31 agosto 2016
30 agosto 2016
Calendario Missionario _ SETTEMBRE 2016
- 1/9: Giornata Mondiale
di Preghiera per la Cura del Creato, istituita da Papa Francesco (6-8-2015) in
comunione con la Chiesa Ortodossa, come “contributo
dei cristiani al superamento della crisi ecologica che l’umanità sta vivendo”.
- 1/9: Ven. Serva di Dio Giuseppa Scandola
(1849-1903), una delle prime suore missionarie “Pie Madri della Nigrizia”,
fondate da S. Daniele Comboni (1872). Partì per l’Africa (1877) con il
Fondatore, lavorò in Egitto e Sudan; offrì a Dio la sua vita per un giovane
missionario ammalato.
- 3/9: S. Gregorio Magno (540-604), monaco, papa e
dottore della Chiesa, organizzatore della vita monastica e liturgica; inviò S.
Agostino ed altri 40 monaci ad evangelizzare l’Inghilterra (a. 597).
- 4/9: A Roma Papa Francesco proclama Santa la
Beata Madre Teresa di Calcutta.
- 4/9: Ricordo del Dr. Albert Schweitzer
(1875-1965), medico francese, musicista, filosofo, teologo, pastore
protestante; visse per 45 anni fra i lebbrosi a Lambaréné (Gabon); Premio Nobel
per la Pace (1952).
- 5/9: S. Madre Teresa (Agnese Gonhxa B.) di
Calcutta (1910-1997), religiosa macedone, dedita all’assistenza ai più
derelitti, in India e nel mondo; fondatrice delle Missionarie e dei Missionari
della Carità.
- 7/9: B. Giovanni Battista Mazzucconi
(1826-1855), sacerdote missionario italiano del PIME, martirizzato nell’isola
di Woodlark (Oceania).
- 8/9: Festa della Natività di Maria: la sua
nascita ha annunziato la gioia al mondo intero.
- 8/9: B. Federico Ozanam (1813-1853), francese,
esempio di carità e santità laicale; fondatore della Confraternita-Società di
S. Vincenzo de’ Paoli, per l’assistenza dei poveri.
- 8/9: Giornata Mondiale dell’Alfabetizzazione
(istituita dall’ONU-UNESCO, 1972).
- 9/9: S. Pietro Claver (1580-1654), missionario
gesuita spagnolo, per oltre 40 anni al servizio degli schiavi africani che
arrivavano a Cartagena (Colombia). È il patrono dell’apostolato fra i neri.
- 9/9: B. Giacomo Desiderio Laval (1803-1864),
medico francese e sacerdote della Congregazione dello Spirito Santo,
missionario tra gli africani liberati a Port-Louis (Is. Maurizio, Oc. Indiano).
- 10/9: BB. Martiri Sebastiano Kimura, gesuita
giapponese, Carlo Spinola, gesuita italiano, Francesco Morales, domenicano, ed
altri 50 compagni martiri (sacerdoti, religiosi, sposi, catechisti, vedove,
giovani), uccisi a Nagasaki (+1622). Il giorno seguente, sullo stesso posto
furono uccisi tre ragazzi (Gaspare, Francesco e Pietro), figli di genitori
martirizzati il giorno prima. In date vicine e in posti diversi, ci furono
altri martiri.
- 10/9: Prima partenza di S. Daniele Comboni per
l’Africa (Sudan, 1857), assieme ad altri 4 preti e un laico, membri della
spedizione missionaria di don Nicola Mazza, di Verona.
- 11/9: S. Giovanni Gabriele Perboyre (1802-1840),
sacerdote lazzarista francese, missionario in Cina, dove fu incarcerato,
sospeso in croce e strangolato a Uciamensi, nella provincia del Hubei.
- 13/9: S. Giovanni Crisostomo (ca. 349-407),
vescovo di Costantinopoli, dottore della Chiesa; scrisse e soffrì molto, morì
in esilio a Comana, sul Mar Nero.
- 14/9: Festa della Esaltazione della Santa Croce,
icona del Crocifisso-Risorto, simbolo del mistero pasquale per la salvezza di
tutti i popoli.
- 15/9: Beata Vergine Maria Addolorata, associata
intimamente alla passione redentrice di Cristo.
- 15/9: B. Paolo Manna (1872-1952), sacerdote
italiano del PIME, missionario in Birmania (oggi Myanmar), fondatore della
Pontificia Unione Missionaria, per la diffusione dello spirito missionario
nelle comunità cristiane; fu grande promotore della Settimana per l’Unità dei
Cristiani.
- 16/9: S. Cipriano, vescovo di Cartagine
(Tunisia), teologo apologeta e martire (ca. 200+258).
- 16/9: S. Giovanni Macías (1585-1645), spagnolo, fratello
coadiutore domenicano; visse e morì a Lima (Perù), dedito ai poveri e ai
malati.
- 16/9: Servo di Dio Card. Francesco Saverio
Nguyen Van Thuan (Hué, Vietnam 1928 - Roma 2002), vescovo coadiutore di Ho Chi
Minh City (Saigon), imprigionato per 13 anni (1975-1988); visse gli ultimi anni
a Roma come Presidente del Pontificio Consiglio di Giustizia e Pace.
- 18/9: BB. Giovanni Battista e Giacinto de los
Angeles, laici sposati e catechisti, martirizzati in Messico (+1700).
- 20/9: SS. Andrea Kim Tae Gon, primo sacerdote
coreano, Paolo Chong Hasang, laico, e altri 101 compagni martiri in Corea,
uccisi fra 1837-1867, canonizzati a Seul nel 1984. Tra di essi: 93 coreani (P.
Kim e 92 laici) e 10 missionari stranieri (3 vescovi e 7 sacerdoti).
- 21/9: S Matteo, apostolo ed evangelista; dopo
l’ascensione di Gesù, evangelizzò, secondo la tradizione, in Persia, Siria,
Etiopia.
- 21/9: Giornata Internazionale della Pace (ONU,
2002).
- 23/9: BB. Cristoforo, Antonio e Giovanni,
giovani di Tlaxcala (Messico), martirizzati agli albori dell’evangelizzazione
(1527-1529).
- 23/9: B. Victor
Francisco de Paula (1827-1905), afro-brasiliano, figlio di schiavi, divenne
sacerdote dopo molte resistenze razziali. Con la sua umiltà, povertà e carità,
aiutò la gente a superare i pregiudizi e si conquistò la stima ed affetto dei
suoi parrocchiani di Três Pontas.
- 23/9: S. Pio da Pietrelcina (Francesco Forgione,
1887-1968), sacerdote cappuccino italiano, insignito di speciali doni
spirituali, dedito al ministero della riconciliazione e della carità. La sua
santità e carisma continuano ad esercitare una forte irradiazione missionaria
in tutto il mondo.
- 24/9: B. Vergine Maria della Mercede, titolo che
proclama la misericordia divina e ha ispirato l’Ordine dei Mercedari e l’apostolato
missionario per la liberazione degli schiavi.
- 24/9: Santi dell’Alaska, ricordati dalle Chiese
Orientali in questa data-anniversario dell’arrivo in Alaska (1794) dei primi
missionari ortodossi russi; tra essi S. Pietro Aleuta, protomartire ortodosso
d’America.
- 24/9: B. Antonio Martino Slomsek (+1862),
vescovo di Maribor (Slovenia); curò in modo speciale la formazione cristiana
delle famiglie e del clero, e promosse l’unità della Chiesa.
- 24/9: Ricordo di Mons. Angelo F. Ramazzotti
(Italia, 1800-1861), vescovo di Pavia e patriarca di Venezia, fondatore del
Seminario Lombardo per le Missioni Estere, primo nucleo del PIME.
- 25/9: S. Sergio di Radonez (russo, 1313-1392): dapprima
fu eremita, poi coltivò la vita comunitaria nel monastero della SS.ma Trinità a
Mosca; era molto ricercato come guida saggia.
- 26/9: B. Luigi Tezza (1841-1923), sacerdote
camilliano italiano, missionario a Lima (Perù) e in Argentina, fondatore delle
Figlie di S. Camillo per l’assistenza ai malati.
- 26/9: B. Paolo VI (Giovanni Battista Montini,
1897-1978), Papa dal 1963. Con straordinario spirito ecclesiale, guidò e portò
a compimento (8.12.1965) il Concilio Vaticano II, del quale fu “il grande timoniere”; con umiltà e coraggio, ne promosse l’applicazione mediante decreti ed
encicliche. Creò il Sinodo dei Vescovi e intraprese viaggi missionari in
Israele, USA, America Latina, Africa, Asia, Europa,
Oceania.
