Roma - “Un altro barcone è affondato nella notte tra le coste libiche e l'Italia e con esso si conferma anche la sparizione del ruolo dei leader politici europei. Questi, infatti, sembrano perseguire unicamente il trend del proprio interesse unito a quello dell'inettitudine nel gestire con efficacia il fenomeno quotidiano e costante della migrazione di persone dal Sud al Nord del mondo". Questo il commento di P. Gianni Borin, superiore della Regione Europea e Africana della Congregazione Scalabriniana che qualifica l’ennesima tragedia di migranti nel Mare Mediterraneo come "una tragedia annunciata, frutto dello stallo cronico in cui si trova l'Unione Europea". Ogni tragedia del mare, ribadiscono i Missionari Scalabriniani, oltre a suscitare dolore e sdegno in chiunque opera al fianco di migranti e rifugiati, è “un'offesa anche all’intelligenza di ogni persona ‘di buona volontà’, un richiamo deciso per coloro che rivestono cariche istituzionali e sono posti a capo delle nostre società per il bene comune.
I Missionari Scalabriniani ribadiscono una volta ancora “la necessità fondamentale di canali umanitari quale urgenza ineludibile se si vuole rallentare, anzi, cessare la macabra conta dei morti; “l'urgenza di prendersi in carico, integralmente, delle persone salvate, accompagnandole nei loro bisogni primari attraverso percorsi efficaci di inclusione nella società di arrivo; il combattere il persistente traffico umano via mare e via terra”.
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