Auguri di Buon Anno a tutte e a tutti da parte delle sorelle dell'Ambito per le Missioni.
30 dicembre 2016
29 dicembre 2016
27 dicembre 2016
26 dicembre 2016
24 dicembre 2016
Suor Rosalba SIVILOTTI
Carissime sorelle, la mattina del
21 dicembre 2016, dalla Casa “Immacolata di Lourdes” di Marseille (Francia), la
voce dello Sposo che invita alle nozze eterne si è fatta sentire improvvisa al
cuore della nostra cara sorella Suor
Rosalba SIVILOTTI. Nata a Pignano di Ragogna (Udine) il 19 settembre 1917. Professa
a Casanova di Carmagnola (Torino) il 5 agosto 1938. Appartenente all’Ispettoria
“Notre-Dame des Nations” Francia-Belgio Sud.
Rose, come è stata sempre
chiamata, nacque in provincia di Udine (Italia) in una famiglia di agricoltori
amanti del lavoro e aperti alle relazioni genuine. Erano quattro fratelli e due
sorelle, e vivevano in un ambiente patriarcale riuniti attorno alla nonna, che
era punto di riferimento per piccoli e grandi. Quando Rose aveva 17 anni, i
genitori avrebbero voluto che si sposasse, ma lei si oppose. In quel periodo la
mamma si ammalò gravemente. Rose offrì a Dio la sua vita per la vita della
mamma e il Signore la fece guarire.
Nell’ottobre del 1936 la famiglia
emigrò in Francia in cerca di lavoro e così Rose conobbe le FMA di Marseille.
Il 31 gennaio 1938 venne ammessa al postulato e, dopo la vestizione a
Marseille, fu mandata a Casanova per il Noviziato. Nella generosità delle sue
aspirazioni, sognava di partire missionaria in Cina. Restò invece per tre anni
a Torino nella Casa “Madre Mazzarello” dove conseguì il diploma di educatrice
per la scuola dell’infanzia e, dopo un anno vissuto al Colle Don Bosco come
aiutante in cucina, nel 1943 tornò in Francia. A Lyon “St. Laurent” collaborò
nell’economato. Due anni dopo, a Marseille “Ville Pastré” fu incaricata
dell’orto e svolse questo servizio fino al 1964. Era una donna attiva e
intraprendente, guidava il trattore, coltivava i terreni perché potessero
produrre e con questo nutrire bambini, consorelle e perfino gente di passaggio.
Suor Rose aveva un temperamento equilibrato, sempre sereno e gioioso, una bella
testimonianza per le novizie. Era infatti un modello di vita religiosa attiva e
dinamica nel lavoro e, al tempo stesso, unita a Dio al quale offriva se stessa
perché il suo amore crescesse nel cuore dei giovani.
Nel 1965 venne nominata
direttrice della comunità di Gradignan addetta ai confratelli Salesiani. Nel
1970 fece ritorno alla “Ville Pastré” come aiutante dell’economa e dopo due
anni passò alla Casa “Don Bosco” di Nice come incaricata del guardaroba nella
casa addetta ai Salesiani fino al 1985. Per alcuni anni fu ancora guardarobiera
nella comunità “S. Pietro” di Nice, e dal 1997 al 2003 con lo stesso incarico
fece parte della casa “S. Famiglia” della stessa città. Aveva 86 anni quando
nel 2003 venne accolta nella casa “Immacolata di Lourdes” di Marseille. Di
questo periodo scriverà: «Finché ho
ancora un po’ di forze, presto l’aiuto in guardaroba nel cucire a mano o a
macchina. Sono felice di aver donato la mia vita al Signore!». Suor Rose è
un raggio di sole nella comunità: non si lamenta, non dice nulla di negativo contro
le persone, testimonia la profonda gioia del cuore. La cappella è il suo luogo
preferito, si immerge nella preghiera con il rosario in mano. Non rimpiange di
non avere studiato, né di non stare sempre con i giovani. Trova nell’obbedienza
il posto che Dio le ha riservato e nella fede percorre un cammino di santità
gioiosa.
In questi ultimi mesi forse ha
il presentimento di dover partire presto per la Casa del Padre perché ricorda
più intensamente il tempo di guerra e le fatiche affrontate, comunque è vigile
e autonoma fino all’ultimo. Il 21 dicembre alle ore 4,00 del mattino, suor Rose
se ne va in punta di piedi, come ha vissuto. Il giorno prima diceva di essere
un po’ stanca, ma questo era più che giustificato dalla sua età di 99 anni!
Cara suor Rose, la tua
testimonianza è stata una pagina di Vangelo per chi ha vissuto con te. Tu non
facevi grandi discorsi, ma ogni tuo atto e il tuo sorriso ci parlava della
bontà di Dio. Ottieni ora da Dio benedizioni per i giovani e vocazioni sante e
solide che possano aiutare tanti/e giovani a scoprire la bellezza della sequela
di Gesù.
L’Ispettrice
Suor
Geneviève Pelsser
23 dicembre 2016
Dalla Patagonia (Ispettoria ABB)
Qui in Patagonia stiamo vivendo intensamente gli ultimi sgoccioli dell’anno: anno scolastico e anno catechistico, e mettendoci in diretta con Roma... conclusione dell’anno della Misericordia e chiusura -simbolica e reale- della porta Santa.
Un anno segnato da grandi appuntamenti voluti dal Signore:
La celebrazione del 50º di professione ma anche la salita al cielo di Sr. Teresa che con me avrebbe celebrato i 70 anni di professione e di vita missionaria vissuti quasi tutti in Patagonia.
Il centenario della memoria di Monsignor Giuseppe Fagnano, salesiano che fu il pioniere e fondatore di molte opere qui in Terra del Fuoco e anche la nostra “CASA HISTORICA” ha avuto come protagonista di fondazione dell’opera proprio mons. Fagnano e Sr. Angela Vallese...
E anche l’inizio dell’anno celebrativo che commemorerà i 140 anni della prima spedizione missionaria delle Figlie di Maria Ausiliatrice, con a capo Sr. Angela Vallese, qui in America Latina...
Noi l’abbiamo iniziato con preghiera solenne e agape fraterna e con la condivisione di cioccolatini gustosissimi, come vedrete dalla foto.
Solo manca di concludere l’anno con l’ultimo allacciamento della nuova rete di gas nelle camere delle Suore, voglio dire che per tutto l’anno abbiamo avuto problemi con il riscaldamento e con la cucina a gas... non ci consideriamo eroiche, ma il disagio in molti modi si é fatto sentire. Pensiamo di andare tutte e quattro a dormire, speriamo tranquillamente, in VILLA MORNESE, ossia nelle nostre relative camere per il prossimo Natale!
Il momento più intenso é stato certamente vissuto per la Messa di Prima Comunione che, nella CHIESA SAN BENITO, abbiamo potuto vivere come comunità Cristiana proprio sabato scorso.