- 27/9: S. Vincenzo de’ Paoli (1581-1660),
sacerdote francese, fondatore della Congregazione della Missione e delle Figlie
della Carità, per la formazione del clero, le missioni popolari e il servizio
dei poveri.
- 27/9: Giornata Mondiale del Turismo, promossa dall'Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT), con il tema “Turismo per tutti:
promuovere l’accessibilità universale”.
- 28/9: S. Lorenzo Ruiz e 15 compagni martiri
(sacerdoti, religiosi e laici), uccisi a Nagasaki (Giappone, 1633-1637), dopo
aver evangelizzato nell’Estremo Oriente. Lorenzo Ruiz era nato a Manila da
madre filippina e padre cinese; era sposato e padre di tre figli, quando prese
parte a un viaggio missionario in Giappone, dove incontrò il martirio.
- 28/9: B. Niceta Budka (1877-1949), vescovo, nato
in Ucraina, missionario in Canadà fra i cattolici di rito bizantino; morì in
campo di concentramento a Karadzar, Kazakistan.
- 28/9: Anniversario della nascita di Confucio in
Cina (551 av. C.).
- 29/9: Festa dei SS. Michele, Gabriele e
Raffaele, arcangeli, servitori di Dio e suoi messaggeri presso gli uomini.
- 30/9: S. Gregorio l’Illuminatore (257-332),
vescovo, apostolo degli Armeni, popolo che si convertì al cristianesimo nel
301.
- 30/9: S. Girolamo (347-420), sacerdote e dottore
della Chiesa, contemplativo e penitente, esimio studioso e traduttore della
Bibbia; morì a Betlemme.
- 30/9 (o
altra data): Giornata per i Bambini di Strada.
- 30/9-2/10: Viaggio Apostolico di Papa Francesco in Georgia e Azerbaijan.
Suor Margherita BIANCIOTTO
Carissime sorelle, il 18 agosto 2016, nella Casa “S.
Giuseppe” di Caracas Altamira (Venezuela), il Dio della vita ha
chiamato alla beatitudine eterna la nostra cara sorella Suor Margherita BIANCIOTTO. Nata a Pinerolo (Torino) il 14 aprile
1922. Professa a Casanova di Carmagnola (Torino) il 5 agosto 1945. Appartenente
all’Ispettoria Venezuelana “S. Giovanni Bosco” - Caracas .
Margherita, nata e cresciuta in una famiglia di contadini,
fin dall’adolescenza scoprì la chiamata del Signore e non tardò a dargli una
risposta pronta e generosa: a 15 anni fu accolta nell’Istituto delle FMA ad
Arignano, dove per alcuni anni visse il cammino formativo dell’Aspirantato. Il 31 gennaio 1943 fu ammessa al Postulato e
poi passò al Noviziato di Casanova dove emise i primi voti il 5 agosto 1945. Già nel noviziato, benché vissuto nel periodo drammatico
della seconda guerra mondiale, maturò la vocazione missionaria.
Trascorse un anno di preparazione immediata a Torino
nella Casa “Madre Mazzarello” e l’8 novembre 1946 partì per il Venezuela. Si inserì subito nelle attività educative
della casa di Mérida dove fu maestra nella scuola primaria e assistente, mentre
frequentava la Scuola Normale per conseguire il diploma di maestra e, in seguito,
integrò la sua preparazione per poter insegnare anche nella scuola secondaria. Insegnò
nelle scuole di San Cristóbal e di Barquisimeto fino al 1955.
Le consorelle la ricordano per la sua vivace intelligenza,
gli orizzonti ampi e la visione di futuro che la caratterizzava. Era una FMA semplice, educata, amorevole e
delicata nelle relazioni. Sapeva ascoltare e lei parlava poco. Con le alunne
era simpatica e sempre attenta alle difficoltà e ai bisogni di ognuna.
Dal 1955 al 1960, suor Margherita fu Economa ispettoriale
in un tempo caratterizzato dal moltiplicarsi delle case e dall’espansione delle
opere. Dotata di uno spiccato
senso pratico, era attenta ai dettagli della vita comunitaria, cercava di dare
alle sorelle quello che avevano bisogno e poneva molta attenzione alla cura e
alla bellezza degli ambienti e delle opere educative. Era generosa e anche austera.
Si preoccupava che
le sorelle più giovani avessero una buona formazione e potessero avere il contatto
con le radici del carisma al Centro dell’Istituto.
Concluso questo servizio, fece ritorno alla scuola. Fu un’assistente
vigile e una competente insegnante di matematica, francese e taglio e cucito. Continuava ad aggiornarsi e a
curare la sua vita spirituale attraverso buone letture; nei tempi liberi
realizzava bellissimi ricami.
Nel 1971 fu nominata direttrice della casa di Valencia e,
terminato il sessennio, lo fu anche a Coro fino al 1980. In alcune comunità fu consigliera, ma soprattutto
visse la missione di economa a lungo e in varie comunità. Le sorelle ricordano
la sua testimonianza di serenità, la finezza del tratto, la sua sollecitudine
nel provvedere ai bisogni delle persone e delle opere. Qualcuna nota che dove
arrivava suor Margherita rinnovava gli ambienti con la sua creatività e buon
gusto. Aveva una buona capacità di coinvolgimento dei laici e sapeva tessere
reti di collaborazione anche con i benefattori. La sua grande fiducia nella
Provvidenza attirava gli aiuti delle persone di buon cuore. Era donna di
preghiera e di fede profonda. La sua spiccata sensibilità la faceva essere
vicina al dolore e alle necessità dei poveri e, al tempo stesso, le era anche
causa di sofferenza intima. La Casa “María Mazzarello” di Barquisimeto godette della
sua presenza dal 1998 al 2008. Là suor Margherita testimoniò saggezza e
ascolto, capacità di accompagnare e consolare giovani, madri di famiglia,
volontari. Lei riceveva tutti con bontà, li ascoltava e prometteva a tutti la
preghiera. Passando il tempo, le si indebolì l’udito, ma non l’attenzione del
cuore. Non fu facile per suor Margherita accettare il lento decadimento fisico,
ma restò abbandonata al Signore.
Dal 2008 si trovava nella casa di riposo di Caracas. Tutti ricordano le sue delicate espressioni di
riconoscenza. Quando subentrò il galucoma, perse completamente la vista. La
preghiera del rosario era la sua offerta grata per chi si prendeva cura di lei
con tanto amore. Con serenità ripeteva: “Desidero
andare in Cielo. Signore, vieni presto a prendermi”. Ringraziamo questa cara sorella
che ha donato 70 anni alla nostra Ispettoria e all’Istituto e le chiediamo di
ottenerci vocazioni della sua tempra.
L’Ispettrice
Suor Margarita Hernández
Cammino Formativo Missionario Digitale
Partirà Lunedì 29 Agosto la digitalizzazione del Cammino Formativo Missionario della Commissione Missionaria Toscana. Una newsletter settimanale di 26 incontri, 38 tra relatori, testimoni, e altrettanti argomenti quanto mai attuali per vivere concretamente l’invito di Papa Francesco ad una Chiesa in Uscita.
All’inizio del nuovo Millennio, quando la Conferenza Episcopale Italiana proponeva gli orientamenti pastorali Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, il CUM di Verona e i Centri Missionari del Nord Italia lanciavano la proposta di un processo formativo comune e permanente per gli operatori pastorali dei Centri Missionari Diocesani (CMD), noi della Commissione Regionale Toscana ci siamo subito associati con entusiasmo.
“L’obiettivo di questo processo formativo è di aiutare gli operatori dei nostri CMD a diventare équipes fraterne missionarie, superando la prassi diffusa del direttore solitario.”
Abbiamo così iniziato il cammino formativo, mai interrotto fino ad oggi, che ci ha progressivamente regalato una visione comune e condivisa della missione della Chiesa e ci ha resi desiderosi di collaborare con gli altri uffici pastorali, a servizio delle comunità parrocchiali e del territorio, per far fronte alle sfide dell’evangelizzazione nel mondo.
Nel 2012, la Commissione ha raccolto in un’unica pubblicazione tutti gli incontri del Cammino Formativo dal 2003 al 2011. Esperti e testimoni credibili hanno accompagnato questo cammino che negli argomenti trattati è quanto mai attuale.
