30 novembre 2016

Sospinti dallo Spirito per la missione (Papa Francesco)

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
PER LA 54ª GIORNATA MONDIALE
DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI

Sospinti dallo Spirito per la missione

Cari fratelli e sorelle,
negli anni scorsi, abbiamo avuto modo di riflettere su due aspetti che riguardano la vocazione cristiana: l’invito a “uscire da sé stessi” per mettersi in ascolto della voce del Signore e l’importanza della comunità ecclesiale come luogo privilegiato in cui la chiamata di Dio nasce, si alimenta e si esprime.
Ora, in occasione della 54a Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, vorrei soffermarmi sulla dimensione missionaria della chiamata cristiana. Chi si è lasciato attrarre dalla voce di Dio e si è messo alla sequela di Gesù scopre ben presto, dentro di sé, l’insopprimibile desiderio di portare la Buona Notizia ai fratelli, attraverso l’evangelizzazione e il servizio nella carità. Tutti i cristiani sono costituiti missionari del Vangelo! Il discepolo, infatti, non riceve il dono dell’amore di Dio per una consolazione privata; non è chiamato a portare sé stesso né a curare gli interessi di un’azienda; egli è semplicemente toccato e trasformato dalla gioia di sentirsi amato da Dio e non può trattenere questa esperienza solo per sé: «La gioia del Vangelo che riempie la vita della comunità dei discepoli è una gioia missionaria» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 21).
L’impegno missionario, perciò, non è qualcosa che si va ad aggiungere alla vita cristiana, come fosse un ornamento, ma, al contrario, è situato nel cuore della fede stessa: la relazione con il Signore implica l’essere mandati nel mondo come profeti della sua parola e testimoni del suo amore.
Se anche sperimentiamo in noi molte fragilità e possiamo talvolta sentirci scoraggiati, dobbiamo alzare il capo verso Dio, senza farci schiacciare dal senso di inadeguatezza o cedere al pessimismo, che ci rende passivi spettatori di una vita stanca e abitudinaria. Non c’è posto per il timore: è Dio stesso che viene a purificare le nostre “labbra impure”, rendendoci idonei per la missione: «E’ scomparsa la tua iniquità e il tuo peccato è espiato. Poi io udii la voce del Signore che diceva: “Chi manderò e chi andrà per noi?”. E io risposi: “Eccomi, manda me!”» (Is 6,6-8).
Ogni discepolo missionario sente nel cuore questa voce divina che lo invita a “passare” in mezzo alla gente, come Gesù, “sanando e beneficando” tutti (cfr At 10,38). Ho già avuto modo di ricordare, infatti, che in virtù del Battesimo, ogni cristiano è un “cristoforo”, cioè “uno che porta Cristo” ai fratelli (cfr Catechesi, 30 gennaio 2016). Ciò vale in modo particolare per coloro che sono chiamati a una vita di speciale consacrazione e anche per i sacerdoti, che generosamente hanno risposto “eccomi, Signore, manda me!”. Con rinnovato entusiasmo missionario, essi sono chiamati ad uscire dai sacri recinti del tempio, per permettere alla tenerezza di Dio di straripare a favore degli uomini (cfr Omelia Santa Messa del Crisma, 24 marzo 2016). La Chiesa ha bisogno di sacerdoti così: fiduciosi e sereni per aver scoperto il vero tesoro, ansiosi di andare a farlo conoscere con gioia a tutti! (cfr Mt 13,44).
Certamente, non poche sono le domande che sorgono quando parliamo della missione cristiana: che cosa significa essere missionario del Vangelo? Chi ci dona la forza e il coraggio dell’annuncio? Qual è la logica evangelica a cui si ispira la missione? A questi interrogativi possiamo rispondere contemplando tre scene evangeliche: l’inizio della missione di Gesù nella sinagoga di Nazareth (cfr Lc 4,16-30); il cammino che Egli fa da Risorto accanto ai discepoli di Emmaus (cfr Lc 24,13-35); e infine la parabola del seme (cfr Mc 4,26-27).

Gesù è unto dallo Spirito e mandato. Essere discepolo missionario significa partecipare attivamente alla missione del Cristo, che Gesù stesso descrive nella sinagoga di Nazareth: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore» (Lc 4,18-19). Questa è anche la nostra missione: essere unti dallo Spirito e andare verso i fratelli ad annunciare la Parola, diventando per essi uno strumento di salvezza.

Gesù si affianca al nostro cammino. Dinanzi alle domande che emergono dal cuore dell’uomo e alle sfide che si levano dalla realtà, possiamo provare una sensazione di smarrimento e avvertire un deficit di energie e di speranza. C’è il rischio che la missione cristiana appaia come una mera utopia irrealizzabile o, comunque, una realtà che supera le nostre forze. Ma se contempliamo Gesù Risorto, che cammina accanto ai discepoli di Emmaus (cfr Lc 24,13-15), la nostra fiducia può essere ravvivata; in questa scena evangelica, abbiamo una vera e propria “liturgia della strada”, che precede quella della Parola e del Pane spezzato e ci comunica che, in ogni nostro passo, Gesù è accanto a noi! I due discepoli, feriti dallo scandalo della Croce, stanno ritornando a casa percorrendo la via della sconfitta: portano nel cuore una speranza infranta e un sogno che non si è realizzato. In loro la tristezza ha preso il posto della gioia del Vangelo. Che cosa fa Gesù? Non li giudica, percorre la loro stessa strada e, invece di innalzare un muro, apre una nuova breccia. Lentamente trasforma il loro scoraggiamento, fa ardere il loro cuore e apre i loro occhi, annunciando la Parola e spezzando il Pane. Allo stesso modo, il cristiano non porta da solo l’impegno della missione, ma sperimenta, anche nelle fatiche e nelle incomprensioni, «che Gesù cammina con lui, parla con lui, respira con lui, lavora con lui. Sente Gesù vivo insieme con lui nel mezzo dell’impegno missionario» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 266).

