27 febbraio 2021
25 febbraio 2021
24 febbraio 2021
23 febbraio 2021
22 febbraio 2021
Suor Rosa Pepe
Carissime sorelle, la notte del 14 febbraio 2021, dalla casa “Beata María Troncatti” di Quito Cumbayá (Ecuador), il Signore ha chiamato a Sé la nostra carissima Suor Rosa PEPE.
Suor Rosa affermava che la vocazione alla vita religiosa era nata con lei, trasmessa dalla mamma e maturata nella vita familiare, con la frequenza ai Sacramenti e all'Azione cattolica. Ma, al momento di realizzare il suo ideale e seguire la chiamata del Signore, le risultò molto difficile il distacco dalla mamma. Superò questa difficoltà con grande fede e abbandono in Dio che la voleva per Sé, e nella fiducia in Maria che considerava Madre e guida sicura.
Fu ammessa come postulante a Napoli Vomero il 31 gennaio 1945 e fece la vestizione ad Ottaviano il 6 agosto dello stesso anno. Il 6 agosto 1947 emise i primi voti. Durante il periodo dei voti temporanei lavorò come maglierista a Fragagnano, Taranto e Napoli Vomero.
Avendo fatto domanda missionaria, nel 1952 venne inviata a Castelgandolfo per cominciare a prepararsi. Il 5 agosto 1953 a Napoli emise i voti perpetui donandosi totalmente al Signore, in piena disponibilità alla Sua volontà. Inviata a Torino “madre Mazzarello” per continuare la preparazione missionaria. Nell’anno 1953-1954 frequentò un corso per l´assistenza agli ammalati, presso l'ospedale “Maria Vittoria” di Torino.
Destinata all’Ecuador, suor Rosa partì il 22 agosto 1954 e vi giunse il successivo 19 settembre. Venne assegnata alla comunità “Corazón de María” di Cuenca, dove rimase per due anni come assistente delle novizie. Nel 1956 fu trasferita alla comunità di Sucúa come infermiera. Due anni dopo, passò a Bomboiza con la stessa responsabilità. Nel 1964 venne nominata direttrice della comunità di Sucúa, servizio che prestò per un biennio.
Negli anni successivi lavorò come infermiera in varie comunità: Bomboiza, Playas, Quito Cumbayá “Beata María Troncatti” e Quito “María Ausiliatrice", Méndez, Chiguaza, Sucúa e Quito Cumbayá “Casa di Spiritualitá” dove rimase dal 2005 al 2017. Nel 2017, per poter essere meglio assistita e curata nel suo delicato stato di salute, fu accolta nella vicina Casa di Riposo "Beata María Troncatti” dove rimase fino al giorno in cui tornò alla Casa del Padre.
Suor Rosa non aveva avuto contatti diretti con le ragazze e le giovani, perché il suo apostolato lo svolse principalmente nel settore infermieristico. Ma il poco tempo che trascorse con loro, le fu utile per sentire che la sua missione consisteva nell’offrire per i loro bisogni formativi e per la loro crescita, il proprio lavoro e la preghiera quotidiana. Le suore che vissero con lei testimoniano che era una sorella ricca di molte qualità e di tanti valori.
Aveva un carattere forte, ma era molto retta nelle parole e nelle azioni. Era laboriosa, generosa e attenta, sempre puntuale alle pratiche di pietà e amante della preghiera. In comunità era una persona riservata e prudente, tutta dedita agli impegni che le venivano affidati, premurosa verso le consorelle nelle loro necessità, attenta a tutti, caritatevole con le persone che più avevano bisogno.
Grazie, cara suor Rosita, per aver donato la tua vita di FMA missionaria nel nostro Paese. Ringraziamo il Signore per il dono della tua vocazione, vissuta in fedeltà e impegno. Possa la tua testimonianza di vita consacrata ispirare a molte giovani donne la decisione di seguire le orme del Signore come hai fatto tu.
