31 dicembre 2012

L’anno che viene
Tutto bianco, ancora da scrivere
Tutto nuovo, ancora da costruire
È un regalo che Dio affida a ciascuno di noi
Insieme ad ogni uomo di buona volontà
Mettiamocela tutta
Perché sia l’anno più bello
Lavoriamo per maturare nella capacità di amore
E far progredire il mondo
Rinnovandolo nella giustizia e nella pace


Suor Anna ROSSATO

Carissime sorelle, il giorno 29 dicembre 2012, dalla casa “Immacolata di Lourdes” di Marserille (Francia), il Signore ha accolto nella sua dimora di luce e di pace la nostra cara sorella Suor Anna ROSSATONata a Valdagno (Vicenza) il 18 giugno 1918. Professa a Casanova di Carmagnola (Torino) il 5 agosto 1941. Appartenente all’Ispettoria Francese “Notre-Dame de Lourdes”.
Nella numerosa famiglia Rossato, composta da 10 figli, tre sorelle divennero FMA e missionarie:  suor Angelina e suor Maria in Brasile e suor Anna in Francia.
Angelina era la maggiore e, sull’esempio della mamma, si prendeva cura dei piccoli e alla domenica li accompagnava alla Messa, al pomeriggio alla catechesi, ai vespri, all’adorazione eucaristica e poi all’Oratorio delle suore. Era dunque una famiglia ricca di fede e di valori umani.
Anna aveva una grande devozione a Gesù Sacramentato e a Maria Immacolata. Come le altre sorelle, fin da ragazza anche lei lavorava come operaia in un laboratorio di sartoria.
Il 14 maggio 1938 lasciò i suoi cari per entrare in Aspirantato ad Arignano (Torino) e il 29 gennaio dell’anno seguente era ammessa tra le postulanti. Visse il noviziato a Casanova dove emise i voti religiosi il 5 agosto 1941. Per due anni fu assistente d’oratorio e catechista nella Casa “Madre Mazzarello” di Torino e nel 1943 giunse in Francia a Lyon, poi a Marseille dove fu sarta e guardarobiera e dove fece la professione perpetua nel 1947.
Era molto abile nel cucito e nel ricamo e lavorò per molti anni nelle case addette ai Salesiani anche come cuoca: Lyon Fontanière, Marseille “St. Léon” e La Navarre. Espresse le sue doti anche nelle nostre case di Sévigné, Nice Clavier, poi a Gières e Marseille Pastré, dove era incaricata di vari servizi comunitari e della cura della casa. Suor Anna era vivace, un po’ irascibile, ma sempre riconoscente.
Dal 1990 al 1998 lavorò ancora nella Casa “Don Bosco” di St. Cyr, poi a Nice “S. Famiglia” dove fu attiva in lavanderia e in guardaroba. Suor Anna ha conservato sempre il dono dello stupore per tutto quello che si realizzava nell’Ispettoria e nella Famiglia salesiana.
Dopo una vita tutta donata al servizio delle sorelle, dei confratelli e dei bambini, nel 1999 giunse alla casa di riposo “Immacolata di Lourdes” di Marseille. Donna di fede, pregava e offriva per le giovani e le consorelle impegnate nella missione educativa. Le piaceva pregare così: «Io conto su di te, Signore, Tu vedi la mia miseria e sai la mia fragilità, ma io esulto e godo per il tuo amore!». E quando tutto è compiuto per amore, tutto diviene preghiera e contemplazione!
Durate la malattia impressionò la sua attitudine di abbandono e di serenità. C’era qualche lamento, ma prevaleva sempre la gratitudine verso le sorelle e chi l’assisteva.
La Vergine Maria, l’Immacolata, ti ha aiutata, cara suor Anna, ad essere messaggera di pace e di speranza, e il 29 dicembre il Signore è venuto a prenderti per immergerti nella sua gioia e nel suo amore. Aiutaci ad accogliere bene le missionarie che lasciano la loro Ispettoria e il loro paese per mettersi a totale servizio della Chiesa e dell’Istituto in Francia, in Tunisia e nel mondo intero.

Suor Chantal Fert
                                                                            
L’Ispettrice

Sr. Alaide Deretti - Messaggi 2012

29 dicembre 2012

Central Java, giovani musulmani sfidano gli islamisti e partecipano alla messa di Natale


di Mathias Hariyadi 

I ragazzi sono studenti di una locale università islamica. Essi hanno giustificato la loro presenza come un gesto di amicizia e fratellanza nei confronti dei cattolici. L'episodio è avvenuto nella chiesa di S. Xavier a Kebon Dalem, nella provincia di Semarang. Nella regione diversi imam musulmani hanno invitato al boicotaggio delle messe di Natale.


Semarang - Incuranti delle minacce dei leader radicali islamici contro i cristiani, 12 giovani musulmani della Semarang Islamc State University WaliSongo hanno partecipato alla messa di Natale nella chiesa cattolica di San Francesco Saverio di Kebon Dalem (Semarang, Java Centrale).

P. Aloysius Budi Purnomo spiega che essi sono venuti di loro spontanea volontà, mettendo a rischio anche la propria vita. Prima di entrare in chiesa, i ragazzi avrebbero chiesto il permesso di poter seguire la messa, giustificando la visita come un gesto di fratellanza con i loro vicini cristiani durante il periodo natalizio.
"All'inizio - racconta il sacerdote - non ero colpito.  A Natale molti musulmani partecipano alle nostre funzioni, ma solo per garantire la sicurezza, senza mostrare alcun interesse per noi. Ma quando ho incontrato i ragazzi mi sono convinto sulle loro vere intenzioni". Il parroco sottolinea che i fedeli hanno accolto fra gli applausi i 12 "ospiti" d'eccezione, che hanno seguito la messa dall'inizio alla fine in silenzio e con grande attenzione.
Muskit, uno dei 12 studenti, ha consegnato al sacerdote un piccolo messaggio letto al termine della messa, nel quale confessa le motivazioni che lo hanno spinto a partecipare alla funzione. "Sono stato molto felice  di aver vissuto questa esperienza con i miei fratelli cattolici", ha affermato il giovane. "Come musulmano sono risoluto a rafforzare lo spirito di tolleranza e convivenza con i cristiani". Secondo Muskit, l'Indonesia è una società multireligiosa e questo spirito deve essere conservato. "Ho avuto la possibilità - ha aggiunto - di assistere a una celebrazione dove il messaggio di pace del Natale è diffuso e condiviso".  
Nonostante il rischio di attacchi da parte dei gruppi estremisti islamici, migliaia di cattolici hanno affollato le chiese per assistere alla messa di Natale. Fonti di AsiaNews sottolineano che in tutte le parrocchie la partecipazione è stata superiore alle aspettative. Come ogni anno, il Nahdlatul Ulama, la più importante organizzazione musulmana moderata dell'Indonesia, ha messo a disposizione oltre 20mila persone per il servizio di sicurezza davanti agli edifici religiosi cristiani.  
L'Indonesia è la nazione musulmana più popolosa al mondo e, pur garantendo fra i principi costituzionali la libertà religiosa, è sempre più spesso teatro di attacchi e violenze contro le minoranze, siano essi cristiani, musulmani ahmadi o di altre fedi. Nella provincia di Aceh - unica nell'arcipelago - vige la legge islamica, la shariah, e in molte altre aree si fa sempre più radicale ed estrema la visione e l'influenza della religione musulmana nella vita dei cittadini. Inoltre, alcune norme come il permesso di costruzione - il famigerato Imb - vengono sfruttate per impedire l'edificazione o mettere i sigilli a luoghi di culto cristiani, come avviene da tempo nella reggenza di Bogor, nel West Java, contro i fedeli della Yasmin Church. 

