19 ottobre 2021

Suor Anna BONFANTI

Carissime sorelle, nel tardo pomeriggio del 13 ottobre 2021, memoria liturgica dell’ultima apparizione di N. S. di Fatima e commemorazione mensile di Madre Mazzarello, dalla comunità “São João Bosco” di Maputo Infulene (Mozambico), il Signore ha chiamato in Cielo a celebrare la sua Pasqua la nostra carissima Suor Anna BONFANTI.

Nata a Besana in Brianza (Milano) il 20 aprile 1939
Professa a Contra di Missaglia (Lecco) il 6 agosto 1965
Appartenente all’Ispettoria Mozambicana “S. Giovanni Bosco” – Maputo 

Suor Anna nacque in una famiglia profondamente cristiana, secondogenita di 10 fratelli e sorelle. Il papà, Luigi Vittorio, era contadino e operaio impegnato nei macchinari di pulitura del grano, oltre che sacrestano nella parrocchia. Mamma Ottavia era domestica. In casa i fratelli consideravano Anna una seconda mamma. Di fatto, la chiamavano amabilmente sorella, zia, oppure nonna. Essendo una famiglia numerosa, Anna a 14 anni cominciò a lavorare in una fabbrica di tessuti. Questa esperienza le servì per coltivare un grande amore al lavoro e per educare i giovani ad essere lavoratori onesti. Al suo paese c’erano le Suore di Maria Bambina, ma non aveva mai pensato di diventare una di loro. Il parroco, che conosceva le FMA e le stimava molto, la orientò al nostro Istituto. Però, prendere la decisione di entrare non le fu facile, perché era la maggiore delle sorelle e sentiva che in casa avevano bisogno di lei. Dopo un pellegrinaggio a Lourdes, decise, a 23 anni, di lasciare tutto per seguire il Signore tra le FMA. Iniziò il postulato il 31 gennaio 1963 a Triuggio e il 5 agosto passò in noviziato.

Dopo la professione emessa il 6 agosto 1965, fu inviata all’Istituto “Sacro Cuore” di Torino come studente, in vista della preparazione missionaria. Visse un anno a Roma in Casa generalizia e poi tornò a Torino dove frequentò l’Istituto Magistrale conseguendo nel 1969 il diploma di maestra. Il 19 ottobre 1969, venne inviata come missionaria in Portogallo, accolta nella casa di Freixedas dove fu educatrice nella scuola materna. Il 30 agosto 1970 partì per il Mozambico, missione che sognava da anni. La sua prima destinazione fu Chiure, nel nord del Paese dove le FMA si occupavano della formazione delle giovani donne e dell’insegnamento nella Scuola Normale per la preparazione degli Insegnanti. Qui suor Anna si inserì come insegnante. I giovani, che oggi sono nonni/e, la ricordano con gratitudine per essere stata un’ottima insegnante di matematica, ma soprattutto madre e amica. 

Nel 1975, con l’Indipendenza del Mozambico, tutti i missionari e missionarie furono costretti a lasciare il Paese. L’unico luogo in cui potevano rimanere ancora era Pemba. E così suor Anna lasciò Chiure e passò a Pemba. Per i primi cinque anni fu insegnante nella scuola dello Stato e poi, dal 1980 al 1984, direttrice della comunità. Suor Anna era una donna di grande fede, provata e consolidata nel tempo anche a contatto con le sfide del regime comunista. In quel periodo la comunità veniva a volte assalita durante la notte dai militari, che circondavano la casa e portavano via i pochi beni che avevano. La dura esperienza insegnò a suor Anna a vivere dell’essenziale, a crescere nella fede e nell’abbandono a Dio. A metà dell’anno 1984, venne trasferita a Maputo “Lar Santa Maria”, come direttrice. Alla fine del 1985 fu inviata per un anno a Roma come studente del Corso di Spiritualità Salesiana. Al ritorno in Mozambico, fu destinata alla comunità “Madre Rosetta Marchese” di Maputo Jardim, dove rimase per 31 anni. Qui cominciò per lei una nuova vita. Consigliera e poi vicaria della casa, fu sempre inserita nella missione pastorale della comunità ecclesiale del Buon Pastore. Vedendo le necessità educative delle giovani generazioni, cominciò ad organizzare corsi professionali di taglio e cucito, maglieria, informatica e lingua inglese. Così fece sorgere il Centro Professionale “Don Bosco”, dove formò centinaia di giovani, soprattutto giovani donne. 