L’Ispettrice
Suor Cruz María Piña
20 febbraio 2021
19 febbraio 2021
15 febbraio 2021
Suor Ernestina Quattri
Appartenente all’Ispettoria Lombarda “Sacra Famiglia” - Italia
Suor Maria Teresa Cocco
13 febbraio 2021
12 febbraio 2021
11 febbraio 2021
Suor Joanna WALA
Nata a Rydułtowy (Polonia) il 6
febbraio 1961
Professa a Pogrzebien (Polonia)
il 5 agosto 1984
Appartenente all’Ispettoria Polacca
“Madonna di Jasna Gora” - Łomianki
Suor Joanna nacque nell’Alta Slesia, in una famiglia di minatori. Il suo papà era ingegnere minatore e la mamma si occupava della casa e dell’educazione dei tre figli: due sorelle e un fratello, minore di lei, che è diventato Salesiano. La famiglia aveva radici cristiane solide. Tra i parenti c’erano anche alcuni zii sacerdoti. Joanna fin da giovane si distingueva per una profonda vita spirituale. Partecipava ogni giorno all’Eucaristia e faceva parecchi pellegrinaggi a Czestochowa. Aveva assimilato il motto di S. Giovanni Paolo II: Totus Tuus, Maria e desiderava viverlo in pieno. Terminato il liceo, Joanna rispose alla chiamata vocazionale che portava in cuore da tempo. Il clima di fede della famiglia e l’ambiente parrocchiale favorirono il discernimento e l’orientamento alla vita consacrata. Leggendo la domanda che scrisse per chiedere di entrare nell’Istituto delle FMA, comprendiamo che, all’inizio, non le era stato facile scegliere l’Istituto religioso. Ma, da quando conobbe le FMA e vedendo con quanta dedizione e gioia lavoravano per l’educazione dei bambini e delle giovani, decise di condividere la loro vita e la loro missione.
Nel 1980 cominciò il cammino formativo a Dzierzoniow con il grande desiderio di essere missionaria ad gentes. Interpretava questo desiderio come una risposta all’amore infinito di Dio verso di lei, amore che aveva sentito fin da piccola. Voleva vivere la santità del quotidiano, con fedeltà perseverante al da mihi animas cetera tolle, nella missione con e per i più poveri del mondo. Fu ammessa al Postulato il 7 ottobre 1981 e, dopo il Noviziato a Pogrzebien, emise la prima professione il 5 agosto1984. Dopo l’anno di Iuniorato a Lódż “S. D. Bosco”, lavorò per due anni come catechista nella casa “S. Teresa” della stessa città. Fu poi cuoca a Oświęcim e nel 1988 iniziò a realizzarsi il suo sogno missionario: partì per Roma per partecipare al corso delle neo missionarie. Il 4 agosto 1990 emise con gioia la Professione perpetua e, dopo un anno a Bruxelles per l’apprendimento del francese, finalmente nel settembre 1990 giunse in Gabon, a Port Gentil, dove fu impegnata nella scuola e nelle attività pastorali. Dal 1993 al 1999 lavorò a Kara (Togo).
Dopo un anno a Port Gentil e due anni a Kara, nel 2002 giunse a Oyem (Gabon), dove venne nominata direttrice. L’anno successivo ritornò a Port Gentil svolgendo questo stesso servizio di animazione. Concluso il triennio, si dedicò alla pastorale a Yaoundé e a Bafia (Camerun). Nel 2012 venne nominata direttrice a Pointe-Noire (Congo Brazzaville). Dal 2013 al 2015 fu anche membro del Consiglio ispettoriale. Lavorò come insegnante di religione e responsabile della formazione dei catechisti a livello diocesano.
Suor Joanna era un’appassionata della catechesi e ha formato generazioni di catechisti in Africa Occidentale e Centrale. Faceva tutto con grande zelo e amore verso i più poveri, offrendo loro tutte le sue forze e i suoi talenti. Non si lasciava fermare da niente, neppure quando la sua salute veniva meno.
Nel 2015 tornò in Polonia per prendersi cura dei genitori anziani e deboli di salute. Apparteneva alla comunità FMA di Jastrzębie-Zdrój, dove si occupava dei lavori domestici, dell’oratorio e del doposcuola. Il papà andò in cielo nel 2018 e, da quel momento, si occupò della mamma, lavorando mezza giornata nella segreteria della nostra scuola. Con gioia aveva accolto la proposta dell’animazione missionaria dell’Ispettoria: non cessava di pensare e di aiutare le missioni seguendo personalmente i progetti di adozione a distanza. In comunità era anche responsabile dell’Unione Exallieve/i. Suor Joanna era sempre allegra, cordiale, premurosa e coraggiosa nel promuovere il bene degli altri.