AMERICA/ARGENTINA - "Argentina Missionaria, condividi la tua fede": inizia la preparazione del COMINA 4


Buenos Aires - Le Pontificie Opere Missionarie dell'Argentina hanno diramato la convocazione ufficiale del IV Congresso Missionario Nazionale (COMINA 4), che si terrà dal 17 al 19 agosto 2013 a San Fernando del Valle de Catamarca, con lo slogan "Argentina Missionaria, condividi la tua fede". Con questo evento, la Chiesa in Argentina si prepara a vivere in modo speciale l'Anno della Fede, nel contesto della Missione Permanente e, allo stesso tempo, in preparazione al IV Congresso Missionario Americano e IX Congresso Missionario Latinoamericano (CAM 4 - Comla 9), che si svolgerà nel novembre 2013 a Maracaibo, in Venezuela.
La convocazione ufficiale del COMINA 4 è stata annunciata dalla 104ma Assemblea plenaria della Conferenza Episcopale Argentina. Nel testo inviato all'Agenzia Fides si spiega: "Questo Congresso sarà l'occasione per rafforzare e incoraggiare i gruppi missionari diocesani in modo di svolgere il loro servizio nella Diocesi e nella Chiesa, secondo le priorità stabilite nel documento di Aparecida. Nell'ambito dell'Anno della Fede e dell'impulso dato dal Santo Padre, e del Sinodo dei Vescovi sulla Nuova Evangelizzazione, dobbiamo riflettere sulla sfida di proclamare la Buona Novella di Gesù in un contesto sempre più caratterizzato dal secolarismo e multiculturalismo". La Commissione Episcopale per le Missioni, attraverso la Commissione Nazionale per le Missioni (CONAMIS), e le Pontificie Opere Missionarie, quali settori chiave della pastorale missionaria, saranno i responsabili del coordinamento di questo Congresso.

27 dicembre 2012

Sri Lanka, Natale in carcere per centinaia di migranti cattolici

di Melani Manel Perera
Per cercare lavoro avevano tentato di raggiungere in modo illegale Australia e Nuova Zelanda. La vita delle loro famiglie e il 25 dicembre passato in prigione. Migrante tornato in libertà: "Questi detenuti sono persone innocenti".

Chilaw - Un Natale "senza gioia, pace e condivisione" per decine di famiglie cattoliche dello Sri Lanka. I loro uomini - mariti e padri - sono in prigione, alcuni anche da tre mesi, per aver provato a raggiungere in modo illegale Australia e Nuova Zelanda, in cerca di un lavoro. Dal loro arresto, solo poche famiglie (anche non cattoliche) hanno raccolto i soldi necessari per pagare la cauzione, perché la maggior parte di loro è troppo povera. Anche la macchina della giustizia non aiuta: molte udienze vengono aggiornate e posticipate, senza spiegare i motivi.
È il caso di Anthony Dencil, cattolico di 47 anni, detenuto nella prigione di Negombo da tre mesi. Egli non sapeva di essere su un'imbarcazione illegale: il capitano lo aveva assunto come cuoco. Ora sua moglie Deepa Renuka Kumari, buddista, è l'unica fonte di reddito: ma con 300 rupie al giorno, non sa come sfamare i loro tre figli di 20, 14 e 5 anni, perché "carne e verdure costano troppo". "Prima del 25 dicembre - racconta ad AsiaNews -, gli abbiamo portato vestiti puliti per partecipare alla messa di Natale, e alcune immagini di Gesù".
Jude Anthony, 49 anni, è uscito di prigione pochi giorni prima di Natale. È rimasto in carcere per sei mesi. Secondo l'uomo, cattolico e padre di quattro figlie, "questi detenuti sono persone innocenti. Solo la nostra povertà ci ha spinto a correre questo rischio. Se avessimo avuto un lavoro, non avremmo tentato di emigrare".

SETTIMANA DI PREGHIERA PER L'UNITA' DEI CRISTIANI (18-25 gennaio 2013)

Quel che il Signore esige da noi (cfr. Michea 6, 6-8)

Quest’anno la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani ci invita a riflettere sull’importantissimo e ben noto testo del profeta Michea: “Quale offerta porteremo al Signore, al Dio Altissimo, quando andremo ad adorarlo? Gradirà il Signore migliaia di montoni e torrenti di olio? Gli daremo in sacrificio i nostri figli, i nostri primogeniti per ricevere il perdono dei nostri peccati? In realtà il Signore ha insegnato agli uomini quel che è bene quel che esige da noi: praticare la giustizia, ricercare la bontà e vivere con umiltà davanti al nostro Dio” (6, 6-8).  ... (testo completo)


Difunden novedades del Ecumenismo y Diálogo Interreligioso


Buenos Aires: La Comisión Episcopal de Ecumenismo, Relaciones con el Judaísmo, el Islam y las Religiones (CEERJIR), de la Conferencia Episcopal Argentina, publicó recientemente el Boletín Nº 64 de la institución, que da cuenta de las novedades del mes de diciembre en materia de esa actividad pastoral. El documento da cuenta del Encuentro nacional de delegados de Ecumenismo y Diálogo Interreligioso, el viaje del Papa al Líbano y las declaraciones del Consejo Episcopal Latinoamericano (CELAM) sobre la libertad religiosa, entre otros.

