22 febbraio 2021

Suor Rosa Pepe

Carissime sorelle, la notte del 14 febbraio 2021, dalla casa “Beata María Troncatti” di Quito Cumbayá (Ecuador), il Signore ha chiamato a Sé la nostra carissima Suor Rosa PEPE.

Nata a Capurso, Bari (Italia) il 14 giugno 1925
Professa ad Ottaviano (Napoli) il 6 agosto 1947
Appartenente all’Ispettoria Ecuadoriana “Sacro Cuore” – Quito 

Suor Rosa affermava che la vocazione alla vita religiosa era nata con lei, trasmessa dalla mamma e maturata nella vita familiare, con la frequenza ai Sacramenti e all'Azione cattolica. Ma, al momento di realizzare il suo ideale e seguire la chiamata del Signore, le risultò molto difficile il distacco dalla mamma. Superò questa difficoltà con grande fede e abbandono in Dio che la voleva per Sé, e nella fiducia in Maria che considerava Madre e guida sicura. 

Fu ammessa come postulante a Napoli Vomero il 31 gennaio 1945 e fece la vestizione ad Ottaviano il 6 agosto dello stesso anno. Il 6 agosto 1947 emise i primi voti. Durante il periodo dei voti temporanei lavorò come maglierista a Fragagnano, Taranto e Napoli Vomero. 

Avendo fatto domanda missionaria, nel 1952 venne inviata a Castelgandolfo per cominciare a prepararsi. Il 5 agosto 1953 a Napoli emise i voti perpetui donandosi totalmente al Signore, in piena disponibilità alla Sua volontà. Inviata a Torino “madre Mazzarello” per continuare la preparazione missionaria. Nell’anno 1953-1954 frequentò un corso per l´assistenza agli ammalati, presso l'ospedale “Maria Vittoria” di Torino. 

Destinata all’Ecuador, suor Rosa partì il 22 agosto 1954 e vi giunse il successivo 19 settembre. Venne assegnata alla comunità “Corazón de María” di Cuenca, dove rimase per due anni come assistente delle novizie. Nel 1956 fu trasferita alla comunità di Sucúa come infermiera. Due anni dopo, passò a Bomboiza con la stessa responsabilità. Nel 1964 venne nominata direttrice della comunità di Sucúa, servizio che prestò per un biennio. 

Negli anni successivi lavorò come infermiera in varie comunità: Bomboiza, Playas, Quito Cumbayá “Beata María Troncatti” e Quito “María Ausiliatrice", Méndez, Chiguaza, Sucúa e Quito Cumbayá “Casa di Spiritualitá” dove rimase dal 2005 al 2017. Nel 2017, per poter essere meglio assistita e curata nel suo delicato stato di salute, fu accolta nella vicina Casa di Riposo "Beata María Troncatti” dove rimase fino al giorno in cui tornò alla Casa del Padre. 

Suor Rosa non aveva avuto contatti diretti con le ragazze e le giovani, perché il suo apostolato lo svolse principalmente nel settore infermieristico. Ma il poco tempo che trascorse con loro, le fu utile per sentire che la sua missione consisteva nell’offrire per i loro bisogni formativi e per la loro crescita, il proprio lavoro e la preghiera quotidiana. Le suore che vissero con lei testimoniano che era una sorella ricca di molte qualità e di tanti valori. 

Aveva un carattere forte, ma era molto retta nelle parole e nelle azioni. Era laboriosa, generosa e attenta, sempre puntuale alle pratiche di pietà e amante della preghiera. In comunità era una persona riservata e prudente, tutta dedita agli impegni che le venivano affidati, premurosa verso le consorelle nelle loro necessità, attenta a tutti, caritatevole con le persone che più avevano bisogno.

Grazie, cara suor Rosita, per aver donato la tua vita di FMA missionaria nel nostro Paese. Ringraziamo il Signore per il dono della tua vocazione, vissuta in fedeltà e impegno. Possa la tua testimonianza di vita consacrata ispirare a molte giovani donne la decisione di seguire le orme del Signore come hai fatto tu.