Nella sua missione seppe coinvolgere anche la sua famiglia che la sostenne sempre nel cercare sovvenzioni per la costruzione delle scuole e di altri ambienti necessari per la missione. È cosi che crebbe il Centro “Don Bosco” e poi una Scuola Superiore solo per ragazze che, fino ad oggi, è unica nel suo genere, molto apprezzata nel Paese, dove si sono formate migliaia di giovani, oggi professioniste nei settori della medicina e dell’ingegneria, avvocatesse ed insegnanti, ma soprattutto donne di fede e di coraggio, mamme di famiglia che lottano per un mondo migliore. In parrocchia era coordinatrice della catechesi e catechista, oltre che sacrestana. Ha preparato tanti giovani al Battesimo e al Matrimonio. Era per tutti esempio di donna coraggiosa, ricca di valori umani e cristiani, semplice, creativa e totalmente donata. Fedele ai momenti comunitari, si alzava sempre presto per coltivare la preghiera personale. 

Nel 2017, dando esempio di un’obbedienza pronta, ha accettato di essere trasferita alla comunità “S. Giovanni Bosco” di Maputo Infulene. Qui ha assunto la responsabilità di amministratrice della scuola e vicaria della casa. Ha continuato a collaborare al Centro Professionale “Don Bosco” di Jardim fino all’inizio di quest’anno, quando la sua salute, che era stata sempre molto fragile, l’ha obbligata a fermarsi in casa, anche per la prevenzione del Covid. Negli ultimi mesi desiderava andare presto in Cielo; ma, nello stesso tempo, si interessava costantemente della scuola, degli insegnanti e degli alunni. L’abbandono filiale nel Signore ha caratterizzato anche questo ultimo periodo della sua vita missionaria; la sua fede si manifestava quotidianamente nel sorriso limpido e riconoscente. 

L’ultimo giorno avrebbe desiderato partecipare alla festa con gli insegnanti (il 12 ottobre in Mozambico si celebra il giorno del Professore), ma le forze erano ormai venute meno. Il giorno dopo si è spenta serenamente tra le braccia della direttrice della casa. La notizia ha subito raggiunto migliaia di exallieve che si identificavano come “meninas de sr. Anna” e che l’hanno definita “esempio e modello di Maria”. Gli Angeli, di cui era molto devota, l’hanno sempre accompagnata nei 51 anni vissuti in terra mozambicana, dove “si è fatta tutta a tutti”. La cerimonia funebre è stata una festa, tra canti di ringraziamento e applausi per il bene realizzato da suor Anna. 

La ringraziamo per la sua testimonianza, per la passione missionaria e per la fedeltà al carisma dei nostri Fondatori. Dal Cielo interceda per l’Istituto che ha tanto amato. Che la sua vita donata possa generare numerose e sante vocazioni per la Chiesa in Mozambico e per il nostro Istituto in questo momento storico che stiamo vivendo. 

L’Ispettrice
Suor Zvonka Mikec

Suor Krystyna SOSZYNSKA


Carissime sorelle, il 12 ottobre 2021, dalla casa “San Giuseppe” di Antananarivo (Madagascar), è improvvisamente tornata a Dio la nostra carissima sorella Suor Krystyna SOSZYNSKA.

Nata a Rozbity Kamien (Polonia) il 20 novembre 1955
Professa a Pogrzebien (Polonia) il 5 agosto 1978
Appartenente all’Ispettoria di Madagascar “Maria sorgente di vita” - Antananarivo 

Suor Krystyna, figlia di Joseph e Wojewodzka Romualda, proveniva da una famiglia profondamente cristiana di tre figli, di cui lei era la maggiore. Aveva un fratello e una sorella. Pochi giorni dopo la sua nascita, il 1° dicembre 1955, ricevette il sacramento del Battesimo e il 25 aprile 1970 il sacramento della Cresima. Nel 1974 concluse ll'Istituto Tecnico Industriale e Alimentare a Sokołów Podlaski. Nel 1976, dopo l’entrata nel nostro Istituto, frequentò il Liceo Pedagogico e ottenne il diploma di insegnante della Scuola Materna. Iniziò il postulato il 7 ottobre 1975 e il noviziato il 4 agosto successivo. 