La Comisión Episcopal de Ecumenismo, Relaciones con el Judaísmo, el Islam y las Religiones (CEERJIR), de la Conferencia Episcopal Argentina, publicó recientemente el Boletín Nº 64 de la institución, que da cuenta de las novedades del mes de diciembre en materia de esa actividad pastoral.
El documento, armado en conjunto con la Comisión de Ecumenismo y Diálogo Interreligioso de la arquidiócesis de Buenos Aires, da cuenta del Encuentro nacional de delegados de Ecumenismo y Diálogo Interreligoso, la celebración interreligiosa de los 50 años del Concilio Vaticano II y el Catecismo de la Iglesia Católica; también, informa sobre el viaje del Papa al Líbano y el mensaje final de la XIII Asamblea General del Sínodo de los obispos. 
El boletín reseña además la visita del padre Raniero Cantalamessa OFMCap., predicador de la Casa Pontifica dedicado al diálogo con otras confesiones cristianas, y las declaraciones del Consejo Episcopal Latinoamericano (CELAM) sobre la libertad religiosa, entre otros. 
El ejemplar ha sido subido a la página web www.ceerjircea.org.ar.

26 dicembre 2012

Ci sarebbe posto per loro?


[…] Sempre di nuovo mi tocca anche la parola dell’evangelista, detta quasi di sfuggita, che per loro non c’era posto nell’alloggio. Inevitabilmente sorge la domanda su come andrebbero le cose, se Maria e Giuseppe bussassero alla mia porta. Ci sarebbe posto per loro? E poi ci viene in mente che questa notizia, apparentemente casuale, della mancanza di posto nell’alloggio che spinge la Santa Famiglia nella stalla, l’evangelista Giovanni l’ha approfondita e portata all’essenza scrivendo: “Venne fra i suoi, e i suoi non l’hanno accolto” (Gv 1,11). Così la grande questione morale su come stiano le cose da noi riguardo ai profughi, ai rifugiati, ai migranti ottiene un senso ancora più fondamentale: abbiamo veramente posto per Dio, quando Egli cerca di entrare da noi? Abbiamo tempo e spazio per Lui? Non è forse proprio Dio stesso ad essere respinto da noi? Ciò comincia col fatto che non abbiamo tempo per Dio. Quanto più velocemente possiamo muoverci, quanto più efficaci diventano gli strumenti che ci fanno risparmiare tempo, tanto meno tempo abbiamo a disposizione. E Dio? La questione che riguarda Lui non sembra mai urgente. Il nostro tempo è già completamente riempito. Ma le cose vanno ancora più in profondità. Dio ha veramente un posto nel nostro pensiero? La metodologia del nostro pensare è impostata in modo che Egli, in fondo, non debba esistere. Anche se sembra bussare alla porta del nostro pensiero, Egli deve essere allontanato con qualche ragionamento. Per essere ritenuto serio, il pensiero deve essere impostato in modo da rendere superflua l’“ipotesi Dio”. Non c’è posto per Lui. Anche nel nostro sentire e volere non c’è lo spazio per Lui. Noi vogliamo noi stessi, vogliamo le cose che si possono toccare, la felicità sperimentabile, il successo dei nostri progetti personali e delle nostre intenzioni. Siamo completamente “riempiti” di noi stessi, così che non rimane alcuno spazio per Dio. E per questo non c’è neppure spazio per gli altri, per i bambini, per i poveri, per gli stranieri. A partire dalla semplice parola circa il posto mancante nell’alloggio possiamo renderci conto di quanto ci sia necessaria l’esortazione di san Paolo: “Lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare!” (Rm 12,2). Paolo parla del rinnovamento, del dischiudere il nostro intelletto (nous); parla, in generale, del modo in cui vediamo il mondo e noi stessi. La conversione di cui abbiamo bisogno deve giungere veramente fino alle profondità del nostro rapporto con la realtà. Preghiamo il Signore affinché diventiamo vigili verso la sua presenza, affinché sentiamo come Egli bussa in modo sommesso eppure insistente alla porta del nostro essere e del nostro volere. Preghiamolo affinché nel nostro intimo si crei uno spazio per Lui. E affinché in questo modo possiamo riconoscerlo anche in coloro mediante i quali si rivolge a noi: nei bambini, nei sofferenti e negli abbandonati, negli emarginati e nei poveri di questo mondo. […]

Omelia di Benedetto XVI – 24 dicembre 2012

AMERICA/CANADA - I Gesuiti istituiscono una “Commissione per la Missione e l'Ecologia”


Roma - I Gesuiti della Provincia del Canada anglofono hanno creato la “Commissione Provinciale per la Missione e l'Ecologia”, in risposta all'appello della Compagnia ad apprezzare più profondamente "la centralità della nostra alleanza con la creazione" e a riconoscere che la cura dell'ambiente "tocca il cuore della nostra fede in Dio e del nostro amore per Lui". Secondo le informazioni inviate all’Agenzia Fides dalla Curia generale, la Commissione inoltre è una risposta all'invito della “task force” sulla missione dei Gesuiti e l'ecologia ad incorporare l'ecologia nella missione e nella vita comunitaria. Compito della Commissione, come ha specificato il Provinciale dei Gesuiti del Canada inglese, p. Peter Bisson, S.J., sarà quello di assistere la Provincia nel suo servizio alla fede e nella promozione della giustizia, integrando l'ecologia nelle varie forme di apostolato, nella vita comunitaria e nel suo modo di procedere, perché ad una giusta relazione con la natura corrisponda la giusta relazione con Dio e con gli altri. Inoltre l'ecologia sarà considerata nella pratica degli Esercizi Spirituali, in modo che sia teologicamente fondata, cristocentrica, attenta alla Dottrina sociale della Chiesa e alla fondamentale importanza morale dell'essere umano nel creato. Compito della Commissione sarà anche quello di sviluppare linee guida per la cura responsabile dei terreni di proprietà dei gesuiti e di suggerire, nell'advocacy, aree di impegno per la Provincia o i ministeri apostolici. La Commissione è il frutto di quasi trent'anni di costante riflessione tra i gesuiti canadesi e i loro collaboratori su ecologia e fede. E' composta da teologi, scienziati, un filosofo, un sociologo rurale, un avvocato di diritto canonico e un collaboratore esperto negli Esercizi Spirituali.

25 dicembre 2012

Evangelio: Lucas 1,67-79
"Nos visitará el sol que nace de lo alto"
En aquel tiempo, Zacarías, padre de Juan, lleno del Espíritu Santo, profetizó diciendo: "Bendito sea el Señor, Dios de Israel, porque ha visitado y redimido a su pueblo, suscitándonos una fuerza de salvación en la casa de David, su siervo, según lo había predicho desde antiguo por boca de sus santos profetas. Es la salvación que nos libra de nuestros enemigos y de la mano de todos los que nos odian; realizando la misericordia que tuvo con nuestros padres, recordando su santa alianza y el juramento que juró a nuestro padre Abrahán. Para concedernos que, libres de temor, arrancados de la mano de los enemigos, le sirvamos con santidad y justicia, en su presencia, todos nuestros días.
Y a ti, niño, te llamarán profeta del Altísimo, porque irás delante del Señor a preparar sus caminos, anunciando a su pueblo la salvación, el perdón de sus pecados. Por la entrañable misericordia de nuestro Dios, nos visitará el sol que nace de lo alto, para iluminar a los que viven en tinieblas y en sombra de muerte, para guiar nuestros pasos por el camino de la paz".