Avevo un pensiero fisso nella mente: qui nel barrio, con una solennità veramente eccezionale, questi 15 fanciulli e fanciulle si accostano al banchetto Eucaristico accompagnati dai loro familiari ed amici in una chiesa che ha dell’inverosimile: i papà hanno dato una pennellata di bianco alle pareti e non mancano le PIETRE VIVE, ma mancano letteralmente le rifiniture delle pareti: alle finestre sono accostati grandi teli di plastica... il pavimento continua ad essere di terra...
Ma questa volta abbiamo celebrato, nella CHIESA, LA MESSA DI PRIMA COMUNIONE... Il vento, come sempre ha fatto da padrone assoluto e anche solo per scendere dall’auto per arrivare alla Chiesa le cose si complicavano data la sua prepotenza. Il momento più esilarante era quando spingevano a tutta forza la porta di ferro per entrare in Chiesa, il vento che entrava nell’ultima navata della chiesa, dava una forza tale che solo con 4 mani si poteva aprire e... entrare in Chiesa. Pensavo ancora: quale sarà la vera PORTA SANTA per questo popolo patagonico? Qualcuno di queste care persone sta pensando alla chiusura della PORTA SANTA che si sta realizzando nel medesimo tempo che in Roma?... E vi garantisco che non é fantasia, ma pura realtà che in questa terra anche le prime missionarie hanno vissuto.
Bene! Dopo la celebrazione della Messa di Prima Comunione aspettiamo le sorprese del cielo e della terra per dopodomani quando il nostro caro Vescovo celebrerà la Cresima a 5 ragazzi/e e a 5 giovani che al contempo riceveranno anche la Prima Comunione! Una vera gioia anche per le Catechiste.
Buona preparazione al Natale ormai prossimo. Vi penso e vi ricordo nella preghiera di ogni giorno. Voi per favore ricordatevi di tutti i missionari sparsi nel mondo. Grazie!
Con mucho cariño y bendiciones misioneras
Sr. Paola feliz FMA
22 dicembre 2016
GMM: il 15 le celebrazioni in Italia
Roma - Si celebrerà, il prossimo 15 gennaio, la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato in tutte le parrocchie. In questi giorni le parrocchie italiane stanno ricevendo, dalla Fondazione Migrantes, un sussidio liturgico-pastorale, un manifesto e altro materiale utile all’animazione.
Dal 1991 la Giornata, a livello di Chiesa italiana, vede la realizzazione d’un evento particolare in una delle regioni ecclesiastiche per sostenere e valorizzare le attività a favore del mondo della mobilità: emigrati italiani, immigrati e rifugiati, rom e sinti, fieranti e circensi.
Quest’anno la regione ecclesiastica scelta dalla Commissione episcopale per le migrazioni della Cei è la Lombardia. Il programma prevede, come momento centrale, una solenne liturgia eucaristica a Sant’Angelo Lodigiano, diocesi di Lodi, presieduta dal cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano e presidente della Conferenza episcopale lombarda. Concelebreranno con lui il presidente della Commissione Cei per le migrazioni e della Fondazione Migrantes, monsignor Guerino Di Tora, i vescovi della regione, i direttori diocesani e il direttore generale della Fondazione Migrantes, monsignor Gian Carlo Perego.
La celebrazione, alle ore 11, dalla Chiesa Santi Antonio Abate e Francesca Cabrini sarà trasmessa in diretta televisiva da Rai Uno con la regia di Dino Cecconi e il commento di Enrico Longo Doria.
21 dicembre 2016
20 dicembre 2016
19 dicembre 2016
16 dicembre 2016
14 dicembre 2016
Suor Giuseppina CRIPPA
Carissime sorelle, nelle prime ore del mattino di lunedì 12 dicembre 2016, dalla Casa “Immacolata Concezione” di Milano, il Signore Gesù ha chiamato a sé la nostra cara sorella Suor Giuseppina CRIPPA. Nata a Biassono (Milano) il 7 novembre 1926. Professa a Contra di Missaglia (Lecco) il 6 agosto 1955. Appartenente all’Ispettoria Lombarda “Sacra Famiglia” – Italia.
Giuseppina nacque a Biassono una cittadina dove un tempo il lavoro faticoso della terra e l’artigianato erano l’unico sostegno economico degli abitanti. È lei stessa che racconta: «Sono nata in una famiglia semplice, dignitosa, dove il lavoro del campo, condiviso dai fratelli nel tempo libero dalla scuola, era l’unica risorsa economica, mentre la mamma attendeva agli impegni casalinghi educando gli otto figli alla fede nella Provvidenza che, come insegnava spesso, non ci abbandona mai».
Nata con una lussazione congenita, Giuseppina venne portata al fonte battesimale il giorno stesso della nascita e per questa sua difficoltà di deambulazione ricevette particolari cure in famiglia. La mamma, donna saggia, pur conservando particolare attenzione alla figlia malata, non tralasciava la cura degli altri familiari facendo sperimentare a ciascuno di essere oggetto di predilezione ed esigendo rispetto tra loro. «Nella mia famiglia - ricordava suor Giuseppina - non è mai mancata la serenità e la gioia; la presenza della mamma era preziosa».
Quando cominciò a frequentare l’oratorio parrocchiale, superò le difficoltà dovute alla deambulazione tanto che, partecipava con entusiasmo e decisione alle gite non sempre adatte alle sue condizioni. Sono ancora sue parole: «L’appartenenza alle “Figlie di Maria”, oltre a sollecitare in me l’impegno di disponibilità alle iniziative parrocchiali, già di per sé invitanti, mi ha fatto scoprire il fascino della Madonna da sentirla molto vicina. Mi ha pure aperta alla coscienza al “trascendente” che si affacciava con insistenza nel terribile duello tra “invito e resistenza”, che mi causava insoddisfazione profonda».
Dopo la scuola elementare, Giuseppina lavorò presso una sartoria, dove imparò l’arte del cucito; divenuta più grande venne assunta in una fabbrica di tessuti a Monza, nel reparto di taglio e cucito «dove il lavoro, oltre che stimolante, dava sicurezza anche per il futuro». Il desiderio di impegnarsi nel sociale era forte in lei tanto che, oltre all’Azione Cattolica, fu attiva nelle ACLI. Sentiva tuttavia il bisogno di dare una svolta decisiva alla sua vita. Guidata spiritualmente dal vice parroco e incoraggiata a scelte più radicali, si avvicinò all’Istituto delle FMA. Si legge nei suoi ricordi: «La mia preoccupazione era data dalla situazione fisica in cui mi trovavo, ma l’incontro, a Triuggio, con l’Ispettrice ha acceso in me la fiamma della speranza dicendomi: “Fa’ presto, la Madonna ti aiuterà”. Avevo 27 anni di età».