Gesù fa germogliare il seme. Infine, è importante imparare dal Vangelo lo stile dell’annuncio. Non di rado, infatti, anche con le migliori intenzioni, può succedere di indulgere a una certa smania di potere, al proselitismo o al fanatismo intollerante. Il Vangelo, invece, ci invita a rifiutare l’idolatria del successo e della potenza, la preoccupazione eccessiva per le strutture, e una certa ansia che risponde più a uno spirito di conquista che a quello del servizio. Il seme del Regno, benché piccolo, invisibile e talvolta insignificante, cresce silenziosamente grazie all’opera incessante di Dio: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa» (Mc 4,26-27). Questa è la nostra prima fiducia: Dio supera le nostre aspettative e ci sorprende con la sua generosità, facendo germogliare i frutti del nostro lavoro oltre i calcoli dell’efficienza umana.
Con questa fiducia evangelica ci apriamo all’azione silenziosa dello Spirito, che è il fondamento della missione. Non potrà mai esserci né pastorale vocazionale, né missione cristiana senza la preghiera assidua e contemplativa. In tal senso, occorre alimentare la vita cristiana con l’ascolto della Parola di Dio e, soprattutto, curare la relazione personale con il Signore nell’adorazione eucaristica, “luogo” privilegiato di incontro con Dio.
È questa intima amicizia con il Signore che desidero vivamente incoraggiare, soprattutto per implorare dall’alto nuove vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata. Il Popolo di Dio ha bisogno di essere guidato da pastori che spendono la loro vita a servizio del Vangelo. Perciò, chiedo alle comunità parrocchiali, alle associazioni e ai numerosi gruppi di preghiera presenti nella Chiesa: contro la tentazione dello scoraggiamento, continuate a pregare il Signore perché mandi operai nella sua messe e ci dia sacerdoti innamorati del Vangelo, capaci di farsi prossimi con i fratelli ed essere, così, segno vivo dell’amore misericordioso di Dio.
Cari fratelli e sorelle, ancora oggi possiamo ritrovare l’ardore dell’annuncio e proporre, soprattutto ai giovani, la sequela di Cristo. Dinanzi alla diffusa sensazione di una fede stanca o ridotta a meri “doveri da compiere”, i nostri giovani hanno il desiderio di scoprire il fascino sempre attuale della figura di Gesù, di lasciarsi interrogare e provocare dalle sue parole e dai suoi gesti e, infine, di sognare, grazie a Lui, una vita pienamente umana, lieta di spendersi nell’amore.
Maria Santissima, Madre del nostro Salvatore, ha avuto il coraggio di abbracciare questo sogno di Dio, mettendo la sua giovinezza e il suo entusiasmo nelle sue mani. La sua intercessione ci ottenga la stessa apertura di cuore, la prontezza nel proferire il nostro “Eccomi” alla chiamata del Signore e la gioia di metterci in viaggio (cfr Lc 1,39), come Lei, per annunciarlo al mondo intero.

Dal Vaticano, 27 novembre 2016
Prima Domenica di Avvento

Profughi di Mosul: l’amore e l’accoglienza della Chiesa contro la follia dell’Isis (VIDEO)

FMA no Brasil


Vídeo produzido pela Conferência Interinspetorial do Brasil - CIB - para tornar conhecido o Instituto das Filhas de Maria Auxiliadora.

29 novembre 2016

CALENDARIO MISSIONARIO - DICEMBRE 2016

- 1/12: B. Carlo de Foucauld (1858-1916), sacerdote francese, ucciso a Tamanrasset, nel deserto algerino, da una banda di predoni; è testimone di amore all’Eucaristia, missione e dialogo.

- 1/12: B. Clementina Anuarite Nengapeta (1940-1964), religiosa della Rep. Dem. del Congo, uccisa a Isiro durante la ribellione dei Simba. È martire della castità e del perdono.

- 1/12: Giornata Internazionale della lotta contro l’AIDS-SIDA (istituita dall’ONU-OMS, 1988).

- 2/12: B. Liduina Meneguzzi (1901-1941), religiosa italiana delle Salesie di Padova, missionaria in Etiopia, morta a Dire Dawa.

- 3/12: S. Francesco Saverio (1506-1552), sacerdote gesuita spagnolo, missionario in India e in Giappone, morto nell’isola di Sanciàn, alle porte della Cina. È Patrono principale delle Missioni.

- 3/12: Il Papa Gregorio XVI promulgò (1839) una bolla per condannare la tratta degli schiavi e scomunicare coloro che vi partecipano.

- 3/12: Giornata Internazionale dei Diritti delle Persone con Disabilità (ONU, 1982).

- 4/12: B. Adolfo Kolping (1813-1865), sacerdote tedesco, “padre dei lavoratori artigiani”; promosse la formazione e le associazioni di giovani lavoratori.

- 5/12: B. Filippo Rinaldi (1856-1931), terzo successore di S. Giovanni Bosco alla guida della Società salesiana, alla quale diede un forte impulso missionario ad gentes.

- 5/12: Giornata internazionale del Volontariato.

- 6/12: S. Nicola (ca. 250-326), vescovo di Mira (Turchia), patrono di Bari (Italia), santo popolare per i regali natalizi; patrono dei bambini, farmacisti, mercanti, naviganti, pescatori, profumieri…

- 6/12: B. Pietro Pascual (ca. 1225-1300), mercedario spagnolo, vescovo di Jaén, evangelizzatore in Spagna e Portogallo; fu martirizzato da musulmani a Granada.

- 7/12: S. Ambrogio (339-397), vescovo di Milano, dottore, difensore e organizzatore della Chiesa, maestro e battezzatore di S. Agostino nella Pasqua dell’anno 387.

- 7 e 8/12: Anniversario di importanti documenti missionari: decreto conciliare Ad Gentes (7.12.1965); Evangelii Nuntiandi di Paolo VI (8.12.1975); Redemptoris Missio di Giovanni Paolo II (7.12.1990).

- 8/12: Solennità dell’Immacolata Concezione della B. V. Maria, Madre di Cristo Salvatore.

- 8/12: S. Narcisa di Gesù Martillo Morán (1832-1869), nata e vissuta in Ecuador e morta a Lima (Perù), laica, terziaria domenicana, dedita alla preghiera, penitenza e servizio dei bisognosi.

- 8/12: Beati Paolo Yun Ji-chung e 123 compagni martiri, uccisi in Corea tra il 1791 e il 1888, durante le persecuzioni contro i cristiani; sono stati beatificati da Papa Francesco a Seoul (2014).

- 9/12: S. Juan Diego Cuauhtlatoatzin (+1548), indigena del Messico, al quale apparve la Madonna detta di Guadalupe (1531) sul colle del Tepeyac.

- 10/12: Ricordo di Thomas Merton (Francia 1915-1968 Tailandia), monaco trappista nel Kentucky (USA), mistico e scrittore fecondo, maestro di spiritualità moderna e dialogo.

- 10/12: Giornata Mondiale dei Diritti Umani (ONU, 1948).

-11/12: a Vientiane (Laos) proclamazione di 17 Beati martiri: P. Joseph Tien Thao, sacerdote locale diocesano; P. Mario Borzaga (1932-1960), missionario italiano degli Oblati di Maria Immacolata e altri 5 confratelli francesi; 5 missionari francesi delle Missioni Estere di Parigi); e 5 laici catechisti laotiani, fra cui Paolo Thoj Xyooj (19 anni), tutti uccisi nel Laos nella seconda metà del 1900.

- 12/12: Festa di Nostra Signora di Guadalupe, apparsa sul colle del Tepeyac in Messico (1531) all’indigena San Juan Diego, con un messaggio di speranza, agli inizi dell’evangelizzazione dell’America: “Non temere. Non sono qua io che sono tua madre?”

- 14/12: S. Giovanni della Croce (1542-1591), sacerdote carmelitano spagnolo, mistico e dottore della Chiesa, riformatore dell’Ordine Carmelitano assieme a S. Teresa d’Avila.

- 14/12: S. Nimatullah Youssef Kassab Al-Hardini (1808-1858), sacerdote maronita libanese, uomo ascetico, dedito allo studio e all’attività pastorale.