L’Ispettrice
Suor Cruz María Piña

40 días navegando con Laudato Si’ en la Querida Amazonía (esp - por)

15 febbraio 2021

Suor Ernestina Quattri

Carissime sorelle, nel pomeriggio di lunedì 8 febbraio 2021, dall’Ospedale “Luigi Sacco” di Milano, il Signore ha chiamato al suo Regno di luce e di gioia la carissima nostra Suor Ernestina QUATTRI.

Nata a Codogno (Lodi) il 22 aprile 1930
Professa a Contra di Missaglia (Lecco) il 6 agosto 1951
Appartenente all’Ispettoria Lombarda “Sacra Famiglia” - Italia 

Ernestina nacque in una famiglia semplice e laboriosa: il papà era tranviere e la mamma operaia. Il Signore li benedisse con la nascita di due figli, di cui lei era la più piccola. Non sappiamo quando e per quali motivi la famiglia si trasferì a Milano. Ernestina fu subito assidua frequentatrice dell’oratorio parrocchiale. Incontrò casualmente le FMA durante una processione che scoprì poi essere quella del 24 maggio; incontro che lasciò in lei un segno indelebile. Dopo anni, nelle note autobiografiche, scriveva: «Ricordo l’accoglienza fattami dalle suore con un sorriso e un’allegria mai vista!» E forse è questo il tratto che ha accuratamente cercato di vivere nella sua lunga vita. 
Il Parroco la presentò all’Istituto come una giovane che dava segni di vocazione religiosa e buona speranza di corrispondere con generosità al dono di Dio. Nel gennaio 1949 fu accolta nel Postulato a Triuggio e nell’agosto dello stesso anno entrò in Noviziato a Contra di Missaglia. Dopo la Professione, partì subito per Torino “Istituto Madre Mazzarello” per prepararsi alla ‘missione ad gentes’ acquisendo la formazione mirata a questo obiettivo. Partì per il Nord Est dell’India (Assam) il 15 agosto 1952 e per 20 anni lavorò come Educatrice nella Scuola Materna nelle case di Guwahati, Calcutta e Kohima. L’esperienza di povertà la toccò profondamente. I poveri, infatti, sono rimasti sempre nel suo cuore e, quando le capitava di ricevere qualche offerta, la consegnava dicendo «È per i poveri. Noi abbiamo già troppo, troppo… se ci lamentiamo è peccato grave». 
Al rientro dalle missioni, nel 1972, continuò ad essere educatrice dei piccoli, il primo anno a Roma e poi nell’Ispettoria Lombarda di Milano via Bonvesin da dove era partita. Lavorò a Cinisello Zona Rondinella per due volte e così pure a Milano via Bonvesin; poi Milano Viale Suzzani, Melzo, Castano Via Diaz. Dal 1992 era nella Casa di Milano via Bonvesin dove, finché le forze glielo permisero, diede il suo contributo per il buon andamento della comunità come sacrestana e guardarobiera. Ha lavorato tanto; ma, più che la quantità, è significativo il modo con cui l’ha fatto. 
Una giovane consorella che ha vissuto con lei l’ha definita “uno spettacolo di donna” per il suo modo di relazionarsi in comunità e con le persone esterne, adulti o piccoli che fossero. Era festosa, di grande e originale capacità comunicativa. Incontrandola per i corridoi, non mancava mai di salutare con battute simpatiche. Alla “buona notte” le sue barzellette facevano bene al cuore poiché avevano il potere di rasserenare. All’uscita degli allievi al termine delle lezioni, aveva per ogni genitore quella parola buona e quel tono brioso con cui sapeva mantenere i contatti con tutti. Gli adolescenti dell’ultimo anno di Scuola Superiore desideravano avere lei come ‘angelo custode’ perché non solo pregava per loro, ma li cercava e si interessava del loro andamento scolastico. 
Aveva un talento innato per conquistare benefattori: andava al mercato, salutava cordialmente i venditori, raccontava barzellette, prometteva preghiere e seminava buon umore; riportava poi a casa piccole offerte che, come si è detto, dovevano essere per i poveri. Accudiva la sacrestia con particolare cura, attenta alla Liturgia e anche ai fiori che non mancavano mai. In guardaroba svolgeva un lavoro considerevole in fraterna collaborazione con la sorella responsabile, suor Onorina Moscatelli. Senza far pesare nulla, preparavano la biancheria non solo in modo accurato, ma con gesti previdenti di fine gentilezza. Suor Ernestina ha amato profondamente la vita; col suo tratto faceto era solita dire: «Io non ho premura…il Signore lo sa; tanto poi di là c’è l’eternità». 
Negli ultimi mesi, era stata colpita dal Covid-19 con riprese e ricadute che hanno esigito una lunga degenza, passando in quattro Ospedali diversi. In questi ultimi giorni si era in attesa della dimissione, ma il suo fisico, già debilitato dall’anzianità e dal terribile virus, non ha retto. 
Siamo molto riconoscenti al Signore per questa sorella che ha vissuto con intensità di amore, in piena e disponibile obbedienza e con grande gioia. Siamo sicure che dal Cielo continuerà, con la sua abituale arguzia, ad intercedere per noi, per l’Istituto e la Chiesa vocazioni generose e animate dalla passione missionaria. 

