28 maggio 2017

"Andate"

“Andate”, ci dice anche oggi Gesù, che nel Battesimo ha conferito a ciascuno di noi il potere dell’annuncio. Perciò andare nel mondo col Signore appartiene all’identità del cristiano. Non è solo per i preti, le suore, i consacrati: è di tutti i cristiani, è la nostra identità. Andare nel mondo con il Signore: questa è la nostra identità. Il cristiano non è fermo, ma in cammino: col Signore verso gli altri. Ma il cristiano non è un velocista che corre all’impazzata o un conquistatore che deve arrivare prima degli altri. È un pellegrino, un missionario, un “maratoneta speranzoso”: mite ma deciso nel camminare; fiducioso e al tempo stesso attivo; creativo ma sempre rispettoso; intraprendente e aperto; laborioso e solidale. Con questo stile percorriamo le strade del mondo!

Papa Francesco - 27 maggio 2017

27 maggio 2017

Reconciliação: Semana de Oração pela Unidade dos Cristãos 2017


PEM 2017

Suor Philomena ANTHONY

Carissime sorelle, nelle prime ore del giorno 29 marzo 2017, dall’Ospedale “Christian Medical College Hospital” di Vellore (India) il Signore ha chiamato alla Pasqua eterna la nostra cara sorella Suor Philomena ANTHONY. Nata a Bombay (India) il 25 maggio 1949. Professa a Bangalore (India) il 5 agosto 1972. Appartenente all’Ispettoria Indiana “S. Tommaso Apostolo” – Chennai.
La famiglia, originaria di una zona agricola del Tamil Nadu, si trasferì a Bombay in cerca di una migliore sistemazione. Philomena crebbe in un clima di fede e di affetto nella relazione con i genitori, il fratello maggiore e la sorella minore di lei. Soprattutto la mamma la educò alla virtù e alla vita cristiana. Dopo la morte del padre, quando i figli erano ancora piccoli, Philomena, insieme alla sorella, venne iscritta alla scuola diretta dalle Suore della Croce a Byculla. Terminata la IV classe, la famiglia decise di abitare in Chennai e là Philomena ebbe la fortuna di incontrare il Salesiano don Candidus Valloggia che la guidò nel cammino spirituale e le fece conoscere le FMA. Frequentò la loro Scuola superiore “Fatima Matriculation School” di Kodambakkam, Chennai.
Nel 1968 rispose con prontezza alla chiamata di Gesù e, con la benedizione dei familiari, entrò nell’aspirantato. Il 7 ottobre 1969 fu ammessa al postulato a Chennai. Visse il noviziato a Bangalore guidata dalla Maestra suor Regina Colombo che l’aiutò a maturare come autentica religiosa salesiana. Dopo la visione del film “Bambo” sul lavoro dei missionari in Africa, si entusiasmò ancora di più per la vita missionaria.
Dopo la professione religiosa, il 5 agosto 1972, fu a Vellore per lo Juniorato e per un anno fu assistente e guardarobiera nella Casa “Maria Ausiliatrice” della stessa città. Riprese poi lo studio a Chennai dove conseguì il diploma di maestra e frequentò corsi di musica fino al settimo grado. Conseguito il Baccellierato, era pronta ad iniziare la missione tra le giovani. Fu assistente delle studenti universitarie all’”Auxilium College” di Vellore Katpadi. In seguito fino al 1984 insegnò nella Scuola superiore di Kodambakkam e nella Scuola “Our Lady’s” a Kingsford. Dal 1984 al 1991 fu assistente delle novizie a Bangalore. Testimoniò sempre gentilezza di tratto, bontà e attenzione amorevole alle giovani in formazione. Con la sua bella voce e la sua competenza musicale conquistava bambini e giovani e li educava a vivere nella gioia di servire il Signore. Formava le candidate all’Istituto alla musica liturgica e al fervore nella preghiera e nel canto.
Dal 1991 al 1995 fu ancora insegnante e assistente delle universitarie. In seguito alla circolare di madre Marinella Castagno che invitava le FMA a coltivare la passione missionaria, nel 1995-96 frequentò a Roma il corso di Missionologia. Fu poi mandata in Kenya (Africa) dove lavorò per 14 anni in varie comunità: Makuyu, Embu, Nairobi Dagoretti e Mutuini come assistente delle giovani in formazione, insegnante di taglio, cucito e musica e per un breve periodo economa. Godeva dell’apostolato in Kenya e tutti le volevano bene. Aveva doti particolari di educatrice e con la sua amabilità e competenza poté formare tante giovani.
Nel 2008 restò per un periodo in India per curare la salute, poi fece ritorno a Nairobi “Auxilium”. Nell’imperscrutabile piano di Dio, nel 2011 suor Philomena dovette far ritorno in India perché colpita dal cancro. Affrontò la malattia con fortezza d’animo e, recuperatasi in salute, per un triennio fu direttrice nella casa “Madre Mazzarello” di Vellore. Dal 2014 nella casa “B. Carmen Moreno” della stessa città fu incarica delle giovani in discernimento vocazionale.
Poco tempo fa la malattia ritornò con più forza e il 14 marzo, in seguito ad un malore improvviso, fu ricoverata d’urgenza all’Ospedale. Tutta l’Ispettoria pregava per ottenere la guarigione di suor Philomena, ma Dio l’ha trovata pronta per l’eterno abbraccio nel Cielo. Il 29 marzo, mentre la comunità celebrava l’Eucaristia invocando il miracolo per lei, il Signore la chiamava a sé facendole anticipare la Pasqua.
Ringraziamo la nostra sorella per la sua vita di donazione e di servizio. Sentiremo la mancanza di una valida formatrice e perciò le chiediamo di intercedere perché la nostra missione sia feconda di frutti e vi siamo buone e sante vocazioni.