- 16/12: B. Filippo Siphong Onphitak (1907-1940), padre di famiglia e catechista, protomartire della Tailandia. Quando il parroco venne espulso, egli fu scelto come guida della sua comunità e più tardi fu ucciso a Mukdahan. In Tailandia si contano anche altri martiri: il B. Nicola Bunkerd (vedi 12/1), 2 suore (vedi 26/12) e 4 laici.

- 17/12: S. Giovanni de Matha (1154-1213), sacerdote francese, fondatore dell’Ordine dei Trinitari, per il riscatto degli schiavi.

- 18/12: IV Domenica di Avvento.- Giornata Internazionale dei Lavoratori Migranti (ONU, 1990).

- 21/12: S. Pietro Canisio (1521-1597), gesuita olandese, teologo nel Concilio di Trento, animatore della controriforma nell’Europa centrale, autore di un catechismo; è dottore della Chiesa.

- 21/12: Ricordo dell’omelia di P. Antonio de Montesinos, frate domenicano spagnolo, nella IV domenica di Avvento del 1511, nella chiesa di “La Española” (Repubblica Domenicana), in difesa dei diritti degli indigeni. Tra le altre cose disse: “Forse che questi non sono uomini?”

- 22/12: S. Francesca Saverio Cabrini (Lodi 1850-1917 Chicago), fondatrice delle Missionarie del S. Cuore di Gesù, per l’attenzione ai migranti, in favore dei quali dette vita a numerose opere.

- 23/12: S. Giovanni da Kety (1390-1473), teologo polacco, maestro di numerose generazioni di sacerdoti; parroco esemplare per preghiera e servizio della carità.

- 23/12: S. Maria Margherita d’Youville (1701-1771), laica canadese del Quebec, madre di famiglia, vedova, e più tardi religiosa e fondatrice.

- 23/12: S. Antonio di Sant’Anna Galvão de França (1739-1822), francescano del Brasile, dedito alla predicazione e alla penitenza.

- 24/12: B. Bartolomeo Maria Dal Monte (1726-1778), prete di Bologna, assiduo predicatore di missioni al popolo e al clero in ben 62 diocesi d’Italia; creò la Pia Opera delle Missioni.

- 25/12: Nascita di Gesù Cristo a Betlemme, Figlio di Dio in carne umana, Salvatore di tutta la famiglia umana. La sua nascita è annuncio di grande gioia per tutto il popolo (cf. Lc 2,10).

- 25/12: Arrivo a Porto Rico (1512) di mons. Alonso Manso, primo vescovo di tutta l’America.

- 26/12: S. Stefano, protomartire (+ 34 ca.), diacono pieno di fede e di Spirito Santo, morì perdonando e pregando per i suoi uccisori.

- 26/12: BB. Agnese Phila e Lucia Khambang, delle Suore “Amanti della Santa Croce”, martirizzate assieme ad altre donne cristiane della Tailandia (+ 1940).

- 27/12: S. Giovanni, apostolo ed evangelista: autore del IV Vangelo, tre lettere e l’Apocalisse.

- 27/12: B. Francesco Spoto (1924-1964), martire, prete siciliano dei Missionari Servi dei Poveri, morto nella Rep. Dem. del Congo a seguito delle vessazioni subite da parte dei ribelli simba.

- 28/12: Festa dei Santi Innocenti, testimoni silenziosi di Cristo con il sacrificio della loro vita.

- 28/12: S. Gaspare del Bufalo (Roma, 1786-1837), evangelizzatore di carrettieri e contadini, dedito alle missioni popolari, propagò la devozione al preziosissimo Sangue di Cristo.

- 29/12: S. Tommaso Becket (1118-1170), cancelliere del re d’Inghilterra, vescovo di Canterbury, fu esiliato in Francia per sei anni; rientrato in patria, fu ucciso nella sua cattedrale.

- 30/12: Enciclica sociale di Giovanni Paolo II Sollicitudo Rei Socialis (1987), nel ventennio dell’enciclica sociale di Paolo VI Populorum Progressio (1967).

- 31/12: ultimo giorno dell’anno civile. - Giornata Internazionale della Speranza.

Suor Margherita MARCUZZO

Sr. Alaide Deretti con Sr. Margherita Marcuzzo quando della visita in Giappone (2012)

Carissime sorelle, sabato 19 novembre 2016, nella casa di cura “S. Giuseppe” di Tokyo, alla vigilia della solennità di Cristo Re, il Signore ha chiamato a sé la nostra sorella Suor Margherita MARCUZZO. Nata a Scomigo - Conegliano Veneto (Treviso) il 2 gennaio 1926. Professa a Casanova di Carmagnola (Torino) il 5 agosto 1948. Appartenente all’Ispettoria Giapponese “Alma Mater”.
Margherita era la terzogenita tra cinque fratelli e sorelle, nati da genitori onesti e di fede profonda. Da loro ereditò una grande fiducia nella Madonna alla quale si rivolgeva con la giaculatoria “Madre mia, fiducia mia”. Sin da ragazza Margherita coltivò in cuore il desiderio di lavorare per il bene degli altri. Un giorno nella sua parrocchia incontrò le FMA e nel 1943, pur avendo già superato l’età, fu iscritta alla scuola media “Don Bosco” a Conegliano. Nel 1945 decise di entrare nell’aspirantato a Padova e il 31 gennaio 1946 fu ammessa al postulato.
In seguito, avendo manifestato il desiderio di essere missionaria, la Madre generale, madre Linda Lucotti, la inviò al noviziato internazionale di Casanova dove professò il 5 agosto 1948. Per circa due anni suor Margherita restò nella Casa “Madre Mazzarello” di Torino per prepararsi alla missione e intanto collaborava nelle attività comunitarie. Partì per il Giappone il 13 novembre 1949 e vi giunse nel gennaio 1950. Fino al 1952 fu nella casa “S. Cuore” di Beppu dove vi era sia la scuola che l’opera sociale. Lavorò poi per due anni a Oita prestando un servizio educativo tra i bambini, in gran parte orfani di guerra dell’opera sociale, e anche come sacrestana. Dal 1954 al 1974 nella comunità “Madre Mazzarello” di Beppu fu addetta ai lavori comunitari e si dedicò con amore ai numerosi neonati dell’opera sociale che la casa ospitava. Dal 1964 fu pure economa della stessa comunità. Furono anni molto ricchi per lei, perché poteva esprimere verso i bambini la sua bontà materna e questa lasciò un’impronta nel cuore degli orfanelli. Anche quando suor Margherita era già anziana, molti di quei “bambini” venivano a trovarla riconoscenti per quanto aveva fatto per loro.
Nel 1974 fu trasferita a Yamanaka dove svolse attività comunitarie e, per un periodo, fu anche economa. Nel 1976 passò alla casa ispettoriale “Maria Ausiliatrice” di Tokyo per un po’ di riposo, ma sempre dedita ai lavori comunitari e, durante l’estate, in aiuto per il bucato e la sacrestia nella casa degli esercizi spirituali di Yamanaka. Nel 1978 le venne chiesto di prestare il suo servizio nella casa “Mamma Margherita” di Chofu, addetta ai Salesiani. Dal 1981 al 1986 lavorò nel Noviziato di Chofu e, al tempo stesso, era in aiuto nella Casa di riposo. Anche qui suor Margherita si distinse per la bontà e la serenità. Le novizie di quel tempo ricordano le attenzioni delicate che aveva per ciascuna di loro. Si preoccupava che si nutrissero bene, che non sentissero troppa nostalgia e le incoraggiava con uno stile familiare e allegro.
Nel 1986, ritornò alla casa “Maria Ausiliatrice” di Tokyo, come incaricata della lavanderia e dopo quattro anni le venne chiesto di andare a lavorare nella casa di Kawasaki addetta ai Salesiani, dove restò fino al 1996. Qui come in tutti i luoghi in cui fu mandata, suor Margherita aveva soprattutto un’attenzione speciale per le persone. Gli aspiranti salesiani, ora sacerdoti, non dimenticano la sua bontà e la sua sollecita disponibilità all’aiuto. Il celebrante che presiedette il funerale era uno di questi e nell’omelia disse che era consapevole di aver perso una mamma! Suor Margherita era anche ricca di umorismo e molto semplice, di quella semplicità che poteva sembrare semplicismo, ma che era invece frutto di genuina umiltà.
Dal 1996 al 2014, ormai molto indebolita nella salute, soprattutto con problemi alle ginocchia, fu inviata alla casa di riposo “S. Giuseppe” di Chofu, dove continuò a rendersi utile in quello che poteva, ma soprattutto pregando molto. Era convinta che la sua missione era la preghiera perché così le suggerivano le superiore e così le aveva raccomandato don Vincenzo Cimatti, tanti anni fa, dicendole che il Giappone aveva bisogno soprattutto di persone di preghiera. Non essendo più in grado di camminare, nel 2014 venne accolta in una casa di cura per poter essere meglio seguita. A chiunque andava a trovarla parlava della Madonna. All’inizio di questo mese, soffrì per una grave crisi cardiaca che fece presagire che l’incontro con Dio fosse vicino. Il 19 novembre, in giorno di sabato, il Signore venne a prenderla. Maria, che aveva amato tanto, certamente l’ha introdotta alla vera Patria.
La raccomandiamo alle preghiere di tutto l’Istituto e invochiamo dal Signore vocazioni belle e felici come la sua.