Alla fine di dicembre si è sentita male, ma senza segni evidenti del cancro alle ossa, che era ormai in uno stadio avanzato. Ricoverata in ospedale, rimase solo una settimana. Sapeva che la sua vita stava per concludersi e fu accolta nella casa della mamma, non lontana dalla nostra comunità. La famiglia e le consorelle l’hanno accompagnata in queste settimane e gli ultimi giorni hanno vegliato pregando attorno al suo letto. Il 2 febbraio, con tutta la comunità, ha rinnovato i suoi voti. Soffriva tanto, ma si manteneva serena. Ha atteso la chiamata dello Sposo nell’accettazione della volontà di Dio. E Lui è venuto a portarla nella sua casa la domenica 7 febbraio, dopo che il giorno prima aveva compiuto 60 anni di età.
Carissima suor Joanna, ci hai lasciate troppo presto! Ti ringraziamo per la tua passione per le missioni, per la tua fede forte e tenace, per il desiderio di servire il Signore fino alla fine. Gli chiediamo che ti doni la vita eterna e la pienezza della gioia. E tu intercedi per noi, perché sappiamo vivere il carisma salesiano con la tua passione e con gioia, ogni giorno.
L'Ispettrice
Suor
Małgorzata Pilarska
8 febbraio 2021
Suor Isabel GARCÍA JIMÉNEZ
Carissime sorelle, la sera del 1° febbraio 2021, dalla Comunità “S. Maria D. Mazzarello” di Sevilla (Spagna), il Signore della Vita ha chiamato a godere eternamente della Sua presenza la nostra carissima Suor Isabel GARCÍA JIMÉNEZ.
Nata
a Morón de la Frontera, Sevilla (Spagna) il 19 dicembre 1933
Professa
a San José del Valle (Spagna) il 6 agosto 1957
Appartenente
all’Ispettoria Spagnola “Maria Ausiliatrice” – Madrid
Suor Isabel nacque in una famiglia numerosa composta da sette figli, di cui lei era la quarta. I genitori, Carmen e Miguel, li educarono sulla base di solidi princìpi. Frequentavano con loro la parrocchia e li seguivano per la scuola e la catechesi. Sua sorella maggiore, María Teresa, instancabile missionaria in Paraguay, la precedette nell'Istituto e rimase sempre il suo punto di riferimento. Suor Isabel racconta nei suoi scritti che, vedendo quanto sua sorella era felice, decise anche lei di diventare Figlia di Maria Ausiliatrice. Guidata da un sacerdote, nonostante le difficoltà iniziali che dovette superare per ottenere il permesso dei genitori, all’età di 19 anni iniziò con determinazione il periodo formativo. Ammessa al Postulato il 31 gennaio 1955 a Sevilla, il successivo 5 agosto cominciò il Noviziato a San José del Valle.
Dopo la Professione emessa il 6 agosto 1957, venne inviata alla Casa “María Auxiliadora” di Sevilla come guardarobiera e, dopo tre anni, passò a Granada, all'epoca della fondazione di quella nuova presenza. Si trattava di un grande Collegio che le FMA avevano ricevuto da un'altra Istituzione che lo gestiva in precedenza. Suor Isabel, insieme alla Comunità, poté mettere in pratica con ardore e zelo il Sistema Preventivo. Era felice in mezzo a tante ragazze e giovani, la maggior parte delle quali molto povere. Ancora oggi le suore ricordano suor Isabel instancabile nel suo lavoro, vicina alle ragazze, assistente di un gruppo di 60 interne e responsabile del guardaroba. Dicono di lei che, di fronte al bisogno, “non sapeva dire di no”.
Nel 1963, accolse l'invito dell’Ispettrice che, in una lettera indirizzata alle suore, chiedeva se qualcuna fosse disposta ad andare in Germania come missionaria a servizio della Colonia Spagnola di immigrati. Suor Isabel si offrì con generosità e dopo gli Esercizi Spirituali del 5 agosto, non tornò a Granada e partì direttamente per la Germania insieme ad altre due suore spagnole, suor Iluminada Iglesias e suor Mª Jesús Goñi. Per dodici anni suor Isabel lavorò come cuoca donandosi con generosità e gratuità.
Tornata in Spagna nel 1975, quando suo padre era già molto debilitato nella salute, continuò il suo dono di amore nelle Case di Jerez de la Frontera, Sanlúcar la Mayor, Arcos de la Frontera, Rota (per tre volte) e Fuente Carretero, inizialmente come cuoca e poi come economa. Nel 2015 venne accolta a Sevilla Nervión già molto fragile. L’anno dopo passò a Sevilla “S. Maria D. Mazzarello”, bisognosa di cure speciali.