L’Ispettrice
Suor Maria Teresa Cocco

11 febbraio 2021

Suor Joanna WALA


Carissime sorelle, il 7 febbraio 2021, dalla casa dei suoi familiari, a Jastrzębie-Zdrój (Polonia), è passata alla Casa del Cielo la nostra  carissima Suor Joanna WALA.

Nata a Rydułtowy (Polonia) il 6 febbraio 1961
Professa a Pogrzebien (Polonia) il 5 agosto 1984
Appartenente all’Ispettoria Polacca “Madonna di Jasna Gora” - Łomianki

Suor Joanna nacque nell’Alta Slesia, in una famiglia di minatori. Il suo papà era ingegnere minatore e la mamma si occupava della casa e dell’educazione dei tre figli: due sorelle e un fratello, minore di lei, che è diventato Salesiano. La famiglia aveva radici cristiane solide. Tra i parenti c’erano anche alcuni zii sacerdoti. Joanna fin da giovane si distingueva per una profonda vita spirituale. Partecipava ogni giorno all’Eucaristia e faceva parecchi pellegrinaggi a Czestochowa. Aveva assimilato il motto di S. Giovanni Paolo II: Totus Tuus, Maria e desiderava viverlo in pieno. Terminato il liceo, Joanna rispose alla chiamata vocazionale che portava in cuore da tempo. Il clima di fede della famiglia e l’ambiente parrocchiale favorirono il discernimento e l’orientamento alla vita consacrata. Leggendo la domanda che scrisse per chiedere di entrare nell’Istituto delle FMA, comprendiamo che, all’inizio, non le era stato facile scegliere l’Istituto religioso. Ma, da quando conobbe le FMA e vedendo con quanta dedizione e gioia lavoravano per l’educazione dei bambini e delle giovani, decise di condividere la loro vita e la loro missione.  

Nel 1980 cominciò il cammino formativo a Dzierzoniow con il grande desiderio di essere missionaria ad gentes. Interpretava questo desiderio come una risposta all’amore infinito di Dio verso di lei, amore che aveva sentito fin da piccola. Voleva vivere la santità del quotidiano, con fedeltà perseverante al da mihi animas cetera tolle, nella missione con e per i più poveri del mondo. Fu ammessa al Postulato il 7 ottobre 1981 e, dopo il Noviziato a Pogrzebien, emise la prima professione il 5 agosto1984. Dopo l’anno di Iuniorato a Lódż “S. D. Bosco”, lavorò per due anni come catechista nella casa “S. Teresa” della stessa città. Fu poi cuoca a Oświęcim e nel 1988 iniziò a realizzarsi il suo sogno missionario: partì per Roma per partecipare al corso delle neo missionarie. Il 4 agosto 1990 emise con gioia la Professione perpetua e, dopo un anno a Bruxelles per l’apprendimento del francese, finalmente nel settembre 1990 giunse in Gabon, a Port Gentil, dove fu impegnata nella scuola e nelle attività pastorali. Dal 1993 al 1999 lavorò a Kara (Togo).