Il 30 gennaio 1953 a Triuggio, iniziò il primo periodo di formazione e il 5 agosto dello stesso anno cominciò il noviziato a Contra di Missaglia. Giuseppina descriveva l’esperienza della formazione come “una realtà meravigliosa”. Il problema congenito alla gamba non destava preoccupazione e la buona salute fisica garantiva la possibilità di una donazione totale e generosa. Il 6 agosto 1955 fece la prima Professione e per un anno rimase a Milano in Via Timavo. L’anno seguente raggiunse la comunità “Madre Mazzarello“ di Torino per la preparazione alla vita missionaria che tanto l’attraeva.
Nel 1957 partì per il Centro America e vi rimase per 33 anni donandosi nella scuola dell’infanzia e primaria, nei servizi comunitari e anche come economa nelle case di Costa Rica, El Salvador, Guatemala, Honduras. Fu direttrice per tre anni nella casa addetta ai Salesiani di Planes de Renderos (El Salvador) ed economa per 10 anni, spostandosi in diverse Nazioni del Centro America.
Donna radicata in Dio e docile al suo progetto, ha vissuto con serenità la sua appartenenza all’Istituto mettendosi a servizio degli altri. Pur conoscendo la fatica del suo camminare, fu missionaria sempre disponibile come catechista in parrocchia e seppe mettere a servizio la sua abilità di sarta, grazie alla competenza acquisita in età giovanile.
Nel 1991 ritornò in Italia e lavorò fino al 2000 come sarta nella casa “Immacolata Concezione” di Milano. Qualche anno dopo, un ictus cerebrale le tolse completamente la parola. Visse sette anni offrendo nella sofferenza e nel silenzio il dono sereno di fedeltà al suo Signore tanto amato.
L’Ispettrice
Suor Maria Teresa Cocco
Dall'Ispettoria San Francesco di Sales - Argentina Buenos Aires (ABA)
Queria compartir con vos y con todas las comunidades la alegría del Proyecto de Misión Patagonia que un grupo de hermanas y jovenes laicos van a emprender a finales de 2016 y enero de 2017.
El 29 de noviembre realizamos en la Capilla de la Comunidad de Almagro y frente a los restos de las tres misioneras que dieron origen nuestra inspectoria el envío de 14 misioneros entre Laicos y Religiosas que estaran misionando la ultima semana de diciembre y las primeras semanas de enero. Visitaran las Comunidades de Rio Grande, Puerto San Julian y Las Heras (Patagonia) y el barrio San Manuel en Mar del Plata.
Para nuestra comunidad inspectorial es un tiempo de gracia especial esta misión, ya que fieles a nuestro carisma queremos reforzar el ardor misionero.
Carlos Caballero
Suor Petronella Helena JANSSEN
Carissime sorelle, l’8 dicembre 2016, Festa dell’Immacolata,
dall’Ospedale “Proncor” di Campo Grande (Brasile), ha detto il suo ultimo Sì
alla volontà del Padre la nostra cara Suor
Petronella Helena JANSSEN. Nata a Heerlen (Olanda) il 25 febbraio 1928. Professa
a Henley (Inghilterra) il 5 agosto 1959. Appartenente all’Ispettoria Brasiliana
“Immacolata Ausiliatrice” - Campo Grande.
Petronella nacque in una famiglia numerosa. I
genitori seppero formare una bella famiglia sulle solide fondamenta della vita
cristiana. Petronella ricevette il Battesimo il giorno dopo la nascita. Da
ragazza conseguì il diploma di infermiera e questa sua abilità le permise di
fare tanto bene nella sua vita soprattutto come missionaria. Sentendo la
chiamata del Signore a seguirlo più da vicino come religiosa, nel 1956 fu
accolta nell’Istituto delle FMA in Inghilterra. Nel 1957
iniziò il cammino formativo nell’Istituto delle FMA a Chertsey e, dopo i due
anni di noviziato, emise i voti a Henley il 5 agosto 1959.
Suor Petronella coltivava in cuore l’ideale missionario e perciò nel 1967 venne
inviata alla casa di Paarl nel Sud Africa che, a quel tempo, apparteneva alla
stessa Ispettoria Anglo-Irlandese. Nell’ottobre
1970 venne destinata al Brasile nell’Ispettoria “Immacolata Ausiliatrice”. Nella
casa di Campo Grande Collegio, studiò il portoghese e testimoniò subito il suo
ardore missionario con entusiasmo e passione. Si dedicò per tanti anni a curare
gli ammalati come infermiera nelle comunità con Ospedale: ”N. S. Auxiliadora”
di Três Lagoas, nella “Santa Casa” di Corumbá e di Cuiabá e nella “Colônia Don
Filippo Rinaldi” di São Marcos. Si dedicò soprattutto con amore e competenza ai
piccoli nel reparto di pediatria. Sono molte le testimonianze di quello che
fece per migliorare gli spazi e i servizi, gli ambienti degli ospedali fornendo
medicine necessarie, strumenti adatti, alimentazione, giocattoli e intrattenimenti
per i bambini. Con il suo coraggio missionario seppe coinvolgere molti benefattori
per aiutare i poveri e gli ammalati, in particolare la sua Diocesi di origine e
i membri della sua famiglia. Nonostante i lunghi anni trascorsi in Brasile, non
riusciva a parlare bene la lingua portoghese, ma questo per lei non era una
difficoltà, infatti riusciva a comunicare esprimendo il suo pensiero e la sua bontà
in modo eloquente e da tutti comprensibile.
Tutti quelli che vennero in contatto con lei: medici, infermieri,
famiglie e anche i bambini, sperimen-tarono le espressioni del suo affetto e
tante delicate sollecitudini che non dimenticheranno mai.
Suor Petronella era un’appassionata promotrice della
devozione alla Madonna. Sapeva valorizzare le varie opportunità
per diffondere immagini e orientamenti per le feste mariane. Era anche molto sensibile al bello e allestì, ovunque passava, dei bei
giardinetti coltivando fiori e piante che rallegra-vano e mitigavano la sofferenza
agli ammalati.
Nel 2015 venne trasferita da Três Lagoas a Campo Grande, nella
casa delle FMA ammalate bisognose di cure. Le consorelle, le
infermiere e il personale laico le furono vicine con molto affetto. Suor Petronella,
dopo essere stata ricoverata per una settimana nell’Ospedale “PRONCOR” lasciò
questa terra per il Cielo. Il medico che l’assisteva diede questa testimonianza:
“La vita di suor Petronella si è spenta lentamente come una candela che poco a
poco si è consumata, senza sofferenze e con grande pace. Silenziosamente, ma si
percepiva che era raccolta in preghiera”.
La Vergine Immacolata, nel giorno della sua festa, venne
a prenderla per accompagnarla a partecipare in Paradiso alla vera ed eterna
gioia.
L’Ispettoria è molto riconoscente per quello che è stata
e ha fatto in favore dei poveri, dei piccoli e degli ammalati.
Presso il Signore, intercedi, cara suor Petronella, per
l’Istituto affinché il Signore ci conceda vocazioni missionarie della tua
tempra.
