Prima della celebrazione eucaristica c’è stato tempo per un mutuo incoraggiamento a vivere con intensità questo momento, che rappresenta fin dalle origini l’espressione del desiderio più intimo di Don Bosco. Il Rettor Maggiore, ha infatti aperto l’incontro ricordando la prima delle 145 spedizioni missionarie avvenute sotto la cupola di Maria Ausiliatrice: quel giorno, l’11 novembre 1875, il santo dei giovani diede mandato a 10 giovani salesiani di andare in Argentina a evangelizzare, avendo particolare cura dei giovani; e nelle spedizioni che seguirono fino a che Don Bosco fu in vita partirono in totale 153 missionari: un numero impressionante, non solo in termini assoluti, ma soprattutto perché rappresentavano il 20% dei Salesiani dell’epoca, a riprovadella grande disponibilità verso le esigenze della Chiesa universale sempre nutrita dal Fondatore.
Nell’omelia Don Á.F. Artime ha sottolineato tre nuclei, ispirati dalla liturgia domenicale: ha invitato i missionari ad essere “retti secondo Dio”, senza presunzioni e senza atteggiamenti di superiorità per il grande dono che si reca; li ha esortati ad essere “servi senza privilegi” dei giovani e dei popoli cui si dedicheranno, per seguire l’esempio di Don Bosco che si è speso fino all’ultimo respiro per i giovani; e, infine, ha ricordato a tutti come il senso dell’essere battezzati, consacrati e missionari è “compiere la volontà di Dio”, lavorando fraternamente e in comunione profonda con gli educatori e pastori che s’incontrano nei luoghi di missione.
Il gesto della consegna del crocifisso si poi è ripetuto per i sacerdoti, le suore, i laici consacrati e i giovani volontari.
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