Dopo un anno a Port Gentil e due anni a Kara, nel 2002 giunse a Oyem (Gabon), dove venne nominata direttrice. L’anno successivo ritornò a Port Gentil svolgendo questo stesso servizio di animazione. Concluso il triennio, si dedicò alla pastorale a Yaoundé e a Bafia (Camerun). Nel 2012 venne nominata direttrice a Pointe-Noire (Congo Brazzaville). Dal 2013 al 2015 fu anche membro del Consiglio ispettoriale. Lavorò come insegnante di religione e responsabile della formazione dei catechisti a livello diocesano.

Suor Joanna era un’appassionata della catechesi e ha formato generazioni di catechisti in Africa Occidentale e Centrale. Faceva tutto con grande zelo e amore verso i più poveri, offrendo loro tutte le sue forze e i suoi talenti. Non si lasciava fermare da niente, neppure quando la sua salute veniva meno. 

Nel 2015 tornò in Polonia per prendersi cura dei genitori anziani e deboli di salute. Apparteneva alla comunità FMA di Jastrzębie-Zdrój, dove si occupava dei lavori domestici, dell’oratorio e del doposcuola. Il papà andò in cielo nel 2018 e, da quel momento, si occupò della mamma, lavorando mezza giornata nella segreteria della nostra scuola. Con gioia aveva accolto la proposta dell’animazione missionaria dell’Ispettoria: non cessava di pensare e di aiutare le missioni seguendo personalmente i progetti di adozione a distanza. In comunità era anche responsabile dell’Unione Exallieve/i. Suor Joanna era sempre allegra, cordiale, premurosa e coraggiosa nel promuovere il bene degli altri.

Alla fine di dicembre si è sentita male, ma senza segni evidenti del cancro alle ossa, che era ormai in uno stadio avanzato. Ricoverata in ospedale, rimase solo una settimana. Sapeva che la sua vita stava per concludersi e fu accolta nella casa della mamma, non lontana dalla nostra comunità. La famiglia e le consorelle l’hanno accompagnata in queste settimane e gli ultimi giorni hanno vegliato pregando attorno al suo letto. Il 2 febbraio, con tutta la comunità, ha rinnovato i suoi voti. Soffriva tanto, ma si manteneva serena. Ha atteso la chiamata dello Sposo nell’accettazione della volontà di Dio. E Lui è venuto a portarla nella sua casa la domenica 7 febbraio, dopo che il giorno prima aveva compiuto 60 anni di età.

Carissima suor Joanna, ci hai lasciate troppo presto! Ti ringraziamo per la tua passione per le missioni, per la tua fede forte e tenace, per il desiderio di servire il Signore fino alla fine. Gli chiediamo che ti doni la vita eterna e la pienezza della gioia. E tu intercedi per noi, perché sappiamo vivere il carisma salesiano con la tua passione e con gioia, ogni giorno.                                                             

L'Ispettrice
Suor Małgorzata Pilarska




8 febbraio 2021

Suor Isabel GARCÍA JIMÉNEZ

Carissime sorelle, la sera del 1° febbraio 2021, dalla Comunità “S. Maria D. Mazzarello” di Sevilla (Spagna), il Signore della Vita ha chiamato a godere eternamente della Sua presenza la nostra carissima Suor Isabel GARCÍA JIMÉNEZ.

 

Nata a Morón de la Frontera, Sevilla (Spagna) il 19 dicembre 1933

Professa a San José del Valle (Spagna) il 6 agosto 1957

Appartenente all’Ispettoria Spagnola “Maria Ausiliatrice” – Madrid

Suor Isabel nacque in una famiglia numerosa composta da sette figli, di cui lei era la quarta. I genitori, Carmen e Miguel, li educarono sulla base di solidi princìpi. Frequentavano con loro la parrocchia e li seguivano per la scuola e la catechesi. Sua sorella maggiore, María Teresa, instancabile missionaria in Paraguay, la precedette nell'Istituto e rimase sempre il suo punto di riferimento. Suor Isabel racconta nei suoi scritti che, vedendo quanto sua sorella era felice, decise anche lei di diventare Figlia di Maria Ausiliatrice. Guidata da un sacerdote, nonostante le difficoltà iniziali che dovette superare per ottenere il permesso dei genitori, all’età di 19 anni iniziò con determinazione il periodo formativo. Ammessa al Postulato il 31 gennaio 1955 a Sevilla, il successivo 5 agosto cominciò il Noviziato a San José del Valle.