23 dicembre 2012

Evangelio: Lucas 1, 39-45
"¿Quién soy yo para que me visite la madre de mi Señor?"
En aquellos días, María se puso en camino y fue aprisa a la montaña, a un pueblo de Judá; entró en casa de Zacarías y saludó a Isabel.
En cuanto Isabel oyó el saludo de María, saltó la criatura en su vientre. Se llenó Isabel del Espíritu Santo y dijo a voz en grito: "¡Bendita tú entre las mujeres, y bendito el fruto de tu vientre!
¿Quién soy yo para que me visite la madre de mi Señor? En cuanto tu saludo llegó a mis oídos, la criatura saltó de alegría en mi vientre. Dichosa tú, que has creído, porque lo que te ha dicho el Señor se cumplirá".

21 dicembre 2012

Natale in Siria: cristiani e musulmani sfidano la guerra offrendo pasti caldi ai poveri


Mons. Mario Zenari, nunzio vaticano a Damasco, descrive l'attività delle parrocchie impegnate nella preparazione del Natale, nonostante le bombe e l'odio interconfessionale. In un istituto cattolico della periferia della capitale, decine di bambini ritagliano con gioia le figure del presepe.
Nei saloni parrocchiali giovani cristiani e musulmani distribuiscono migliaia di pasti caldi senza distinzione di fede, fazione o etnia. 

Damasco - "Oltre 6.500 pasti caldi distribuiti ai poveri in un centro di aiuto a Damasco. La scarsità di viveri non ferma le parrocchie e gli istituti religiosi che ogni giorno sfornano pane fresco per migliaia di sfollati in fuga dalle bombe". È quanto racconta mons. Mario Zenari, nunzio cattolico a Damasco che descrive ad AsiaNews il miracolo della nascita di Gesù fra la popolazione siriana martoriata da 20 mesi di guerra civile.
"La gioia del Natale - afferma il prelato - si celebra anche in questo clima di conflitto e paura, ed è una sfida alle sofferenze e all'odio che ormai dilaga nel cuore della popolazione". Il nunzio sottolinea che diverse parrocchie a Damasco non hanno rinunciato a festeggiare il giorno più importante per la cristianità: "Lo scorso 16 dicembre ho visitato una piccola parrocchia nella periferia della capitale, dove da mesi si convive con le esplosioni dei mortai e gli spari di artiglieria pesante. Nel salone vi erano decine di bambini intenti a ritagliare nel cartone le figure del presepe. I più piccoli percepiscono più di noi adulti la gioia del Natale, anche attraverso questi gesti semplici. La loro letizia è il primo frutto del Natale in questo angolo di mondo martoriato dalla sofferenza, dove le famiglie cristiane vivono ogni giorno con fede profonda, andando alla radice del significato di questo Mistero: la solidarietà di Dio e di Gesù con noi. Egli stesso ha vissuto il dramma della fuga in Egitto per sfuggire alla strage degli innocenti. Tale episodio non è diverso da ciò che stanno vivendo oltre 500mila profughi che in questi mesi hanno attraversato il confine abbandonando tutto ciò che avevano".  
Per mons. Zenari, lo spirito di questo Natale, non si ferma alle parrocchie, ma si diffonde fra i musulmani che insieme ai cristiani organizzano distribuzioni di viveri e beni di prima necessità agli sfollati. "Anche a Damasco - spiega - come nel resto del Paese, il pane è ormai una rarità, un bene di lusso, ed è per molti l'unico pasto quotidiano. Tuttavia, ho visitato decine di  istituti religiosi che lavorano ogni giorno per donare alla popolazione il pane fresco o un pasto più sostanzioso se vi sono scorte". Il prelato indica in modo particolare l'attività di un centro di assistenza per i poveri della capitale, anonimo per motivi di sicurezza, dove si distribuiscono fino a 6500 pasti caldi al giorno.  "Qui lavorano gratuitamente giovani cristiani e musulmani. Il cibo viene distribuito a chiunque ne fa richiesta, senza distinzioni di credo, fazione o etnia".  
In questo clima di guerra, il nunzio nota che la carità e la condivisione si impongono in modo potente sull'odio e il risentimento che sono purtroppo le vere armi ad orologeria di questo conflitto. "Lo spirito del Natale - afferma - si mostra vivo in questi piccoli gesti".
Secondo un documento diffuso oggi dall'Onu il conflitto fra Free Syrian Army e il regime di Bashar al-Assad si è trasformato in una lotta interconfessionale fra sunniti e alawiti che ha ormai rotto ogni legame con la politica, e rischia di coinvolgere anche le minoranze cristiane e armene. Nei prossimi mesi si temono eccidi di massa, con la fuga oltre confine di intere comunità e minoranze etniche. Nel rapporto, si fa anche una nuova stima degli aiuti necessari per oltre 1 milione di sfollati, che ha raggiunto la cifra record di 1,5 miliardi dollari.  
Invitando tutti i cattolici dell'occidente a pregare per la Siria, il prelato sottolinea  che "una volta terminata la guerra i leader di tutte le fedi religiose avranno l'arduo compito di disinnescare queste 'bombe di risentimento e vendetta' annidate nei cuori della gente, testimoniando uno sguardo di amore e riconciliazione".

18 dicembre 2012

Giornata Onu del Migrante: il Messaggio del Segretario Generale


New York - Ogni istante, nel mondo, ci sono persone che lasciano il proprio Paese alla ricerca di una vita migliore o più sicura. Sono più di 214 milioni le persone in movimento nel mondo. Molti fuggono da condizioni difficili solo per affrontare battaglie ancora più grandi, comprese violazioni dei diritti umani, povertà e discriminazione. Per questi migranti, però, c’è qualcosa di più che la semplice paura o l’incertezza; hanno anche “speranza, coraggio e la determinazione di costruire una vita migliore. Con un supporto adeguato, possono contribuire al progresso della società”. E’ quanto scrive il Segretario generale dell’Onu in un messaggio per la Giornata Internazione del Migrantes promossa dall’Onu e che si celebra oggi.

