Carissime sorelle, il 14 marzo 2014, presso la Casa di cura “Betania” di Tokyo (Giappone), il Signore ha chiamato a sé la nostra carissima Suor Giuseppina MOROSINI. Nata a Martinengo (Bergamo) il 19 luglio 1925. Professa a Pessione (Torino) il 5 agosto 1951. Appartenente all’Ispettoria Giapponese “Alma Mater”.
Giuseppina era la primogenita nata da genitori di forte fede che la seppero educare con molto affetto. Da buona sorella maggiore, fin da piccola, aveva una speciale cura per le tre sorelle e il fratellino. Da una zia sarta, imparò l’arte del cucito e in questo modo si preparò alla sua futura missione. In casa sua arrivava regolarmente il Bollettino salesiano. Ad uno dei fascicoli era allegata una reliquia di S. Giovanni Bosco con la richiesta di un’offerta. Il papà rispose con tanta generosità perché in famiglia si amava molto don Bosco. Come ringraziamento, il Bollettino salesiano inviò una biografia di Madre Mazzarello e questa fu l’occasione che fece nascere in Giuseppina il desiderio di diventare Figlia di Maria Ausiliatrice. Proprio in quel periodo la Consigliera generale Madre Elba Bonomi si trovava in famiglia per la morte del padre e offrì a Giuseppina l’opportunità di visitare la Casa generalizia di Torino e le facilitò l’entrata nell’Istituto.
Dopo aver emessa la prima professione, all’età di 26 anni, suor Giuseppina fu destinata al Giappone. Ricevette la confidenza di Madre Elba che era stato anche suo desiderio essere missionaria in Giappone. Dopo un anno di preparazione presso la casa di Torino “Madre Mazzarello”, partì e fu inviata alla casa di Osaka, aperta da poco. Qui fu incaricata del guardaroba. Nel 1954 a Tokyo, nella casa “Maria Ausiliatrice” ebbe lo stesso compito. Dopo quattro anni, nel 1958, tornò a Osaka e fino al 1964 fu guardarobiera e poi economa, servizio che svolse con senso di responsabilità e precisione. Nel 1974 fu inviata a Tokyo, casa ispettoriale, dove rimase per quasi 40 anni. Il suo compito iniziale fu quello di economa. Nel 1986, pur continuando ad aiutare l’economa, fu portinaia e telefonista. Nel 1995 le affidarono il laboratorio dove cercava di accontentare le suore preparando veli, abiti e rammendando la biancheria. Molte consorelle sono riconoscenti a suor Giuseppina per la cura e la sveltezza con cui confezionava i lavori vari. Nel 2009 lasciò ogni attività.
Nel febbraio 2012, in seguito ad una caduta, si fratturò il femore e da allora non poté più camminare e non si riprese più. Nel 2013 fu ricoverata per un lungo periodo e si costatava il costante indebolimento, per cui circa due mesi fa, fu accolta nella Casa di cura “Betania”, tenuta da religiose. Qui fu assistita e curata con tanta dedizione e competenza ma giorno per giorno le sue condizioni peggiorarono fino a precipitare e a portarla alla Casa del Padre.
Il carattere di suor Giuseppina, detto alla giapponese, era come un tronco di bambù tagliato, cioè era una persona schietta: il “sì” era “sì”; il “no” era “no”. Quello che pensava lo diceva senza mezzi termini. Per questo però, a volte, soffriva ed era motivo di sofferenza. Suor Giuseppina così ha scritto: «Sono entrata nell’Istituto per lavorare tra i giovani, ma mi dispiace di non averlo potuto fare». Era cosciente dei suoi limiti e si abbandonava alla misericordia di Dio. Era una persona di preghiera.
Ora l’affidiamo anche noi alle mani misericordiose di Dio Padre e chiediamo le preghiere di tutto l’Istituto che lei ha molto amato.
L’Ispettrice
Suor Inoue Sumiko Maria Assunta
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