Dopo la Professione emessa il 6 agosto 1957, venne inviata alla Casa “María Auxiliadora” di Sevilla come guardarobiera e, dopo tre anni, passò a Granada, all'epoca della fondazione di quella nuova presenza. Si trattava di un grande Collegio che le FMA avevano ricevuto da un'altra Istituzione che lo gestiva in precedenza. Suor Isabel, insieme alla Comunità, poté mettere in pratica con ardore e zelo il Sistema Preventivo. Era felice in mezzo a tante ragazze e giovani, la maggior parte delle quali molto povere. Ancora oggi le suore ricordano suor Isabel instancabile nel suo lavoro, vicina alle ragazze, assistente di un gruppo di 60 interne e responsabile del guardaroba. Dicono di lei che, di fronte al bisogno, “non sapeva dire di no”.

Nel 1963, accolse l'invito dell’Ispettrice che, in una lettera indirizzata alle suore, chiedeva se qualcuna fosse disposta ad andare in Germania come missionaria a servizio della Colonia Spagnola di immigrati. Suor Isabel si offrì con generosità e dopo gli Esercizi Spirituali del 5 agosto, non tornò a Granada e partì direttamente per la Germania insieme ad altre due suore spagnole, suor Iluminada Iglesias e suor Mª Jesús Goñi. Per dodici anni suor Isabel lavorò come cuoca donandosi con generosità e gratuità.

Tornata in Spagna nel 1975, quando suo padre era già molto debilitato nella salute, continuò il suo dono di amore nelle Case di Jerez de la Frontera, Sanlúcar la Mayor, Arcos de la Frontera, Rota (per tre volte) e Fuente Carretero, inizialmente come cuoca e poi come economa. Nel 2015 venne accolta a Sevilla Nervión già molto fragile. L’anno dopo passò a Sevilla “S. Maria D. Mazzarello”, bisognosa di cure speciali.

Suor Isabel era molto buona, al punto che le suore stesse la definivano "angelo". Sorridente, di buon umore, umile e molto sacrificata, non si lamentava mai ed era una lavoratrice instancabile. Non ha mai trascurato la preghiera e ha sempre saputo leggere la vita, con le sue gioie e le sue battute d'arresto, alla luce della fede. È significativo sentire come la definiva una delle sue formatrici: "Ha un grande desiderio di santità ed è molto felice della sua vocazione". Lei stessa ci dice, nei suoi scritti, che la sua giaculatoria preferita è sempre stata: «Sacro Cuore di Gesù confido in te».

In suor Isabel abbiamo visto una sorella disponibile alla volontà di Dio, aperta alla collaborazione in diversi servizi nella missione affidata e a vivere in Comunità molto diverse, da case grandi ad altre più piccole inserite in piccoli paesi. Non possiamo non ricordarla a Sanlúcar la Mayor, dove stava sveglia anche di notte in cucina perché ai molti gruppi che passavano per la Casa di Spiritualità non mancasse mai ciò di cui avevano bisogno, piena di attenzioni materne. Nel periodo in cui le novizie la frequentavano molto, nella sua semplicità era una formatrice saggia e prudente. Portava la passione della catechesi nel suo cuore e, finché ha potuto, non l'ha abbandonata. Nei suoi scritti ci dice che era la missione che più le piaceva fare nella vita.

Il morbo di Alzheimer l'ha accompagnata durante quest'ultimo periodo, ma non le ha tolto il suo abituale sorriso. Nel mese di gennaio la sua salute è peggiorata così tanto che, in diverse occasioni, è stata molto vicina al cielo. Il medico che l'ha assistita in questi ultimi giorni ha detto che suor Isabel è morta con il Covid-19, non di Covid. Ora riposa tra le braccia del Padre.

Cara suor Isabel, ringraziamo Dio per la tua vita fatta dono e feconda nell'Istituto. Che Maria Ausiliatrice, che ti ha sempre accompagnata e che hai tanto amato, continui a benedirci con vocazioni alla vita consacrata che, come te, danno tutto per Gesù e il suo Regno.                     

