Inizierà domani, 7 aprile, e proseguirà per cinque domeniche la “missione
cittadina” destinata a portare l’annuncio della Parola di Dio nelle piazze di
tutto il mondo durante l’Anno della Fede. Per la città
di Roma, il cardinale vicario, Agostino Vallini, ha conferito durante una
celebrazione nella Basilica di San Paolo il mandato alle 500 comunità cittadine
del Cammino neocatecumenale, che annunceranno il Vangelo nell’Urbe. Le comunità
sono state presentate dall’iniziatore del Cammino, Kiko Arguello. Il servizio di Davide Maggiore:
“Cristo è vivo!”: è questo l’annuncio che i cristiani danno al mondo e così il cardinale Vallini si è rivolto a quanti stavano per ricevere il mandato per la missione cittadina. Nella Basilica dedicata all’Apostolo delle genti, che di sé diceva: “Guai a me se non evangelizzassi!”, i fedeli hanno accolto con disponibilità, e soprattutto gioia il compito che è stato loro affidato. Ascoltiamo Gabriele:
"Una Pasqua è sempre una carica per svolgere questa missione:
sicuramente con gioia, con entusiasmo. E’ sempre
difficile dare la propria esperienza e mettersi a nudo davanti alle persone,
però per Gesù Cristo questo lo facciamo".
Così descrive invece il suo stato d’animo la signora Alma:
"Con uno spirito di immensa gratitudine per Dio Padre, perché si è
presentato nella mia vita in un momento molto difficile e proprio ha
rigenerato. Ho visto meraviglie davanti ai miei occhi,
nella mia vita".
Le comunità si riuniranno in cento piazze romane, con un ambone e una
croce, per portare la loro testimonianza nel cuore della realtà contemporanea,
come spiega Sante:
"Noi abbiamo ricevuto questo tesoro che non possiamo tenere solo per
noi, ma adesso che tanta gente perde la speranza, Cristo è Colui che dove
passa, sana, consola, dà vita".
Una profonda continuità con il messaggio di Papa Francesco è quanto invece
vede Chiara nella missione cittadina:
"Mercoledì, sono stata all’udienza del Papa e il Papa si è rivolto sia
alle donne sia ai giovani e ha detto proprio questo: l’importanza
dell’evangelizzazione. Nel mio piccolo, spero che anche
solo la presenza fisica possa essere un segno già semplicemente per i miei
amici, che non hanno avuto l’occasione di ricevere questa notizia, che invece
cambia la vita".
Anche Stefano si richiama alle parole del Pontefice, che ha sottolineato la
necessità di rivolgersi alle periferie sia geografiche che esistenziali:
"È una spinta e una motivazione in più. La
nostra esperienza del Cammino neocatecumenale nasce proprio tra gli emarginati,
nelle baracche. Ritornare a questo è importante".
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