Suor Isabel era molto buona, al punto che le suore stesse la definivano "angelo". Sorridente, di buon umore, umile e molto sacrificata, non si lamentava mai ed era una lavoratrice instancabile. Non ha mai trascurato la preghiera e ha sempre saputo leggere la vita, con le sue gioie e le sue battute d'arresto, alla luce della fede. È significativo sentire come la definiva una delle sue formatrici: "Ha un grande desiderio di santità ed è molto felice della sua vocazione". Lei stessa ci dice, nei suoi scritti, che la sua giaculatoria preferita è sempre stata: «Sacro Cuore di Gesù confido in te».
In suor Isabel abbiamo visto una sorella disponibile alla volontà di Dio, aperta alla collaborazione in diversi servizi nella missione affidata e a vivere in Comunità molto diverse, da case grandi ad altre più piccole inserite in piccoli paesi. Non possiamo non ricordarla a Sanlúcar la Mayor, dove stava sveglia anche di notte in cucina perché ai molti gruppi che passavano per la Casa di Spiritualità non mancasse mai ciò di cui avevano bisogno, piena di attenzioni materne. Nel periodo in cui le novizie la frequentavano molto, nella sua semplicità era una formatrice saggia e prudente. Portava la passione della catechesi nel suo cuore e, finché ha potuto, non l'ha abbandonata. Nei suoi scritti ci dice che era la missione che più le piaceva fare nella vita.
Il morbo di Alzheimer l'ha accompagnata durante quest'ultimo periodo, ma non le ha tolto il suo abituale sorriso. Nel mese di gennaio la sua salute è peggiorata così tanto che, in diverse occasioni, è stata molto vicina al cielo. Il medico che l'ha assistita in questi ultimi giorni ha detto che suor Isabel è morta con il Covid-19, non di Covid. Ora riposa tra le braccia del Padre.
Cara suor Isabel, ringraziamo Dio per la tua vita fatta dono e feconda nell'Istituto. Che Maria Ausiliatrice, che ti ha sempre accompagnata e che hai tanto amato, continui a benedirci con vocazioni alla vita consacrata che, come te, danno tutto per Gesù e il suo Regno.
L’Ispettrice
Suor María del Rosario Garcia Ribas
Suor Isabel MARTOS
Carissime sorelle, all’alba del 23 gennaio 2021, dalla casa “S. Maria D. Mazzarello” di Santiago El Bosque (Cile), è entrata nella Casa del Padre per celebrare la festa delle nozze eterne, la nostra carissima Suor Isabel MARTOS.
Nata a Calvia, Isole Baleari (Spagna) il 27 novembre
1922
Professa a San José del Valle (Spagna) il 6 agosto
1946
Appartenente all’Ispettoria Cilena “San Gabriele
Arcangelo” – Santiago
I suoi genitori, Teófilo e Maria del
Amparo, formarono una famiglia cristiana, testimoniando l’amore e l’unione alle
loro figlie Carmen, Isabel e María Luisa. Isabel e Carmen, la sorella maggiore,
andavano a gara a chi amasse di più Gesù e facevano mortificazioni come
espressione di questo amore. Isabel visse l’infanzia in Andalusia, frequentando
la Primaria a Morón de la Frontera e poi la Scuola Secondaria come interna al
Collegio “María Auxiliadora” di San Vicente, Sevilla. Qui conobbe le FMA e il
carisma salesiano, percepì la chiamata del Signore e vi rispose generosamente.
Dopo il postulato, che iniziò il 31 gennaio 1944, il successivo 5 agosto entrò in
noviziato. Prima della professione religiosa emessa il 6 agosto 1946, aveva
fatto domanda per essere missionaria ad
gentes: nel suo cuore desiderava condividere con altre giovani la gioia di
essere FMA.
La domanda venne accettata e, pochi
giorni dopo, fu inviata in Cile: aveva 23 anni. Del viaggio lasciò scritto: «Il 13 settembre 1946 mi sono imbarcata per
Buenos Aires arrivando il 2 ottobre e, alla fine dello stesso mese, sono andata
alla pittoresca città di Punta Arenas, dove siamo sbarcati il 1° novembre. Sono
rimasta qui fino al 5 febbraio 1953, quando le Superiore mi hanno assegnata a
Porvenir». Da allora e per tutta la sua vita, le suore e le giovani godettero
della sua presenza gioiosa ed energica, capace di riempire di dinamismo ogni
spazio, praticando la massima salesiana: "Noi
facciamo consistere la santità nell'essere sempre allegre».