L’Ispettrice
Suor María del Rosario Garcia Ribas

Suor Isabel MARTOS

Carissime sorelle, all’alba del 23 gennaio 2021, dalla casa “S. Maria D. Mazzarello” di Santiago El Bosque (Cile), è entrata nella Casa del Padre per celebrare la festa delle nozze eterne, la nostra carissima Suor Isabel MARTOS.

Nata a Calvia, Isole Baleari (Spagna) il 27 novembre 1922
Professa a San José del Valle (Spagna) il 6 agosto 1946
Appartenente all’Ispettoria Cilena “San Gabriele Arcangelo” – Santiago

I suoi genitori, Teófilo e Maria del Amparo, formarono una famiglia cristiana, testimoniando l’amore e l’unione alle loro figlie Carmen, Isabel e María Luisa. Isabel e Carmen, la sorella maggiore, andavano a gara a chi amasse di più Gesù e facevano mortificazioni come espressione di questo amore. Isabel visse l’infanzia in Andalusia, frequentando la Primaria a Morón de la Frontera e poi la Scuola Secondaria come interna al Collegio “María Auxiliadora” di San Vicente, Sevilla. Qui conobbe le FMA e il carisma salesiano, percepì la chiamata del Signore e vi rispose generosamente. Dopo il postulato, che iniziò il 31 gennaio 1944, il successivo 5 agosto entrò in noviziato. Prima della professione religiosa emessa il 6 agosto 1946, aveva fatto domanda per essere missionaria ad gentes: nel suo cuore desiderava condividere con altre giovani la gioia di essere FMA.
La domanda venne accettata e, pochi giorni dopo, fu inviata in Cile: aveva 23 anni. Del viaggio lasciò scritto: «Il 13 settembre 1946 mi sono imbarcata per Buenos Aires arrivando il 2 ottobre e, alla fine dello stesso mese, sono andata alla pittoresca città di Punta Arenas, dove siamo sbarcati il 1° novembre. Sono rimasta qui fino al 5 febbraio 1953, quando le Superiore mi hanno assegnata a Porvenir». Da allora e per tutta la sua vita, le suore e le giovani godettero della sua presenza gioiosa ed energica, capace di riempire di dinamismo ogni spazio, praticando la massima salesiana: "Noi facciamo consistere la santità nell'essere sempre allegre».
Nella regione di Magallanes rimase, per la prima volta, 24 anni. Dal novembre 1946 al 1948 lavorò come insegnante nella comunità “Maria Auxiliadora” di Punta Arenas; dal 1949 al 1952 fu assistente e insegnante nella comunità “Sagrada Familia”. Nel 1953 arrivò nella Terra del Fuoco, a Porvenir, dove fu consigliera, economa e insegnante. Nel 1958 tornò alla casa “Sagrada Familia” di Punta Arenas dove, con rande dedizione, assunse i servizi di assistente, vicaria e insegnante. In questa comunità condivise la vita e la missione con le consorelle fino al 1970; in seguito ritornò come consigliera e insegnante per tre anni (1984-1987).
Nel 1971 venne nominata direttrice nella comunità di Puerto Montt con la gestione di una scuola tecnica, servizio che offrì per un sessennio. La sua competenza di educatrice professionale fu di grande aiuto nella formazione delle ragazze. Tornò in questa comunità dal 1988 al 1993, seguendo fino al diploma diverse generazioni di giovani che si qualificano in tecniche professionali. Un’ex allieva afferma: «Voglio ringraziarla per i suoi insegnamenti, per i consigli su come essere un’esperta professionista. Infondeva l'amore al lavoro qualificato, sempre con un sorriso; è stata la nostra insegnante, una donna che ha lasciato il segno".
Per due anni (1977-1978) fu insegnante, consigliera e assistente delle interne nella scuola tecnica agricola di Colín. Poi per un triennio fu direttrice della comunità “Maria Auxiliadora” di Valdivia (1979-’81). Le sue exallieve la ricordano con grande affetto, grate per le sue cure, i suoi consigli, il suo carattere fermo e, allo stesso tempo, la sua amorevolezza, il suo ineguagliabile sorriso, che esprimeva la tenerezza e la gioia di Dio nelle comunità educanti in cui ha lavorato.
Nel 1994 giunse nel nord del Cile, nella città di Iquique come economa, servizio che svolse anche a Talca (1999-2000). A Valdivia (2001-2007) fu aiuto-economa, incaricata della pastorale degli adulti, della catechesi delle alunne, delegata dei Salesiani Cooperatori e fondatrice di una delle sue opere più note e amate: la Compagnia Teatrale “Maria Auxiliadora”, un gruppo composto dai genitori degli alunni della scuola. Al momento di lasciare questa comunità, disse: «Mi sento un po’ triste nel dover lasciare Valdivia. Mi costa questa decisione. Il cambiamento è difficile, ma si vede che è la volontà di Dio e quindi accetto».
Dal 2008 al 2012 fece parte della comunità del Santuario “B. Laura Vicuña” a Santiago Renca dove  svolse diversi compiti, tra cui quello di accogliere i pellegrini che venivano al Santuario per chiedere l'intercessione della giovane Beata. Poi un problema cerebrovascolare, che lasciò in suor Isabel vari postumi, affrettò il suo passaggio alla comunità della Casa di riposo “S. Maria D. Mazzarello” di Santiago El Bosque.
Cara suor Isabel, grazie per la tua fedeltà e la testimonianza di una vita totalmente donata al Signore. Ti chiediamo di intercedere presso di Lui affinché tante giovani generose accolgano la chiamata di Gesù a seguirlo incondizionatamente, con un cuore missionario e fedele fino all'ultimo respiro, come hai fatto tu.