L’Ispettrice
Suor Magnificat Soosai

Suor Maria Gertrudes ROCHA

Carissime sorelle, la mattina del 12 aprile 2017, dalla casa “Madre Rosetta Marchese” di Maputo Jardim (Mozambico), il Signore ha chiamato alla Pasqua eterna la nostra carissima Suor Maria Gertrudes ROCHA. Nata a Luzim – Penafiel (Portogallo) il 21 marzo 1933. Professa a Monte Estoril (Portogallo) il 5 agosto 1960. Appartenente all’Ispettoria Mozambicana “S. Giovanni Bosco” – Maputo.
«Servire il Signore con gioia, con la disponibilità di Maria» è il programma spirituale che ha accompagnato suor Gertrudes durante la vita. Esso ci lascia anche percepire la sua grande devozione a Maria Ausiliatrice. Essere FMA era tutta la sua gioia. Era nata in una famiglia dalle solide radici cristiane. Lei stessa scrisse: «Il Signore mi ha chiamata alla vita in una famiglia profondamente cristiana, dove ho ricevuto il dono della fede. La mia mamma, le mie sorelle e i miei fratelli mi hanno insegnato la Dottrina cristiana. Da piccola chiedevo al Parroco di darmi la S. Comunione che mi è stata concessa all’etá di cinque anni e mezzo e, pur essendo piccola, mi accostavo con frequenza ai Sacramenti della Confessione e Comunione». In questo ambiente di fede maturarono tre vocazioni: un fratello Salesiano, una sorella religiosa e lei FMA.
Gertrudes sentì molto presto il desiderio di dedicarsi alla gioventù, ma non pensava ad una consacrazione religiosa, tanto che nelle sue note autobiografiche si legge che avrebbe voluto incontrare un bravo giovane per poter aprire in futuro una casa-famiglia per le ragazze povere del suo paese. Ma i piani di Dio erano diversi dai suoi: a 22 anni cominciò ad interrogarsi seriamente se sposarsi o divenire religiosa. Finalmente dopo un lungo discernimento, anche aiutata dalla sua guida spirituale, decise di essere religiosa e, sapendo che c’era una Congregazione che si dedicava alla gioventù, scelse di entrare nell’Istituto delle FMA.
A 25 anni fu accolta a Monte Estoril e il 31 gennaio 1958 iniziò il postulato. Nello stesso anno entrò in noviziato e fece la prima professione il 5 agosto 1960. Lavorò per quattro anni a Lisbona nel “Lar da Ajuda” come assistente delle pensionanti e catechista. Ma un bel giorno - così lei scrisse – l’Ispettrice, Madre Maria Valle la chiamò e le fece la proposta di partire per le missioni del Mozambico, pur non avendo fatto la domanda missionaria. Il Mozambico apparteneva infatti alla stessa Ispettoria Portoghese. Suor Gertrudes accettò la decisione delle superiore e la visse come obbedienza alla volontà di Dio. Fu inviata a Porto Amelia, oggi Pemba, dove fu economa, catechista e impegnata in attività pastorali nella Chiesa di Maria Ausiliatrice.
Dopo la professione perpetua nel 1966, passò al Collegio “Maria Ausiliatrice” di Namaacha ancora come catechista e assistente fino al 1975. Dopo la nazionalizzazione delle scuole, lavorò nella Casa “S. Giovanni Bosco” della stessa città sia come economa e sia come maglierista, insegnando alle giovani a lavorare a maglia. Quella era infatti un’attività molto apprezzata perché Namaacha è un luogo di montagna e abbastanza freddo. Furono anni di grande sofferenza per la guerra civile in corso e l’avanzata del marxismo. La preghiera e l’offerta silenziosa erano la sola possibilità di fare apostolato.
