25 agosto 2018

Dalle Isole Salomone


Questa volta lascio che una mia piccola amica vi racconti qualcosa delle Isole Salomone... ed esattamente della sua vita come scolara...

Ciao, mi chiamo Edna, ho nove anni e frequento la terza elementare. Vorrei raccontarvi come sono le nostre scuole nelle Isole Salomone.
Le scuole elementari sono di sei anni, poi si fa un esame di Stato e si passa direttamente alle superiori, che sono di sei anni anche loro, ma alle superiori ci sono ben tre esami di Stato: in terza, in quinta e in sesta! Che fatica!!!
Nelle Isole Salomone non abbiamo molte scuole, ma ci sono tantissimi bambini: ecco perchè le nostre classi sono molto numerose: cinquanta, sessanta, a volte ottanta bambini in una sola classe... povera maestra!
L’orario scolastico è corto: iniziamo alle otto e finiamo alla una e mezza, con un intervallo di mezz’ora. In genere durante l’intervallo possiamo uscire dalla scuola a comprare qualcosa da mangiare, perchè raramente la mamma riesce a preparare qualcosa per la nostra merenda. Infatti, al mattino ci alziamo tutti presto, perchè la strada è sempre così lunga per arrivare a scuola... e se siamo in città, gli autobus sono sempre strapieni e dobbiamo aspettare, e aspettare, e aspettare... a volte arriviamo in ritardo, così dobbiamo restare dopo le lezioni per una mezz’ora di lavoro come punizione, tipo giardinaggio intorno alla scuola o pulizia delle aule. Non esiste il mestiere del bidello; la pulizia delle aule e della scuola è affidata alle maestre con i loro alunni: una o due volte la settimana ci sono le pulizie generali e tutti hanno un incarico per mantenere le cose in ordine.
La scuola non è obbligatoria ed è a pagamento, anche quella Statale. Così ci sono parecchi bambini che non la frequentano e non ricevono nessun tipo di educazione.
Nella maggior parte delle scuole non abbiamo libri di testo; a dire la verità, non ci sono nemmeno librerie nelle Isole Salomone, ma c’è una biblioteca, nella capitale, a cui solo gli studenti dell’università possono accedere.
Le lezioni sono scritte alla lavagna e noi le copiamo (solo pochissime scuole hanno la fotocopiatrice, quindi nemmeno fotocopie per studiare).
Usiamo i quaderni piccoli, e siccome alcuni di noi provengono da famiglie numerose... anche un po’ povere... a volte tagliamo il quaderno a metà così ne abbiamo due!
Non abbiamo l’ora di ginnastica e nemmeno quella di disegno, ma nell’intervallo giochiamo e saltiamo su muretti o sugli alberi... e nessuno ci dice niente! Noi bambine giochiamo con l’elastico e a pallavolo, i maschietti amano il calcio!
Non facciamo gite, ma una volta all’anno c’è la visita culturale al palazzo del Parlamento, per le scuole che sono nella capitale, o del Governo Provinciale, se siamo nelle capitali di provincia... le scuole delle isole non hanno nemmeno quello, ma noi tutti, alla fine delle lezioni, andiamo al mare a fare il bagno prima di tornare a casa... e ci buttiamo in acqua vestiti!
A proposito: alle Isole Salomone usiamo l’uniforme scolastica, a partire dalla scuola materna fino alle scuole superiori. Ogni scuola ha la sua uniforme, con colore e stemma diversi, così quando incontri un altro bambino, sai in quale scuola studia. L’uniforme è obbligatoria e se non la indossi ti mandano a casa.

Ne abbiamo solo una e la laviamo quando andiamo a casa. Qui il clima è sempre caldo, per cui la mattina dopo è già pronta per essere indossata... ovviamente non la stiriamo, perchè non c’è corrente elettrica nelle nostre case.
Le materie di studio sono: inglese (è la lingua ufficiale, ma non la parliamo mai, nemmeno le nostre maestre la parlano. Usiamo infatti il Pijin, una lingua che assomiglia all’inglese ed è solo parlata, e poi le lingue locali), matematica, scienze, studi sociali, religione. Alle superiori si aggiungono matematica economica, agricoltura, economia domestica (per le ragazze) e falegnameria (per i ragazzi).
Ogni mattina, prima di cominciare le lezioni, ci raduniamo tutti nel cortile della scuola (o nell’aula più grande, se piove), divisi per classe e cantiamo l’Inno Nazionale con l’alza bandiera (a dire la verità, non tutte le scuole hanno l’asta con la bandiera, quindi cantiamo l’Inno e basta). Poi il direttore ci da’ gli avvisi per la giornata ed infine andiamo nella nostra aula, una classe alla volta.
Durante l’anno ci sono i tornei sportivi con le altre scuole e, se la scuola avversaria è su un’isola, la raggiungiamo in barca, poi toccherà a lei venire da noi per il girone di ritorno!
Nella stagione secca capita che i pozzi si impoveriscano d’acqua o le taniche dell’acqua piovana si svuotino, così la scuola viene chiusa per mancanza d’acqua nelle toilettes. Anche durante la stagione dei cicloni, a volte, le lezioni vengono sospese, perchè è pericoloso uscire di casa.
Quando la maestra è assente non viene la supplente, semplicemente andiamo a casa!
Molte delle scuole superiori hanno anche i dormitori per gli alunni che provengono da villaggi o isole lontane. Solo alcune scuole elementari hanno i dormitori e se qualche bambino va a scuola lontano dal suo villaggio, viene ospitato da amici di famiglia o parenti per tutta la durata dell’anno scolastico.
Il nostro anno scolastico comincia a febbraio e si conclude alla fine di novembre. Abbiamo una settimana di vacanza per Pasqua ed una a settembre, mentre a luglio ci sono quattro settimane di vacanza invernale (noi siamo nell’emisfero australe, quindi le stagioni sono al contrario rispetto a voi, anche se non c’è un gran cambiamento di clima).
Dicembre e gennaio sono le nostre vacanze estive e tutti gli studenti tornano ai loro villaggi e alle loro famiglie per festeggiare il Natale e il Nuovo Anno insieme... e poi... si ricomincia!!!

Vi è piaciuto il racconto di Edna?
Abbiamo ancora tanta strada da fare, ma il desiderio di questi bambini di imparare ci sfida, ci invita a moltiplicare i nostri sforzi per poter dare loro quello che ogni bambino su questa terra merita: il meglio!
Tutti possiamo collaborare a questo desiderio-diritto nel nostro angolo di mondo, vivendo semplicemente e dando con semplicità le nostre ricchezze di valori, saggezza ed esperienza ricevuti a suo tempo dai quelli che si sono preoccupati di darci il meglio.
Questa collaborazione nell’educazione spicciola quotidiana arricchisce la famiglia e la società di una ricchezza che non si trova a scuola o all’università, ma è prerogativa ed impegno di ognuno di noi.
Alla prossima.

Suor Anna Maria Gervasoni 
Agosto 2018

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