Oggi, abbiamo cominciato il processo di Digitalizzazione di questo Cammino Formativo attraverso la pubblicazione dei contenuti sul Portale della Commissione Missionaria Toscana, missiotoscana.it.
La speranza è che questo Cammino possa essere utile a tutti quelli che come papa Francesco vogliono una Chiesa in “stato permanente di Missione”.
I contenuti verranno aggiornati settimanalmente e tutti gli iscritti alla nostra newsletter li riceveranno nella propria email (Iscriviti alla nostra Newlsetter).
Vuoi ricevere il Cammino Formativo?
Iscriviti alla nostra Newsletter.
AMERICA/BRASILE - Scalabriniane: risposte più efficaci alle migrazioni mondiali di massa
Jundial – Da ieri a sabato 3 settembre, una quarantina di Missionarie Scalabriniane (Congregazione delle Suore Missionarie di San Carlo Borromeo) impegnate nell’accoglienza di migranti e rifugiati in Brasile, sono riunite a Jundial per analizzare le loro attività missionarie al fine di dare risposte più efficaci in tempi di migrazioni mondiali di massa come questi. Secondo le informazioni pervenute all’Agenzia Fides, durante l’incontro saranno trattati diversi argomenti: “Migrazioni internazionali e rifugiati: sfide recenti”, “Integrazione dei migranti nelle comunità di accoglienza”, “Incidenza e lavoro in rete per la difesa dei diritti umani”, “Il migrante, luogo teologico della missione scalabriniana”.
Suor Janete Ferreira, una delle coordinatrici dell’incontro, responsabile dell’animazione missionaria nella provincia di Sao Paulo, sottolinea che “la Congregazione delle Missionarie Scalabriniane ha come compito principale quello di difendere la causa dei migranti e dei rifugiati, soprattutto quelli più poveri e in situazioni di vulnerabilità”. L’evoluzione del fenomeno migratorio ha portato le Scalabriniane ad analizzare ed a ripensare, da circa 3 anni, la loro azione a livello mondiale, per una riorganizzazione generale che meglio risponda alle domande di oggi.
Il Brasile, secondo le informazioni delle missionarie, è stato il punto di arrivo per migliaia di haitiani che hanno lasciato il loro paese soprattutto dopo il terremoto del 2010, e anche di siriani fuggiti dalla guerra, di africani e asiatici in fuga per conflitti politici e civili. Il Comitê Nacional para os Refugiados (Conare) stima che in Brasile, ad aprile 2016, fossero presenti 8.863 rifugiati riconosciuti di 79 nazioni. Ai primi posti Siria (2.298), Angola (1.420), Colombia (1.100), Repubblica democratica del Congo (968) e Palestina (376).
Tra gli altri ambiti legati al fenomeno migratorio in cui operano le Scalabriniane, ci sono i conflitti generati dalla xenofobia, le condizioni di vita precarie, la disoccupazione, il traffico di esseri umani.
29 agosto 2016
26 agosto 2016
Non sono numeri, sono persone : migranti la sfida dell’incontro
Rimini - Ieri pomeriggio , all’inizio dell’incontro delle 15.00 nel Salone Intesa Sanpaolo B3, scorrono le immagini del video di apertura della mostra “Migranti, la sfida dell’incontro” visitabile nella Piazza A1 del meeting di Rimini. “Le immagini toccanti e le parole che Papa Francesco, in visita all’isola di Lesbo, ha pronunciato lo scorso 16 aprile sono importanti per condurci all’immedesimazione con le vite di sessanta milioni di rifugiati presenti in Europa. Quale compito spetta a noi?”. Queste le parole con cui Giorgio Paolucci introduce le riflessione dei relatori presenti sul palco: mons. Silvano Maria Tomasi, membro del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, Romano Prodi, Presidente della Fondazione per la collaborazione tra i popoli e Naguib Sawiris, Direttore Generale e Presidente del CdA di Orascom Telecom Media and Technology Holding Sae.
Mons. Tomasi ha sviluppato il tema dell’accoglienza come strada percorribile per lo sviluppo dei paesi che si trovano ad accogliere migranti: “Il nostro mondo non funziona bene se migliaia di persone hanno trovato la morte nel fondo del Mediterraneo - sottolinea il presule - mentre noi ci trinceriamo dietro le barriere della paura. Perché non accogliamo chi scappa da situazioni impossibili?”. Oggi prevale la paura, eppure le migrazioni sono un fenomeno costante nella storia umana. Il problema è che l’esodo è iniziato e non si sa per quanto potrà durare, perciò domina l’incertezza. Aggiunge il presule: “Vi sono uomini e donne, ispirati dal messaggio del Vangelo o anche solo dal proprio cuore, che esercitano l’accoglienza in nome del fatto che l’altro mi dà la possibilità di capire me stesso”. “L’altro può diventare una forza propulsiva vera – conclude Tomasi - per una società così fortemente in crisi sul piano demografico. Abbiamo bisogno dei migranti, che possono essere efficacemente integrati. L’accoglienza che si offre è la preparazione alla nuova società e una strada verso il futuro”. Ma ciò può accadere solo in un contesto sociale che condivide valori e orientamenti comuni.
Per Romano Prodi l’Europa si mostra miope di fronte alle sfide dell’immigrazione. Ci si muove in modo disordinato, senza un progetto unitario e strategie coordinate. Lo dimostrano in modo evidente il comportamento nei confronti dei rifugiati siriani e libici, che tra l’altro “dovrebbero godere di una precedenza sui migranti economici”. Il professore affronta poi le difficoltà non solo dell’accoglienza, ma dell’integrazione: “Molti rimangono alcuni anni in Italia, ma proprio perché manca una vera integrazione, i più dotati dopo un po’ partono attirati da mete più promettenti”. Un percorso solido di integrazione si può compiere comunque solo in tempi molto lunghi e questo non fa altro che aumentare la paura della perdita del welfare state. Secondo il relatore anche la deriva in senso populista (vedi il consenso a Trump negli Stati Uniti o a Le Pen in Francia) che comporta l’essere disposti a rinunciare in tutto o in parte alla democrazia ha origine dalla paura.
Sawiris concorda sul fatto che il problema dei migranti rivela una strategia miope della comunità internazionale: «Non si è voluto sostenere i fermenti che venivano dal movimento delle primavere arabe». Un’ipotesi da percorrere per l’imprenditore egiziano è comprare un’isola del Mediterraneo dove realizzare una patria per il flusso di migranti e avviare con loro un modello di sviluppo: costruire case, ospedali, scuole. “La fattibilità finanziaria c’è, manca solo la libertà politica”. Un accenno quindi al tema della paura: “Gli europei non possono non avere paura: i mass media si concentrano solo sulle cattive notizie”.
23 agosto 2016
22 agosto 2016
20 agosto 2016
Dalla Mongolia
Sr. Agnes Gangmei, missionaria in Mongolia (Parrocchia Buon Pastore) con il gruppo della Catechesi e dell’Oratorio.
19 agosto 2016
Bergoglio torna ad Assisi per la Giornata Mondiale di preghiera per la Pace
Per la terza volta il Papa si reca nella città serafica il prossimo 20 settembre in occasione dell’evento commemorativo dello Spirito d’Assisi
Per la terza volta Papa Francesco tornerà ad Assisi, la città del Santo umbro da cui ha preso il nome. La visita avverrà il prossimo 20 settembre in occasione della Giornata Mondiale della preghiera per la Pace, che vuole commemorare i 30 anni dell’evento interreligioso organizzato da Giovanni Paolo II nell’ottobre 1986, passato alla storia come ‘Lo spirito di Assisi’.
Sete di pace. Religioni e culture in dialogo è il titolo dell’appuntamento che vede coinvolte le famiglie francescane, insieme alla diocesi di Assisi, la Comunità di Santo Egidio e la Ceu. “Grande gioia” per l’arrivo del Papa è stata espressa dal custode del Sacro Convento di Assisi, padre Mauro Gambetti, il quale ha ricordato le parole che Wojtyla pronunciò nel primo incontro dello ‘Spirito di Assisi’: “Ciò che abbiamo fatto oggi ad Assisi, pregando e testimoniando il nostro impegno per la pace, dobbiamo continuare a farlo ogni giorno della nostra vita…”. “La tappa di Assisi – continua Gambetti – sia di aiuto e di sostegno nel desiderio di impegnarci per la pace, secondo l’esempio del serafico padre San Francesco”.
La Sala Stampa del Sacro Convento rende noto che oltre al Papa, giungeranno nella città serafica anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e 400 delegazioni tra leader religiosi, politici e sociali nonché esponenti del mondo della cultura.