Nel 1984 l’obbedienza la chiamò a Maputo Jardim come economa e catechista. Nel 1986 venne nominata Economa della Visitatoria a Maputo. Dal 1992 al 1997 fu economa nelle Case “Madre Mazzarello” di Chiure e “Maria Ausiliatrice” di Pemba. Nel 1998 passò al Centro di Accoglienza “D. Bosco” di Maputo Infulene, dove per dieci anni fu economa, catechista in Parrocchia ed educatrice dei ragazzi della strada che erano interni. Anche in quest’ultima comunità suor Gertrudes ha dato tutta se stessa con entusiasmo, amore al lavoro, competenza nella catechesi, valori che ha trasmesso ai ragazzi dell’internato che educava ai vari lavori di casa, alla coltivazione dei campi e all’allevamento degli animali.
Nel 2008 venne trasferita alla comunità “Laura Vicuña” di Inharrime, dove svolse ancora il compito di economa e di vicaria. Nel 2010 venne scelta per l’apertura di una nuova “presenza” a Nacala “S. Francesco di Sales” dove svolse il compito di economa e animatrice della pastorale nell’oratorio e in Parrocchia. Non le mancarono i sacrifici, la solitudine, la fatica del lavoro, ma questo non le fece mai perdere il coraggio, la fiducia e la speranza. Dal 2014 al 2015 lavorò nella casa di formazione “Madre Rosetta Marchese” di Maputo Jardim, dove per il primo anno continuò ad essere economa, ma con il declinare della salute a motivo di una “fibrosi polmonare”, causata da un virus difficilmente curabile, si dedicò alle giovani in formazione insegnando l’arte del ricamo. Dal 2016 si trovava nel Noviziato di Namaacha. Nonostante la grave malattia, non ha mai perso la gioia, la laboriosità, la capacità di raccontare barzellette per alimentare l’allegria in comunità. La preghiera, l’amore a Maria e l’offerta quotidiana delle sue sofferenze l’hanno sostenuta nel progressivo conformarsi al Cristo sofferente. All’inizio di aprile fu ricoverata in una clinica per insufficienza polmonare irreversibile. Quando fu dimessa, le sue condizioni erano gravissime e il Mercoledì santo il Signore l’ha accolta in Paradiso.
Cara suor Gertrudes, ti ringraziamo perché ci lasci una bella testimonianza di fedeltà al Signore e ti chiediamo di ottenersi numerose e sante vocazioni come è stata la tua per il bene dell’Istituto e della Chiesa.

L’Ispettrice
Suor Zvonka Mikec

CARTAS ENTRE CAMBOYA Y ESPAÑA NOS ACERCAN


En este año en el que celebramos el 140 aniversario de la primera expedición misionera, los jóvenes de Don Bosco Tuek Thla y de Cometa han iniciado un “hermanamiento”.
Camboya y España están más cerca de lo que parece y lo mejor de todo es que es una experiencia que les ayuda a abrir sus corazones más allá de los límites habituales, a acoger y valorar las diferencias, a ser solidarios desde las propias situaciones,…
Una vez más se hacen realidad las palabras de Madre Mazzarello: “Aunque nos separe un mar inmenso, podemos vernos y estar juntas en el Corazón Sacratísimo de Jesús, podemos pedir siempre las unas por las otras, así nuestros corazones estarán siempre unidos” (C 22,1)…
¡Hagamos partícipes a los jóvenes de esto!

Sr. Mª Ángeles Díaz dall'Ispettoria SMA (Spagna)

Seminario Missionario _ Ispettoria Timor Est

Il nostro seminario sui 140 anni della prima spedizione missionaria è iniziato proprio con le bellissime parole della Consigliera sr. Alaíde Deretti, tradotte nella nostra lingua tetun. Hanno partecipato 21 giovani in formazione: tre pre-aspiranti, quattro aspiranti, cinque postulanti e nove novizie, più sei suore, dell’Ambito della Formazione e dell’Ambito della Missione ad gentes.

