Di suor Ritha Dora Thomas,
Ispettrice, Ispettoria INB
“Io non so se devo
dire di essere di Torino o dell’India, perché sono nata a Torino, ma anche il
mezzo secolo della mia vita in India reclama i suoi diritti!”
Ecco come suor Nicolina descrive se stessa in
uno dei suoi scritti autobiografici che dovrebbero essere letti nella loro
interezza per cogliere il suo ardore missionario e la sua vitalità giovanile
anche negli ultimi anni della sua vita. È riconoscente per aver ricevuto “una
bella famiglia cristiana” in dono.
Nata a Torino
il 28 maggio 1926, suor Nicolina Viano fece la sua professione a Casanova di
Carmagnola (Italia) il 5 agosto 1948, appartenente all’Ispettoria Piemontese
“Maria Ausiliatrice” - Italia. L’11 novembre 2020, dalla casa “S. Giuseppe” di
Torino, la nostra cara suor Nicolina è stata chiamata a incontrare il Signore
della Vita.
Nei suoi
scritti annota: “Papà era un uomo di solida fede e grande carità. Fu, infatti,
l’iniziatore del gruppo della “San Vincenzo de’ Paoli” in parrocchia e rese la
nostra casa disponibile per tutti gli incontri”. Da lui, Nicolina, sin dalla
tenera età, ereditò una concreta attenzione ai poveri. Durante la Seconda
Guerra Mondiale, nella sua prima giovinezza, lavorava di giorno come impiegata
in una ditta e di notte andava nelle cascine intorno a comprare del cibo per la
famiglia, poiché era la maggiore dei quattro figli.
Scrive: “La
Domenica frequentavo l’oratorio delle FMA all’ombra della Basilica, con un buon
gruppo delle mie amiche”. Lì incontrava altre persone che coltivavano il buon
seme piantato in famiglia. Tra queste persone suor Nicolina accenna a: madre
Melchiorrina Biancardi, suor Matilde Mattalìa, il confessore salesiano don
Giorgio Serié, e suor Adele Reynaud che era stata missionaria in Giappone.
Dice: “Com’era possibile non prendere fuoco con tutti quei messaggi del
Signore?”. All’età di 20 anni, entrò nel postulato di Torino e sin da quel
primo momento il suo desiderio fu di partire per le missioni in India. Continuò
con il Noviziato a Casanova, dove emise la sua prima professione.
Inserita nella
Casa generalizia “Maria Ausiliatrice” di Torino dal 1948 al 1951, frequentò i
corsi di studio per ottenere il diploma di insegnamento nella scuola materna e
il diploma in Infermieristica all’ospedale “Cottolengo”. Scrive: “Nel 1950 la
Madre generale mi propose di andare missionaria in India e la mia felicità fu
alle stelle”. Ottenne il consenso di suo padre, ma la mamma non era così
convinta. Con la partenza di suor Nicolina, la famiglia perdeva l’aiuto
finanziario, e ciò costituiva un altro motivo di sofferenza nell’accogliere la
sua partenza per una terra lontana. Suor Nicolina ricorda: “Così, pur sentendo
profondamente il distacco dai miei cari, partii. Avevo 24 anni e dopo un mese
di navigazione arrivai con le altre giovani sorelle a Bombay; di là, in treno,
giungemmo a Madras e infine a Pallikonda, un povero villaggio non molto lontano
da Madras. Rimasi nel Tamil Nadu, lo stato più a sud dell’India, dove, nel
1922, le prima Figlie di Maria Ausiliatrice erano arrivate, chiamate dai
Salesiani che stavano già lavorando là da molti anni”.
Suor Nicolina
Viano è una delle missionarie più intrepide che l’India abbia accolto e che ha
lasciato impronte indelebili dovunque è stata mandata. Professa nel 1948,
giunse a Madras nel 1951 e la sua preparazione in Infermieristica le fu di
aiuto nel gestire coraggiosamente ogni tipo di emergenza con mascolino
ardimento e materna sollecitudine. Dal 1950 al 1965 lavorò nei dispensari di
Pallikonda, Polur e Arni, nei distretti più poveri di Nord Arcot, assistendo e
curando lebbrosi e orfani, un servizio che segnò la sua vita missionaria per il
resto dei suoi anni.
