Agrigento - “La voce dei poveri a
Lampedusa è duplice: c’è la voce degli immigrati, ma anche quella degli
isolani, che si trovano schiacciati da queste presenze, ma non sono aiutati ad
aiutare”. Per questa ragione, spiega in un’intervista al Sir l’arcivescovo
della diocesi di Agrigento e Presidente della Fondazione Migrantes, monsignor
Francesco Montenegro, “sono venuto nelle sedi comunitarie di Bruxelles a
raccontare cosa succede sull’isola e nelle terre che accolgono i migranti”.
Mons. Montenegro è stato tre giorni a Bruxelles dove ha incontrato i
rappresentanti delle principali istituzioni europee. A seguito dell’incontro i
commissari europei e con il presidente del Consiglio Ue, Van Rompuy, riferisce
l’arcivescovo, “hanno affermato di essere stati profondamente toccati dalle
ultime vicende e che hanno incominciato a riflettere maggiormente sul
problema”. Però è apparsa chiara la “difficoltà di prendere insieme delle
decisioni. Sono state assunte delle iniziative, come Frontex e l’avvio della
task force europea nel Mediterraneo. Ma dobbiamo sperare che non si tratti solo
di strumenti per ostruire il passaggio dei migranti”. Se si pensa di fermare
l’emigrazione con qualche legge più severa “credo che sarà un fallimento”, e ai
cattolici come cittadini europei monsignor Montenegro dice che “noi tutti
abbiamo il dovere di mettere in moto la coscienza, dobbiamo sostenere persone
che sappiano guardare lontano, andando al di là degli interessi personali e dei
nazionalismi. Bisogna spostare tutta l’attenzione sull’uomo”.
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