“L’attività migratoria – si legge nel testo - è una questione globale che sta giustamente catturando sempre più attenzione a livello globale. Il prossimo anno, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite terrà il suo secondo Dialogo di alto livello su migrazione internazionale e sviluppo, offrendo agli stati Membri e ai loro partner l’opportunità di discutere le misure pratiche per facilitare la mobilità lavorativa, rafforzare lo sviluppo sostenibile e proteggere i diritti dei migranti, soprattutto delle donne e delle ragazze. L’attenzione ai diritti dei migranti è soprattutto importante in questo periodo di emergenza economica e finanziaria globale. Mentre i bilanci – prosegua la nota - nazionali si riducono, assistiamo a misure di austerità che discriminano i lavoratori migranti, a una retorica xenofoba che incoraggia la violenza contro i migranti irregolari, e a proposte legislative per l’immigrazione che consentono alla polizia di schedare impunemente i migranti. Durante le regressioni economiche, vale la pena ricordare che tutti i settori dell’economia dipendono dai lavoratori migranti e gli imprenditori migranti aiutano a creare lavoro”. “Quando le politiche migratorie sono elaborate senza prestare attenzione – proseue il segretario Onu - a vulnerabilità, emarginazione e discriminazione, milioni di migranti si trasformano in semplice forza lavoro a buon mercato, diventando il capro espiatorio per il fallimento delle politiche economiche e sociali e persino delle vittime nella cosidetta guerra contro le ‘migrazioni illegali’. Nel momento in cui la mobilità umana diventa più complessa, e i viaggi intrapresi dai migranti si fanno più pericolosi, diventa sempre più urgente dare vita a delle politiche nazionali sulle migrazioni che tengano conto l’importanza del rispetto dei diritti umani. Nel cammino verso il Dialogo di Alto Livello, spero che gli Stati Membri scelgano un approccio alla questione dei diritti umani come elemento fondamentale per una corretta disciplina dei flussi migratori. A livello nazionale, incoraggio ciascun Paese ad adottare misure quali la depenalizzazione dell’immigrazione irregolare, la creazione di alternative efficaci alla detenzione per gli immigrati irregolari, e la garanzia che le funzioni di chi deve fornire servizi pubblici, come gli infermieri o gli insegnanti, siano mantenute fermamente separate da quelli delle autorità che si occupano di migrazioni. Spero inoltre che i partecipanti al Dialogo tengano in debita considerazione la questione delle migrazioni nell’agenda di sviluppo globale post 2015”. In occasione di questa Giornata Internazionale invita quindi tutti gli Stati a “ratificare e dare attuazione a tutti gli strumenti esistenti per gestire questo fenomeno” e incoraggia inoltre tutti ad “aiutare a promuovere un dibattito creativo, pratico e di principio su come possiamo assicurare la protezione dei diritti di tutti i migranti, dovunque essi siano e qualunque sia il loro status”.

16 dicembre 2012

Evangelio: Lucas 3, 10-18
"¿Qué hacemos nosotros?"
En aquel tiempo, la gente preguntaba a Juan: "¿Entonces, qué hacemos?"
Él contestó: "El que tenga dos túnicas, que se las reparta con el que no tiene; y el que tenga comida, haga lo mismo."
Vinieron también a bautizarse unos publicanos y le preguntaron: "Maestro, ¿qué hacemos nosotros?"
Él les contestó: "No exijáis más de lo establecido."
Unos militares le preguntaron: "¿Qué hacemos nosotros?"
Él les contestó: "No hagáis extorsión ni os aprovechéis de nadie, sino contentaos con la paga."
El pueblo estaba en expectación, y todos se preguntaban si no sería Juan el Mesías; él tomó la palabra y dijo a todos: "Yo os bautizo con agua; pero viene el que puede más que yo, y no merezco desatarle la correa de sus sandalias. Él os bautizara con Espíritu Santo y fuego; tiene en la mano el bieldo para aventar su parva y reunir su trigo en el granero y quemar la paja en una hoguera que no se apaga."
Añadiendo otras muchas cosas, exhortaba al pueblo y le anunciaba el Evangelio.

15 dicembre 2012

90 anos de presença FMA

«O CONVITE para todas as comunidades da Inspetoria Santa Teresinha (Brasil - Manaus) é reavivar o ardor missionário à luz do exemplo e testemunho de nossas Irmãs que abriram estradas, rasgaram florestas, atravessaram cachoeiras para implantar entre os indígenas a novidade do Evangelho e da fé cristã.
Cabe ao Âmbito MISSÃO realizar esta mensagem de ardor missionário, que recorrerá nossas casas e chegará aos nossos destinatários: Alunas(os), Ex-alunas(os), funcionários... e demais admiradores do trabalho realizado nestes 90 anos.
A figura que escolhi para iniciar esta série de Irmãs missionárias que nos precederam é:

Irmã MARIA CORNACHIA
Natural de Faenza-Itália, veio ao mundo no dia 9 de fevereiro de 1912. Esta pequena cidade situa-se nos Pré-Apeninos, numa paisagem verde e calma, cheia de prados, flores e córregos de água (parece com a Amazonia). Aos 9 anos recebe a Eucaristia. Por si mesma decide receber diariamente a comunhão. O amor a Jesus Eucarístico conduz Maria a uma consagração total a Jesus. Assim, aos 20 anos entra no aspirantado missionário de Arinhano; segue sua formação no noviciado de Casanova, sempre em vista da missão além-fronteiras.
Depois da Profissão faz o curso intensivo para as missionárias. Ir. Maria é enviada ao Brasil, especificamente a S. Gabriel da Cachoeira. Depois em Taracuá, Pari Cachoeira e Yauareté. Em seguida consegue conquistar as crianças da escola, do oratório, com sua bondade, sua atitude e desejo de promoção e habilidade nos trabalhos manuais. Foi definida como “carismática para a catequese dos meninos”, e esta missão a realizará até os últimos meses de sua vida em Belém do Pará .
Várias malárias vieram a enfraquecer sua saúde. Mesmo assim encontrava-se na assistência no pátio, nos recreios, nas noites de animação no internato de S. Gabriel. As crianças a rodeavam e para elas tinha palavras de bondade e comunicação de mensagens evangélicas. Como diretora da comunidade era clara e precisa, amiga de todas e disposta a ajudar, confortar a cada Irmã. Repetia: “Gente, vivamos sempre alegres”. Sua passagem pelo Rio Negro deixou um testemunho de serviço, alegria e humildade nas comunidades onde viveu. OBRIGADA Ir. Maria. Seguimos teus passos!»