Offriamole con generosità la nostra preghiera di
suffragio.
L’Ispettrice
Suor Maria Lúcia Barreto
12 dicembre 2016
11 dicembre 2016
10 dicembre 2016
8 dicembre 2016
7 dicembre 2016
Il viaggio dei Missionari nel racconto di Don Bosco (Dalle Memorie Biografiche, Volume XI p. 407 – 409)
«In questo momento in cui vi parlo, essi hanno già
traversato l'equatore, sono entrati nell'emisfero meridionale e credo che siano
sbarcati, o sbarchino in breve a Rio Janeiro, che è già una città dell'America,
la capitale del Brasile. Di qui non c’è più che una sola fermata a Montevideo
prima di arrivare alla sospirata Buenos Aires. Da Rio Janeiro a questa città
c’è ancora il viaggio di circa una settimana, di modo che io credo che arriveranno a Montevideo al 7 a sera e
passino in questa città la festa dell’Immacolata Concezione. Credo che
domani o dopodomani arriveranno lettere dalle isole del Capo Verde e poco dopo
forse un telegramma, che annunzi l'esito finale del loro viaggio.
Ecco, miei cari giovani, quanto voleva dirvi stasera in
riguardo al viaggio del nostri Missionari. Un'altra sera poi vi racconterò
altre cose che io feci durante la mia assenza da Torino. Intanto animiamoci
tutti a fare veramente bene la festa
dell'Immacolata Concezione, continuiamo a fare preghiere speciali per i
nostri Missionari, ed anche supplichiamo il Signore perché mandi in grande
quantità operai evangelici a lavorare nella sua vigna ed a fare del bene. Naturalmente molti di voi sentono in questo
momento gran desiderio di partire e di andare anche a fare il missionario;
ebbene io vi so dire che, se vi foste pure tutti in questo numero, ci sarebbe
posto per tutti ed io saprei benissimo dove occuparvi, visti i tanti bisogni che ci sono e le tante domande che io ricevo da
ogni parte, che ci pregano, ci supplicano e ci dicono come varie Missioni già
incominciate si devono lasciar cadere per mancanza di Missionari. Ma per
ora incominciate a prepararvi colla preghiera, collo stare veramente buoni, col fare l'uffizio di missionari gli uni
cogli altri, dandovi buon esempio; poiché anche collo studiare alacremente,
adempiendo bene ai vostri doveri di studio e di scuola, coll'aiuto del Signore
potrete riuscire nel vostro intento, amati da Dio e dagli uomini. Buona notte».
La cronaca avverte che queste parole destarono un incendio
nel cuore dei giovani, sicché i più smaniavano di partire anche subito per
dedicarsi alle lontane Missioni. Tanto entusiasmo per le Missioni non accese
solamente gli animi giovanili nell'Oratorio. “Io stesso, depone Don Ascanio
Savio, desiderava, benché non aggregato alla sua Congregazione, di essere nel
numero dei Missionari in quella prima spedizione e, se non ci andai, si fu per
opposizione fattami dall'Arcivescovo monsignor Gastaldi”.
Il Beato comprendeva benissimo le difficoltà speciali che i
preti incontravano per venire alla Congregazione e farsi Missionari. - I poveri
vescovi, diceva, si trovano imbrogliati; hanno un bisogno stragrande di
sacerdoti; alcuni non sanno più come fare per avere un numero sufficiente di
vice - parroci. Quando sono interpellati da un prete che vuole andare alle
Missioni straniere, è impossibile che rispondano con un sì allegro come
facevano una volta, lodandolo del buon proposito, confermandolo,
incoraggiandolo, spingendolo ad eseguirlo.
Per lo più rispondono
che c’è bisogno di Missionari nella propria diocesi.
Ma il moltiplicarsi delle domande di entrare in
Congregazione anche da parte di preti era appunto uno degli effetti prodotti
dalla spedizione dei Missionari. Prima la Congregazione si sviluppava
lentamente nell'oscurità: nulla o ben poco se ne conosceva lontano dal
Piemonte. Allora invece, prima, durante e dopo la spedizione, giornali italiani
ed esteri parlarono dei Salesiani e di Don Bosco, sicché la notizia della Pia
Società si diffuse in lungo e in largo, richiamando l'attenzione di molti e
attirando soggetti sempre più numerosi.
Così avvenne pure che anche da paesi remoti si guardasse
all'Oratorio come a un vivaio di Missionari.
6 dicembre 2016
Media e migrazioni: il 19 dicembre la presentazione del IV Rapporto della "Carta di Roma"
Roma - Il 19 dicembre, alle ore 11.30, presso la Camera dei deputati (sala Aldo Moro), sarà presentato il IV Rapporto Carta di Roma, fotografia delle tendenze che hanno caratterizzato un anno di racconto di migrazioni e minoranze. Nell’agenda di quotidiani e Tg quanto spazio ha trovato questo tema? Quale il linguaggio utilizzato per raccontarlo? Quali le buone e le cattive pratiche emerse? Come i news media hanno contribuito (o contrastato) alla diffusione dei discorsi d’odio? Risponde a questi e altri quesiti il rapporto curato da Associazione Carta di Roma, i cui dati sono elaborati dall’Osservatorio di Pavia, in collaborazione con l’Osservatorio europeo per la sicurezza. La presentazione, momento di confronto tra media e esperti, sarà aperta dal saluto della presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini. Seguiranno l’introduzione a cura di Giovanni Maria Bellu, presidente dell’Associazione Carta di Roma, la presentazione dei dati di Paola Barretta, ricercatrice senior dell’Osservatorio di Pavia e il commento di Ilvo Diamanti, politologo, professore di Analisi dell’Opinione pubblica all’Università di Urbino e direttore scientifico di Demos. Concluderanno il panel gli interventi dei giornalisti Attilio Bolzoni (La Repubblica), Maria Cuffaro (Rai) e Karl Hoffmann (ARD).
5 dicembre 2016
Quando un missionario va...
«Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!» (Mt 3,2). Con queste stesse parole Gesù darà inizio alla sua missione in Galilea (cfr Mt 4,17); e tale sarà anche l’annuncio che dovranno portare i discepoli nella loro prima esperienza missionaria (cfr Mt 10,7). L’evangelista Matteo vuole così presentare Giovanni come colui che prepara la strada al Cristo che viene, e i discepoli come i continuatori della predicazione di Gesù. Si tratta dello stesso gioioso annuncio: viene il regno di Dio, anzi, è vicino, è in mezzo a noi! Questa parola è molto importante: “Il regno di Dio è in mezzo a voi”, dice Gesù. E Giovanni annuncia quello che Gesù dopo dirà: “Il regno di Dio è venuto, è arrivato, è in mezzo a voi”. Questo è il messaggio centrale di ogni missione cristiana. Quando un missionario va, un cristiano va ad annunciare Gesù, non va a fare proselitismo, come se fosse un tifoso che cerca per la sua squadra più aderenti. No, va semplicemente ad annunciare: “Il regno di Dio è in mezzo a voi!”. E così il missionario prepara la strada a Gesù, che incontra il suo popolo. (Papa Francesco)
3 dicembre 2016
S. Francesco Saverio SJ
Francesco Saverio (Javier 1506 – isola di Sancian 1552) è detto “il San Paolo delle Indie”. La sua opera missionaria fu, infatti, decisiva per lo sviluppo del cristianesimo moderno in tutta la macro-regione dell’Asia meridionale. La Chiesa lo celebra come patrono principale dei missionari. Il suo percorso di vita non fu però così lineare.