L’Ispettrice
Suor Teresina Morishita Wakayo

SOR FIORINA PARIS

PERFIL BIOGRAFICO DE SOR FIORINA PARIS

PROVINCIA “MARIA AUXILIADORA” -CMA-
Medellín – Colombia

Nació en Filago, Provincia de Bérgamo, Italia el 4 de octubre de 1930
Entra al Instituto de las FMA el 4 de octubre de 1946, en Arignano, Italia
Primera Profesión Religiosa en Casanova, Turín, el 5 de agosto de 1951
Profesión Perpetua el 5 de agosto de 1957, en Medellín.

El sábado 26 de noviembre a las 8:15 p.m. en la Casa de Salud “Villa Mornés de Medellín, muere la Hermana Fiorina Paris Seno, a la edad de 86 años, después de una enfermedad que llevó con entereza, serenidad y gozo vocacional.
De su historia vocacional leemos:
Fui acogida con amor por mis padres, Luigi y Rosina, quienes me brindaron cariño y un ambiente de mucha fe y de valores cristianos. Crecí en un ambiente de mucha sencillez, de trabajo y pobreza. La naturaleza, los animales, las flores, deleitaron mi vivir diario y con ello, mi sueño de entregarme al Señor.
La guerra llegó a templar y probar nuestra fe con largas noches de insomnio y días de dura hambre; el miedo era compañero de nuestra vida. A pesar de tantas dificultades, yo seguía amando al Señor y soñaba con entregarme a Él. ¿Dónde? ¿Cuándo? La Providencia se hizo presente. Un sacerdote de la Parroquia de Filago, Bérgamo, que conocía el Instituto de las FMA, me habló de él, y en poco tiempo, me ayudó a decidirme.
Él me llevó a Turín el 4 de agosto de 1946. Nada conocía, iba a ciegas; pero cuando conocí la primera FMA se me abrió el corazón y me dije: esto es para mí. Asistí a la ceremonia de la vestición y Profesión Religiosa, me entusiasmaron mucho y repetí nuevamente al Señor, que sí quería seguirle.
En el tiempo de la formación no me faltaron dificultades, pero siempre me esforcé por entregarme a mis Superioras y responder de la mejor manera.
El 5 de agosto de 1951, año de la canonización de Madre Mazzarello, hice mi Primera Profesión, el Señor me inundó de su amor y nuevamente le repetí mi sí para siempre. Tenía la certeza que de mí sí, el Señor quería una fidelidad sin fin.
A los dos años de Profesión, Madre Linda Lucotti me preguntó: ¿Tienes vocación misionera? Respondí: Madre, no lo había pensado, pero si me manda, me voy y con gusto, y ella me respondió que deseaba saber la voluntad del Señor, y me dijo: escribe a tus papás y pídeles permiso. A la vuelta de correo me respondió mi madre en nombre de los dos: sentimos mucho, pero si esa es la voluntad de Dios, puedes irte. La Madre me reconfirmó que esa era la voluntad de Dios y me dijo: prepárate y te irás este año. Efectivamente el 23 de agosto de 1953, destinada para Colombia, me embarqué en Génova con mucha nostalgia, pero con mucha alegría en el corazón. El viaje fue largo y fatigoso (18 días), pero al final me esperaba la Virgen, el día de la fiesta del Dulce nombre de María, 12 de septiembre.
Desembarqué en Cartagena, fui acogida con mucha alegría por Sor Bernarda Restrepo y la Comunidad. Continué mi viaje siempre bajo la guía de la Virgen y el 15 de septiembre, llegué a Medellín, allí me esperaba Sor Justina Mazzetti y la Hermana Maestra Ester Colombino. Llegué al Noviciado, La Ceja y experimenté un despertar nuevo por el idioma, el ambiente y por todo lo que me rodeaba, eran cosas que no comprendía mucho. Mientras aprendía el idioma, que no hablaba, pero lo entendía mucho, se iba cristalizando en mí las costumbres y los modos de ser de las personas; su bondad, sentía su cariño, todo eso me hacía decir siempre que estaba feliz.
La nostalgia no entorpeció mi camino, ni en el momento de dolor al perder a mi mamá a los 4 años de haber llegado a Colombia, y ni a mi papá, solo a los 20 meses después.
Mi espíritu se templó fuertemente en el dolor, pero seguí repitiendo al Señor que a Él me había consagrado y para siempre.
Desde entonces, mucho tiempo ha pasado, y a pesar de mis dificultades, de mi pecado, me he sentido siempre muy amada por el Señor y por las Hermanas y ahora puedo decir que vivo en la plenitud del amor”.
Su temple, audacia, dinamismo y laboriosidad la desplegó en varias casas como Ecónoma, Ropera, siendo parte de una comunidad formadora, como Asistente de Aspirantes y Novicias; Directora, Vicaria, Ropera; servicios comunitarios. Todos ellos marcados por el sello de una alegría, fidelidad y generoso sacrificio. Estuvo en las siguientes casas: Colegio María Auxiliadora, Medellín; Noviciado Sagrado Corazón de Jesús, La Ceja; Casa Taller María Auxiliadora, Medellín, Instituto Restrepo Echavarría, Andes; Juniorado María Auxiliadora, Bogotá; Casa San José, La Estrella; Casa Provincial, Medellín; Noviciado Sagrado Corazón, La Estrella; Escuela María Auxiliadora, Cartagena; Villa Mazzarello, El Retiro; Institución Educativa San Juan Bosco, Medellín; Casa Mamá Margarita, Medellín; Colegio María Auxiliadora, El Santuario; Villa Mornés, Medellín.