Ir. Fermina López, nas comemorações dos 90 anos de presença das FMA no Rio Negro (Amazonas – Brasil)

Una 'piccola enciclica' e le sue molte letture


La presentazione del Messaggio del papa per la giornata della pace tra biopolitica e 'nuovo modello economico'
Alessandro Speciale

Città del Vaticano - A una prima lettura, del Messaggio di papa Benedetto XVI per la Giornata mondiale della pace 2013 colpiscono soprattutto i passaggi – brevi ma dal linguaggio particolarmente incisivo – dedicati alle questioni calde della bioetica e della morale, dal matrimonio omosessuale all'eutanasia.
Si tratta di passaggi messi in evidenza anche dal direttore dell'Osservatore Romano, Giovanni Maria Vian, che in un editoriale pubblicato oggi sulla prima pagina del quotidiano vaticano, paragona il messaggio “Beati gli operatori di pace” ad una “piccola enciclica”. Ma che sono subito finiti al centro del ping pong del dibattito politico e dei commenti sui social network.
Per Vian, papa Ratzinger si sofferma su questioni valoriali in un messaggio dedicato una questione all'apparenza in larga misura 'politica' come la pace perché “precondizione della pace è il riconoscimento della legge morale naturale”, “ferita” – spiega – da chi vuole allargare il diritto all'aborto e all'eutanasia nel mondo. Anche sul tema delle nozze gay, l'approccio del papa, non confessionale ma fondato sulla “legge naturale”, starebbe raccogliendo, ad esempio in Francia, il sostegno di “credenti e non credenti di diverse appartenenze religiose e ideali” nella “battaglia culturale” in difesa della famiglia.
Il papa, secondo Vian, auspica sì che “temi come la strutturazione etica dei mercati e la crisi alimentare restino al centro dell'agenda politica internazionale”; ma lo fa “nella convinzione che il ruolo della famiglia e quello dell'educazione restano fondamentali”.
Non sono però i temi “biopolitici” quelli che hanno dominato la presentazione del Messaggio organizzata in Vaticano. Per il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, si può riassumere così il senso del messaggio papale: “Se la politica riesce in questo sforzo la finanza servirà al bene comune, altrimenti non ci saranno benefici e benessere per tutti”.
In altri termini, ha aggiunto monsignor Mario Toso, segretario del dicastero vaticano, “le comunità politiche sono chiamate a riconoscere, tutelare, promuovere diritti e doveri dell’uomo, considerandoli un insieme unitario e indivisibile, non decurtandolo di parti essenziali”. E proprio in questo senso “i veri operatori di pace sono chiamati a difendere e a promuovere non solo alcuni diritti - come, ad esempio, il diritto allo sviluppo integrale, sostenibile; il diritto alla pace, all’acqua potabile, al lavoro - ma anche il diritto primario alla vita, il diritto alla libertà religiosa, all’uso del principio dell’obiezione di coscienza nei confronti di leggi e misure governative che attentano contro la dignità umana, come l’aborto e l’eutanasia”.
Un accento particolare monsignor Toso lo ha messo sulla “crisi alimentare”, ben più grave di quella finanziaria: per risolverla serve la mobilitazione di “tutti i soggetti sociali mettendo al centro gli agricoltori”.
Secondo alcuni osservatori, è proprio nella richiesta di un “nuovo modello economico” il cuore del messaggio papale. L'economista Riccardo Moro, scrivendo sul Sir, sottolinea la distanza tra quanto proposto dal papa e il modello economico “prevalso negli ultimi decenni postulava la ricerca della massimizzazione del profitto e del consumo in un’ottica individualistica ed egoistica, intesa a valutare le persone solo per la loro capacità di rispondere alle esigenze della competitività”.
E leggere tutto il Messaggio, senza fermarsi solo ad alcuni passaggi, è l'invito lanciato dai missionari di Mondo e Missione per scongiurare il “pericolo che si profila all'orizzonte: quello che di questa pagina del Magistero ciascuno prenda solo quello che gli fa più comodo, nell'eterno 'derby dei valori' di cui abbiamo parlato più volte”.

14 dicembre 2012

Natale: un mondo abitato dall'Amore

“Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.”
(Gv 1,4) 

Carissime Sorelle,
Stiamo vivendo un tempo meraviglioso. L’Avvento è preparazione per celebrare con gioia la bella notizia: Dio è entrato nel cuore dell’umanità!
Il Natale è il mistero della prossimità di Dio. In Gesù, Verbo incarnato, Dio sposa la nostra condizione umana, perché è un Dio vicino, accessibile, presso il quale i più piccoli e i più poveri trovano un’accoglienza privilegiata.

È tempo di lodare e di ringraziare. Ringraziamo il Signore per la gioia di avere una Missionaria Beata! Questo avvenimento è per noi una chiamata  ad assumere il cammino di santità proposto dal Vangelo che, secondo la Spiritualità Salesiana, è quella santità semplice, del quotidiano, dell’ordinario della vita. È lì che s’intreccia la grazia di Dio che ci apre al progetto d’amore del Padre per il servizio gioioso ai più bisognosi.

Abbiamo iniziato il processo di discernimento con le Neo-missionarie in vista della loro destinazione che verrà comunicata il 24 dicembre, quando riceveranno dalla Madre l’invio alla missione ad gentes. Sono 12 Neo-missionarie. Vi chiedo una preghiera per loro perché continuino ad essere aperte e disponibili ai bisogni dell’Istituto.

Si è concluso, il giorno 30 novembre, il corso di aggiornamento missionario all’Università Pontificia Salesiana, al quale hanno partecipato 9 FMA. Dal giorno 1 al 7 dicembre, hanno vissuto un pellegrinaggio in Terra Santa insieme ai Salesiani e a membri di altre Congregazioni che hanno preso parte al corso di aggiornamento missionario. Il Signore continua a inviare i suoi discepoli missionari in tutto il mondo ad annunciare la Buona Notizia! Siamo sicure che ognuna abbia rinnovato il proprio Sì al Signore e sia tornata alla missione colma di gioia e di pace.

Siamo chiamate a ravvivare il dinamismo e la novità del Carisma, nella Chiesa, attraverso il dono di predilezione per la gioventù in particolare la più povera, nelle nuove frontiere del mondo.
Lasciamoci guidare da Maria. Lei ci condurrà attraverso le categorie dell’incontro, della missione solidale, del servizio alla vita degli ultimi. Lei ci accompagnerà nell’annuncio di Gesù con la vita, con la testimonianza di comunione, con la gioia di essere FMA a servizio del Regno di Dio.

Il Natale ci invita a lasciarci abitare da Gesù Cristo, perché Natale è la rivelazione di un mondo abitato dall’amore. Con e come Maria, portiamo anche noi Gesù dovunque e scopriamo la Sua presenza nella vita comunitaria, nella missione, nella semplicità del quotidiano e nel volto di ogni persona.

Il nostro cuore si apra ad accogliere i segni del Natale, segni di amore, nella nostra vita personale, comunitaria e apostolica.