Originario della Navarra, Francesco è compagno di stanza d’Ignazio di Loyola e di Pietro Favre, al tempo dei loro studi a Parigi. Se tra Ignazio e Pietro nasce subito un’intesa, Francesco mantiene a lungo una dura diffidenza verso il nobile Basco, che da cavaliere è stato un nemico dell’indipendenza politica della Navarra. Inoltre, Francesco è deciso a perseguire le sue ambizioni di carriera. Perciò i pii propositi d’Ignazio sono per lui degli ostacoli. A un certo punto, però, il suo cuore è vinto dalla testimonianza dell’affetto disinteressato che i suoi due coinquilini nutrono per il Cristo.
Quando i primi gesuiti si stabiliscono a Roma, Francesco è quasi da subito inviato in India, ma come per sbaglio. Il gesuita che avrebbe dovuto partire al suo posto cade infatti ammalato. Francesco si trova così ad affrontare lunghi e pericolosi viaggi e gli imprevisti dell’incontro con popolazioni così diverse: dai poveri pescatori delle coste dell’India ai nobili intellettuali del Giappone. Inoltre, ha a che fare con i commercianti europei che perseguono i loro interessi senza troppi scrupoli. In tutto questo lo sostiene il sapersi collaboratore della missione del Cristo: intere popolazioni ascoltano il Vangelo per la prima volta. Un importante aiuto gli viene anche dalla solida amicizia con gli altri gesuiti, ravvivata dallo scambio di lettere.
Quando Francesco muore a 46 anni, ha percorso più di 62.000 chilometri in soli 10 anni. E’ alle porte della Cina, dove pure avrebbe voluto annunciare il Vangelo.
2 dicembre 2016
San Francesco Saverio: missionario catechista
San Francesco Saverio fu un grande missionario e un grande catechista. E fu grande missionario perché grande catechista. Questo lo dimostrò nella sua prima missione nell’India meridionale. Nel suo metodo missionario procurò subito di imparare la lingua dei suoi catechizzandi. Ebbe poi una opzione preferenziale per i bambini e i ragazzi. Proprio per essi preparò dei Catechismi. Per gli adulti invece creò un “metodo per pregare” e anche un catechismo adatto a loro.
Nel Giappone, cambiando i soggetti da evangelizzare, cambiò metodologia. Ne studiò prima la struttura sociale, quindi cominciò i primi approcci con i signori feudali e con i bonzi, attraverso numerose “discussioni o dialoghi”.
San Francesco Saverio dava grande importanza al ministero della Parola, e questa annunciata con stile popolare. Lo considerava come il centro di tutta la evangelizzazione. Lui stesso affermava: “Le vostre prediche saranno frequenti tanto quanto potranno esserlo, poiché questo è un bene universale da cui si ottiene molto frutto, servizio a Dio e vantaggio per le anime”.
Dall'Ispettoria Sacro Cuore - ECU
El 26 de noviembre realizamos el encuentro de hermanas misioneras de la zona Amazonía, en Macas. El objetivo: fortalecer la vida msionera de las hermanas, compartir una jornada de reflexión, actualizar el proyecto misionero, motivar la celebración de los 140 años y comprometer a cada una en la revitalización y reestructuración de las obras (Proyecto R+R).
Con una celebración emotiva se hizo memoria de las 6 primeras misioneras que vinieron a América, y no podía faltar la Beata María Troncatti. Al final cada una de las 7 comunidades llevó un nombre para investigar la vida y sobre todo comprometerse a revivir su memoria con la práctica de las virtudes.
Unidas en comunión de oraciones para ser FMA felices de ser misioneras.
Sor Elena Tinitana
ECU1 dicembre 2016
30 novembre 2016
Sospinti dallo Spirito per la missione (Papa Francesco)
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
PER LA 54ª GIORNATA MONDIALE
DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI
Sospinti dallo Spirito per la missione
Cari fratelli e sorelle,
negli anni scorsi, abbiamo avuto modo di riflettere su due aspetti che riguardano la vocazione cristiana: l’invito a “uscire da sé stessi” per mettersi in ascolto della voce del Signore e l’importanza della comunità ecclesiale come luogo privilegiato in cui la chiamata di Dio nasce, si alimenta e si esprime.
Ora, in occasione della 54a Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, vorrei soffermarmi sulla dimensione missionaria della chiamata cristiana. Chi si è lasciato attrarre dalla voce di Dio e si è messo alla sequela di Gesù scopre ben presto, dentro di sé, l’insopprimibile desiderio di portare la Buona Notizia ai fratelli, attraverso l’evangelizzazione e il servizio nella carità. Tutti i cristiani sono costituiti missionari del Vangelo! Il discepolo, infatti, non riceve il dono dell’amore di Dio per una consolazione privata; non è chiamato a portare sé stesso né a curare gli interessi di un’azienda; egli è semplicemente toccato e trasformato dalla gioia di sentirsi amato da Dio e non può trattenere questa esperienza solo per sé: «La gioia del Vangelo che riempie la vita della comunità dei discepoli è una gioia missionaria» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 21).
L’impegno missionario, perciò, non è qualcosa che si va ad aggiungere alla vita cristiana, come fosse un ornamento, ma, al contrario, è situato nel cuore della fede stessa: la relazione con il Signore implica l’essere mandati nel mondo come profeti della sua parola e testimoni del suo amore.
Se anche sperimentiamo in noi molte fragilità e possiamo talvolta sentirci scoraggiati, dobbiamo alzare il capo verso Dio, senza farci schiacciare dal senso di inadeguatezza o cedere al pessimismo, che ci rende passivi spettatori di una vita stanca e abitudinaria. Non c’è posto per il timore: è Dio stesso che viene a purificare le nostre “labbra impure”, rendendoci idonei per la missione: «E’ scomparsa la tua iniquità e il tuo peccato è espiato. Poi io udii la voce del Signore che diceva: “Chi manderò e chi andrà per noi?”. E io risposi: “Eccomi, manda me!”» (Is 6,6-8).