Desde el 2014 se encontraba en la Casa de Salud “Villa Mornés” como Vicaria y en el 2015, su salud empezó a declinar y sus fuerzas a fallar, hasta que, en las vísperas del primer domingo de Adviento, el Señor la llama por su nombre, la llama a caminar en su luz, y la invita gozosa a ir con Él a la casa de su Padre.

A la hermana Fiorina la recordaremos como una mujer que nos regaló siempre el testimonio de una vida intensa de trabajo y de servicio a la comunidad; una fiel y sacrificada FMA y una gran misionera que amó a nuestra Provincia. Cultivó una vida sacramental y mariana muy fuerte. Le agradecemos todo su servicio escondido, humilde y silencioso durante todos estos años.

Tenía 86 años de edad, 65 de Profesión Religiosa y 63 de ser misionera en Colombia. Es la última Hermana italiana que quedaba en la Provincia; a ella le encomendamos en estos 140 años de la primera expedición misionera a América, vocaciones intrépidas, audaces, valientes, perseverantes y con una gran capacidad de intuición, cercanía y familiaridad; discípulas misioneras de la misericordia del Padre; amor por los más pobres, fraternas, sencillas y fieles, que sepan tejer con hilos de sacrificio y abnegación, una vida entregada totalmente al Señor como lo hizo Sor Fiorina.

A ella, que contempla cara a cara el rostro de la Virgen Auxiliadora a quien tanto amó, le pedimos por el Instituto y todas las vocaciones misioneras.

Sor Nubia Rosa González Ramírez             
 Inspectora

Suor Fiorina PARIS

Carissime sorelle, sabato 26 novembre 2016, nella casa di riposo “Villa Mornés” di Medellín (Colombia), il Signore ha chiamato alla pace eterna, all’età di 86 anni, dopo una malattia accettata con serenità, la nostra cara sorella Suor Fiorina PARIS. Nata a Filago di Marne (Bergamo) il 4 ottobre 1930. Professa a Casanova di Carmagnola (Torino) il 5 agosto 1951. Appartenente all’Ispettoria Colombiana “Maria Ausiliatrice” - Medellín.
Nelle sue note autobiografiche leggiamo: «Nacqui in un ambiente di molta fede, ricco di valori cristiani e crebbi nella semplicità, nel lavoro e nella povertà. La bellezza della natura e i fiori fecero nascere in me il sogno di donarmi al Signore. Quando giunse la guerra, la nostra fede fu provata con notti insonni e giorni di dura fame; la paura era compagna della nostra vita. Nonostante tutto, il mio sogno continuava vivo in me. Un sacerdote della Parrocchia di Filago mi fece conoscere l’Istituto delle FMA e mi aiutò nel discernimento. Il 4 agosto 1946 mi accompagnò a Torino. Partecipai alla cerimonia della vestizione e delle professioni che mi entusiasmò e in cuore ripetevo a me stessa il mio ‘sì’ al Signore. Il 5 agosto 1951, anno della canonizzazione di Madre Mazzarello, feci la mia Professione. Venni quindi inviata alla casa “Madre Mazzarello” di Torino per completare gli studi. Un giorno Madre Linda Lucotti mi domandò: “Non hai la vocazione missionaria?”. Risposi che non ci avevo pensato, però che ero disponibile, se questa era la volontà del Signore. Dopo aver interpellato i genitori e aver ottenuto il loro consenso, la Madre mi disse di prepararmi perché sarei partita presto. Infatti il 23 agosto 1953, partii per la Colombia e giunsi a Cartagena il 12 settembre, festa del Nome di Maria. Continuai il viaggio e il 15 settembre arrivai a Medellín. La mia comunità era il Noviziato di La Ceja dove imparai la lingua e conobbi le nuove abitudini e le persone. L’inevitabile nostalgia non rallentò il mio cammino, neppure nei momenti di dolore per la morte della mamma dopo quattro anni dal mio arrivo in Colombia e del papà, 20 mesi dopo. Nella sofferenza il mio spirito si rinvigorì e continuai a ripetere al Signore il mio ‘sì’ poiché a Lui mi ero consacrata per sempre. Da allora è passato molto tempo e, nonostante le difficoltà, mi sono sentita sempre amata dal Signore, dalle consorelle e posso dire che vivo nella pienezza dell’amore».
Suor Fiorina era di indole dinamica, audace e laboriosa. Manifestò queste doti nelle varie case svolgendo il servizio di guardarobiera ed economa in varie comunità di Medellín e a La Ceja in qualità di assistente delle Aspiranti e delle Novizie. Fu direttrice nella casa di La Estrella per due volte, vicaria, sacrestana e impegnata nei diversi servizi comunitari. Lavorava sempre con gioia, fedeltà e sacrificio generoso.
Dal 2014 si trovava nella casa di riposo “Villa Mornés” di Medellín dove inizialmente fu vicaria e sempre attiva. Nel 2015 purtroppo la salute incominciò a declinare e le sue forze venivano meno a motivo della leucemia e di un cancro alla cervicale, malattia dolorosa che fortunatamente non fu troppo lunga. Il giorno 26 novembre, nella celebrazione dei primi vespri della prima domenica di Avvento, il Signore la chiamò per nome e la invitò a camminare nella sua luce, ad andare con Lui nella Casa del Padre.
Ricordiamo suor Fiorina come una donna che ci ha regalato sempre la testimonianza di una vita colma di lavoro e di servizio alla comunità; una fedele e sacrificata FMA e grande missionaria che amò tanto la nostra Ispettoria e coltivò una vita sacramentale e mariana molto intensa. La ringraziamo per il suo servizio nascosto, umile e silenzioso nei 63 anni di vita missionaria. A lei chiediamo, nel 140° dalla prima spedizione missionaria in America, di ottenerci vocazioni audaci, coraggiose, perseveranti e capaci di intuire i bisogni dei giovani; discepole missionarie della misericordia del Padre, solidali con i più poveri, fraterne, semplici e fedeli, con una vita donata totalmente al Signore come lo è stata suor Fiorina.
A lei, che ora contempla faccia a faccia il volto dell’Ausiliatrice che tanto amò, chiediamo di intercedere per l’Istituto e per le vocazioni missionarie.

L’Ispettrice
Suor Nubia Rosa González R.