Dopo la lettura delle parole della Consigliera, abbiamo fatto un gioco dove ognuna doveva dire il proprio nome e poi la nazione dove voleva andare, se Dio ci chiamasse alla vita missionaria ad gentes. Molte di noi abbiamo detto Africa in generale, un altro numeroso gruppo Brasile, qualcuna Corea, due desiderano andare in Somalia e solo due hanno detto di rimanere nell’Ispettoria, in Sumba, quella che sarà la nuova presenza e l’altra in Aileo, dove adesso un gruppo di suore con novizie si reca di quando in quando per animare la pastorale giovanile; noi pensiamo che sr. Alaíde e la Madre saranno molto contente, invece sr. Alma la nostra ispettrice forse non tanto, perché rimangono soltanto in due...

L'oggettivo del nostro seminario era crescere nella sensibilità missionaria ad gentes e nell'ardore apostolico per essere dovunque missionaria della speranza e della gioia con i giovani e tra i giovani.
Sono stati due giorni ricchi, abbiamo avvicinato l’amore per le missioni di Don Bosco, di Madre Mazzarello e delle sei pionieri in America, studiato la loro vita e fatto un laboratorio, letto le lettere di madre Mazzarello a queste intrepide giovani suore, cercato nell'elenco le nazioni dove ci sono le FMA e abbiamo individuato le nazioni dove ancora non c’e una presenza FMA; abbiamo fatto una celebrazione con il fuoco di notte per ringraziare per il dono della vocazione missionaria che Dio ha donato al nostro carisma e per chiedere di poter essere nel nostro oggi donne che ardono nel desiderio di proclamare Gesù.

L’incontro è finito con l’impegno concreto di ogni gruppo per continuare la nostra formazione sempre con un cuore universale, perciò tutte vogliamo dire: Eccomi Signore, manda me...

Grazie ancora a sr. Alaíde che ricordiamo nella nostra preghiera e la ringraziamo per il bellissimo materiale per il nostro seminario, che le suore hanno tradotto nella nostra lingua. Salutiamo anche la cara sr. Maike, con tanto affetto.

Le giovani in formazione dell’ispettoria TIN (Timor Est)