Dopo la prima professione, fu inviata a Pogrzebien come catechista. Dal 1981 al 1984 passò a Nowa Ruda, sempre come catechista. Fu lì che emise i voti perpetui il 5 agosto 1984. Lavorò poi nell’asilo nido di Środa Śląska fino al 1987. Il 27 luglio di quell’anno andò per un anno a Roma, Casa generalizia, per la preparazione missionaria. Dopo una sosta di dieci mesi a Parigi, nella Casa ispettoriale, per imparare il francese, il 21 maggio 1989 partì per il Madagascar, realizzando così il suo sogno missionario. 

Accolta nella comunità di Ivato, cominciò ad imparare la lingua malgascia. Nel 1991 fu mandata a Betafo per occuparsi dell'asilo e nel 1992 passò a Mahajanga come economa, un lavoro che svolse con generosità e attenzione ai poveri. Dal 1996 al 1999 tornò a Betafo come assistente delle pensionanti. È stata una madre, una guida per queste giovani e alcune di loro sono diventate religiose, FMA o membri di altre Congregazioni. Le exallieve ricordano ancora le belle esperienze vissute con lei.

Suor Krystyna, da vera missionaria, cercava i modi più efficaci per portare Gesù ai bambini e ai giovani. Lavorava molto per la formazione dei catechisti e organizzava incontri settimanali per sostenerli nella preparazione della catechesi. Dal 1999 al 2011 visse a Manazary, inizialmente come economa e poi, per otto anni, come direttrice, prestando pure il servizio di Consigliera ispettoriale. In questa comunità situata in campagna, punto di riferimento per tutto il villaggio, suor Krystyna ha esercitato la sua generosità e la sua capacità di sviluppare opere educative e di visitare le famiglie per conoscere i loro bisogni, sia umani che educativi. Ha cercato benefattori per finanziare la costruzione della scuola materna, primaria e secondaria, il Centro di Formazione professionale, come pure la costruzione di alloggi per gli insegnanti e il dispensario. Era una persona di relazione e cercava di collaborare con diverse istituzioni pubbliche e private per poter migliorare il livello di vita della gente e lo sviluppo del villaggio. Per formare i catechisti, raggiungeva a piedi le chiese dei dintorni. 

Nel 2011 tornò a Mahajanga, per un anno come economa e poi come direttrice (2012-2018). Anche lì, insieme alla comunità, ha cercato di migliorare gli edifici esistenti per dare qualità all'educazione da offrire ai bambini e ai giovani. Attraverso le adozioni a distanza, ha potuto assicurare la scolarizzazione di molti bambini e giovani e offrire loro la mensa scolastica. La sua semplicità e apertura facilitavano la collaborazione con i Salesiani e con altre istituzioni. Per le suore, il personale e i giovani, era una madre: le confidavano le loro preoccupazioni e i loro problemi e lei accoglieva tutti con un sorriso. Amava il popolo malgascio, soprattutto i più poveri. Le sorelle testimoniano il suo amore per Maria, la sua capacità di fare il primo passo e la sua semplicità nelle relazioni. 

Dal 2018 era nella comunità fondata quell’anno a Port Bergé, dove era animatrice. Come ogni nuova fondazione, all’inizio ci sono state difficoltà e i mezzi erano insufficienti. La comunità era ospitata nella casa del Vescovo e, per poter iniziare l'Oratorio, le suore hanno chiesto di utilizzare il cortile della scuola parrocchiale, dovendo limitare il numero di bambini e giovani che potevano accedervi. Era molto felice quando le suore hanno potuto iniziare l'oratorio sul terreno della comunità, con più di 500 bambini e giovani. Andava spesso a vedere il terreno e pregava il Signore perché si potesse costruire la casa delle suore e le opere educative salesiane. Il suo sogno divenne gradualmente una realtà. Oggi, la casa delle suore è in costruzione, così come due aule e un capannone per il centro giovanile. Suor Krystyna ha messo molto impegno nel seguire queste costruzioni, come pure nel coltivare buone relazioni con il Vescovo, i sacerdoti e i religiosi della diocesi, con la gente delle due parrocchie e le mamme dei dintorni. 