28 novembre 2016

Don Andrea Santoro: card. Sandri, “ponte e finestra tra le ‘sorgenti’ degli apostoli e dei martiri della Chiesa di Roma”

“Ha saputo vivere il quotidiano di prete nelle parrocchie di Roma cercando di mettersi in ascolto della voce di Dio e aiutando tanti a fare lo stesso. Pervaso da una certa inquietudine, ha voluto quasi essere ponte e finestra tra le ‘sorgenti’ degli apostoli e dei martiri della Chiesa di Roma, e la ‘sorgente’ dell’Oriente cristiano, da dove anche Pietro e Paolo sono venuti per predicare il Vangelo”. Con queste parole il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, ha ricordato don Andrea Santoro, il sacerdote fidei donum della diocesi di Roma, ucciso il 5 febbraio di 10 anni fa nella chiesa di Trabzon, in Turchia. Nella messa celebrata ieri nella basilica romana di Santa Croce di Gerusalemme, a conclusione delle iniziative per il X anniversario della morte, il cardinale ha tratteggiato la figura del sacerdote: “Ha saputo accendere il fuoco della Parola di Dio e della carità nelle comunità che ha guidato, ma ha voluto ripercorrere a ritroso la via delle scintille apostoliche che ci hanno portato il Vangelo, recandosi lui stesso, come sacerdote fidei donum di questa diocesi, in Oriente. Uomo, credente, pastore e testimone del Vangelo”. “Quanto è accaduto quel 5 febbraio di dieci anni fa nella Chiesa di Trabzon ha commosso e ferito ben al di là dei confini della diocesi di Roma e del Vicariato di Anatolia in Turchia, ma è una ferita – ha osservato il prefetto – da cui sta germogliando bene spirituale per molti, come ha ricordato anche Papa Francesco nel corso di una Udienza generale. Su questi segni dello Spirito la Chiesa di Roma è chiamata a interrogarsi e riflettere, ma ciascuno di noi deve alimentare la fiammella accesa nel cuore dal Signore anche grazie al sacrificio di don Andrea”.

In ricordo di Don Andrea Santoro

Don Andrea Santoro...

Chiesa e Stato in Patagonia...

Crônica foto - MISSÃO DA FLORESTA DO MAIOMBE. Presença missionária fma Cabinda - Angola


Grazie sr. Sirlei per questa condivisione piena di vita e di passione missionaria!

24 novembre 2016

Visita di sr. Alaide Deretti all'Ispettoria San Raffaele Arcangelo - Paraguay (Bollettino Salesiano)

Come è profondo il mare...

Internal Displacement Monitoring Centre

Internal Displacement Monitoring Centre

Migrantes: un volume sui profughi ambientali

Roma - Sono 27,8 milioni le persone sfollate nel 2015 secondo i dati del Internal Displacement Monitoring Centre e del Norwegian Refugee Council, di cui la maggior parte – 19,2 milioni – per disastri naturali. Numeri importanti che impongono all’agenda politica e alla comunità scientifica una riflessione attenta e comune. Se l’Accordo sul clima di Parigi mostra che nei confronti dell’ambiente cresce la consapevolezza che bisogna agire e che “ognuno deve fare la sua parte”, resta un vulnus importante sulla questione che riguarda le principali vittime del degrado ambientale e del cambiamento climatico, i poveri. Milioni di esseri umani che ogni anno si mettono in cammino – spesso all’interno dei confini nazionali – per fuggire a eventi catastrofici chiedono l’attenzione internazionale e quella religiosa per definire il loro presente e costruire il loro futuro. Chi fugge dal proprio Paese a causa di cambiamenti climatici o per il progressivo degrado ambientale o per disastrasti violenti ed improvvisi non è riconosciuto come rifugiato né dalla Convenzione di Ginevra del 1951 e né dal Protocollo di New York del 1967, è senza una tutela specifica nella maggior parte dei casi (Italia, Stati Uniti e pochi altri Paesi prevedono nella legislazione una forma di protezione) e viene considerato come un migrante economico. Quale futuro allora per i profughi e i rifugiati ambientali?
È di loro che parla l’ottavo libro della collana Quaderni Migrantes della Fondazione Migrantes, “Senza casa e senza tutela. Il dramma e la speranza dei profughi ambientali” (Tau editrice) scritto dalla Dott.ssa Carlotta Venturi. Un tema oggi più che mai attuale che riguarda tutta l’umanità e che impone una riflessione attenta e puntuale per essere compreso in tutta la sua complessità. L’autrice inizia l’analisi cercando di capire – attraverso lo studio di ricerche scientifiche internazionali – l’esistenza o meno di un legame diretto tra il cambiamento climatico o il degrado ambientale e la migrazione forzata; per riflettere, in secondo momento, con lo sguardo e le risposte della Dottrina Sociale della Chiesa – in cui trovano spunto e fondamento le conclusioni – su come considerare chi emigra a causa di problemi climatici o ambientali.
Senza entrare nel dibattito se siano rifugiati o migranti – se ci siano cioè le condizioni per definirli in uno o in un altro modo – l’Autrice propone un nuovo punto di vista con cui affrontare e osservare il fenomeno: quello della solidarietà.
Sulla scia della Dottrina Sociale della Chiesa la dott.ssa Venturi invita il lettore a riflettere su una crisi etica e culturale – da cui deriva anche la crisi ecologica – sostenendo la necessità di una svolta antropologica, di un “rinnovato interesse dell’umanità per l’umanità”, contro l’indifferenza e l’individualismo che stanno uccidendo il Pianeta. “Milioni di essere umani, scrive nella presentazione del volume il direttore della Fondazione Migrantes, Mons. Giancarlo Perego, che ogni anno si mettono in cammino – spesso all’interno dei confini nazionali – per fuggire a eventi catastrofici chiedono l’attenzione internazionale e quella religiosa per definire il loro presente e costruire il loro futuro”.
Con questo volume la Migrantes ha voluto offrire un supporto per chi si occupa di mobilità umana, affinché conosca il tema delle migrazioni ambientali e ne riconosca i tratti non solo di un fenomeno numericamente rilevante, ma anche di nuova opportunità di rinnovamento dei sistemi di accoglienza e integrazione.
L’esortazione, pertanto, è quella di ripensare le migrazioni forzate anche alla luce di quelle ambientali, considerandole come un luogo di giustizia e di misericordia, nello spirito dell’Anno giubilare appena concluso: di una Misericordia vissuta come impegno gratuito e solidale di condivisione e non solo come segno di assistenzialismo.
Papa Francesco chiama tutti gli esseri umani e non solo i cattolici ad agire secondo la logica della gratuità e dell’ospitalità senza desiderare una “ricompensa”. In quest’anno giubilare, dedicato alla Misericordia, il Pontefice ci ha invitato ad ascoltare “tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri”. E il presente volume vuole essere una risposta a questa chiamata: un passo verso la conoscenza di un fenomeno che rappresenta il nostro presente e determinerà il nostro futuro.

