Carissime Sorelle, la mattina del 19 agosto 2018, nell’Ospedale Metodista Metropolitano di San Antonio, Texas (Stati Uniti), il Signore ha chiamato al Cielo la nostra carissima sorella Suor Vittoria GRAZIANI.
Nata a Castel Viscardo (Terni) il 26 dicembre 1918
Professa a Castelgandolfo (Roma) il 5 agosto 1940
Appartenente all’Ispettoria Statunitense “Maria Immacolata” – San Antonio, Texas
I genitori di Vittoria, erano poveri, ma ricchi di fede e di valori morali. Lavoravano intensamente per mantenere i 10 figli: tre maschi e sette femmine. Tra esse, due divennero FMA: Vittoria e Triestina, deceduta a Roma nel 2000. Vittoria imparò l’importanza di affidarsi al Signore dalla madre che diceva spesso: "Non muove foglia che Dio non voglia". Conobbe per la prima volta l’Istituto attraverso l'unica FMA del paese, suor Onorina Sabatini, in visita alla sua famiglia. Era accompagnata da madre Adriana Gilardi, grande missionaria in Argentina. Vittoria rimase così incantata da quelle due suore che corse a casa e disse a sua madre: «Io vado con loro». Siccome, come scrisse in seguito, «nei miei primi anni ero molto testarda, curiosa e vanitosa", la decisione suscitò grande stupore nella famiglia e tra gli amici.
Il 15 settembre 1937 fu accolta a Castelgandolfo come aspirante. Ammessa al postulato il 31 gennaio 1938, entrò in noviziato il 5 agosto di quell’anno. Fece professione il 5 agosto 1940 e venne inviata studente a Torino “Madre Mazzarello”. Conseguito il diploma di maestra per la scuola materna, fu educatrice, animatrice di oratorio e assistente a Gioia de’ Marsi, Perugia, Roma “Asilo Savoia” e Cannara.
Affascinata dalla vita missionaria fin dai primi anni e incoraggiata dalla sua direttrice suor Tullia Berardini, presentò la domanda missionaria. Poiché la Madre generale, madre Linda Lucotti, accettò la sua richiesta, nel 1951 tornò a Torino “Madre Mazzarello” per prepararsi. Venne destinata al Canada e fu una delle pioniere in quel paese. Tuttavia, lasciata l’Italia il 10 luglio 1952, i suoi primi passi come missionaria in America non la portarono direttamente in Canada. Per sette anni visse a North Haledon e a Paterson dove imparò bene l'inglese e insegnò ai piccoli l’amore di Dio. A Port Chester “N. S. del Rosario” fu direttrice della comunità per un biennio. Nel 1959 giunse finalmente il tempo di partire per il Canada e arrivò a Lagaceville, veramente luogo di missione. C'erano persone molto povere che vivevano in baracche. Le strade erano sterrate e la gente camminava nel fango. L'unica Chiesa cattolica era molto distante. Eppure, in quel villaggio, le FMA coltivarono la prima vocazione canadese, suor Alphonsine Basque. La difficoltà più grande da affrontare per lei era l’apprendimento del francese per poter comunicare. In quella casa fu direttrice dal 1960 al 1965 e dal 1968 al 1969.
Suor Vickie, come era chiamata, trascorse poi molti anni anche in California, Louisiana e Texas, tra i giovani e gli adulti, come catechista, animatrice di oratorio e insegnante. Fu ancora direttrice in diverse comunità, a volte per breve tempo: Paterson, Montreal, Croton-on-Hudson, Watsonville, Passaic. Dal 1980 si dedicò all’insegnamento e alla catechesi nelle case di Marrero, Baton Rouge, S. Antonio e Bellflower. Nel 2012, malata di Alzheimer, fu accolta nella Casa ispettoriale a San Antonio, ma continuò ad evangelizzare i lavoratori, i visitatori e le suore della comunità. Una grave infezione alla cistifellea l’ha portata a concludere la sua vita santa quaggiù e ad entrare serenamente nell’eternità.
Nei suoi appunti autobiografici leggiamo: «Pensando alla mia esperienza di missionaria, devo dire che, per fortuna, le fatiche non sono state molte. Da quando ho scelto di lasciare il mio paese, la forza per andare avanti è aumentata. L’Istituto è stato molto generoso e mi ha dato continue opportunità di formazione personale. Nel frattempo, ho cercato sempre di mantenere viva la mia unione con Gesù. Quando ho lasciato l'Italia per gli Stati Uniti, ho rinnovato la mia decisione di seguire il Signore. Mentre ero sulla nave, guardando la riva perdersi in lontananza, ho purificato le mie intenzioni, proponendomi di fare tutto per Gesù solo. Ho messo la mia vita nelle mani del Padre, non sapendo cosa avrei trovato davanti a me. Ora, dopo tanti anni, posso dire che non sono mai stata abbandonata. La Congregazione salesiana è un miracolo: continua a fare tanto bene in ogni parte del mondo. Più vivo, più mi ritrovo a dire: “Grazie, Gesù, per la mia vocazione, per la mia comunità, per le mie Superiore, per come continui a benedire l’Istituto con nuove vocazioni!». Offriamo per lei, con riconoscenza, una preghiera di suffragio.
L’Ispettrice
Suor Rosann Ruiz
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