L’Ispettrice
Suor Ximena Oyarzo

Don Andrea Santoro torna a “casa”


 

Suor Joanna Wala, già missionaria ad gentes e Coordinatrice ispettoriale per l'Ambito Missioni

Línguas Ameríndias ontem, hoje e amanhã


 

5 febbraio 2021

Misioneras españolas en Cuba

 

Suor Josephine PEREIRA

Carissime sorelle, il 15 gennaio 2021 dall’Ospedale “Imperial” di Khartoum (Sudan), il Signore ha chiamato a sé la nostra carissima Suor Josephine PEREIRA.

Nata a Puthucurichy (India) il 1° agosto 1932
Professa a Kotagiri (India) il 24 maggio 1955
Appartenente alla Visitatoria “Maria Ausiliatrice” Etiopia - Sudan - Sud Sudan 

I genitori, Elbadore e Eulogis, formarono una famiglia ricca di affetto e di fede. Chiesero per Josephine il Battesimo dopo una settimana dalla nascita, il 7 agosto. A nove anni ricevette la Cresima. Aveva un fratello ed una sorella maggiori di lei. Conclusa la scuola primaria, dal 1949 al 1952, insieme alla sorella, studiò nella scuola “Maria Ausiliatrice” di Vellore dove conobbe le FMA. Nel 1952 superò l’esame di grado superiore come disegnatrice di moda, ricamo e sartoria presso un Istituto Tecnico statale di Madras.
Il 21 novembre 1952 fu ammessa al Postulato a Madras ed il 24 maggio 1953 iniziò il Noviziato. Il 24 maggio 1955 fece la prima Professione a Kotagiri. Subito dopo, venne inviata a studiare per due anni a Vellore Katpadi “Auxilium College”. All’inizio della vita religiosa ebbe un serio problema di salute e le Superiore si presero amorevolmente cura di lei. Suor Josephine ricordava sempre con gratitudine la loro sollecitudine. Dal 1957 al 1959 nella comunità di Tirupattur si dedicò all’insegnamento di taglio e confezione. Poi lavorò come insegnante e assistente nel Collegio di Arni per due anni. Dal 1962 al 1964 continuò la stessa missione a Lonavla e nella comunità di Pali Hill.
Dal 1965 al 1969 fece parte della comunità di Polur come responsabile del laboratorio di cucito. Svolse lo stesso incarico dal 1969 al 1973 nella comunità di Wellington. Nel 1973 a Yercaud prestò anche il servizio di economa, seguendo i lavori della nuova costruzione. Dal 1974 al 1977 fu economa della casa di Vellore. Passò poi a Quilon come incaricata di seguire la costruzione della scuola. Dopo il completamento degli edifici, fu inviata nella casa di Vyasarpadi come responsabile del laboratorio di taglio e cucito per due anni. I numerosi trasferimenti di suor Josephine erano dovuti al fatto che le Superiore avevano grande fiducia in lei. Veniva, infatti, mandata in comunità dove c’erano alcune difficoltà relazionali perché, con il suo modo di essere e di fare, riusciva ad aiutare a mantenere o a rafforzare la comunione.
