Il Cairo - “Assalire i cristiani
e i credenti di altre religioni per falsa religiosità rappresenta un tradimento
degli autentici insegnamenti dell'islam”. Così si legge nel documento di
sintesi pubblicato a conclusione della Conferenza su estremismo e terrorismo,
organizzata il 3 e 4 dicembre dall'Università di al-Azhar. Al convegno
internazionale, organizzato presso l'Università cairota – considerata il più
importante centro teologico dell'islam sunnita – per riflettere sulla
controversa questione del rapporto tra mondo islamico ed estremismo a tinte
islamiste, hanno preso parte 700 studiosi e rappresentanti di istituzioni
politiche, sociali e religiose – compresi alcuni leader di comunità cristiane
d'Oriente - provenienti da 120 Paesi (vedi Fides 3/12/2014 e 4/12/2014).
Nel testo finale, articolato in 10 punti, sono molteplici i riferimenti
specifici ai cristiani del Medio Oriente e alle sofferenze a loro inflitte dai
gruppi di marca jihadista. Cristiani e musulmani – sottolinea il testo al punto
3 - hanno vissuto in armonia nel Medio Oriente per molti secoli, e
continueranno a farlo. Il documento conclusivo della Conferenza condanna come
criminale ogni azione tesa a costringere all'esodo forzato i cristiani che
vivono nelle aree controllate da gruppi di militanti islamisti. “Noi - si legge
inoltre nel testo, pervenuto all'Agenzia Fides - incoraggiamo i cristiani a
rimanere radicati nelle loro terre d'origine, e a resistere a questa ondata di
terrorismo che tutti noi stiamo soffrendo”.
Nel documento i gruppi jihadisti,
come lo Stato Islamico (IS) e al Nusra, vengono condannati senza appello, come
realtà “che non hanno nulla a che fare con l'islam”. “Terrorizzare chi è
inerme, uccidere l'innocente, assaltare le proprietà e i luoghi sacri - si
legge nel testo - sono crimini contro l'umanità che l'islam condanna senza
eccezioni”. Il Grande Imam di al Azhar, Ahmed al Tayyeb, che aveva tenuto
l'intervento inaugurale della conferenza – subito seguito da quello del
Patriarca copto ortodosso Tawadros II - ha denunciato anche manovre concepite
in Occidente che “mirano a giocare con le tensioni settarie e etniche” per
destabilizzare l'area mediorientale.
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