Papa Bergoglio si era recato lo scorso 4 agosto nella città umbra per pregare alla Porziuncola in Santa Maria degli Angeli, in occasione della Festa della Perdonanza. La prima visita era avvenuta nel 2013, pochi mesi dopo la sua elezione al Soglio petrino, il 4 ottobre, festa di San Francesco.
18 agosto 2016
Open: cibo etnico e prodotti locali nel negozio gestito da giovani italiani e stranieri
Punto vendita nato a Reggio Calabria grazie alla collaborazione tra piccoli commercianti stranieri e partner locali. L'iniziativa è parte di un progetto più ampio che ha l'obiettivo di sviluppare l’economia nel segno della legalità e dell'interculturalità
REGGIO CALABRIA – Promuovere l’interculturalità che nasce dal rispetto tra civiltà diverse a partire dal cibo: il progetto “Open – Tante vie per l’integrazione” nasce a Reggio Calabria con questo obiettivo. Da pochi giorni Open è anche un punto vendita (via Filippini angolo Giudecca) che, attraverso la cooperazione socio-lavorativa tra piccoli commercianti stranieri e partner locali vuole incoraggiare l’integrazione e la multiculturalità. L’iniziativa è promossa dall’Associazione interculturale international house in collaborazione con Associazioni locali, con il sostegno della Fondazione Con il sud.
Lo spazio offre opportunità lavorative a ragazzi italiani e stranieri, che gestiscono insieme lo spazio commerciale. Giovani con esperienze e culture diverse, ma che condividono gli stessi valori di rispetto del prossimo, del lavoro nella legalità e della sostenibilità sociale e ambientale: un nuovo approccio all’inclusione sociale delle persone di origine straniera, fondato sulla valorizzazione e la messa in pratica del concetto di cooperazione, per partecipare allo sviluppo dell’economia locale.
Sugli scaffali un’accurata selezione di prodotti provenienti dal mercato equo solidale, dalla filiera biologica e dal circuito Slow Food, con particolare attenzione alle eccellenze italiane come i capperi di Salina, la fava cottoia di Modica, il succo di mela biodinamico Zolla14, il Miele invecchiato in barrique di Ancona, la frutta e verdura a Km0 dell’azienda agricola BioAgri. E, ancora, i prodotti tipici locali di Calabria Solidale, il marchio creato nel 2012 dalla cooperativa Chico Mendes onlus, che mette in rete i produttori calabresi che hanno adottato i principi di legalità, trasparenza, solidarietà, rispetto del lavoro e tutela dell’ambiente; i manufatti tessili (come quelli del Lanificio Leo) e altre produzioni artigianali. “Open – spiegano i promotori del progetto –, non è solo un punto vendita, ma un nuovo approccio al consumo, fondato sul rispetto tra culture diverse, a partire dal cibo e dal lavoro. Uno spazio articolato come un racconto da vivere che guida a un consumo consapevole, illustrando la filiera del prodotto, la sua tracciabilità e, più importante, la sua storia”.
In una terra dove spesso si registrano casi di sfruttamento della manodopera straniera, “Open è un luogo in cui si può vivere l’interculturalità, ma soprattutto rappresenta un esempio importante di organizzazione del lavoro nel rispetto della legalità”, ha commentato Mariella De Martino, presidente dell’Associazione International House, capofila del progetto. Entusiasti anche i partner del progetto, come Calabria Solidale, un marchio che mette in rete piccoli produttori calabresi che promuovono i principi di legalità, trasparenza, solidarietà, rispetto del lavoro e tutela dell’ambiente: “Si tratta di un’idea innovativa – ha sottolineato Michele Luccisano, presidente della rete di Calabria Solidale –. In questo periodo si parla molto di integrazione, ma non si passa ai fatti. Open è una bella scommessa che per adesso abbiamo vinto, ma che dobbiamo continuare a sostenere”.
Come detto, “Open – Tante vie per l’integrazione” è un progetto più ampio che, oltre al punto vendita, gestisce KalaCalabria, un servizio per lo scambio culturale e interculturale, che promuove la conoscenza del territorio calabrese e dell’area dello Stretto; una selezione di cosmetici biologici per l’infanzia e per gli adulti; Evergreen, un servizio di gestione e cura del verde pubblico e privato, composto da un team multietnico di esperti nelle attività di piantumazione, giardinaggio, innesti e potatura e progetti di architettura degli spazi verdi.
17 agosto 2016
I Luterani Usa approvano documento per riconciliarsi con la Chiesa di Roma
La Evangelical Lutheran Church in America (ELCA) ha approvato un documento per il bene e l’unità tra i cristiani al servizio di tutto il mondo
Lo scorso mercoledì 10 agosto, con un voto a larghissima maggioranza, la Evangelical Lutheran Church in America (ELCA), una delle più grandi denominazioni cristiane negli Stati Uniti, ha approvato un documento ecumenico per una maggiore unità tra cattolici e luterani. L’Elca, le cui radici affondano negli scritti del riformatore chiesa tedesca, Martin Lutero, conta più di 3,7 milioni di membri e oltre 9.300 congregazioni in tutti e 50 gli Stati Uniti.
Lo scorso mercoledì 10 agosto, con un voto a larghissima maggioranza, la Evangelical Lutheran Church in America (ELCA), una delle più grandi denominazioni cristiane negli Stati Uniti, ha approvato un documento ecumenico per una maggiore unità tra cattolici e luterani. L’Elca, le cui radici affondano negli scritti del riformatore chiesa tedesca, Martin Lutero, conta più di 3,7 milioni di membri e oltre 9.300 congregazioni in tutti e 50 gli Stati Uniti.
Nell’assemblea generale che si è tenuta a New Orleans, è stato votato il documento Declaration on the Way improntato a proporre una maggiore unità tra cattolici e luterani per il bene nel mondo. Il testo – che ha avuto 931 voti a favore e solo 9 contrari – è stato considerato di valore storico ed ha entusiasmato l’assemblea con la maggioranza dei presenti in piedi ad applaudire.
In un comunicato diffuso dalla Elca si legge che al centro del documento ci sono “32 dichiarazioni di accordo”, spiegando che luterani e cattolici non hanno differenze su temi che riguardano la chiesa, il ministero e l’Eucaristia. Il documento esplora anche le differenze che rimangono.
“Cari fratelli e sorelle, fermiamoci ad onorare questo momento storico”, ha detto il presidente dell’Elca, Elizabeth A. Eaton rivolgendosi all’Assemblea dopo il voto. “Anche se non siamo ancora arrivati in fondo, possiamo dire che siamo sulla strada per l’unità. Dopo 500 anni di divisione e 50 anni di dialogo, questa azione deve essere intesa nel contesto di altri accordi significativi che abbiamo raggiunto , in particolare la ‘Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione’ del 1999”.
“La Declaration on the Way ci aiuta a realizzare più pienamente la nostra unità in Cristo con i nostri partner cattolici, ma serve anche a incoraggiare il nostro impegno per l’unità di tutti i cristiani”, ha detto Eaton. Per onorare l’occasione, ha presentato un dono di comunione, un software realizzato appositamente per l’assemblea, al vescovo Denis J. Madden, ausiliare dell’arcidiocesi di Baltimora. Il quale ha sottolineato: “Mi sento così privilegiato e così grato di aver trascorso questi pochi giorni condividendo il tempo e pregando con voi. Vi ringrazio per me e per i miei colleghi che si sono uniti a voi nelle celebrazioni eucaristiche. Sono stati una grande gioia e un ricordo, certi che presto celebreremo insieme come un corpo unico”.
L’assemblea ha espresso gratitudine per il testo ecumenico e lo ha indicato come una risorsa “per la vita comune della Chiesa. Ha inoltre votato con 921 voti a favore e 11 contrari, la dichiarazione Ammparo volta ad accompagnare i minori migranti e garantire loro una protezione, una rappresentanza ed una opportunità.
La Elca ha sviluppato da anni questa strategia basata sugli impegni per sostenere e garantire i diritti umani fondamentali e la sicurezza dei bambini migranti e delle loro famiglie, oltre che per affrontare le cause profonde della migrazione nei paesi dell’Europa centrale e nei confini tra Nord America e Messico e il trattamento dei migranti in transito. Nel suo impegno rientra anche il lavoro per giuste e umane politiche che riguardano i migranti dentro e fuori gli Stati Uniti.