Nella prima settimana di settembre, era venuta ad Antananarivo per una visita medica da uno specialista, ricevendo le cure necessarie per i suoi disturbi cardiaci e di pressione alta. Dopo alcuni giorni dal ritorno a Port Bergé, non sentendosi ancora bene, ha deciso di tornare ad Antananarivo per consultare il medico. Il 12 ottobre, accompagnata dall’Ispettore dei Salesiani e dal personale di Radio Don Bosco, che venivano da Bemaneviky e avevano sostato a Port Bergé, era arrivata in casa ispettoriale alle 19.30 circa. Verso le ore 23 ha cominciato ad avere difficoltà respiratorie. Le consorelle hanno chiamato l'ambulanza, ma poco dopo se n’è andata in Cielo. Nessuno se l’aspettava, ma certamente lei era già preparata. Non le piaceva disturbare gli altri e così è stato. Le sorelle della sua comunità sono testimoni della sua totale dedizione. Nonostante i disturbi fisici e la stanchezza, ha sempre cercato di portare a termine gli impegni a lei affidati con gioia e serenità, nascondendo la sua sofferenza. I Vescovi e i sacerdoti con coi collaborava, testimoniano la sua gentilezza, la sua capacità di accoglienza e di relazione. Era davvero una donna di pace. 

Suor Krystyna ci ha lasciate nel suo 66° anno di età. Dei 43 di vita religiosa, 32 li ha vissuti come missionaria in Madagascar. Donna di fede e di preghiera silenziosa, era amante della Madonna. È stata una “malgascia” tra noi, ed è la prima missionaria FMA ad essere sepolta nella nostra terra. I suoi funerali si sono celebrati il 15 ottobre, festa di Santa Teresa d’Avila, Patrona dell’Istituto, e anniversario dell’arrivo delle prime FMA missionarie in Madagascar. Questo giorno è molto significativo per la nostra Ispettoria! 

La ringraziamo per tutto quello che è stata per i bambini e i giovani del Madagascar, per la nostra Ispettoria, per l'Istituto e la Chiesa. Che il Signore, che ha tanto amato e al quale ha offerto la sua vita, e la Vergine Maria Ausiliatrice alla quale si è sempre affidata, le concedano la pace e la gioia eterna. Crediamo che sia ora felice con il Padre e che interceda per noi. Riposa in pace, cara suor Krystyna, e grazie ancora per la tua totale donazione.

L’Ispettrice
Suor Rafaraonisoa Blandine

Suor Teresa de Jesús LÓPEZ DIAGO

Carissime sorelle: il 20 settembre 2021, dalla casa “Villa San José” di Caracas (Venezuela), in modo quasi impercettibile, con una vita piena di buone opere, si è unita definitivamente a Gesù, suo amore e speranza, la nostra carissima Suor Teresa de Jesús LÓPEZ DIAGO.

Nata a Popayán (Colombia) il 25 novembre 1927
Professa a Bogotá (Colombia) il 5 agosto 1952
Appartenente all’Ispettoria Venezuelana “San Giovanni Bosco” – Caracas 

Teresa, l'ultima dei fratelli, crebbe in una famiglia di credenti, molto colta, con sensibilità e attitudine artistica, con un marcato interesse per la politica, la realtà sociale e la giustizia. I primi anni li trascorse nella zona delle piantagioni di caffè, a contatto con la natura e i contadini. In questo ambiente imparò a coltivare la fiducia nella Provvidenza, la delicatezza nei rapporti e nelle relazioni, l'impegno verso i poveri e i contadini, la cura, la tenerezza, la meraviglia e la gioia per la vita e la natura. Già da giovane sentì la chiamata di Gesù a seguirlo più da vicino, a lavorare con Lui per il Regno. Si trasferì a Bogotá per iniziare il percorso di formazione con le FMA che aveva conosciuto quando aveva studiato a Popayán. Entrò in Aspirantato il 17 dicembre 1948. Il 31 gennaio 1950 fu ammessa al Postulato e cominciò il Noviziato nell’agosto di quell’anno. Fatta professione il 5 agosto 1952, attraversò i confini dell’amata Colombia per dare la sua vita a piene mani come missionaria in Venezuela. 