23 novembre 2016

#mettiamocelointesta

UNHCR: 3,7 milioni di bambini rifugiati non vanno a scuola

Ginevra - “Mettiamocelo in testa. Solo con l’istruzione un bambino rifugiato ricomincia a scrivere la sua vita”. È questo il titolo della nuova campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi dell’Agenzia ONU per i Rifugiati (UNHCR). La campagna si rivolge ai cittadini, alle istituzioni e ai media con l’obiettivo di accendere i riflettori sull’importanza cruciale dell’istruzione per la sopravvivenza e il futuro di milioni di bambini rifugiati e per raccogliere fondi per contribuire a dare un’istruzione a 1 milione di bambini rifugiati in 12 paesi, tra cui la Siria e il Kenya. Da ieri, 21 novembre all’11 dicembre si potrà sostenere la campagna di UNHCR inviando un sms al 45516.
Come emerge dal rapporto dell’UNHCR “Missing Out”, al mondo ci sono circa 3,7 milioni di bambini rifugiati che non hanno la possibilità di andare a scuola. Fra essi, sono circa 1 milione e 750 mila i bambini rifugiati che non frequentano la scuola primaria. Dal 2011 vi è stato un aumento costante della popolazione di rifugiati in età scolare e solamente nel 2014 è cresciuta del 30 per cento. Per i rifugiati, infatti, la probabilità di non poter frequentare la scuola è cinque volte superiore alla media globale, dice l’UNHCR: solo il 50 per cento dei bambini rifugiati ha accesso all'istruzione primaria, rispetto a una media globale di oltre il 90 per cento. E quando questi bambini crescono, il divario diventa un baratro: solo il 22 per cento degli adolescenti rifugiati frequenta la scuola secondaria rispetto a una media globale del 84 per cento. Riguardo all’istruzione superiore, solo l'uno per cento dei rifugiati frequenta l'università, a fronte di una media globale del 34 per cento. “Per l’UNHCR l’istruzione è una priorità assoluta. Per la sopravvivenza di un bambino la scuola non è meno importante di una tenda dove dormire, del cibo o delle cure mediche”, commenta Carlotta Sami, portavoce dell’Agenzia Onu per il Sud Europa: “la scuola infatti è un luogo protetto, che mette al riparo i bambini dalla violenza e dal rischio di subire abusi, o da matrimoni e gravidanze precoci. Dare istruzione a un bambino rifugiato significa offrirgli una opportunità per socializzare e superare il trauma della guerra. La scuola salva la vita dei bambini, offre loro le risorse per crearsi un futuro migliore e contribuisce a costruire un mondo senza guerra. Ma per realizzare il nostro obiettivo di garantire istruzione primaria a 1 milione di bambini abbiamo bisogno del sostegno di tutti” conclude Sami. E se garantire l’accesso all’istruzione è fondamentale per i bambini rifugiati, dall’altro lato è altrettanto importante che i giovani italiani abbiano una corretta conoscenza dell’asilo e delle condizioni di vita dei rifugiati in Italia. Per questa ragione, parte dei fondi raccolti con la campagna saranno utilizzati per attività di sensibilizzazione e informazione. La campagna è iniziata ieri con un evento performance con l’istallazione, nella cornice del Teatro Quirinetta di Roma, de ‘La scuola interrotta’, che riproduce l’istantanea di un’aula distrutta e abbandonata durante una lezione a causa della guerra. Un insieme di contributi video, alternati alla voce di Emanuela Rossi e all’interpretazione di Nancy Brilli, Nicole Grimaudo, raccontano le testimonianze e i ricordi di chi è fuggito dall’orrore della guerra. Inoltre, il mondo del calcio ha aderito alla campagna a cui dedicherà la giornata di campionato del 26 e 27 novembre. Sono in programma delle iniziative di visibilità in tutti gli stadi italiani di Serie A, appelli di raccolta fondi degli allenatori. Sosterranno la campagna anche 4 ex calciatori del calibro di Luca Toni, Gianluca Vialli, Beppe Bergomi e Demetrio Albertini.

Dall'Ispettoria Nossa Senhora da Penha - Brasile Rio de Janeiro (BRJ)


Brasil - A saga de refugiados por um emprego no Rio

Come è profondo il mare...

21 novembre 2016

APERTURA DEL 140° ANIVERSARIO DEL ENVIO DE LAS FMA A LAS MISIONES 14 noviembre 2016 – Casa María Auxiliadora, sede provincial, Santo Domingo, RD

Querida Sor Alaide y equipo

Desde el Proyecto de Espiritualidad Misionera de las Antillas (PEM ANT), donde nos dimos cita las comunidades: Casa Provincial María Auxiliadora y casa de salud Madre Ersilia Crugnola y las cuatro animadoras de las comunidades de Cuba, encontrándonos a las 7:00 am. en el -Barco Vapor del Pabellón “Encuentro con los Orígenes”– dimos apertura a los 140° Aniversario de la Primera Expedición Misionera FMA con la celebración Eucarística presidida por el Padre Wilson Rosario, sdb, secretario inspectorial. Hicimos memoria de los orígenes, agradeciendo el pasado rico de experiencias, que nos abren horizontes de futuro y fecundan de vitalidad el presente plasmando el hoy con la fuerza creativa del carisma salesiano, renovando nuestro ser misioneras para que con la Mirada Amplia seamos misioneras de esperanza y alegría.

En el momento del ofertorio, presentamos los dos cuadros de María Auxiliadora donados por don Cagliero y don Constamagna en nombre de don Bosco a las hermanas misioneras en su viaje a América. En la homilía el Padre Wilson acentuó que no estamos tanto evocando las FMA que salieron, que dejaron a Main, que Main quería ir a América también pero no podía, no nos podemos quedar ahí, nos quedamos ahí para de ahí saltar -¿a dónde? – a un presente nuevo. Miramos ese pasado, dice el Papa, con gratitud, vemos ese ahínco apostólico, ese esfuerzo de las salesianas de la primera hora aquí en América, lo miramos ¿para qué?- para mirarnos a nosotros que hoy tenemos más medios, más facilidades, hasta mejores condiciones de salud y decirle al Señor, “Señor, ¿qué quieres de mí hoy?” Por esto pidamos al Señor que caliente el corazón de cada FMA, que cada comunidad educativa de esta inspectoría San José pueda vivir la experiencia este año fruto de la misericordia de un corazón apasionado por Cristo. ¿Qué movió a las FMA a lanzarse hace 139 años a esta experiencia? – la fe en Jesucristo. El Señor nos conceda un corazón arraigado en Cristo porque es desde aquí donde nace el celo misionero. No vamos llevándonos a nosotros mismos, vamos llevando a Cristo al corazón de los jóvenes y de las jóvenes. Que este año esta celebración nos impulse a vivir esta experiencia y que en comunión con todo el Instituto cada una de ustedes pueda ser allí donde Dios ha dispuesto que usted este ahora, sea en casa Madre Ersilia, sea aquí (casa María Auxiliadora, sede inspectorial), sea en Cuba o en Puerto Rico, donde quiera que esté, Dios les dé la gracia de ser transmisoras de este espíritu misionero. Un espíritu de una misionariedad no de franco tiradores, es la misionariedad que si uno va para atrás en los capítulos generales se vuelve profecía de todos juntos, del “insieme”. Es la misionariedad que hoy sabe mirar por la nueva “finestra” de la Valponasca del hoy.