Ogni discepolo missionario sente nel cuore questa voce divina che lo invita a “passare” in mezzo alla gente, come Gesù, “sanando e beneficando” tutti (cfr At 10,38). Ho già avuto modo di ricordare, infatti, che in virtù del Battesimo, ogni cristiano è un “cristoforo”, cioè “uno che porta Cristo” ai fratelli (cfr Catechesi, 30 gennaio 2016). Ciò vale in modo particolare per coloro che sono chiamati a una vita di speciale consacrazione e anche per i sacerdoti, che generosamente hanno risposto “eccomi, Signore, manda me!”. Con rinnovato entusiasmo missionario, essi sono chiamati ad uscire dai sacri recinti del tempio, per permettere alla tenerezza di Dio di straripare a favore degli uomini (cfr Omelia Santa Messa del Crisma, 24 marzo 2016). La Chiesa ha bisogno di sacerdoti così: fiduciosi e sereni per aver scoperto il vero tesoro, ansiosi di andare a farlo conoscere con gioia a tutti! (cfr Mt 13,44).
Certamente, non poche sono le domande che sorgono quando parliamo della missione cristiana: che cosa significa essere missionario del Vangelo? Chi ci dona la forza e il coraggio dell’annuncio? Qual è la logica evangelica a cui si ispira la missione? A questi interrogativi possiamo rispondere contemplando tre scene evangeliche: l’inizio della missione di Gesù nella sinagoga di Nazareth (cfr Lc 4,16-30); il cammino che Egli fa da Risorto accanto ai discepoli di Emmaus (cfr Lc 24,13-35); e infine la parabola del seme (cfr Mc 4,26-27).
Gesù è unto dallo Spirito e mandato. Essere discepolo missionario significa partecipare attivamente alla missione del Cristo, che Gesù stesso descrive nella sinagoga di Nazareth: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore» (Lc 4,18-19). Questa è anche la nostra missione: essere unti dallo Spirito e andare verso i fratelli ad annunciare la Parola, diventando per essi uno strumento di salvezza.
Gesù si affianca al nostro cammino. Dinanzi alle domande che emergono dal cuore dell’uomo e alle sfide che si levano dalla realtà, possiamo provare una sensazione di smarrimento e avvertire un deficit di energie e di speranza. C’è il rischio che la missione cristiana appaia come una mera utopia irrealizzabile o, comunque, una realtà che supera le nostre forze. Ma se contempliamo Gesù Risorto, che cammina accanto ai discepoli di Emmaus (cfr Lc 24,13-15), la nostra fiducia può essere ravvivata; in questa scena evangelica, abbiamo una vera e propria “liturgia della strada”, che precede quella della Parola e del Pane spezzato e ci comunica che, in ogni nostro passo, Gesù è accanto a noi! I due discepoli, feriti dallo scandalo della Croce, stanno ritornando a casa percorrendo la via della sconfitta: portano nel cuore una speranza infranta e un sogno che non si è realizzato. In loro la tristezza ha preso il posto della gioia del Vangelo. Che cosa fa Gesù? Non li giudica, percorre la loro stessa strada e, invece di innalzare un muro, apre una nuova breccia. Lentamente trasforma il loro scoraggiamento, fa ardere il loro cuore e apre i loro occhi, annunciando la Parola e spezzando il Pane. Allo stesso modo, il cristiano non porta da solo l’impegno della missione, ma sperimenta, anche nelle fatiche e nelle incomprensioni, «che Gesù cammina con lui, parla con lui, respira con lui, lavora con lui. Sente Gesù vivo insieme con lui nel mezzo dell’impegno missionario» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 266).
Gesù fa germogliare il seme. Infine, è importante imparare dal Vangelo lo stile dell’annuncio. Non di rado, infatti, anche con le migliori intenzioni, può succedere di indulgere a una certa smania di potere, al proselitismo o al fanatismo intollerante. Il Vangelo, invece, ci invita a rifiutare l’idolatria del successo e della potenza, la preoccupazione eccessiva per le strutture, e una certa ansia che risponde più a uno spirito di conquista che a quello del servizio. Il seme del Regno, benché piccolo, invisibile e talvolta insignificante, cresce silenziosamente grazie all’opera incessante di Dio: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa» (Mc 4,26-27). Questa è la nostra prima fiducia: Dio supera le nostre aspettative e ci sorprende con la sua generosità, facendo germogliare i frutti del nostro lavoro oltre i calcoli dell’efficienza umana.
Con questa fiducia evangelica ci apriamo all’azione silenziosa dello Spirito, che è il fondamento della missione. Non potrà mai esserci né pastorale vocazionale, né missione cristiana senza la preghiera assidua e contemplativa. In tal senso, occorre alimentare la vita cristiana con l’ascolto della Parola di Dio e, soprattutto, curare la relazione personale con il Signore nell’adorazione eucaristica, “luogo” privilegiato di incontro con Dio.
È questa intima amicizia con il Signore che desidero vivamente incoraggiare, soprattutto per implorare dall’alto nuove vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata. Il Popolo di Dio ha bisogno di essere guidato da pastori che spendono la loro vita a servizio del Vangelo. Perciò, chiedo alle comunità parrocchiali, alle associazioni e ai numerosi gruppi di preghiera presenti nella Chiesa: contro la tentazione dello scoraggiamento, continuate a pregare il Signore perché mandi operai nella sua messe e ci dia sacerdoti innamorati del Vangelo, capaci di farsi prossimi con i fratelli ed essere, così, segno vivo dell’amore misericordioso di Dio.
Cari fratelli e sorelle, ancora oggi possiamo ritrovare l’ardore dell’annuncio e proporre, soprattutto ai giovani, la sequela di Cristo. Dinanzi alla diffusa sensazione di una fede stanca o ridotta a meri “doveri da compiere”, i nostri giovani hanno il desiderio di scoprire il fascino sempre attuale della figura di Gesù, di lasciarsi interrogare e provocare dalle sue parole e dai suoi gesti e, infine, di sognare, grazie a Lui, una vita pienamente umana, lieta di spendersi nell’amore.
Maria Santissima, Madre del nostro Salvatore, ha avuto il coraggio di abbracciare questo sogno di Dio, mettendo la sua giovinezza e il suo entusiasmo nelle sue mani. La sua intercessione ci ottenga la stessa apertura di cuore, la prontezza nel proferire il nostro “Eccomi” alla chiamata del Signore e la gioia di metterci in viaggio (cfr Lc 1,39), come Lei, per annunciarlo al mondo intero.
Dal Vaticano, 27 novembre 2016
Prima Domenica di Avvento
FMA no Brasil
Vídeo produzido pela Conferência Interinspetorial do Brasil - CIB - para tornar conhecido o Instituto das Filhas de Maria Auxiliadora.
29 novembre 2016
CALENDARIO MISSIONARIO - DICEMBRE 2016
- 1/12: B. Carlo de Foucauld (1858-1916), sacerdote francese, ucciso a Tamanrasset, nel deserto algerino, da una banda di predoni; è testimone di amore all’Eucaristia, missione e dialogo.
- 1/12: B. Clementina Anuarite Nengapeta (1940-1964), religiosa della Rep. Dem. del Congo, uccisa a Isiro durante la ribellione dei Simba. È martire della castità e del perdono.