Le ragazze e le suore delle scuole “María Auxiliadora” di Los Teques, Barquisimeto, San Cristóbal, Altamira, sono testimoni dell'entusiasmo, della simpatia, della dedizione, della qualità pedagogica e della passione evangelizzatrice di suor Teresa nei suoi primi anni. Era l'immagine della Salesiana che, quelle tra loro che divennero FMA, appresero più tardi in noviziato e nei documenti. Giocava con loro durante la ricreazione e riusciva a riunirle quando pioveva per parlare di argomenti interessanti. La sua passione per l'educazione era evidente, come il suo amore per l’Istituto e il desiderio di guidare le vocazioni nel suo gruppo. Una consorella racconta: "Dopo un anno di duro lavoro, nei mesi di agosto e settembre, le giovani rimasero tutte con suor Teresa per pulire e riordinare l'enorme casa di Altamira. Quella era la nostra vacanza. Non ci pesava il lavoro, perché era molto piacevole stare con lei. La sua simpatia, gioia, generosità e felicità vocazionale erano contagiose”. 

Il Concilio Vaticano II, Medellin, Puebla, furono eventi che segnarono il corso e le scelte fondamentali di suor Teresa. Il suo impegno e la sua opzione per i poveri erano totali: sentiva il dolore e la sofferenza degli indifesi e degli oppressi, come propri. Da qui la sua lotta per la giustizia, la dedizione, la creatività nella formazione delle comunità ecclesiali di base, nell'organizzazione ed evangelizzazione delle comunità popolari e dei giovani di Valera, Valencia, Barquisimeto, La Vega, Güiria, San Félix. Alcuni verbali delle riunioni ci riferiscono iniziative concrete e innovative per migliorare la qualità della vita e l'impegno evangelico della gente, così come della sua ingegnosità nell'aiutare tutti a contribuire alla costruzione della comunità cristiana. 

La sua opzione per i poveri l'ha portata a seguire corsi di pianificazione, di pastorale comunitaria e di inserimento, ad allenarsi a leggere la Bibbia con la gente, a imparare e insegnare il macramè, la lavorazione del cuoio e altri lavori artigianali; a dedicarsi all’alfabetizzazione delle donne, dei lavoratori delle nostre case, dei contadini di Popayán e del villaggio di Bojó nello Stato di Lara, a motivarli a difendere i loro diritti e a valorizzare la loro dignità. Molte di noi conoscono la sua energia interiore, i suoi discorsi e le sue domande radicali, a volte fastidiose e scomode, le sue inclinazioni politiche, il suo spirito sempre in ricerca. Infatti, nel maggio 2003, all'età di 76 anni, chiese di fare un'esperienza con i Piccoli Fratelli di Gesù, tra i contadini, nella frazione di Bojó, nello stato di Lara. Scrisse: «Sì, voglio condividere con loro la mia vita, la tenerezza del Vangelo e il mio semplice lavoro in questi ultimi giorni. Il mio tempo ora è qualitativo: adorazione, solidarietà e recupero della luce: essere sveglia, attiva, con la mia lampada accesa e i miei talenti al servizio della giustizia, della pace, della solidarietà e dell'uguaglianza che sono le basi della mia attuale vocazione. La mia consacrazione rimane intatta. Sarò in una comunità di contadini per condividere con loro la mia povertà e il Vangelo come unica sorgente di vita». È stata tra loro per circa due anni, sempre collegata alla comunità del collegio di Barquisimeto, all’Ispettoria e all'Istituto. 

Nel maggio 2005, con la sua solita gioia e passione, è tornata a Caracas La Vega. La serenità e la vivacità del suo sguardo, l’amore per Gesù con cui trascorreva lunghe ore in preghiera, la sua tenerezza e dolcezza con tutti, la sua presenza nei corridoi della scuola circondata da bambini, giovani ed educatori, la sua generosità con i lavoratori, l’umorismo e la fraternità verso le consorelle, hanno segnato i suoi ultimi anni. 

A “Villa San José”, dove era giunta nel novembre 2018, ha conquistato l'affetto di tutte e accolto ogni cosa con gratitudine. È partita con la valigia piena dell'affetto di tanti giovani dirigenti che ha formato nelle comunità di base, l'affetto e la gratitudine di tanti catechisti accompagnati da lei. Un’esistenza donata al 100%. 