Nella regione di Magallanes rimase, per
la prima volta, 24 anni. Dal novembre 1946 al 1948 lavorò come insegnante nella
comunità “Maria Auxiliadora” di Punta Arenas; dal 1949 al 1952 fu assistente e
insegnante nella comunità “Sagrada Familia”. Nel 1953 arrivò nella Terra del
Fuoco, a Porvenir, dove fu consigliera, economa e insegnante. Nel 1958 tornò
alla casa “Sagrada Familia” di Punta Arenas dove, con rande dedizione, assunse
i servizi di assistente, vicaria e insegnante. In questa comunità condivise la
vita e la missione con le consorelle fino al 1970; in seguito ritornò come consigliera
e insegnante per tre anni (1984-1987).
Nel 1971 venne nominata direttrice
nella comunità di Puerto Montt con la gestione di una scuola tecnica, servizio
che offrì per un sessennio. La sua competenza di educatrice professionale fu di
grande aiuto nella formazione delle ragazze. Tornò in questa comunità dal 1988
al 1993, seguendo fino al diploma diverse generazioni di giovani che si
qualificano in tecniche professionali. Un’ex allieva afferma: «Voglio
ringraziarla per i suoi insegnamenti, per i consigli su come essere un’esperta professionista.
Infondeva l'amore al lavoro qualificato, sempre con un sorriso; è stata la
nostra insegnante, una donna che ha lasciato il segno".
Per due anni (1977-1978) fu insegnante,
consigliera e assistente delle interne nella scuola tecnica agricola di Colín.
Poi per un triennio fu direttrice della comunità “Maria Auxiliadora” di
Valdivia (1979-’81). Le sue exallieve la ricordano con grande affetto, grate
per le sue cure, i suoi consigli, il suo carattere fermo e, allo stesso tempo,
la sua amorevolezza, il suo ineguagliabile sorriso, che esprimeva la tenerezza
e la gioia di Dio nelle comunità educanti in cui ha lavorato.
Nel 1994 giunse nel nord del Cile,
nella città di Iquique come economa, servizio che svolse anche a Talca (1999-2000).
A Valdivia (2001-2007) fu aiuto-economa, incaricata della pastorale degli
adulti, della catechesi delle alunne, delegata dei Salesiani Cooperatori e
fondatrice di una delle sue opere più note e amate: la Compagnia Teatrale “Maria
Auxiliadora”, un gruppo composto dai genitori degli alunni della scuola. Al
momento di lasciare questa comunità, disse: «Mi
sento un po’ triste nel dover lasciare Valdivia. Mi costa questa decisione. Il
cambiamento è difficile, ma si vede che è la volontà di Dio e quindi accetto».
Dal 2008 al 2012 fece parte della
comunità del Santuario “B. Laura Vicuña” a Santiago Renca dove svolse diversi compiti, tra cui quello di accogliere
i pellegrini che venivano al Santuario per chiedere l'intercessione della giovane
Beata. Poi un problema cerebrovascolare, che lasciò in suor Isabel vari
postumi, affrettò il suo passaggio alla comunità della Casa di riposo “S. Maria
D. Mazzarello” di Santiago El Bosque.
Cara suor Isabel, grazie per la tua
fedeltà e la testimonianza di una vita totalmente donata al Signore. Ti
chiediamo di intercedere presso di Lui affinché tante giovani generose
accolgano la chiamata di Gesù a seguirlo incondizionatamente, con un cuore
missionario e fedele fino all'ultimo respiro, come hai fatto tu.
L’Ispettrice
Suor
Ximena Oyarzo
5 febbraio 2021
Suor Josephine PEREIRA
Il 21 novembre 1952 fu ammessa al Postulato a Madras ed il 24 maggio 1953 iniziò il Noviziato. Il 24 maggio 1955 fece la prima Professione a Kotagiri. Subito dopo, venne inviata a studiare per due anni a Vellore Katpadi “Auxilium College”. All’inizio della vita religiosa ebbe un serio problema di salute e le Superiore si presero amorevolmente cura di lei. Suor Josephine ricordava sempre con gratitudine la loro sollecitudine. Dal 1957 al 1959 nella comunità di Tirupattur si dedicò all’insegnamento di taglio e confezione. Poi lavorò come insegnante e assistente nel Collegio di Arni per due anni. Dal 1962 al 1964 continuò la stessa missione a Lonavla e nella comunità di Pali Hill.
