Noi, 11 ragazzi della Parrocchia di Santa Croce, accompagnati da sr Stefania FMA, siamo partiti il 30 luglio 2014, con destinazione Chișinău, pronti a vivere una nuova esperienza di volontariato per due settimane, senza grandi aspettative. Siamo stati accolti calorosamente dalla Comunità Salesiana del Centro Don Bosco, che nei primi giorni ci ha mostrato la realtà con cui ci saremmo dovuti confrontare, radicalmente diversa dalla nostra. La vita tipica occidentale, con supermercati, centri commerciali, negozi di abbigliamento, di elettronica, affiancata ad una grande povertà molto diffusa, sia in città, ma soprattutto nelle campagne; povertà che non si rivela solo materiale, ma anche sociale e morale. In pochi anni, circa due terzi della popolazione, si è infatti trasferita all'estero, soprattutto in cerca di lavoro, e molte persone hanno lasciato le proprie famiglie, privando i figli di una figura educativa di riferimento come i genitori (in particolare le madri). Questi ragazzi devono affrontare molto spesso situazioni dure, come l'alcolismo, la mancanza di una casa e purtroppo anche la violenza. Proprio per questi ragazzi sono stati aperti in una zona povera della città, l'oratorio e la casa-famiglia del Centro Don Bosco, i quali offrono la possibilità di frequentare un sano ambiente educativo.
Il nostro gruppo, insieme ad alcuni animatori del Centro Don Bosco, si è dedicato all'organizzazione del GREST, proposto per la prima volta, nel quartiere russo di Codru, presso la scuola elementare del quartiere. Durante la mattinata preparavamo i laboratori e i giochi per il pomeriggio, alle 14.00 ci recavamo presso la scuola che ci ha concesso l’utilizzo di alcune aule e la palestra; dopo alcuni balli si facevano attività come braccialetti, danza, giocoleria e altro, merenda con pane e marmellata e tè per tutti e infine le ultime due ore erano dedicate ai giochi organizzati. La giornata per noi non era finita: dopo cena veniva aperto l'oratorio, frequentato da molti ragazzi, con i quali giocavamo a calcio, basket e pallavolo. In questi ambienti abbiamo potuto osservare che pur donando qualcosa di semplice, che apparentemente sembra poco, in realtà si possono fare grandi cose: si scopre quanto sia facile regalare un sorriso e quanto sia importante amare nella semplicità, senza tante pretese, discorsi o aspettative. Abbiamo compreso quanto la vita che viviamo ogni giorno a casa nostra, sia cosparsa di oggetti e comportamenti superflui: vedere la povertà e cosa essa provoca, rende visibile ed evidente l'essenziale, la vera base che dovrebbe sottostare a tutto, ossia l'amore gratuito. Esercitarlo comporta il mettersi in gioco completamente, con le proprie capacità e con i propri limiti. La prima sfida che abbiamo affrontato è stato il contatto coi ragazzi, difficoltoso per la differenza tra culture e soprattutto tra lingue, ma oltrepassato questo ostacolo non c'era nient'altro se non le proprie paure o pregiudizi. Davanti all'umiltà disarmante dei luoghi e delle persone che li abitano, non si può fare altro che provare amore per una terra e un popolo in forte disagio economico e sociale, per persone in difficoltà, per ragazzi che non hanno nulla all'infuori di un pallone e degli amici. La vera sfida di quest'esperienza di volontariato, però, non è il farsi trascinare completamente da questi ragazzi e dai loro sorrisi, ma continuare a provare quelle emozioni anche quando si ritorna nel proprio paese, mettersi in gioco per far rivivere quella realtà di pace e di umiltà a casa propria, dove sembra non mancare nulla. Un'altra forte esperienza vissuta qui in Moldavia è stata l'amicizia con i ragazzi della casa-famiglia: grazie al loro carattere scherzoso, sorridente e semplice abbiamo stretto dei legami forti che speriamo di poter tener saldi, confidando di poter ritornare a trovarli. Grazie a loro ci siamo resi conto di quanto sia prezioso avere un ambiente da chiamare “Casa”, delle persone in cui confidare, una famiglia con cui vivere e che ti voglia bene.
Con un milione di parole non si potrebbero descrivere le emozioni che abbiamo provato in queste due settimane, brevi ma intense; almeno una volta nella vita bisognerebbe intraprendere un'avventura come questa, perché scommettendo quel che si ha, si guadagna ben di più. La Moldavia ha lasciato in noi un seme che cercheremo di custodire e far crescere, per rendere la nostra vita più accorta alle esigenze del prossimo, capace di dare testimonianza dell'amore gratuito.
Gli animatori e sr Stefania
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