Cara suor Teresa, grazie per la tua vita piena, per la tua fraternità, per aver lasciato un’impronta del Vangelo nelle nostre vite e nell’Ispettoria. Ora chiedi a Dio Padre di mandare molte vocazioni come la tua. Noi ti amiamo e il tuo ricordo durerà per sempre. 

L’Ispettrice
Suor María Eugenia Ramos

Suor Maria Lucia BECCALOSSI

Carissime sorelle, nel pomeriggio di lunedì 6 settembre 2021, il Signore della Vita e della Gioia ha chiamato a Sé, dalla casa “Maria Ausiliatrice” di Clusone (Bergamo), la nostra carissima Suor Maria Lucia BECCALOSSI.

Nata a Brescia il 5 febbraio 1926
Professa a Lugagnano d’Arda (Piacenza) il 6 agosto 1948
Appartenente all’Ispettoria Lombarda “Sacra Famiglia” - Italia 

Una vita intensa, dinamica ed anche avventurosa la sua, vissuta in un profondo cammino di fede. Nelle note autobiografiche, stilate in tono accattivante, c’è un commento che ben esprime la qualità della sua vita: “Devo concludere con una constatazione consolante: Dio con me è stato non solo buono, ma gentilmente buono, sempre opportuno nei suoi interventi, sempre presente anche nelle piccole cose. Ho imparato a non chiedergli favori e grazie: me le fa già e al momento opportuno, con una ‘gentilezza cavalleresca’, come gli dico spesso”. 

Suor Lucia nacque in una famiglia di modeste condizioni economiche, ma ricca di fede e di bontà. Il Signore aveva benedetto le nozze dei genitori con il dono di cinque figli, di cui Maria Lucia era la primogenita. La mamma accudiva il nucleo familiare con attenzione educativa e il papà, un cattolico convinto, era impiegato nelle Poste Italiane. Di sé, bimba, ella scrisse che a scuola era brava e diligente, ma fuori era vivace e birichina tanto che tutti prediligevano il fratello di un anno minore di lei, che era buono e gentile. Da adolescente aveva trovato lavoro presso una fabbrica di armi della città, ambiente non facile che aveva saputo ben gestire grazie alla guida del direttore spirituale, un Padre Cappuccino responsabile della Parrocchia; a lui aveva svelato il suo sogno di qualcosa di grande per la sua vita e da lui era stata orientata alle FMA presenti in città, ma che lei non conosceva. 

Quale non fu la sua sorpresa quando, nella sala dove venne ricevuta dall’Ispettrice suor Bianca Patri, trovò il quadro di Maria Ausiliatrice, lo stesso che c’era a casa sua e di cui il papà aveva detto: “È una Madonna che fa molti miracoli!” Iniziato il cammino formativo nel gennaio 1946 a Bibbiano, passò nello stesso anno in Noviziato a Lugagnano d’Arda e il 6 agosto 1948 emise i primi voti, esperienza che visse con grande impegno e fervore. 

Dopo la Professione, venne inviata a Torino per completare gli studi magistrali e lì presentò la domanda missionaria che venne accolta. Così nel settembre 1950 partì per l’America Latina dove ebbe modo di incontrare Ispettrici di elevato spessore carismatico: madre Maria Crugnola e madre Antonietta Böhm. 

Iniziò il suo servizio missionario nell’Ispettoria Argentina “N. S. del S. Rosario”, dove madre Crugnola - da lei definita «un capolavoro di santità, intelligenza e bontà» - le fece convalidare gli studi fatti in Italia frequentando la “Facultad de Agronomìa y Veterinaria” di Corrientes, dove nel 1955 si laureò in Matematica e Fisica. Avviata all’insegnamento nella Scuola di Rosario, dal 1957 al 1964 svolse questa missione con grande gioia, tutta tesa a trasmettere alle ragazze l’amore di cui si sentiva capace, collaborando nel contempo sia nel Consiglio ispettoriale che in quello locale. Negli anni 1964-1967 fu animatrice di comunità nelle case di Aspirantato e Postulato a Rosario e a Mendoza. 