Infine, l’assemblea ha anche votato il bilancio che destina circa 25 milioni di dollari per ognuno dei prossimi tre anni per combattere la fame nel mondo.
Il documento
https://it.zenit.org
Il documento
https://it.zenit.org
14 agosto 2016
Papa Francesco (Angelus 14 agosto 2016)
Penso anche con ammirazione soprattutto ai numerosi sacerdoti, religiosi e fedeli laici che, in tutto il mondo, si dedicano all’annuncio del Vangelo con grande amore e fedeltà, non di rado anche a costo della vita. La loro esemplare testimonianza ci ricorda che la Chiesa non ha bisogno di burocrati e di diligenti funzionari, ma di missionari appassionati, divorati dall’ardore di portare a tutti la consolante parola di Gesù e la sua grazia. Questo è il fuoco dello Spirito Santo.
LA ‘STELLA DEL MARE’ RIUNISCE I SUOI FIGLI:INSIEME,SANTO ROSARIO E AKATHISTOS
Domenica 14 Ore 19-Ostia, Viale dei Promontori:insieme Cattolici e Ortodossi per Maria Assunta in Cielo
LA ‘STELLA DEL MARE’ RIUNISCE I SUOI FIGLI:INSIEME,SANTO ROSARIO E AKATHISTOS
Preghiera quest’anno forse ancora più importante per dire grazie del Terreno della futura parrocchia ortodossa dove sono stati rinvenuti alcuni corpi contrassegnati dall’ICHTYS, il pesce dei primi cristiani
LA NOTIZIA - Ostia mostra ancora una volta il suo Cuore ecumenico con il quale i Cristiani vanno verso l’unità avvicinandosi e colmando quelle distanze e quei muri che la storia ha frapposto tra loro molti secoli fa. Sempre più vicini dunque anche grazie all’opera pastorale senza precedenti di Papa Francesco. Cattolici e Ortodossi vivranno a stretto contatto la preparazione alle festività e alle celebrazioni dedicate a Maria Assunta in Cielo. Presso la Parrocchia Stella Maris infatti i Cristiani Cattolici e Cristiani Ortodossi reciteranno le loro più importanti preghiere dedicate a Maria: il SANTO ROSARIO e l’AKATHISTOS [ndr: È uno tra i più famosi inni che la Chiesa Ortodossa dedica alla Theotokos (Genitrice di Dio). Akathistos si chiama per antonomasia quest'inno liturgico del secolo V, che fu e resta il modello di molte composizioni innografiche e litaniche, antiche e recenti."Akathistos" non è il titolo originario, ma una rubrica:"a-kathistos" in greco significa "non-seduti", perché la Chiesa ingiunge di cantarlo o recitarlo "stando in piedi", come si ascolta il Vangelo, in segno di riverente ossequio alla Madre di Dio. ]
Questo incontro ecumenico fondato sulla Preghiera sarà DOMENICA 14 AGOSTO ALLE 19. Nel giorno di Maria Assunta le celebrazioni, cattolica e ortodossa, proseguiranno ciascuna negli orari e nei luoghi di ogni specifica comunità. “Contempleremo Maria Assunta in Cielo – ci comunicano insieme da Stella Maris – la vedremo nell’Arte e nella devozione dei nostri Padri”.
UN EVENTO LOCALE FRUTTO DI UN AMORE GLOBALE - E’ bello vedere i frutti di questa comunione fraterna, che avviene a livello globale come ci ha felicemente ormai abituati Papa Bergoglio, non soltanto attraverso la televisione, i social, i potenti mezzi di comunicazione e informazione, ma dietro le nostre case, in prossimità, tra la gente vera, dove possiamo veramente conoscerci e coinvolgerci. Abbiamo la possibilità di toccare con mano un mondo che sta cambiando e, oltre le tragedie quotidiane, mette in mostra la grande Bellezza dell’opera di Dio che riempie il Cuore. Quante volte Papa Francesco usa queste parole umane, concrete, ‘toccare con mano’, abbracciarsi, accarezzarsi, espressioni di contatto che ci orientano verso una preghiera pratica che include, non che seleziona in gruppi e cammini particolari, la frasi di un Amore fatto di semplicità e di umiltà che ci indicano di uscire nelle periferie fisiche ed esistenziali non per assimilare ma per incontrare l’altro, ascoltarlo, non solo quando ci occorre o ci è utile o quando conferma il pensiero o la testimonianza che vado portando, ma quando insieme si possono instaurare relazioni significative e continuative.
BREVE STORIA DEL CAMMINO ORTODOSSO OSTIENSE - A Ostia Cattolici e Ortodossi insieme. Da molti anni le due Comunità hanno vissuto in perfetta armonia ciascuna la sua liturgia e vivendo, di volta in volta momenti di profonda comunione. Una tra tante la posa della statuina di ‘Maria tra i Gigli’ nell’edicola mariana fuori dalla chiesetta (ora cappella della trasfigurazione) che, collocata fuori, tra la Chiesa Parrocchiale e il luogo dedicato invece al culto ortodosso, testimonia il Ponte ecumenico. Approdata in Ostia Lido circa trenta anni fa la Comunità Cristiana Ortodossa si è riunita in Chiesa per la prima volta all’Idroscalo di Ostia. Da subito è stata progressivamente la grande famiglia di tantissime famigliole rumene. Fondamentale la sua importanza anche per l’orientamento e l’integrazione di tante persone di cultura diversa. Successivamente l’accoglienza del parroco don Plinio Poncina presso Stella Maris ha contribuito a radicare sul Territorio Ostiense una sempre più folta realtà cittadina. Infine il grande passo: la Chiesa ormai consolidata, guidata incessantemente da Padre Gheorghe Militaru decide di acquistare, con i propri risparmi, un proprio terreno sulla Via Ostiense, a poco prezzo, confinante con la ferrovia, dove edificare una vera Chiesa Parrocchiale Ortodossa, la prima sul Territorio Ostiense secondo la tradizione anche architettonica Ortodossa.
UNA COMUNITA’ ORTODOSSA CHE HA TROVATO MISERICORDIA - La Provvidenza ha voluto che proprio sotto quel terreno, iniziando gli scavi di carotaggio ed esplorazione precedenti ai lavori di costruzione, emergessero i resti di importanti costruzioni romane. Ma qui la bella notizia si fa quasi miracolosa perché negli scavi vengono rivenuti una settantina di corpi e tra questi alcuni portano il simbolo dell’ICTHYS, il ‘pesce’ simbolo dei primi Cristiani: il Ponte tra i Cristiani ora non è più soltanto la conseguenza storica e socio culturale di processi migratori e politici, ma sembra essere invece essere tracciato da quell’Amore che prescinde tutte le cose e la stessa Storia. Nell’anno della Misericordia del Padre gli Ortodossi trovano sul Territorio Ostiense il luogo della loro Chiesa sulle fondamenta di una ecclesia roccia viva della fede dei primi tempi, su quella comunità cristiana delle origini che non ha mai conosciuto la separazione degli scismi ideologici del passato e che sembra ora accoglierli pellegrini al termine di un viaggio iniziato negli anni ’80.
IL SENSO PARTICOLARE DI QUESTA PREGHIERA ECUMENICA - Forse anche per questo la celebrazione dedicata a Maria Assunta in Cielo vissuta a stretto contatto quest’anno acquisisce un significato ancora più importante. Si può ringraziare insieme perché non soltanto il premio celeste è per i Cristiani Ortodossi ma anche per tutti quei Cattolici o quei cittadini che nel corso di questi decenni hanno saputo ospitare, accogliere mentre il Signore preparava la festa di un viaggio lungo che infine è stato dopotutto un ritorno alla Casa comune.