Auguri di BUON NATALE e ANNO NUOVO!

Un abbraccio fraterno,

                                                                       Sr. Alaíde Deretti
                                                           Consigliera per la Missione ad/inter gentes

PREGHIERA PER COLORO CHE SONO MIGRANTI


GIORNATA MONDIALE DEI MIGRANTI
18 DICEMBRE

PREPARAZIONEInvita coloro che desiderano pregare insieme di portare oggetti da  donare, come gesto di benvenuto,  alle  persone che cercano di costruire una vita migliore in un nuovo paese. Suggerisci articoli d’igiene personale, vestiario appropriato alla stagione, calze etc. Nella sala della riunione, prepara una valigia vuota, carta d’imballaggio oppure un pezzo di tela che può essere avvolta come un fagotto. Quando la gente si riunisce, chiedi loro di deporre il loro sacchetto con i loro doni. Più tardi consegna il tutto a un assistente dell’agenzia, oppure direttamente agli immigrati in necessità.

Lettore 1Noi, la cui eredità appartiene alla tradizione Giudea-Cristiana, siamo predisposti ad avere cura degli emigranti, perché i nostri predecessori in fede furono un tempo forestieri in terra straniera.  Noi seguiamo la fede delle persone che sentirono il Signore incoraggiarli a osare oltre il territorio familiare.  Il Capitolo 12, del primo libro della nostra storia della salvezza,  ci dice:  “Il Signore disse ad Abramo -  vattene  dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre verso la terra che ti indicherò “…. e “Abramo (e Sara) partirono, come aveva loro indicato il Signore...”. Al capitolo 14 del libro del  Genesi, Abramo e la sua tribù si accamparono a Mamre nella terra di  Canaan e i loro vicini li chiamarono Ebrei, che significa “coloro che hanno traversato le frontiere”.  
I nostri antenati in fede furono emigranti in cerca di una vita migliore che essi raggiunsero come il Signore aveva per loro pianificato.  I loro vicini, ciononostante, li considerarono come intrusi che avrebbero dovuto rimanere nella loro terra.*

Lettore 2Quando, dopo varie generazioni, le autorità Egiziane ebbero paura per il grande numero di immigrati che si trovavano con loro e li fecero schiavi, il Signore fu premuroso nell'alleviare la situazione dolorosa degli Ebrei:  “Gli Ebrei gemevano per la loro schiavitù alzando grida di lamento,  Dio si ricordò della sua Alleanza con Abramo, Isacco e Giacobbe.  Dio guardò la condizione degli Ebrei e se ne diede pensiero….
Dio chiamò Mosè a guidare gli Ebrei alla loro libertà dicendo: “Il grido degli Israeliti è arrivato fino a me e Io stesso ho visto come gli egiziani li opprimono. Perciò va! Fa uscire dall'Egitto il mio popolo e conducilo nella terra ricca spaziosa  Così vieni, Io ti mando a liberarli. (Ex. 2: 23—3:10)

Lettore 3 – Preghiamo con coloro che riluttanti lasciano o fuggono dalle loro patrie per circostanze che mettono in pericolo le loro vite, il loro spirito e di tutti coloro che loro amano:
·            I 214 milioni di uomini, donne e bambini che sono migranti nel mondo oggi.
·           Più di 42 milioni di gente in questa terra che sono stati forzati a lasciare la loro patria dalla violenza, dalla persecuzione, per il cambiamento climatico, per la povertà e per disastri naturali.
·           35.4 milioni di rifugiati politici e persone emigrate al momento sotto la protezione dell’Alta Commissione delle Nazioni Unite per i rifugiati.
·           Per tutti quelli che noi conosciamo per nome….

Tutti - Antifona: - Grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, per cui verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge per rischiare quelli che stanno nelle tenebre e nell'ombra della morte e dirigere i nostri passi sulla via della pace. (Lucca 1,78-79)

Salmo 18 (Estratto) Gruppo alternato oppure invita a recitare i versi del salmo individualmente.  (O – Se preferisci, canta “Non Aver Paura” di Bob Dufford che è basato su Isaia 43:2-3)

Ti amo Signore mia Forza, tu sei la mia Fortezza, il mio Liberatore, 
proclamo le tue lodi, sarò salvato dai miei nemici.

Mi circondavano flutti di morte, mi travolgevano torrenti impetuosi;
Nel mio affanno ti ho invocato Signore, mio Dio;
tu hai ascoltato la mia voce; il mio grido ha raggiunto il tuo orecchio.

La tua mano mi ha raggiunto, mi ha sollevato dalle grandi acque,
mi hai liberato dai miei nemici, da coloro che erano più forti di me.
Mi assalirono nel giorno di sventura, ma tu Signore sei stato il mio sostegno;
mi hai liberato perché mi vuoi bene.

Tu, Signore, dai luce alla mia lampada; tu rischiari le mie tenebre.   
Con te mi lancerò contro le schiere, con il tuo aiuto scavalcherò le mura.
Tu, o Signore, sei scudo e proteggi coloro che si rifugiano in te.

Lettore 4 – Preghiamo per gli immigranti e per noi stessi
Tutti: Aiutaci a collaborare per spezzare il giogo della povertà e della violenza che opprime il tuo popolo.

Lettore 4 - Dio liberatore, tu ci indichi la via nel deserto
Tutti – (Indicando la valigia e il fagotto) possiamo noi trovare la via di condividere il nostro pane con gli affamati e vestire coloro che sono nella necessità.

Lettore 4 – Signore nostro rifugio, tu vuoi che viviamo in sicurezza e prosperità
Tutti– Guidaci ad aiutare gli immigrati a costruire la loro vita in sicurezza e serenità.

Lettore 4 - Gesù Cristo, tu sei la luce per coloro che brancolano nel buio.
Tutti – Aiutaci a dissipare metodi di ingiustizia e  indicaci  vie  per creare un ordine mondiale basato in giuste relazioni così che il tuo popolo e tutta la creazione   possano progredire in pace e armonia.
Tutti – Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge dall’alto, per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra della morte e dirigere i nostri passi attraverso confini e sulla via della pace. Amen.

* Cfr. FreedomJourneys di Rabbi Arthur Waskow & Rabbi Phyllis Berman, Capitolo 9

      
      Commission for Justice, Peace and Integrity of Creation
USG/UISG Secretariat
                                                      Via Aurelia 476, 00165, Rome, Italy.   
                                          Email:  jpicusguisg@lasalle.org www.jpicformation.wikispaces.com


13 dicembre 2012

Nel Sinai eritrei ed etiopi continuano a morire


«È un problema dimenticato. Sembra che a nessuno importi della loro sorte. Eppure decine di persone continuano a morire, a essere torturate, a essere violentate». Abba Mussie Zerai, sacerdote eritreo, è, allo stesso tempo, sconsolato e irritato dall’insensibilità che organizzazioni internazionali, Egitto, Israele e Stati Uniti hanno dimostrato nei confronti del dramma che i profughi eritrei ed etiopi vivono nella penisola del Sinai. Lui, insieme a un gruppo di operatori umanitari e giornalisti, denuncia il problema e chiede interventi per evitare nuove morti, ma ricevendo risposte interlocutorie. 