Dalla nuova Ispettrice madre Antonieta Böhm, dalla quale suor Maria Lucia disse di aver imparato che «amare vuol anche dire accettare molti sacrifici», ebbe l’incarico della Catechesi a livello Ispettoriale. Venuta in Italia per partecipare al Convegno catechistico, a sorpresa, ricevette una nuova obbedienza: Madre Ersilia Canta le chiese di andare come Segretaria, per un triennio, alla Nunziatura Apostolica del Messico, dove era necessario conoscere bene sia l’italiano che lo spagnolo. Nel 1971, rientrata a Roma, nell’allora Ispettoria Romana “S. Cecilia”, venne nominata direttrice della casa “Don Bosco” di Cinecittà: una casa grande che non conosceva e, soprattutto, ignorando le leggi scolastiche italiane. 

Nel 1974-‘75 una nuova obbedienza, sempre ‘a sorpresa’: venne nominata Ispettrice a Lima nell’Ispettoria che comprendeva le case del Perù e della Bolivia. Lavorare in campo missionario fu per lei motivo di gioia, ma anche di fatica per la vastità del territorio e la diversità di culture. Quando nel 1979 l’Ispettoria venne divisa, suor Maria Lucia fu nominata Delegata per la Bolivia e, successivamente, Superiora della Visitatoria “N. S. della Pace. Scrisse: «Mi trovai nella missione che avevo tanto sognato: povera, ma aperta ai valori di fede». 

Nel 1986, rientrata definitivamente in Italia, fu nominata direttrice della casa di Torino “Madre Mazzarello”: una comunità numerosa e con molte opere, di cui non conosceva nulla e nessuno. Anche per questa obbedienza, nelle sue annotazioni esprime la sua profonda riconoscenza: «Dio è sempre buono e gentile, e mi fece trovare suore, specialmente il Consiglio della casa, buone, generose, sempre disposte ad aiutarmi, sempre vicine in ogni circostanza. Ne ringrazio ancora Dio e le ricordo con particolare riconoscenza”. 

Nel 1991, al termine del sessennio, chiese di rientrare nella sua Ispettoria di origine: l’Ispettoria Emiliana “Madonna di S. Luca”. Venne inviata a Brescia, sua città natale, inizialmente come animatrice di comunità, poi segretaria della Scuola e, negli ultimi 15 anni, come aiuto in portineria e delegata delle Exallieve. 

Suor Maria Lucia è stata una persona di tanta preghiera, con un eccezionale spirito di adattamento, sempre pronta a scusare, a perdonare e a chiedere perdono. Donna di pace e saggia, lasciava trasparire dallo sguardo, sempre positivo e benevolo, la Luce che la abitava. Non diceva mai male di nessuno; e quando c’era qualche disguido comunitario, taceva e accettava in silenzio. Donna lungimirante e paziente, capace di comprensione e di dialogo, era persona di giudizio critico, ma sempre pervaso di speranza. Il suo sorriso furbetto, attirava l’attenzione delle persone che rimanevano attratti dalla sua cultura e dalla sua passione educativa. Donna di relazione, ha mantenuto i contatti con le Exallieve dell’Argentina. Per le Exallieve italiane, di cui era delegata, era un punto di riferimento salesianamente accogliente. Le sue circolari avevano un sapore genuino che faceva bene al cuore: “Da te abbiamo imparato cosa vuol dire essere operatori di pace nel nostro vivere quotidiano”: così hanno scritto le Exallieve nel loro saluto finale. 

Nell’estate del 2020, a causa di una caduta, si è fratturata ambedue i polsi e, avendo perso la sua autonomia, si è reso necessario il passaggio alla casa per le sorelle anziane e malate di Clusone. Ha sempre mantenuto la sua bella lucidità e la sua arguzia fino a circa 20 giorni fa quando, colta da febbre alta, un declino rapido e inarrestabile l’ha portata alla visione di quel Signore che ha tanto amato e servito nei giovani, nei poveri e in tutti quelli che ha incontrato. 

Il Signore certamente avrà dato a questa FMA fedele ed entusiasta, dall’ardente cuore missionario, il premio per il tanto bene seminato. E lei dal Paradiso continuerà ad intercedere per noi, per il Capitolo generale ormai imminente, per le vocazioni della sua stessa tempra gioiosamente infaticabile. 

 L’Ispettrice
 Suor Stefania Saccuman

VEGLIA MISSIONARIA DIOCESANA