Quando l’Istituto lanciò il “Progetto Africa”, suor Josephine rispose con entusiasmo e zelo missionario, anche se aveva già 50 anni. Nel 1982 giunse, con un gruppo di consorelle, a Roma in Casa Generalizia per prepararsi alla missione. Dal 1983 al 1984 fu una delle pioniere a Tonj, nel Sud Sudan, un villaggio molto lontano, isolato e segnato da una grande povertà. Con immensa fiducia in Maria Ausiliatrice e grande fede, suor Josephine si impegnò nelle attività pastorali della parrocchia salesiana. La comunità aveva pianificato il lavoro educativo con i bambini e le donne; ma, con l’inizio della guerra, le suore dovettero trasferirsi a Wau, a 103 km da Tonj. Per un anno vissero nella casa delle Suore di Nazareth, una Congregazione locale. Suor Josephine venne coinvolta in attività pastorali con i bambini e un gruppo di donne. Nel frattempo, il vescovo della diocesi di Wau, mons. Ireneo Dud, aveva dato alle FMA una casetta e suor Josephine assunse inizialmente il ruolo di economa nella nuova comunità “Maria Ausiliatrice” e poi (dal 1990 al 1993) di animatrice, continuando a dedicarsi all’Asilo e all’attività di promozione con le donne. Dal 1993 era nella comunità “Maria Ausiliatrice” di Khartoum (Sudan), una realtà segnata da permanenti situazioni di incertezze e difficoltà politiche, sociali e religiose. Svolse il servizio di economa fino al 2011, di vicaria fino al 2016 e di responsabile del settore della Promozione della donna fino alla fine della sua vita.
Durante tutta la sua esistenza, suor Josephine ha dimostrato un grandissimo amore a Gesù, alla Madonna, a San Giuseppe, all’Istituto e alla sua comunità, ai poveri dovunque. Si rendeva sempre disponibile agli impegni comunitari e pastorali: lavori della casa, animazione liturgica, visite alle famiglie, partecipazione a tutte le attività pastorali con bambini, giovani e donne. Visse la sua vocazione con gioia, fedeltà e grande fiducia nell’aiuto dall’Alto e con un’apertura di cuore e di mente, pronta sempre ad imparare.
Fino agli ultimi giorni era attorniata da bambini che l’aiutavano ad arrivare fino al laboratorio, dove svolgeva con diligenza l’attività di sarta. L’11 gennaio scorso non si sentì bene e le fu diagnosticata una polmonite. Le sorelle della comunità l’hanno assistita con molta cura e la sua preghiera di tornare alla Casa del Padre nella pace ed in tempi brevi, è stata esaudita. Grazie, suor Josephine, per la testimonianza della tua vita generosa, per aver sostenuto, con la tua fede e la tua tenacia, la speranza di tanti Sud Sudanesi colpiti da violenze costanti, ingiustizie e povertà estrema. Continua dal Cielo ad intercedere per la pace e per il dono di vocazioni gioiose e intrepide come la tua. 

La Superiora della Visitatoria
Suor Ruth del Pilar Mora

Riviviamo insieme la GMMR2020

In tanti, da varie parte del mondo, abbiamo celebrato insieme la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2020! Nonostante la crisi pandemica abbia impedito grandi manifestazioni, la creatività è stata viva, e le iniziative non sono mancate… 

In attesa che il tema della prossima Giornata Mondiale venga annunciato, riviviamo insieme la #GMMR2020​, come un abbraccio ai migranti, rifugiati e sfollati di tutto il mondo.