Dal 1965 al 1969 fece parte della comunità di Polur come responsabile del laboratorio di cucito. Svolse lo stesso incarico dal 1969 al 1973 nella comunità di Wellington. Nel 1973 a Yercaud prestò anche il servizio di economa, seguendo i lavori della nuova costruzione. Dal 1974 al 1977 fu economa della casa di Vellore. Passò poi a Quilon come incaricata di seguire la costruzione della scuola. Dopo il completamento degli edifici, fu inviata nella casa di Vyasarpadi come responsabile del laboratorio di taglio e cucito per due anni. I numerosi trasferimenti di suor Josephine erano dovuti al fatto che le Superiore avevano grande fiducia in lei. Veniva, infatti, mandata in comunità dove c’erano alcune difficoltà relazionali perché, con il suo modo di essere e di fare, riusciva ad aiutare a mantenere o a rafforzare la comunione.
Quando l’Istituto lanciò il “Progetto Africa”, suor Josephine rispose con entusiasmo e zelo missionario, anche se aveva già 50 anni. Nel 1982 giunse, con un gruppo di consorelle, a Roma in Casa Generalizia per prepararsi alla missione. Dal 1983 al 1984 fu una delle pioniere a Tonj, nel Sud Sudan, un villaggio molto lontano, isolato e segnato da una grande povertà. Con immensa fiducia in Maria Ausiliatrice e grande fede, suor Josephine si impegnò nelle attività pastorali della parrocchia salesiana. La comunità aveva pianificato il lavoro educativo con i bambini e le donne; ma, con l’inizio della guerra, le suore dovettero trasferirsi a Wau, a 103 km da Tonj. Per un anno vissero nella casa delle Suore di Nazareth, una Congregazione locale. Suor Josephine venne coinvolta in attività pastorali con i bambini e un gruppo di donne. Nel frattempo, il vescovo della diocesi di Wau, mons. Ireneo Dud, aveva dato alle FMA una casetta e suor Josephine assunse inizialmente il ruolo di economa nella nuova comunità “Maria Ausiliatrice” e poi (dal 1990 al 1993) di animatrice, continuando a dedicarsi all’Asilo e all’attività di promozione con le donne. Dal 1993 era nella comunità “Maria Ausiliatrice” di Khartoum (Sudan), una realtà segnata da permanenti situazioni di incertezze e difficoltà politiche, sociali e religiose. Svolse il servizio di economa fino al 2011, di vicaria fino al 2016 e di responsabile del settore della Promozione della donna fino alla fine della sua vita.
Durante tutta la sua esistenza, suor Josephine ha dimostrato un grandissimo amore a Gesù, alla Madonna, a San Giuseppe, all’Istituto e alla sua comunità, ai poveri dovunque. Si rendeva sempre disponibile agli impegni comunitari e pastorali: lavori della casa, animazione liturgica, visite alle famiglie, partecipazione a tutte le attività pastorali con bambini, giovani e donne. Visse la sua vocazione con gioia, fedeltà e grande fiducia nell’aiuto dall’Alto e con un’apertura di cuore e di mente, pronta sempre ad imparare.
Fino agli ultimi giorni era attorniata da bambini che l’aiutavano ad arrivare fino al laboratorio, dove svolgeva con diligenza l’attività di sarta. L’11 gennaio scorso non si sentì bene e le fu diagnosticata una polmonite. Le sorelle della comunità l’hanno assistita con molta cura e la sua preghiera di tornare alla Casa del Padre nella pace ed in tempi brevi, è stata esaudita. Grazie, suor Josephine, per la testimonianza della tua vita generosa, per aver sostenuto, con la tua fede e la tua tenacia, la speranza di tanti Sud Sudanesi colpiti da violenze costanti, ingiustizie e povertà estrema. Continua dal Cielo ad intercedere per la pace e per il dono di vocazioni gioiose e intrepide come la tua.
Suor Ruth del Pilar Mora
Riviviamo insieme la GMMR2020
In tanti, da varie parte del mondo, abbiamo celebrato insieme la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2020! Nonostante la crisi pandemica abbia impedito grandi manifestazioni, la creatività è stata viva, e le iniziative non sono mancate…
In attesa che il tema della prossima Giornata Mondiale venga annunciato, riviviamo insieme la #GMMR2020, come un abbraccio ai migranti, rifugiati e sfollati di tutto il mondo.