13 agosto 2016
12 agosto 2016
Animação Missionária Juvenil 2016 - Porto Alegre BRASIL
Realizamos, em comunhão com os Salesianos de Dom Bosco, a Animação Missionária Juvenil em Porto Alegre com a participação de quase 50 adolescentes das casas salesianas do Rio Grande do Sul. Foram 7 dias em que nós, salesianos e salesianas leigos e consagrados, pudemos dividir a vida e a missão com uma gurizada linda e abençoada que nos fez lembrar o quanto Deus é maravilhoso e que o mundo ainda tem jeito. Iniciávamos nosso dia tomando café e mateando juntos; alimentamos o corpo e, depois, a alma rezando a vida a partir da misericórdia de Deus em sua Palavra a cada manhã. Foi a provocação do Papa Francisco com o Ano da Misericórdia que nos acompanhou como tema norteador e ao longo dos dias mais do que um tema, foi se tornando realidade, experiência, abraço misericordioso de Deus através das pessoas! Refletíamos e nos fortalecíamos com os temas pensados para a formação desta semana, dentre eles Espiritualidade Juvenil Salesiana para consolidar ainda mais nossa identidade carismática e Animação Vocacional para que pudéssemos estimular nos jovens, mas também reforçar em nós a confiança de que Deus chama cada um a uma linda e preciosa missão na vida. E depois, além do almoço preparado com carinho por muitas pessoas de boa vontade, dividíamos também as funções árduas de limpeza e organização com a dinamicidade e leveza de uma gurizada disposta e animada. Partíamos então para a missão na paróquia São Miguel que nos acolheu com carinho. Lá, batíamos de porta em porta e nossos jovens deixavam nas famílias que nos recebiam um pouquinho daquele Jesus Cristo que os tinha levado até ali, mas todos recebíamos tanta bênção a cada abraço, a cada sorriso, a cada história que conosco era compartilhada pelo povo tão amado de Deus. Lá, deparamo-nos com uma realidade dura, sofrida, mas também nos surpreendemos com a alegria do Senhor manifestada no rosto de outros lindos jovens que nos esperavam todas as tardes com a missão de serem nossos anjos da guarda, de nos guiarem pelas ruas até onde Deus queria que fôssemos. Lá também encontramos uma comunidade das irmãs da Copiosa Redenção, que nos abriram as portas para que nossos missionários pudessem conhecer também seu apostolado junto às dependentes químicas que deram a eles um testemunho lindo e muito pertinente sobre a busca de sentido da própria vida e as escolhas da vida e suas consequências. Também proporcionamos aos adolescentes a oportunidade de planejarem e realizarem dois dias de Oratório Festivo junto às crianças da comunidade a qual fomos enviados. Dos relatos deles pudemos nos certificar de que o reino é mesmo das crianças e são elas as autênticas testemunhas do amor simples e profundo de Deus!
Concluíamos cada um de nossos dias entregando tudo Àquele a quem tudo pertence. Depositávamos no altar do Senhor, na Celebração Eucarística, tudo que tínhamos vivido e encontrado. No retorno pra casa, depois da janta, igualmente preparada pelos nossos amigos de infinita boa vontade, partilhávamos a vida dividindo entre nós o que cada um tinha experimentado. O mais lindo de tudo isso era ver quanta beleza há no coração de cada adolescente que se permitiu viver essa missão e que sabia desvendar a presença de Deus no meio de tudo que nos acontecia. Só então, era hora de banho e merecido descanso, curto, mas revigorante pois marcado pela certeza de que tudo vinha do Senhor da Vida.
Uma semana depois nos despedimos. Voltamos pra casa com o coração cheio de fé, esperança e amor! Voltamos com a alegria de quem se sabe amado por Deus e por isso, com a certeza de que vale a pena sair do mundinho onde nos acomodamos para olhar mais além e assim, ver Deus mais de perto, pois Ele nos espera lá onde nós menos esperamos. Coração agradecido e fé robustecida: em Deus e na juventude, pois mais uma vez se confirma aquela nossa convicção de que é nos jovens que nosso Senhor marca um encontro conosco!
No Paraná e em Santa Catarina, na semana passada, irmã Cristina, irmã Maristela, irmã Isabelle e irmã Denize também fizeram uma linda experiência da qual também podemos conhecer os relatos. Vale a pena!
Com o meu, vai o abraço de cada jovem que muitas vezes ao longo daqueles dias manifestava a nós a gratidão pelo carisma salesiano. Profundamente grata pela oração de cada irmã que acompanhou a Animação Missionária Juvenil em sua comunidade, pois as sentimos muito próximas!
11 agosto 2016
9 agosto 2016
La Carta di Leuca - Nel segno di don Tonino Bello
La Carta di Leuca sarà sottoscritta il 14 agosto 2016 a Santa Maria di Leuca da quasi cento giovani provenienti da diversi Paesi dell'Europa e che si affacciano sul Mediterraneo per rilanciare il sogno del mare nostrum come arca di pace, solidarietà e sviluppo sostenibile ispirandosi alla "convivialità delle differenze" di don Tonino Bello. Ecco il testo:
Noi, giovani provenienti dai Paesi dell’Europa e del Mediterraneo, raccolti in questi giorni nella terra di Puglia, dopo aver intensamente parlato e insieme camminato nella notte verso una nuova alba di pace, chiediamo a chi governa le sorti dei nostri popoli che faccia ogni sforzo possibile perché il Mediterraneo non sia più un mare di morte per i tanti rifugiati che cercano di navigarlo alla ricerca di un futuro per la loro vita, ma torni ad essere un mare di pace e di unità tra i popoli, attraversato da ponti di solidarietà e di collaborazione, un mare – per vocazione geografica e per tradizione culturale – ravvivato dalle onde dell’incontro e non minacciato dalle tempeste del conflitto.
Dichiariamo la nostra volontà a contribuire per custodire, ricostruire e collegare ponti che colleghino i Paesi del Mediterraneo in una grande Arca di Pace, tenda dei figli di un’unica umanità, discendenza della stessa famiglia di Abramo.
I ponti da custodire
Chiediamo che siano difesi e tramandati alle nuove generazioni i tradizionali ponti culturali, fatti di accoglienza allo straniero, di coesistenza pacifica, di unità nella diversità! Abbiamo in comune la cultura mediterranea, nella quale la sapienza ha sempre abbracciato l’esperienza, gli ideali si sono sempre misurati con il rispetto reciproco e il progresso è sempre stato frutto della terra, custodita con laboriosità e fedeltà.
Chiediamo che siano custoditi i ponti per il libero migrare dei popoli! Siamo tutti figli di viandanze, in cui la terra è un bene comune da condividere, il diritto alla dignità e alla pace un bene da salvaguardare per tutti, il diritto al lavoro un bene senza differenze né confini di sorta, la possibilità di sognare un bene da garantire a ciascuno e da realizzare insieme, perché nessuno sia più straniero ma sia riconosciuto come fratello.
I ponti da ricostruire
Vogliamo che siano abbattuti i ponti della paura e costruiti i ponti della fraternità con l’altro! Chiediamo – e ci impegniamo per primi a collaborare – che si realizzino politiche di integrazione, nella logica della convivialità della differenza, perché – navigando per secoli nel Mediterraneo – i nostri padri ci hanno mostrato l’arricchente possibilità di scambiare il proprium per fare esperienza del nostrum: tutti più arricchiti dalla condivisione di ciò che rende unico ciascun popolo e ciascuna persona.
Chiediamo che siano colmati i fossati della globalizzazione dell’indifferenza e costruiti i ponti della solidarietà globalizzata! Vogliamo – e ci impegniamo a comunicarlo e a diffonderlo per primi – che la solidarietà diventi un valore universalmente riconosciuto e garantito, tra le persone e tra le nazioni. Lanciamo da qui un appello alle nazioni perché collaborino nel progetto di strategie di valorizzazione delle ricchezze materiali e spirituali, nella logica della solidarietà, in cui chi è più ricco senta la responsabilità di sostenere concretamente chi è più povero.
I ponti da collegare
Auspichiamo che si gettino ponti concreti tra le politiche nazionali per attuare in modo un mediterraneo di pace! Chiediamo con forza che si metta fine alla commercializzazione delle armi e si attuino iniziative di micro-credito e di scambio imprenditoriale per giovani che voglio costruirsi un futuro nel loro paese senza essere costretti a emigrare.
Auspichiamo che si incrementino iniziative come i recenti corridoi umanitari per i rifugiati per rompere i legami con ogni tipo di criminalità che fa della migrazione un vergognoso guadagno.
Sogniamo che tutti sentano l’urgenza di diventare ponti viventi di pace, scegliendo di esserne costruttori nella vita di ogni giorno, seguendo l’esempio di don Tonino Bello, profeta e testimone di pace.
7 agosto 2016
5 agosto 2016
Inaugurata la casa in MONGOLIA
Il 7 luglio 2016 è stata inaugurata la casa delle missionarie FMA nella periferia di Ulaan Baatar in Mongolia, nell’ispettoria "Stella Matutina" (KOR). Suor Adriana Bricchi FMA, ci racconta la breve storia dell’opera e della sua fondazione:
«30 Luglio 2016, giorno atteso per anni dalle missionarie FMA in Mongolia!
