Sr. Teresina in mezzo a due delle sue consorelle |
Carissime sorelle, domenica, 23 marzo
2014, il Dio della vita e della risurrezione ha chiamato a sé, dalla casa di
Gerusalemme (Israele), la nostra carissima
Suor Teresina BERTONCELLO. Nata a S. Martino di Lipari (Padova) il 12
luglio 1934. Professa a Pella (Novara) il 6 agosto 1959. Appartenente
all’Ispettoria Medio Oriente “Gesù
Adolescente”.
Teresina nacque in una famiglia di
contadini veneti, amanti della natura e della vita. Ebbero dieci figli e
figlie. Finita la scuola elementare, era già in grado di aiutare la mamma nelle
faccende di casa, mentre i più grandi erano al lavoro nella campagna. In casa
imparò l'arte culinaria che a lungo esercitò nell’Istituto. Appena adolescente
andò a lavorare in una fabbrica di cotone a Novara ed era convittrice presso le
FMA. Restò affascinata dallo stile di vita delle suore ed ebbe la fortuna di trovare
un direttore spirituale che la orientò nella scelta vocazionale. A 22 anni
decise di entrare nel nostro Istituto. Il 6 agosto 1959 fece la professione e
venne destinata all'Istituto “Immacolata” di Novara come cuoca, obbedienza che
accolse con gioia e senso di responsabilità.
Contemporaneamente
presentò la domanda missionaria e fu destinata all'Ispettoria del Medio Oriente. Giunse ad
Alessandria d'Egitto nel 1963. Lavorò nell’Istituto “D. Bosco” per 21 anni.
L'economo salesiano di quei tempi, con cui si è ritrovata di nuovo a Betlemme,
così parla di suor Teresina: «Ho avuto l'occasione e
la fortuna di lavorare molti anni con lei, fin dal suo primo arrivo in Medio
Oriente. Ora che è nella pace del Signore posso affermare che ha molto sofferto
ma ha saputo offrire a Dio i "fiori di lacrime" sul modello della
Beata Eusebia Palomino. La considerava sua particolare protettrice e il suo
modello di vita consacrata e di servizio nell'umile lavoro di cucina. Nell'esempio
della nostra Beata ha sempre trovato la forza di accettare anche la sofferenza
causata dalla precaria salute».
Un altro Salesiano,
allora chierico, attesta: «Con il suo sorriso poteva conquistare tutti quelli
che incontrava. Riusciva a soddisfare tutti con i suoi gesti fraterni. Mi ha incoraggiato
a proseguire il cammino verso il sacerdozio, nonostante le difficoltà che
incontravo. Quello che faceva e il modo con cui lo faceva esprimeva tutto il
bene che voleva ai confratelli».
Una consorella scrive:
«Ho conosciuto suor Teresina da giovane, il suo lavoro di cuoca non lo faceva
come mestiere, ma con grande entusiasmo. Aveva una particolare attenzione per i
chierici e i giovani sacerdoti bisognosi di nutrimento particolare. Sovente,
alle ore dieci, chiamava qualcuno per dargli una spremuta».
Con la medesima
disponibilità nel 1984 ha continuato il suo servizio nell'ospedale italiano di
Damasco, diretto della FMA, poi nella casa di Betlemme, e di nuovo a Damasco
dal 1988 al 1994. Passò poi ad Alessandria d’Egitto da dove tornò a Betlemme
fino al 2009. In questi ultimi anni a Gerusalemme, finché poteva stare in piedi,
ha sempre lavorato. Faceva cucina con passione e competenza sempre
aggiornata.
La sua serenità poteva far credere che
non avesse delle sofferenze,
invece ne ha avute tante sia dalla famiglia numerosa: alcuni fratelli morirono
precocemente, altri emigrarono in America o in Australia senza più poterli
incontrare. Tutto per lei diveniva oggetto di preghiera e di offerta. Leggeva molto, in particolare la
letteratura salesiana per tenersi aggiornata sulla vita dell'Istituto e della
Chiesa.
Quello che più l'ha sostenuta nella
vita segnata anche dalla malattia – diabete e reumatismi – è stata la preghiera. Lei si alzava alle 4.30
per essere in Chiesa a pregare. La sua era una preghiera dai vasti orizzonti
che abbracciava la famiglia, l'Istituto, la Chiesa e tante persone conosciute e
amate.
Gli ultimi due mesi li ha passati in
una grande sofferenza: il suo corpo si è consumato velocemente. Assistita
giorno e notte dalle consorelle, ha terminato la sua esistenza terrena
esprimendo riconoscenza ai
dottori e alle consorelle che si sono presi cura di lei.
La corona di Sacerdoti salesiani
attorno alla sua bara, durante la celebrazione delle esequie, dice la grande
riconoscenza dei Salesiani per questa nostra sorella. Anche noi sue consorelle
presenti ai funerali e, a nome di tutta l'Ispettoria, abbiamo ringraziato il
Signore per il dono di suor Teresina alla nostra Famiglia religiosa, per la sua
fedeltà e il suo esempio di instancabile donazione. Siamo certe che è già nella
dimora di luce e di pace preparata da Cristo per lei. Ci dà fiducia il saperla
ora nostra protettrice presso il Signore. Perciò le chiediamo il dono di
generose vocazioni fedeli come lei alla chiamata di Gesù.
L'Ispettrice
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