Aspiranti

Novizie

Postulanti

Pre-aspiranti

Partecipanti del Seminario

Ispettoria TIN

Ispettoria TIN

Ispettoria TIN

Seminario Missionario TIN

Suor Maria Delfina DA COMBA ALVES

Carissime sorelle, il 27 aprile 2017, alle ore 22.00, nell'Ospedale “Dr. José de Almeida” di Cascais (Portogallo), il Signore ha chiamato a sé la nostra cara Suor Maria Delfina DA COMBA ALVES. Nata a Peso da Régua, Vila Real (Portogallo) il 7 marzo 1935. Professa a Casanova di Carmagnola (Torino) il 5 agosto 1955. Appartenente all'Ispettoria Portoghese “Nostra Signora di Fatima”.
Delfina nacque a Vila Seca de Poiares, nel Comune di Peso da Régua, distretto di Vila Real, in una famiglia profondamente cristiana dove crebbe insieme ai suoi cinque fratelli.
Conobbe l’Istituto quando aveva dodici/tredici anni, perché nella zona, in quel tempo, vi era la presenza delle FMA che si occupavano dell'educazione delle ragazze. Delfina fu allieva esterna della loro scuola e oratoriana assidua. In quell'ambiente pervaso di valori ha percepito la chiamata di Dio a seguirlo più da vicino e ha deciso di entrare nell'Istituto.
Nel 1950, quando aveva appena 15 anni, iniziò l’Aspirantato nella Casa di Lisboa Monte Caparica e il 31 gennaio 1953 fu ammessa al Postulato che concluse in Italia ad Arignano. Il 5 agosto dello stesso anno entrò nel Noviziato a Casanova dove, dopo due anni, il 5 agosto 1955 emise la prima Professione religiosa. Tornò poi in Portogallo nella casa di Golegà dove si dedicò alla scuola materna e al guardaroba. Lavorò poi in altre due opere educative: Porto “Casa N. S. das Dores” e nella Casa Ispettoriale a Monte Estoril fino al 1963.
In quell’anno suor Delfina partì come missionaria per il Brasile e lavorò come catechista e portinaia per due anni a Belo Horizonte, ma per motivi di salute dovette far ritorno in patria.
Lungo i quasi 62 anni di vita religiosa salesiana si donò alla missione educativa-evangelizzatrice in forme diversificate: fu assistente, infermiera, catechista, insegnante di Educazione Morale e di Religione; lavorò per l'alfabetizzazione degli adulti, per la formazione di catechisti, nella pastorale parrocchiale e, negli ultimi anni, in piccoli lavori di casa.
Fu assistente e insegnate di religione nelle case di Setúbal, Monte Estoril e Vendas Novas. Negli anni 1977-80 fu assente dalla comunità religiosa per assistere la mamma anziana e ammalata.
Dal 1980 al 1984 fu insegnante e catechista nella casa di Cascais, poi passò a Setúbal, Vendas Novas e Lisboa “Casa Madre Mazzarello”.
Fin dal 1995 suor Delfina aveva cominciato a rivelare segni di malattia. Dopo alcuni mesi di assenza per cura, fu mandata nella comunità di Areosa dove trascorse circa 20 anni ancora attiva nell’assistenza. In quel periodo però la malattia progredì e, di conseguenza, anche le sue capacità ed energie vennero meno. Nel 2015 fece parte del primo gruppo di ammalate della nuova Casa “S. Giuseppe” di Alcabideche dove restò in riposo.
Suor Delfina era una FMA intelligente, culturalmente preparata e attenta a ciò che accadeva nel mondo e nella Chiesa. Le piaceva molto leggere e ascoltare le notizie per essere aggiornata. Finchè la salute gliel'ha permesso, è stata una presenza serena e aperta in comunità. Era una donna di preghiera, con un grande amore all'Eucaristia e alla Madonna . Aveva un tratto delicato e, anche se non sempre era disponibile alla collaborazione, è sempre stata riconoscente.
Quest'anno è stato particolarmente difficile per la sua salute. Nel dicembre scorso ha sofferto un’influenza molto forte che l’ha indebolita notevolmente e ha dovuto essere curata nell’ospedale. Il 20 aprile è stata ricoverata d’urgenza all'ospedale di Cascais a motivo di una grave polmonite che, al termine della giornata del 27 aprile, le ha spalancato la porta del Cielo.
Ringraziamo il Signore per dono della vita e della vocazione di suor Delfina e offriamo per lei i nostri fraterni suffragi. Le chiediamo di intercedere per noi presso Dio e presso la Madonna di Fatima in quest'anno centenario delle Apparizioni, perché ci conceda il dono di nuove vocazioni salesiane.