Nel 2007, l’Ispettoria koreana “Stella Matutina” compiva 50 anni. L’allora Nunzio Apostolico della Corea e della Mongolia, Mons. G. Battista Morandini, invitava e pregava le FMA perché aprissero una missione in Mongolia.
Preparativi, attese, desideri di “missione”... mentre il cuore nascondeva le difficoltà che si affacciavano, guardando questa nazione non facile, sotto diversi aspetti.
Ma i piani di Dio, anche se hanno un ritmo lento, hanno retta direzione con un’avanzata costante.... E la scuola materna s’inizia nel 2013 e la scuola elementare segue nel 2014.
Ma la comunità non ha diritto di abitare negli ambienti della scuola: è la legge della nazione che non lo permette e proibisce che si insegni il catechiismo nelle scuole e neppure si usino gli stessi ambienti scolastici dove poter svolgere attività assistenziali-missionarie.
Una casa a sé è richiesta dalle circostanze.
Nel frattempo passano in visita le Consigliere generali: suor Alaide Deretti, suor Vilma Tallone, suor Lucy Rose Ozhukayil: La missione piace a tutte e la decisione è presa: dalla scuola, distante appena cinque minuti a piedi, c’è il terreno adatto per realizzare i nostri sogni missionari.
Si cercano di aprire tutte le “porte”: permessi dal Centro del nostro Istituto, permessi burocratici, preventivo, fondi necessari.
Non poche volte i “lavori” sono annullati, corretti, rinnovati, rimandati. Soltanto Dio conosce la rete di tentativi a volte deludenti , umanamente incomprensibili.l
La generosità degli Enti Assistenziali, dei benefattori, dell’Ispettoria sono stati, con la grazia di Dio sostegno, incoraggiamento... e la casa “sognata” è oggi realtà.
La mattinata del 7 luglio 2016, con il Vescovo Mons. Wenceslao Padilla, l’Ispettrice suor Silvia Choi, il Delegato dei Salesiani don Andreus Trung con confratelli, missionari e missionarie, la comunità delle 6 FMA in Mongolia con suor Adriana Bricchi, l’Ambasciatore dell’India, le maestre della scuola, amici, benefattori venuti dalla Corea, in tutto circa duecento persone, si uniscono nella gioia, nel ringraziamento a Dio che ha realizzato questa casa, residenza delle missionarie FMA, “trampolino” di bene per questo meravigloso rione, in continua crescita, periferia di Ulaan Baatar che si chiama Orbit.
Questa casa benedetta si chiama “Nomiin Yos Center”, che in mongolo significa “ Centro di etica del sapere” (per consiglio del Governo).
Sì, le 6 Missionarie FMA presenti, e quelle che verranno, insegneranno con la vita e la parola il “vero sapere”, offrendo possibilità di crescita ai bambini e ai giovani del rione, aiutando le mamme, perché sappiano ben educare i loro figli, condividendo la povertà dei vicini, per avvicinarli nel miglior modo possibile a Dio.
Dal “Nomiin Yos Center” lo sguardo spazia con gioia sul rione Orbit, grandioso “giardino” di “gher” (case tipiche della Mongolia) e di casupole, graziosamente adagiate sulla cornice del vallone, in continua “fioritura” di piccole abitazioni, culle per tanti figli di Dio e campo promettente per noi FMA».
4 agosto 2016
Suor Maria PREMARINI
Carissime sorelle, il 25 luglio 2016, nella casa “S.
Giuseppe” di Caracas Altamira (Venezuela), il Signore ha chiamato alla pace
eterna la nostra cara sorella Suor Maria PREMARINI. Nata a Spirano (Bergamo) il 19
luglio 1926. Professa a Casanova di Carmagnola (Torino) il 5 agosto 1950. Appartenente all’Ispettoria
Venezuelana “S. Giovanni Bosco”.
Maria, quarta di dieci figli, nacque in una famiglia
dalle profonde radici cristiane. Quattro
figli si consacrarono al Signore: Giuseppe, Sacerdote, Pietro Comboniano e
missionario in Uganda, Maria FMA e missionaria come Battista SDB e missionario
in Venezuela. La famiglia, dentro le sue possibilità, offrì ai figli una adeguata
formazione umana e religiosa. Il papà insegnava il catechismo ai figli. Durante
l’adolescenza Maria visse la paura e l’insicurezza del tempo della seconda
guerra mondiale che seminò stragi e distruzioni.
Fin da ragazza, Maria decise di donarsi totalmente al Signore
e manifestò al confessore che voleva entrare nella Congregazione delle Suore di
Maria Bambina che c’erano in paese. Il
saggio Sacerdote frenò il suo impeto e le fece capire che non era il momento
perché in casa la mamma aveva bisogno di lei. Maria attese pazientemente e nel
frattempo il Signore suscitò in lei la vocazione missionaria, ma le preparò una
prova. Il fratello Giuseppe sarebbe stato ordinato sacerdote e, come era
abitudine, una della sorelle doveva andare ad abitare con lui. Maria capì che
toccava a lei questo servizio e sentì dentro di sé scatenarsi una forte lotta
tra la chiamata del Signore alla vita missionaria e seguire il fratello a cui
era legata da tanto affetto. Fu don Giuseppe a dissipare ogni dubbio: scrisse una lunga lettera alla
sorella invitandola a seguire la sua vocazione religiosa.
Rimaneva un altro interrogativo da dissipare: quale Istituto scegliere?
Ricevette un giorno una lettera da una FMA che la invitava ad entrare nel
nostro Istituto. Il fratello l’accompagnò a Torino per conoscere le FMA.
Davanti all’altare dell’Ausiliatrice tutto fu chiaro. Il 31 gennaio 1948 iniziò
il Postulato ad Arignano (Torino). Il 5 agosto dello stesso anno andò a
Casanova per il Noviziato dove il 5 agosto 1950 emise i primi voti. Dopo la
professione religiosa suor Maria si preparò alla missione nella casa “Madre
Mazzarello” di Torino. Giunse nel Venezuela al Puerto de la Guaira il 27 settembre
1951. Da subito la sua bontà le guadagnò il cuore degli alunni, che a Los
Teques, San Cristóbal, Coro, Macuto, Valencia conob-bero le sue doti di maestra
esperta in matematica e cucito. Fu anche assistente delle postulanti, catechista
e consigliera locale.
Con la famiglia mantenne sempre un’affettuosa vicinanza. Ebbe la possibilità di tornare in patria per
la celebrazione del 50mo di Matrimonio dei genitori. Suor Maria sperimentò poi
diverse sofferenze: la morte del papà, la malattia della mamma che la portò a
chiedere il permesso di assenza dalla casa religiosa per assisterla e la morte
imprevista e tragica del fratello don Battista missionario nell’Alto Orinoco. Così come fu grande il dolore di
suor Maria, fu anche grande la sua fede.
Nel 1986 venne nominata direttrice a Los Teques e in
seguito a Caracas “Villa S. Giuseppe”. Viveva la vita comunitaria con realismo, godendo della ricchezza e della
diversità delle persone e anche soffrendo qualche contrarietà. Diceva che furono
proprio le contrarietà a renderle più facile il perdono, il servizio, la
vicinanza fraterna e l’attenzione preveniente. Fu per alcuni anni economa a
Caracas e a Valencia; poi fu sacrestana e sarta a Los Teques. Nel 2005 venne
accolta nella casa “S. Giuseppe” di Caracas come aiuto infermiera. Suor Maria seppe
percorrere il cammino dei poveri che si abbandonano nelle mani di Dio. Era consapevole
che la salute veniva sempre meno e la sua preghiera in questo tempo era colma
di fiducia. “Mi metto nelle tue mani, Signore.
Solo ti chiedo di non lasciarmi, di non allontanarti da me. Fa di me quello che
vuoi, ma non abbandonarmi”.
E il Signore, cara suor Maria, non ti ha abbandonata. Ti ha condotta per mano e in questo ultimo tratto
del cammino, ti ha portata sulle sue braccia e all’alba del 25 luglio ti ha presa
con sé. E noi continuiamo a dire il nostro grazie
al Padre per te. Grazie perché la Sua misericordia si è fatta volto in te.
L’Ispettrice
Suor Margarita Hernández
Red Eclesial de la Amazonía Boliviana se moviliza en defensa de la Casa Común
Trinidad, Bolivia, 28-07-2016 (REPAM).- El tercer Encuentro Nacional de la Red Eclesial de la Amazonía Bolivia concluyó, el 27 de julio, con un llamado a todos los sectores de la sociedad a generar acuerdos y acciones concretas que lleven a cambiar nuestras actitudes, nuestro estilo de vida y nuestro sistema económico y político para defender y cuidar a nuestra hermana y madre Tierra, la Casa Común.