«Attualmente - spiega abba Mussie - sappiamo che nel Sinai ci sono tra i 250 e i 300 profughi eritrei ed etiopi. Sono stati sequestrati dalle bande di beduini. Quegli stessi trafficanti che contrabbandano armi, cibo e droga verso Israele e Gaza. Li tengono negli scantinati delle ville che si sono costruiti con i lucrosi proventi delle loro attività illecite. Li picchiano, li torturano. Le ragazze sono violentate e talvolta rimangono incinte». Questi profughi sono quasi tutti giovani scappati dal loro Paese per fuggire alla miseria e alla guerra. Dopo essere transitati per il Sudan arrivano in Egitto. Da qui, cercando di raggiungere Israele, sono costretti ad affidarsi ai beduini per attraversare il Sinai. Questi appartengono a grandi clan che vivono di traffici illeciti e solitamente li rapiscono chiedendo un ingente riscatto per il rilascio.

«Due anni fa - ricorda abba Mussie - chiedevano fino a 8mila dollari a persona. Oggi il riscatto medio si aggira sui 60mila dollari a persona. Le comunità di eritrei in Europa, Stati Uniti e Canada fanno collette per raccogliere le somme. Conosco famiglie che hanno venduto tutte le loro cose più preziose per pagare. Chi non può pagare chiede ad amici e conoscenti. Ogni settimana ricevo persone che mi chiedono soldi per i loro parenti nel Sinai. Faccio appelli durante le messe affinché i fedeli raccolgano il necessario. Ormai però le comunità non ce la fanno più a sopportare il peso del ricatto».

Abba Mussie, insieme a una delegazione di eritrei, nel 2010 è stato ricevuto da funzionari del Dipartimento di Stato Usa che hanno promesso che avrebbero fatto pressioni sull’Egitto per intervenire nel Sinai. «In effetti - continua il sacerdote -, pressioni ci sono state. Ma sradicare questo traffico è complicato perché alimenta la corruzione e ci sono troppe connivenze a livello politico. L’Egitto poi, in questi mesi, è sconvolto da troppe tensioni interne per preoccuparsi dei profughi eritrei».

Israele in questi anni ha cercato di contrastare i traffici dei beduini, arrestando i contrabbandieri, liberando i profughi e costruendo un muro sul confine. «Il muro - dice abba Mussie - serve a poco. I trafficanti hanno iniziato a costruire tunnel che lo bypassano e i traffici continuano. Se Israele ed Egitto coordinassero i loro sforzi potrebbero eliminare il problema alla radice. Ma in questo momento tutto è fermo. E anche le due risoluzioni adottate dall’Unione europea hanno rappresentato un segno positivo, ma poco efficace. Non prevedono infatti ritorsioni o sanzioni nel caso l’Egitto non blocchi il traffico».

Non solo non è cambiato nulla in positivo ma, se possibile, la situazione è peggiorata. Ai profughi che non riescono a pagare vengono asportati organi (reni, fegato, cuore, ecc.) che poi sono venduti agli ospedali. «Sappiamo - conclude abba Mussie - che nel Sinai gira una clinica mobile con medici compiacenti. Questi asportano gli organi che vengono poi, conservati in celle frigorifere, sono trasportati in ospedali egiziani o di altri Paesi arabi. A documentarlo sono alcuni filmati (con immagini molto forti). È uno scandalo che non può continuare».

Enrico Casale

11 dicembre 2012

Oración de Juan Pablo II a Nuestra Señora de Guadalupe

Oh Virgen Inmaculada, Madre del verdadero Dios y Madre de la Iglesia! Tú, que desde este lugar manifiestas tu clemencia y tu compasión a todos los que solicitan tu amparo; escucha la oración que con filial confianza te dirigimos y preséntala ante tu Hijo Jesús, único Redentor nuestro.

Madre de misericordia, Maestra del sacrificio escondido y silencioso, a ti, que sales al encuentro de nosotros, los pecadores, te consagramos en este día todo nuestro ser y todo nuestro amor. Te consagramos también nuestra vida, nuestros trabajos, nuestras alegrías, nuestras enfermedades y nuestros dolores.

Da la paz, la justicia y la prosperidad a nuestros pueblos; ya que todo lo que tenemos y somos lo ponemos bajo tu cuidado, Señora y Madre nuestra.

Queremos ser totalmente tuyos y recorrer contigo el camino de una plena felicidad a Jesucristo en su Iglesia: no nos sueltes de tu mano amorosa.

Virgen de Guadalupe, Madre de las Américas, te pedimos por todos los Obispos, para que conduzcan a los fieles por senderos de intensa vida cristiana, de amor y de humilde servicio a Dios y a las almas.

Contempla esta inmensa mies, e intercede para que el Señor infunda hambre de santidad en todo el Pueblo de Dios, y otorgue abundantes vocaciones de sacerdotes y religiosos, fuertes en la fe, y celosos dispensadores de los misterios de Dios.

Concede a nuestros hogares la gracia de amar y de respetar la vida que comienza, con el mismo amor con el que concebiste en tu seno la vida del Hijo de Dios. Virgen Santa María, Madre del Amor Hermoso, protege a nuestras familias, para que estén siempre muy unidas, y bendice la educación de nuestros hijos.

Esperanza nuestra, míranos con compasión, enseñanos a ir continuamente a Jesús y, si caemos, ayúdanos a levantarnos, a volver a El, mediante la confesión de nuestras culpas y pecados en el Sacramento de la Penitencia, que trae sosiego al alma.

Te suplicamos que nos concedas un amor muy grande a todos los santos Sacramentos, que son como las huellas que tu Hijo nos dejó en la tierra.

Así, Madre Santísima, con la paz de Dios en la conciencia, con nuestros corazones libres de mal y de odios podremos llevar a todos la verdadera alegría y la verdadera paz, que vienen de tu Hijo, nuestro Señor Jesucristo, que con Dios Padre y con el Espíritu Santo vive y reina por los siglos de los siglos, Amén.
Amén.

Su Santidad Juan Pablo II
México, enero de 1979. Visitando su Basilica en su primer viaje al extranjero como Papa.


Insigne y Nacional Basílica de Santa María de Guadalupe