ha espresso la passione educativa come delegata ispettoriale dei Salesiani Cooperatori, coordinatrice della catechesi, animatrice della pastorale giovanile e dell'oratorio, incaricata della Scuola Tecnica, insegnante nell'Istituto Universitario “Padre Ojeda”, con le giovani in formazione e come economa in varie comunità.
Chi l'ha conosciuta, mette in evidenza la sua grande capacità di lavoro che si armonizzava molto bene con la sua attitudine alla contemplazione. La Parola di Dio e l'Eucaristia erano per lei il nutrimento quotidiano che le permettevano di donarsi intensamente agli altri. I giovani trovavano in lei una donna profonda, impegnata ad ascoltare la voce di Dio e ad educarli a gustare la relazione con Lui. Sensibile verso i poveri, li accoglieva con gentilezza e cercava i modi per soddisfare i loro bisogni. Visitava le famiglie delle sue allieve che l'aspettavano con gioia e le condividevano esperienze di vita che le permettevano così di conoscerle in profondità e di accompagnarle meglio. Pur con il suo temperamento riservato, si dimostrava sensibile, semplice, vicina e attenta a ciascuno, fino ad attendere le sue alunne con una caramella sul banco.
Offriva un servizio educativo di qualità e non ammetteva le mezze misure; faceva comprendere i valori della disciplina, dell'ordine, del dovere ben fatto. Quando andava nei quartieri di periferia con i giovani, non si stancava di ripetere: «Andiamo con gioia che Dio stesso ci aspetta lì nei bisogni e nei volti di quei bambini. E non stancatevi di essere buoni...». Con il personale amministrativo e gli operai, si metteva subito in sintonia, era attenta alle loro famiglie, si interessava di loro e le aiutava in modo concreto. Era molto affezionata alla sua famiglia, ai fratelli e ai nipoti. Aveva potuto accompagnare la mamma nella malattia fino alla morte facendole sentire tutto il suo affetto filiale. Suor Lourdes era nata l'8 settembre, nella festa della natività di Maria. D’ora in poi potrà festeggiare con Lei il suo compleanno lì dove non ci sono più né dolore né sofferenza.
Cara suor Lourdes, le tue consorelle, la tua famiglia, i giovani, il personale laico e quanti hanno condiviso un tratto di strada con te, ti chiedono di intercedere presso il Padre per questo Paese che hai tanto amato. Riposa in pace e aspettaci in Cielo!

L’Ispettrice
Suor María Eugenia Ramos

Migrantes: il 27 ottobre la presentazione del Rapporto Italiani nel Mondo

 

Il cardinale Pedro Barreto è il nuovo presidente della REPAM