Sor Basilia Ramírez, nuestra provincial, comparte el pensamiento enviado por sor Alaíde Deretti “Vayan por todo el mundo y prediquen el evangelio a toda creatura” con la fuerza carismática de los orígenes en renovado y fuerte impulso misionero.

Zarpamos fortalecidas para preparar y celebrar con rejuvenecido entusiasmo el 140° Aniversario cultivando en nuestras comunidades la pasión por el Da mihi animas, cetera tolle y la consigna A ti te las confío.

En las comunidades de la Inspectoría, las hermanas aprovechando el rico material enviado por el Ámbito Misiones, vivieron la experiencia con los diversos grupos de destinatarios.

Comunidad FMA Casa Salud Madre Ersilia Crugnola en el Barco-Vapor del Pabellón “Encuentro con los Orígenes”.

De izquierda a derecha: sor María de los Ángeles Cervantes, misionera en Cuba, Sor Basilia Ramírez, provincial Antillas y el Padre Wilson Rosario, sdb, secretario inspectorial.

Sor Basilia Ramírez, provincial Antillas, dirige su mensaje a las hermanas.

Misioneras ad gentes: sor Rosa Angélica Rodríguez, sor Concepción Mercado, sor Hilda C. Bastidas, sor Henryka Milczarek, sor M.de los Ángeles Cervantes, sor Maria Oanh Nguyen thi, sor María Rubiela Restrepo y sentada sor Ana Clara García.

En el momento del ofertorio durante la Eucaristía se presentan los cuadros de María Auxiliadora relacionados con la primera expedición misionera.  De izquierda a derecha, sor Maria Oanh Nguyen thi  Neo-misionera y sor Hilda Cecilia Bastidas misionera en Cuba.

Comunidad FMA Casa Salud Madre Ersilia Crugnola en el Barco-Vapor del Pabellón “Encuentro con los Orígenes”.

Dall'Ispettoria Maria Ausiliatrice (PLA)

Ecco qualche parola di condivisione sul giorno 14 novembre 2016 nell’ispettoria polacca PLA.
Nelle nostre comunità PLA con grande gioia abbiamo incominciato l’anno giubilare che ci preparerà per 140° anniversario della Prima Spedizione Missionaria delle FMA.
Prima del 14 novembre abbiamo mandato alle sorelle la traduzione della lettera di suor Alaide che ci parla su questo anniversario e ci invita a formare una Grande Spedizione Missionaria. Poi abbiamo inviato a tutte le comunità dell’Ispettoria il Logo e il testo di celebrazione un po’ adattato.
Nella nostra comunità del Centro Missionario a Varsavia abbiamo celebrato con gratitudine e commozione questo grande evento missionario. Vogliamo essere come le nostre giovani pionieri FMA - le missionarie 24 su 24 ore. Speriamo che tutte sorelle della nostra ispettoria faranno parte di questa Grande Spedizione Missionaria 2017.
Grazie per l’animazione.
Saluto cordialmente - sr Grażyna Sikora fma (PLA)



1er. Domingo de Adviento




Lettera Apostolica Misericordia et misera

Brasile - Due nuovi Servi di Dio

20 novembre 2016

Dall’Ispettoria S. Tommaso da Canterbury - GBR

Il Logo del 140° della Prima Spedizione Missionaria è stato inviato a tutte le case dell’Ispettoria. Sarà condiviso anche con la Famiglia Salesiana. I gruppi di Salesiani Cooperatori sono entusiasti. Nei prossimi giorni lo comunicheremo alle cinquantasei chiese/parrocchie dove, durante il 2017, andremo a presentare il nostro lavoro nei paesi di missione. Siamo tutte Missionarie di gioia, come lo raccomanda Papa Francesco. A tutte le FMA, auguri di un buon anno di preparazione per il 140° di vita missionaria ad gentes!
Sr. Ella Flynn FMA
Referente per la Missione ad gentes


Dall'Ispettoria Immacolata Ausiliatrice - Campo Grande - BCG

Nossa comunidade, Colégio N.S. Auxiliadora de Campo grande aproveitou deste dia, 14/11/1016 para o Retiro Mensal-dia inteiro, para louvar e agradecer a Deus por esta data tão significativa pra todas nós. No final da tarde, após a partilha da Palavra, fizemos,em união com todo o Instituto a Celebração recebida com os acréscimos que julgamos necessários para a nossa realidade. Foi um momento de oração muito forte que renovou em nós a alegria e o fervor da vocação missionária salesiana. Foi tudo muito lindo com o coração exultando de alegria e gratidão a Deus, à Auxiliadora , aos nossos fundadores e a todas as missionárias.
Ir. Antonia Brioschi - BCG

Dalla comunità di Nochchiygama - Sri Lanka - Ispettoria S. Tommaso Apostolo (INM)


Dall'ispettoria Santa Rosa da Lima - PER

Gracias por la Celebración de Apertura de los 140 años de la Primera expedición. La adaptamos combinando con la luz que nos trajeron las primeras misioneras.
Para nostras es algo grande y maravillosa, pues lo restos de Sor Juana Borgna reposan en la capilla de nuestra comunidad y colegio en Breña-Lima.
Comparto contigo nuestro altar. Alguna hermana comentó "Sentí que yo estaba con don Bosco y con Madre Mazzarello".

Sor Doris


Dall'Ispettoria Madre di Dio - AFO

L'apertura del centenario in preparazione al 140esimo anniversario della prima spedizione missionaria FMA ha goduto di una bella sensibilizzazione da parte dell'ispettrice Sr. Yolande Kikange che nella sua lettera circolare ha fatto cogliere alle suore quante occasioni di animazione e di formazione permanente ci offre l'Istituto per godere e crescere nel senso di appartenenza.
Il testo della celebrazione é stato colorato dalla decorazione .

Alle 5h15 del 14 una piccola luce s'accende ai piedi di Maria Madre di Dio e Ausiliatrice nostra.
In una preghiera silenziosa si chiede alla Madonna di dare ad ogni missionaria lo slancio del Magnificat!


Alle 18h30 la comunità è presente, nella comunità due novizie in proroga pregano con noi !


È una cascata di simboli che danno colore e calore al testo.

L'acqua del battesimo che fertilizza e trasforma i cuori, la semente gettata nel solco che muore e si fa strada nella terra del tempo.

Il mare, la barchetta: che ci trasporta con il pensiero alle lunghe giornate di viaggio, ai grandi sacrifici.

L'organza rossa del martirio, del martirio incruento: la nostalgia, la mancanza alle volte del necessario, l'imprevedibile, lo sconosciuto…

Ascoltando i passaggi indicati della Cronaca dell'Istituto la nostra immaginazione ha accompagnato tutti quei personaggi intervenuti in questa prima spedizione.


Tutta la comunità é riunita attorno all'altare; ogni suora tiene stretta la "sua" luce che continua ad illuminare con quella accesa dalle nostre prime sorelle di Mornese.

Concludiamo stasera cantando al ritmo del tamburo il Magnificat per il nostro Istituto, davvero anche in questo "È Maria che ha fatto tutto"!


Sr. Giuseppina FMA Missionaria