Nel 1964,
quando si trovava ad Arni, fu di valido aiuto nell’estensione del piccolo
dispensario voluto per i lebbrosi, con la costruzione di un’intera ala e di un
sala comunitaria per loro. La gente di Arni racconta ancora come durante
l’epidemia di colera lei salvò molte vite portando infaticabilmente i bambini
tra le sue braccia e dando loro delle gocce endovenose. Dal 1965 al 1977 fu
animatrice delle comunità di Arni e Vysarpadi. Proprio a Vysarpadi con coraggio
e amore assunse l’assistenza dei figli dei lebbrosi, e si fece carico di un ambulatorio
per i più indigenti. Negli anni ’70 era davvero curioso vedere una suora guidare
un ciclomotore mentre si recava nei viottoli periferici della città di Madras a
visitare i poveri o a raccogliere gli indigenti caduti lungo i lati delle
strade. Il suo lavoro e il suo spirito indomito furono molto apprezzati dai
Salesiani con cui collaborò a Vysarpadi. Dal 1977 al 1978 ebbe la fortuna di
fare un corso di missiologia a Roma.
Dal 1978 al
1981, fu animatrice della comunità del noviziato a Bangalore e incaricata
dell’ostello appena inaugurato per le giovani operaie povere. Nel 1981 venne
trasferita a Nashik-Bombay come pioniera di una nuova fondazione. Sotto la sua guida
visionaria, nel 1982 ebbe inizio il Centro giovanile “Maria Vihar” con un
ostello e corsi per le giovani povere: operaie, dattilografe e sarte; nonché un
Asilo-nido, oratori nelle baraccopoli, corsi di alfabetizzazione per adulti,
corsi di studio serali e servizio alla parrocchia. Pose così le basi fondanti
di un fruttuoso apostolato. Seguì con la sua supervisione la costruzione di un
nuovo noviziato e della cappella dell’Ispettoria “S. Maria Mazzarello” appena
eretta a Bombay. Quando terminò il suo mandato nel 1988, le fu chiesto di
condurre il lavoro pionieristico di un’altra presenza missionaria - Ahmednagar.
Anche lì cominciò un pensionato di accoglienza per i bambini poveri e orfani,
un apostolato nei villaggi, e pose la basi di una fiorente scuola. Dopo questo,
nel 1995, fu mandata a Keshnand Pune per iniziare un altro apostolato unico:
una casa per i bambini delle prostitute. Era il progetto sognato da suor
Nicolina. Acquistò un appezzamento di terreno piuttosto vasto e, dopo aver
stabilito questo apostolato su solide basi, a causa di problemi di salute, nel
2003 suor Nicolina ritornò in Italia.
L’India è stata
davvero fortunata ad avere la benedizione di una missionaria del calibro di
suor Nicolina Viano. Forse, conoscendo molto bene il suo spirito audace e la
sua intraprendenza, si comprende perché le furono sempre assegnati progetti
pioneristici, e suor Nicolina non deluse nessuno. I poveri orfani, gli
indigenti, i lebbrosi e coloro maggiormente nel bisogno furono la porzione
scelta della missione di suor Nicolina. Con una certa frequenza, succedeva che
ne raccogliesse letteralmente qualcuno caduto ai margini della strada e
provvedesse loro tutto ciò di cui necessitavano. Per natura, era forte, intraprendente,
coraggiosa e schietta, senza aver mai paura di chiamare le cose col proprio
nome; tuttavia, era anche cortese, molto gentile nei confronti dei poveri e dei
bisognosi. Viveva veramente e in pienezza la massima del “vado io” di don
Bosco. Quando necessario, avrebbe anche rinunciato al proprio cibo pur di
provvedere ai bambini poveri e affamati. I molti Salesiani che hanno lavorato
con lei, ricordano spesso i suoi tipici gesti di gentilezza. Se trovava
qualcuno debole o ammalato, preparava personalmente qualche cibo speciale, come
minestra o zabaglione, per nutrirlo. Lungo tutta la sua vita ha personalmente
allevato un certo numero di orfani con la dedizione di una madre.
La sorgente di
tutto questo tremendo lavoro per ilo regno era la sua personale dedizione al
Santissimo Sacramento e il suo amore alla Madre Benedetta. Al termine del
giorno, era uno spettacolo familiare vedere suor Nicolina seduta per lunghe ore
in cappella, fino a tarda notte.
Cara suor
Nicolina, anche dopo la tua partenza terrena noi crediamo che tu ancora tenga
l’India e la sua gente vicino al tuo cuore. Quasi ti sentiamo cantare a tutte
noi: “Non dimenticherò mai il mio popolo. Vi ho inciso sul palmo della mia
mano. Non vi dimenticherò mai, non vi lascerò mai orfani, non mi dimenticherò
mai di voi, mia proprietà!”.
Possa il
Signore concederti, cara suor Nicolina Viano, la ricompensa centuplicata del
servo buono e fedele!
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