- 1/12: Giornata Internazionale della lotta contro l’AIDS-SIDA (istituita dall’ONU-OMS, 1988).
- 2/12: B. Liduina Meneguzzi (1901-1941), religiosa italiana delle Salesie di Padova, missionaria in Etiopia, morta a Dire Dawa.
- 3/12: S. Francesco Saverio (1506-1552), sacerdote gesuita spagnolo, missionario in India e in Giappone, morto nell’isola di Sanciàn, alle porte della Cina. È Patrono principale delle Missioni.
- 3/12: Il Papa Gregorio XVI promulgò (1839) una bolla per condannare la tratta degli schiavi e scomunicare coloro che vi partecipano.
- 3/12: Giornata Internazionale dei Diritti delle Persone con Disabilità (ONU, 1982).
- 4/12: B. Adolfo Kolping (1813-1865), sacerdote tedesco, “padre dei lavoratori artigiani”; promosse la formazione e le associazioni di giovani lavoratori.
- 5/12: B. Filippo Rinaldi (1856-1931), terzo successore di S. Giovanni Bosco alla guida della Società salesiana, alla quale diede un forte impulso missionario ad gentes.
- 5/12: Giornata internazionale del Volontariato.
- 6/12: S. Nicola (ca. 250-326), vescovo di Mira (Turchia), patrono di Bari (Italia), santo popolare per i regali natalizi; patrono dei bambini, farmacisti, mercanti, naviganti, pescatori, profumieri…
- 6/12: B. Pietro Pascual (ca. 1225-1300), mercedario spagnolo, vescovo di Jaén, evangelizzatore in Spagna e Portogallo; fu martirizzato da musulmani a Granada.
- 7/12: S. Ambrogio (339-397), vescovo di Milano, dottore, difensore e organizzatore della Chiesa, maestro e battezzatore di S. Agostino nella Pasqua dell’anno 387.
- 7 e 8/12: Anniversario di importanti documenti missionari: decreto conciliare Ad Gentes (7.12.1965); Evangelii Nuntiandi di Paolo VI (8.12.1975); Redemptoris Missio di Giovanni Paolo II (7.12.1990).
- 8/12: Solennità dell’Immacolata Concezione della B. V. Maria, Madre di Cristo Salvatore.
- 8/12: S. Narcisa di Gesù Martillo Morán (1832-1869), nata e vissuta in Ecuador e morta a Lima (Perù), laica, terziaria domenicana, dedita alla preghiera, penitenza e servizio dei bisognosi.
- 8/12: Beati Paolo Yun Ji-chung e 123 compagni martiri, uccisi in Corea tra il 1791 e il 1888, durante le persecuzioni contro i cristiani; sono stati beatificati da Papa Francesco a Seoul (2014).
- 9/12: S. Juan Diego Cuauhtlatoatzin (+1548), indigena del Messico, al quale apparve la Madonna detta di Guadalupe (1531) sul colle del Tepeyac.
- 10/12: Ricordo di Thomas Merton (Francia 1915-1968 Tailandia), monaco trappista nel Kentucky (USA), mistico e scrittore fecondo, maestro di spiritualità moderna e dialogo.
- 10/12: Giornata Mondiale dei Diritti Umani (ONU, 1948).
-11/12: a Vientiane (Laos) proclamazione di 17 Beati martiri: P. Joseph Tien Thao, sacerdote locale diocesano; P. Mario Borzaga (1932-1960), missionario italiano degli Oblati di Maria Immacolata e altri 5 confratelli francesi; 5 missionari francesi delle Missioni Estere di Parigi); e 5 laici catechisti laotiani, fra cui Paolo Thoj Xyooj (19 anni), tutti uccisi nel Laos nella seconda metà del 1900.
- 12/12: Festa di Nostra Signora di Guadalupe, apparsa sul colle del Tepeyac in Messico (1531) all’indigena San Juan Diego, con un messaggio di speranza, agli inizi dell’evangelizzazione dell’America: “Non temere. Non sono qua io che sono tua madre?”
- 14/12: S. Giovanni della Croce (1542-1591), sacerdote carmelitano spagnolo, mistico e dottore della Chiesa, riformatore dell’Ordine Carmelitano assieme a S. Teresa d’Avila.
- 14/12: S. Nimatullah Youssef Kassab Al-Hardini (1808-1858), sacerdote maronita libanese, uomo ascetico, dedito allo studio e all’attività pastorale.
- 16/12: B. Filippo Siphong Onphitak (1907-1940), padre di famiglia e catechista, protomartire della Tailandia. Quando il parroco venne espulso, egli fu scelto come guida della sua comunità e più tardi fu ucciso a Mukdahan. In Tailandia si contano anche altri martiri: il B. Nicola Bunkerd (vedi 12/1), 2 suore (vedi 26/12) e 4 laici.
- 17/12: S. Giovanni de Matha (1154-1213), sacerdote francese, fondatore dell’Ordine dei Trinitari, per il riscatto degli schiavi.
- 18/12: IV Domenica di Avvento.- Giornata Internazionale dei Lavoratori Migranti (ONU, 1990).
- 21/12: S. Pietro Canisio (1521-1597), gesuita olandese, teologo nel Concilio di Trento, animatore della controriforma nell’Europa centrale, autore di un catechismo; è dottore della Chiesa.
- 21/12: Ricordo dell’omelia di P. Antonio de Montesinos, frate domenicano spagnolo, nella IV domenica di Avvento del 1511, nella chiesa di “La Española” (Repubblica Domenicana), in difesa dei diritti degli indigeni. Tra le altre cose disse: “Forse che questi non sono uomini?”
- 22/12: S. Francesca Saverio Cabrini (Lodi 1850-1917 Chicago), fondatrice delle Missionarie del S. Cuore di Gesù, per l’attenzione ai migranti, in favore dei quali dette vita a numerose opere.
- 23/12: S. Giovanni da Kety (1390-1473), teologo polacco, maestro di numerose generazioni di sacerdoti; parroco esemplare per preghiera e servizio della carità.
- 23/12: S. Maria Margherita d’Youville (1701-1771), laica canadese del Quebec, madre di famiglia, vedova, e più tardi religiosa e fondatrice.
- 23/12: S. Antonio di Sant’Anna Galvão de França (1739-1822), francescano del Brasile, dedito alla predicazione e alla penitenza.
- 24/12: B. Bartolomeo Maria Dal Monte (1726-1778), prete di Bologna, assiduo predicatore di missioni al popolo e al clero in ben 62 diocesi d’Italia; creò la Pia Opera delle Missioni.
- 25/12: Nascita di Gesù Cristo a Betlemme, Figlio di Dio in carne umana, Salvatore di tutta la famiglia umana. La sua nascita è annuncio di grande gioia per tutto il popolo (cf. Lc 2,10).
- 25/12: Arrivo a Porto Rico (1512) di mons. Alonso Manso, primo vescovo di tutta l’America.