“En esa dirección y en defensa del medioambiente y la vida anunciamos diversas acciones, entre otras, la realización de una gran movilización por la defensa y cuidado de la casa común para el 4 de octubre, con motivo de la festividad de San Francisco de Asís, patrono de la ecología”; señala el comunicado público firmado por todos los asistentes al finalizar el encuentro.
Los miembros de la REPAM-Bolivia, señalan también que están muy preocupados por las graves consecuencias de las intervenciones orientadas a la explotación de los recursos naturales en la región, “como las exploraciones petroleras, la explotación aurífera, la continua explotación maderera, megaproyectos hidroeléctricos, viales, los asentamientos humanos no acordes con la ley y menos con la realidad amazónica. Nuestra preocupación es aún mayor por la tenaz y persistente postergación de los pueblos indígenas, a quienes se les está afectando incluso el derecho a la tierra”.
A continuación el texto completo de dicha declaración:
Declaración del Tercer Encuentro de la Red Eclesial Amazonía Boliviana
La Red Eclesial de la Amazonía Boliviana, conformada por las seis jurisdicciones eclesiásticas -Pando, Beni, Reyes, Coroico, Ñuflo de Chávez, San Ignacio de Velazco-, con presencia de los obispos de la región, se reunió en la ciudad de Trinidad los días 25, 26 y 27 de julio, con el propósito de reflexionar sobre el caminar de este nuevo colectivo preocupado por el “cuidado de la casa común” como definió SS. el Papa Francisco.
El encuentro coincidió en los siguientes puntos:
Primero.- Declaramos nuestra satisfacción por la acogida que ha tenido esta iniciativa en las instancias de la Iglesia Católica y la adhesión declarada de instituciones públicas y privadas, a través de la “Alianza por la Amazonía”. En menos de un año se ha consolidado como un espacio de encuentro, reflexión, análisis, cooperación fraterna e incidencia para el cuidado de la Creación, como don de Dios para la vida.
Segundo.- Expresamos paralelamente nuestra preocupación por la gravedad que están alcanzando las intervenciones orientadas a la explotación de los recursos naturales en la región, como las exploraciones petroleras, la explotación aurífera, la continua explotación maderera, megaproyectos hidroeléctricos, viales, los asentamientos humanos no acordes con la ley y menos con la realidad amazónica. Nuestra preocupación es aún mayor por la tenaz y persistente postergación de los pueblos indígenas, a quienes se les está afectando incluso el derecho a la tierra.
Tercero.- Solidarios con los sentimientos y aspiraciones de los pueblos amazónicos creemos que es oportuno generar acuerdos concretos que nos lleven a un “cambio de mentalidad con relación al entorno natural para invertir nuestras actitudes, nuestro estilo de vida y nuestro sistema económico y político” N° 73. Carta Pastoral sobre el Medio Ambiente y Desarrollo Humano en Bolivia. En esa dirección y en defensa del medioambiente y la vida anunciamos diversas acciones, entre otras, la realización de una gran movilización por la defensa y cuidado de la casa común para el 4 de octubre, con motivo de la festividad de San Francisco de Asís, patrono de la ecología.
Es dado en la ciudad de Trinidad, a los 27 días del mes julio de 2016
Por la REPAM: (Siguen firmas, de obispos, religiosos y laicos de las jurisdicciones y entidades eclesiales presentes en el Encuentro)
2 agosto 2016
SESTO RAPPORTO ANNUALE "I MIGRANTI NEL MERCATO DEL LAVORO IN ITALIA"
I dati del 2015 sulla condizione occupazionale della popolazione straniera in Italia
È stata pubblicata la sesta edizione del Rapporto "I migranti nel mercato del lavoro in Italia", curato dalla Direzione Generale dell'Immigrazione e delle Politiche di Integrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in collaborazione con la Direzione Generale dei Sistemi Informativi, dell'innovazione tecnologica e della comunicazione, l'INPS, l'lNAIL, Unioncamere, e con il coordinamento di Italia Lavoro.
Leggi il Rapporto (2016)
Leggi la Sintesi (2016) - Read the Summary of the key facts (2016)
|
L'analisi conferma l'inversione dei trend occupazionali che hanno caratterizzato il mercato del lavoro degli ultimi anni. I dati del 2015 registrano una crescita non solo del numero degli occupati comunitari (+34.300 circa) e non comunitari(+30.650 circa), ma anche degli occupati italiani (+121 mila circa). Si tratta di una netta discontinuità rispetto a quanto avvenuto negli anni interessati dalla crisi economica: ora, infatti, tutte le componenti osservate presentano andamenti positivi.
Tali trend sono confermati dai dati amministrativi (SISCO–Sistema Informativo delle Comunicazioni Obbligatorie): nel 2015, per i cittadini migranti si rileva un volume di rapporti di lavoro attivati, ovvero di assunzioni, pari a 1.969.635 unità (circa il 20% del totale dei contratti stipulati), di cui 782.953 hanno interessato lavoratori comunitari e 1.186.682 non comunitari. Rispetto al 2014, si osserva una variazione positiva pari a +0,6% per gli UE e a +4,7% per i non UE, a fronte di un +4,1% del numero di rapporti che hanno interessato i lavoratori italiani.
Simmetricamente alla crescita dell'occupazione e della domanda di lavoro, si ravvisano segnali di riassorbimento della disoccupazione. Tra il 2014 e il 2015 si osserva un decremento del numero di persone in cerca di occupazione: dalle 465.695 del 2014 alle 456.115 del 2015, con una diminuzione della componente non UE (-2,8%) e di quella italiana (-7%).
Persistente è l'aumento della inattività, legato alla crescita del fenomeno tra la componente femminile, in particolare di origine non comunitaria. Gli inattivi non UE crescono di circa 20 mila unità (+2,2%) e gli UE di circa 10 mila unità (+3,1%).
La segmentazione professionale dei lavoratori migranti, impiegati prevalentemente con profili esecutivi, è confermata dai dati del 2015: la quasi totalità dei lavoratori comunitari e non comunitari svolge un lavoro alle dipendenze e poco meno dell'80% è impiegato con la qualifica di operaio. Lo 0,9% degli occupati stranieri ha una qualifica di dirigente o quadro, a fronte del 7,6% degli italiani. L'asimmetria tra livello di istruzione e impieghi svolti è un altro elemento che caratterizza i migranti nel mercato del lavoro italiano, seppur con differenze significative tra le cittadinanze; la quota di lavoratori UE e non UE laureati impiegati con mansioni di basso livello è pari, rispettivamente, al 6,1% e all'8,4% dei totali di riferimento, a fronte dell'1,3% degli italiani.
La quota di famiglie straniere in una condizione di forte criticità materiale è molto alta. Nel 2015 è possibile stimare un numero di famiglie di soli cittadini stranieri senza alcun percettore di reddito/pensione da lavoro pari a 263.317 unità. Si tratta del 15,5% dei nuclei composti di soli cittadini comunitari e del 14,1% dei nuclei composti di soli cittadini non comunitari. Nella medesima condizione di criticità si trova il 7,6% delle famiglie italiane.
Il quadro della condizione occupazionale dei cittadini stranieri è dunque composito. Al di là dei segnali positivi (espansione dell'area dell'occupazione e contestuale riduzione della disoccupazione), permangono alcuni nodi critici. Tra questi, l'inconciliabilità tra chance occupazionali legate a mansioni esecutive poco remunerate e l'inevitabile crescita del salario di riserva, dovuto all'allungamento dei periodi di permanenza e/o al consolidarsi della presenza di giovani con background migratorio ("seconde generazioni"); l'ancora ridotta partecipazione al sistema dei servizi per l'impiego e delle politiche attive (il 36,8% dei disoccupati stranieri non ha mai contattato un servizio pubblico per l'impiego); l'inattività femminile che interessa in maniera considerevole alcune specifiche comunità; le strutture familiari profondamente eterogenee da comunità a comunità, che determinano modalità diverse di partecipazione al mercato del lavoro.
Il Rapporto "I migranti nel mercato del lavoro in Italia" è disponibile sul sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (www.lavoro.gov.it), sul Portale Integrazione Migranti (area Rapporti Immigrazione e area Documenti e Ricerche) e sul portale di Italia Lavoro (www.italialavoro.it).
Iscriviti a:
Post (Atom)