L'Ispettirce
Suor Maria das Dores Rodrigues

26 maggio 2017

Ogni giornata è la giornata dell'Africa

Isole Salomone 2017


Suor Florencia TURIENZO

Carissime sorelle, al tramonto della V domenica di Pasqua, il 14 maggio 2017, dalla Casa “Beata Eusebia Palomino” di Madrid El Plantío (Spagna), è entrata nella beatitudine eterna la nostra cara Suor Florencia TURIENZO. Nata a Villamoratiel de las Matas – León (Spagna) il 27 ottobre 1923. Professa a Madrid (Spagna) il 5 agosto 1947. Appartenente all’Ispettoria Spagnola “Vergine del Cammino” - León.
I genitori di Florencia, dediti all’agricoltura, educarono i figli nella fede cristiana e nella fedeltà alla vita sacramentale. Quando Florencia sentì la chiamata del Signore, con l’aiuto del Parroco entrò in contatto con l’Istituto delle FMA. Restò subito attirata dalla santità dei Fondatori e dal loro spirito missionario, con speciale attenzione ai bambini e ai giovani. Decise allora di presentare la domanda per andare in missione e questo per i genitori fu un grande distacco, ma fu più grande la gioia di sapere che, per il loro consenso, la figlia avrebbe realizzato la sua vocazione religiosa e missionaria. Florencia venne accolta nell’aspirantato a Madrid per la formazione iniziale.
Dopo la professione, fu cuoca per due anni a Madrid. Nel 1949 venne inviata a Torino per prepararsi alla missione. Il 19 ottobre 1950 partì per Cuba. Nella casa di La Habana fu cuoca, insegnante di cucito e assistente nell’oratorio. A motivo della rivoluzione del 1960 con il cambio del governo, venne trasferita a Santo Domingo dove svolse le stesse attività. Nel 1967 partì per Port-au-Prince (Haiti) che apparteneva all’Ispettoria delle Antille, dove fu guardarobiera. Nel 1970 ritornò a Santo Domingo e, dal 1978 al 1990 rimase ad Haiti. Donò il meglio di sé come guardarobiera, refettoriera, aiuto-economa nelle case di Thorland, Cap. Haitien, Pétion Ville, Port-au-Prince e Les Cayes. Purtroppo soffrì a causa della difficoltà della lingua: il francese e il criollo haitiano le erano sconosciuti.
Nel 1990 fece ritorno in Spagna per essere vicina al padre anziano e solo, il quale celebrò i 100 anni con la gioia di avere la figlia accanto a sé. Nel 1996 fu inviata alla comunità da poco fondata a León, dove incominciava il Centro di Formazione Professionale “María Auxiliadora”. Collaborò nei vari servizi comunitari: sacrestana, guardarobiera e assistente nello studio delle interne. Si prendeva anche cura del giardino. Senza dubbio, mentre curava piante e fiori, coltivava la sua relazione personale con il Signore. Quando le consorelle della comunità la interpellavano sul suo stile riservato nella sua comunicazione con loro, rispondeva che quando era in missione si era abituata a stare molto tempo in silenzio perché non conosceva la lingua del posto.
In quel silenzio si è forgiata la capacità di assumere la malattia che progressivamente stava minando la sua salute. Si è sempre mostrata riconoscente a tutti: le consorelle e le persone che entravano in contatto con lei, tanto quelle che avevano avuto benefici dalla sua missione, come quelle che l’hanno aiutata nella tappa finale della sua lunga vita. Il silenzio era accompagnato dal sorriso con il quale esprimeva fraternità, serenità e riconoscenza. Pur con la responsabilità della dispensa nelle case di Spiritualità di Madrid El Plantío e “N. Signora del Pilar”, cercava di rendersi presente in mezzo ai bambini, anche quando l’equilibrio motorio le mancava. Ha vissuto il da mihi animas caetera tolle fino all’ultimo respiro, sapendo che la sua offerta dal letto della malattia era unita a quella di Cristo morto e risorto per la salvezza dell’umanità.
Suor Florencia, il tuo cuore missionario ha raggiunto ora la comunione della Trinità, dove il Padre ti ha preparato il posto promesso dal Signore. Godi la gioia eterna alla sua presenza, in compagnia di Maria Ausiliatrice, che sentivi madre e amica. In quest’alba della nuova Ispettoria che porterà il suo nome, intercedi per i bisogni dei bambini e dei giovani in difficoltà, che hai tanto amato, e chiedi per loro il dono della risposta alla chiamata del Signore nella vita consacrata salesiana.

L’Ispettrice
Suor Teresa de Jesús Rubio G.