- 26/12: S. Stefano, protomartire (+ 34 ca.), diacono pieno di fede e di Spirito Santo, morì perdonando e pregando per i suoi uccisori.
- 26/12: BB. Agnese Phila e Lucia Khambang, delle Suore “Amanti della Santa Croce”, martirizzate assieme ad altre donne cristiane della Tailandia (+ 1940).
- 27/12: S. Giovanni, apostolo ed evangelista: autore del IV Vangelo, tre lettere e l’Apocalisse.
- 27/12: B. Francesco Spoto (1924-1964), martire, prete siciliano dei Missionari Servi dei Poveri, morto nella Rep. Dem. del Congo a seguito delle vessazioni subite da parte dei ribelli simba.
- 28/12: Festa dei Santi Innocenti, testimoni silenziosi di Cristo con il sacrificio della loro vita.
- 28/12: S. Gaspare del Bufalo (Roma, 1786-1837), evangelizzatore di carrettieri e contadini, dedito alle missioni popolari, propagò la devozione al preziosissimo Sangue di Cristo.
- 29/12: S. Tommaso Becket (1118-1170), cancelliere del re d’Inghilterra, vescovo di Canterbury, fu esiliato in Francia per sei anni; rientrato in patria, fu ucciso nella sua cattedrale.
- 30/12: Enciclica sociale di Giovanni Paolo II Sollicitudo Rei Socialis (1987), nel ventennio dell’enciclica sociale di Paolo VI Populorum Progressio (1967).
- 31/12: ultimo giorno dell’anno civile. - Giornata Internazionale della Speranza.
Suor Margherita MARCUZZO
Carissime sorelle, sabato 19 novembre 2016, nella casa di cura “S. Giuseppe” di Tokyo, alla vigilia della solennità di Cristo Re, il Signore ha chiamato a sé la nostra sorella Suor Margherita MARCUZZO. Nata a Scomigo - Conegliano Veneto (Treviso) il 2 gennaio 1926. Professa a Casanova di Carmagnola (Torino) il 5 agosto 1948. Appartenente all’Ispettoria Giapponese “Alma Mater”.
Margherita era la terzogenita tra cinque fratelli e sorelle, nati da genitori onesti e di fede profonda. Da loro ereditò una grande fiducia nella Madonna alla quale si rivolgeva con la giaculatoria “Madre mia, fiducia mia”. Sin da ragazza Margherita coltivò in cuore il desiderio di lavorare per il bene degli altri. Un giorno nella sua parrocchia incontrò le FMA e nel 1943, pur avendo già superato l’età, fu iscritta alla scuola media “Don Bosco” a Conegliano. Nel 1945 decise di entrare nell’aspirantato a Padova e il 31 gennaio 1946 fu ammessa al postulato.
In seguito, avendo manifestato il desiderio di essere missionaria, la Madre generale, madre Linda Lucotti, la inviò al noviziato internazionale di Casanova dove professò il 5 agosto 1948. Per circa due anni suor Margherita restò nella Casa “Madre Mazzarello” di Torino per prepararsi alla missione e intanto collaborava nelle attività comunitarie. Partì per il Giappone il 13 novembre 1949 e vi giunse nel gennaio 1950. Fino al 1952 fu nella casa “S. Cuore” di Beppu dove vi era sia la scuola che l’opera sociale. Lavorò poi per due anni a Oita prestando un servizio educativo tra i bambini, in gran parte orfani di guerra dell’opera sociale, e anche come sacrestana. Dal 1954 al 1974 nella comunità “Madre Mazzarello” di Beppu fu addetta ai lavori comunitari e si dedicò con amore ai numerosi neonati dell’opera sociale che la casa ospitava. Dal 1964 fu pure economa della stessa comunità. Furono anni molto ricchi per lei, perché poteva esprimere verso i bambini la sua bontà materna e questa lasciò un’impronta nel cuore degli orfanelli. Anche quando suor Margherita era già anziana, molti di quei “bambini” venivano a trovarla riconoscenti per quanto aveva fatto per loro.
Nel 1974 fu trasferita a Yamanaka dove svolse attività comunitarie e, per un periodo, fu anche economa. Nel 1976 passò alla casa ispettoriale “Maria Ausiliatrice” di Tokyo per un po’ di riposo, ma sempre dedita ai lavori comunitari e, durante l’estate, in aiuto per il bucato e la sacrestia nella casa degli esercizi spirituali di Yamanaka. Nel 1978 le venne chiesto di prestare il suo servizio nella casa “Mamma Margherita” di Chofu, addetta ai Salesiani. Dal 1981 al 1986 lavorò nel Noviziato di Chofu e, al tempo stesso, era in aiuto nella Casa di riposo. Anche qui suor Margherita si distinse per la bontà e la serenità. Le novizie di quel tempo ricordano le attenzioni delicate che aveva per ciascuna di loro. Si preoccupava che si nutrissero bene, che non sentissero troppa nostalgia e le incoraggiava con uno stile familiare e allegro.
Nel 1986, ritornò alla casa “Maria Ausiliatrice” di Tokyo, come incaricata della lavanderia e dopo quattro anni le venne chiesto di andare a lavorare nella casa di Kawasaki addetta ai Salesiani, dove restò fino al 1996. Qui come in tutti i luoghi in cui fu mandata, suor Margherita aveva soprattutto un’attenzione speciale per le persone. Gli aspiranti salesiani, ora sacerdoti, non dimenticano la sua bontà e la sua sollecita disponibilità all’aiuto. Il celebrante che presiedette il funerale era uno di questi e nell’omelia disse che era consapevole di aver perso una mamma! Suor Margherita era anche ricca di umorismo e molto semplice, di quella semplicità che poteva sembrare semplicismo, ma che era invece frutto di genuina umiltà.
Dal 1996 al 2014, ormai molto indebolita nella salute, soprattutto con problemi alle ginocchia, fu inviata alla casa di riposo “S. Giuseppe” di Chofu, dove continuò a rendersi utile in quello che poteva, ma soprattutto pregando molto. Era convinta che la sua missione era la preghiera perché così le suggerivano le superiore e così le aveva raccomandato don Vincenzo Cimatti, tanti anni fa, dicendole che il Giappone aveva bisogno soprattutto di persone di preghiera. Non essendo più in grado di camminare, nel 2014 venne accolta in una casa di cura per poter essere meglio seguita. A chiunque andava a trovarla parlava della Madonna. All’inizio di questo mese, soffrì per una grave crisi cardiaca che fece presagire che l’incontro con Dio fosse vicino. Il 19 novembre, in giorno di sabato, il Signore venne a prenderla. Maria, che aveva amato tanto, certamente l’ha introdotta alla vera Patria.
La raccomandiamo alle preghiere di tutto l’Istituto e invochiamo dal Signore vocazioni belle e felici come la sua.
L’Ispettrice
Suor Teresina Morishita Wakayo
Iscriviti a:
Post (Atom)