Dalla Patagonia


CARISSIMI,
Come avrete notato, al compiersi dei miei 50 anni di professione Religiosa, i miei appuntamenti mensili si stanno diradando nel tempo.
I compiti pastorali sono RADDOPPIATI e il tempo per me e per gli amici è sempre MENO però mi metto con impegno a MOLTIPLICARE il ricordo nella preghiera per non SOTTRARREnessuno nel mio raggio di azione apostolica.
Vedete che, uno dei campi di maggior impegno è il lavoro amministrativo, per fortuna lo DIVIDO con una bravissima Ragioniera che sa destreggiarsi molto bene nel campo economico.
A parte ogni similitudine, ho vissuto la viglilia della grande solennità Mariana di Maria Ausiliatrice con due commemorazioni “di famiglia”.
La prima: proprio il 23 ha compiuto 40 anni il mio primo nipote DANIELE! Nato ai primi Vespri di questa bella solennità Mariana!
E la seconda, come potete immaginare, è il ricordo della grande BASILICA di MARIA AUSILIATRICE in Torino. Sicuramente nel cuore di ogni Figlia di Maria Ausiliatrice, è custodito un Grande ricordo pensando alla Madonna di Don Bosco e l’ accompagnamento che la Vergine ha in ogni cuore e in ciascuna opera a Lei dedicata. La nostra Scuola è intitolata a Lei ed è festa speciale per tutti gli alunni, alunne, famiglia salesiana che gravitano attorno all’opera. Inizieremo la giornata con la Messa solenne, la Consacrazione di tutti gli alunni e alunne del quinto anno che affronteranno la maturità. Poi, un momento di festa e la cioccolata!
È tipico della Patagonia terminare le feste con bevande calde... Il freddo si fa sentire e si avverte maggiormente dopo un autunno eccezionalmente mite!
E in questo tempo il problema maggiore l’abbiamo avuto nella Cattedrale: si è bloccato il sistema di riscaldamento e quindi tutte le Messe e i momenti celebrativi si svolgono nella residenza del Vescovo. Una cappella magnifica, con mosaici che pongono in risalto l’Ausiliatrice, don Bosco, Madre Mazzarello. È un ricordo vivo dei primi missionari salesiani che in Patagonia hanno seminato Vangelo e speranza in una terra veramente ostile e inclemente, fino al momento che non vennero scoperte le risorse naturali...
E proprio in questa cappella ho condiviso un triduo di Adorazione per chiedere al Signore il grande dono della PACE... nel mondo, nelle famiglie e anche nella nostra Patria!
Numerose famiglie erano presenti, ma una soprattutto mi da dato nell’occhio:
una bimbetta in età di Scuola Materna: custodiva tra le mani un orsetto di peluche che accudiva “devotamente”. Bimba veramente autonoma, accanto alla mamma e al papà, e mentre la comunità iniziava la preghiera con il segno della Croce lei pure si segnava alla perfezione e poi con una zampina dell’orsetto segnava un gran segno anche sul pupazzo... Al momento della proclamazione della Parola di Dio, si è messa ben seduta e in ascolto... e l’orsetto altrettanto! E così tutto il tempo dell’adorazione fino alla benedizione finale. Uno spettacolo vederla e per nulla distratta dal mondo circostante.
Altro momento sui generis capitò all’oratorio di Don Bosco nel grande salone dei pompieri in San Benito. Quando l’educatrice Maria José si è messa a dialogare con i ragazzi e le ragazze della Risurrezione di Gesù e del significato della vita nuova che Gesù ha assunto dopo la morte, Antonella (9 anni) sottolinea con gran entusiasmo: “E sì, perchè nel progetto del Padre, Gesù doveva morire e solo quando abbandonerà la sua X (echis in spagnolo) il mondo sarà salvato per sempre!” Imperterriti tutti ad ascoltare questa grande esposizione... quasi teologica...
E per San Benito vi annuncio che va alle stampe il 50° Notiziario che mensilemte scrivo per le famiglie e che distribuiamo in ben 44 negozi con le missionarie che mi aiutano. Io guido l’auto percorrendo strade che in questo tempo sono orribili per il fango e per le buche causate dall’acqua che non viene assorbita da questa terra che è particolarmente argillosa. Ma tutto viene compiuto con generosità e tanto amore alla gente. E siamo giunti alla 50ma consegna...
Vi saluto con molto affetto e mentre vi accingete a vivere l’estate, noi ci accontentiamo di un inverno con meraviglie sempre nuove.
Alla prossima
Con affetto sempre nuovo prego e vi abbraccio.
E voi ricordatevi di pregare per la Patagonia e per i missionari e le missionarie che vogliono seminare la parola di Dio nel cuore di tutti.

Sr. Paola feliz FMA

AFRICA/ETIOPIA - Even in Ethiopia, missionary childhood feast: prayer, sharing, mission, peace

Infancia Misionera: oración, compartir, misión, paz.

Infanzia Missionaria: preghiera, condivisione, missione, pace.

Topografia dello spirito

La «Galilea», il «cielo» e il «mondo».

25 maggio 2017

Ascensión del Señor Ciclo 'a'


"Rifugi e ritorni"

Dicastero sullo Sviluppo Integrale: on line il sito della sezione "migranti e rifugiati"


P. Daniele Mazza, primo missionario laureato in buddhismo e testimone del ‘Dialogo dell’amicizia’


Papa Francesco: passare da stile di vita tiepido ad annuncio gioioso di Gesù

Città del vaticano - Tante persone consacrate sono state perseguitate per aver denunciato atteggiamenti di mondanità: lo spirito cattivo preferisce una Chiesa senza rischi e tiepida. Lo afferma Papa Francesco nell’odierna omelia della Messa mattutina a Casa Santa Marta. E a due anni dalla beatificazione, il Papa ricorda Mons. Oscar Romero, arcivescovo di San Salvador, ucciso dagli squadroni della morte legati al regime militare per aver denunciato le violenze contro i poveri.
Bisogna passare da uno stile di vita tiepido all’annuncio gioioso di Gesù. E’ l’esortazione di Papa Francesco che nell’omelia ripercorre il capitolo 16.mo degli Atti degli Apostoli. Vi si narra di Paolo e Sila a Filippi. Qui una schiava che praticava la divinazione comincia a seguirli e, gridando, ad indicarli come “servi di Dio”. Era una lode ma Paolo sapendo che questa donna era posseduta da uno spirito cattivo, un giorno, seccatosi, scacciò lo spirito. Paolo - nota Papa Francesco - capì che “quella non era la strada della conversione di quella città, perché tutto rimaneva tranquillo”. Tutti accettavano la dottrina. Ma non c’erano conversioni.
Questo si ripete nella storia della salvezza: quando il popolo di Dio era tranquillo, non rischiava o serviva - non “dico gli idoli” - ma “la mondanità”, spiega Francesco. Allora il Signore mandava i profeti che venivano perseguitati “perché scomodavano”, come lo fu Paolo: capì l’inganno e cacciò via questo spirito che, pur dicendo la verità - cioè che lui e Sila erano uomini di Dio - era però “uno spirito di tepore, che faceva la Chiesa tiepida”. “Nella Chiesa - afferma - quando qualcuno denuncia tanti modi di mondanità è guardato con occhi storti, questo non va, meglio che si allontani”:
“Io ricordo nella mia terra, tanti, tanti uomini e donne, consacrati buoni, non ideologi, ma che dicevano: ‘No, la Chiesa di Gesù è così…’ – ‘Questo è comunista, fuori!’, e li cacciavano via, li perseguitavano. Pensiamo al beato Romero, no?, cosa è successo per dire la verità. E tanti, tanti nella storia della Chiesa, anche qui in Europa. Perché? Perché il cattivo spirito preferisce una Chiesa tranquilla senza rischi, una Chiesa degli affari, una Chiesa comoda, nella comodità del tepore, tiepida”. Nel capitolo 16.mo degli Atti si narra, poi, che i padroni della schiava si sono arrabbiati: avevano perso la speranza di guadagnare soldi perché la schiava non poteva più divinare. Il Papa sottolinea, infatti, che “il cattivo spirito entra sempre dalle tasche”. “Quando la Chiesa è tiepida, tranquilla, tutta organizzata, non ci sono problemi, guardate dove ci sono gli affari”, dice Francesco. Ma oltre ai “soldi” c’è un’altra parola sulla quale il Papa si sofferma nella sua omelia, ed è “gioia”. Paolo e Sila vengono trascinati dai padroni della schiava davanti ai magistrati che ordinano di farli bastonare e poi gettare in prigione. Il carceriere li porta nella parte più interna della prigione, si racconta nella parte del capitolo 16 proposto dalla Liturgia odierna. Paolo e Sila lodavano Dio. Verso mezzanotte viene una forte scossa di terremoto e si aprono tutte le porte del carcere. Il carceriere stava per togliersi la vita perché sarebbe stato ucciso se i prigionieri fossero scappati ma Paolo lo esorta a non farsi del male perché – disse – “siamo tutti qui”. Allora il carceriere chiede spiegazioni e si converte. Lava le loro piaghe, si fa battezzare e – racconta la Prima Lettura - “fu pieno di gioia”: “E questo è il cammino della nostra conversione quotidiana: passare da uno stato di vita mondano, tranquillo senza rischi, cattolico, sì, sì, ma così, tiepido, a uno stato di vita del vero annuncio di Gesù Cristo, alla gioia dell’annuncio di Cristo. Passare da una religiosità che guarda troppo ai guadagni, alla fede e alla proclamazione: ‘Gesù è il Signore’”.
Questo è il miracolo che fa lo Spirito Santo. Il Papa esorta quindi a leggere il capitolo 16.mo degli Atti per vedere come il Signore “con i suoi martiri” fa andare avanti la Chiesa:
“Una Chiesa senza martiri dà sfiducia; una Chiesa che non rischia dà sfiducia; una Chiesa che ha paura di annunciare Gesù Cristo e cacciare via i demoni, gli idoli, l’altro signore, che è il denaro, non è la Chiesa di Gesù. Nella preghiera abbiamo chiesto la grazia e anche ringraziato il Signore per la rinnovata giovinezza che ci dà con Gesù e abbiamo chiesto la grazia che lui conservi questa rinnovata giovinezza. Questa Chiesa di Filippi è stata rinnovata e divenne una Chiesa giovane. Che tutti noi abbiamo questo: una rinnovata giovinezza, una conversione del modo di vivere tiepido all’annuncio gioioso che Gesù è il Signore”. (Debora Donnini – Radio Vaticana)

http://www.migrantesonline.it