...AI MEMBRI DEL CONSIGLIO NAZIONALE DELL'AZIONE CATTOLICA ITALIANA
Possiamo chiederci cosa significa questa parola “azione”, e soprattutto di chi è l’azione. L’ultimo capitolo del Vangelo...
Pubblicato da Missionarietà su Venerdì 30 aprile 2021
...AI MEMBRI DEL CONSIGLIO NAZIONALE DELL'AZIONE CATTOLICA ITALIANA
Possiamo chiederci cosa significa questa parola “azione”, e soprattutto di chi è l’azione. L’ultimo capitolo del Vangelo...
Pubblicato da Missionarietà su Venerdì 30 aprile 2021
Nata a Pedro Luro, Buenos Aires (Argentina) il 14
agosto 1960
Professa a Fortín Mercedes (Argentina) il 24 gennaio
1981
Appartenente all’Ispettoria Argentina “San Francesco
Zaverio” - Bahía Blanca
Lucía, assieme ai quattro fratelli maschi, è cresciuta in una famiglia onesta, capace di affrontare con molta fede, fortezza e pazienza situazioni di grande dolore. Il padre Honorio e la mamma Catalina formarono un focolare ricco di affetti, di filiale fiducia in Maria Ausiliatrice, di lavoro instancabile. E Lucia ha mostrato sempre un intenso affetto e vicinanza nei loro confronti. Iniziò l'aspirantato l'8 marzo 1974. Mentre completava gli studi della Scuola Secondaria, venne ammessa al postulato il 26 marzo 1978 a Bahía Blanca.
Visse la sua esperienza di noviziato a Funes-Santa Fe e celebrò la sua prima Professione Religiosa nel Santuario di María Ausiliatrice di Fortín Mercedes il 24 gennaio 1981. Fin da postulante aveva «scoperto l'amore di Dio» che l'aveva portata a «donarsi totalmente, senza riserve, per compiere la volontà divina nella sua vita». Preparandosi alla prima rinnovazione dei voti, annotava: «Ho un immenso desiderio di dare a Lui tutta la mia vita, di dargli tutto ciò che sono, con le mie ricchezze e i miei limiti, potenziando il mio amore per Lui e concretizzandolo nel servizio e nell'amore ai nostri fratelli e sorelle e nel dedicarmi senza riserve ai giovani che mi affida». Dei suoi primi tre anni di vita consacrata diceva che aveva «sperimentato l'amore del Signore, l’ha sentito nella dedizione alla comunità e ai giovani che il Signore le ha affidato, un'esigenza continua di amare di più e di donarsi di più ogni giorno» come catechista nella Scuola Secondaria e assistente di un gruppo di alunne. Frattanto frequentava “l’Instituto Superior de Formación Docente María Auxiliadora", dove conseguì il diploma di insegnante di Educazione Primaria.
Dopo aver trascorso l’anno di Juniorato a Bernal, dal 1984 al 1987 a Carmen de Patagones fu insegnante, assistente, catechista, animatrice di un gruppo giovanile e responsabile della catechesi in un centro di periferia. Rimase un anno a General Roca e nel 1988 tornò a Bahía Blanca offrendo il meglio di sè come insegnante e catechista nella Scuola Secondaria, responsabile di un gruppo giovanile missionario, membro dell'équipe ispettoriale del Movimento Giovanile Salesiano (MJS) e del Consiglio Arcidiocesano dei Religiosi. Contemporaneamente frequentò l'Instituto Superior Juan XXIII, conseguendo i titoli di insegnante di Religione con orientamento in Pastorale Giovanile e insegnante di Filosofia. Dal 1994 al 1999 a Carmen de Patagones lavorò come Direttrice Pedagogica della Scuola Secondaria, animatrice del MJS e membro dell'équipe ispettoriale di Pastorale.
A General Roca, dopo un anno come Direttrice Pedagogica della Scuola Secondaria, dal 2000 al 2005 assunse pure la responsabilità di Animatrice della comunità e Consigliera Ispettoriale. Nel 2006 a Fortín Mercedes fu Coordinatrice dell'équipe ispettoriale di Formazione e incaricata ispettoriale del Progetto di Spiritualità Missionaria (PEM) che mantenne fino al 2018, con ardente passione missionaria, amore all’Istituto, memoria riconoscente delle origini e della storia delle nostre prime comunità. Mentre continuava a donarsi e a condividere la sua ricca interiorità, l’esperienza personale e carismatica, cominciò ad accusare i primi sintomi del tumore e a sottoporsi alle cure. Lottò per circa 15 anni, «mantenendo costantemente vivo il suo grande amore per la vita, l’attenzione alle cose semplici di ogni giorno, la gioia di ogni incontro di amicizia e fraternità». E questo, fino a quando si aggravò.
Dal gennaio scorso fu costretta a stare nell'Infermeria della Comunità “S. Maria D. Mazzarello” di Bahía Blanca. Inizialmente sperimentò un certo disagio interiore, ma pian piano ritrovó la pace e si abbandonò all'Amore del Signore. Con i suoi messaggi e i suoi scritti, continuò a contemplare, a celebrare con gratitudine e ad esprimere la bellezza della vita e della creazione, dei fiori e del mare, della costante presenza del Signore. Purtroppo le sue condizioni peggiorarono in pochi giorni e il Signore la condusse serenamente a contemplare il suo Volto.
Grazie, cara suor Lucía, “per la tua vita donata con tanto amore e tenerezza, per i momenti condivisi, per il tuo ascolto, la tua tenerezza, la tua interiorità, la tua bontà. Grazie per la tua fede incrollabile, la tua dedizione incondizionata, la tua pazienza, la tua speranza, la tua fiducia”. "Grazie per il tuo forte amore ai giovani con cui tessevi la vita: aprivi il tuo cuore negli incontri personali, ti lasciavi toccare e coinvolgere nelle loro storie, facendo sentire loro l'amore del Signore attraverso il tuo amore. Continua dal Cielo ad accompagnare tutti noi, il tuo caro papà e i fratelli, le tue sorelle FMA, i giovani e tutti coloro che hanno condiviso con te la vita, la missione, le preoccupazioni, le difficoltà quotidiane. Ottienici il tuo amore incondizionato, l’abbandono nelle mani del Padre.
L’Ispettrice
Suor Marta L. Riccioli
Nata ad Andria (Bari) il 6 aprile
1937
Professa a Ottaviano (Napoli) il 6
agosto 1959
Appartenente all’Ispettoria Medio
Oriente “Gesù Adolescente” - Amman
Suor Franca - come veniva chiamata - era la primogenita di quattro figli. Il fratello Sabino divenne Salesiano e le altre due sorelle si sono sposate. Era una famiglia dedita all’agricoltura che sapeva alimentare un clima gioioso e pieno di amore. Franca trascorreva le giornate aiutando nel lavoro dei campi e collaborando con la mamma nelle faccende domestiche. Era una ragazza molto devota: sin dall’infanzia assimilò la fede cattolica dai genitori e da ragazza fu membro attivo dell’Azione Cattolica. Coltivava l’amicizia con tanti santi, specialmente Padre Pio, e non cessava di parlare di lui fino alla fine della sua vita. Era già sarta quando entrò nell’Istituto. Il 31 gennaio 1957 venne ammessa al Postulato a Napoli e nell’agosto successivo passò al Noviziato ad Ottaviano, dove emise i voti.
Era attratta dall’ideale missionario e ne fece domanda alle superiore. Subito dopo la Professione, fu mandata a Torino, Casa “Madre Mazzarello” per prepararsi alla missione frequentando un corso per infermiere e abilitandosi ulteriormente in taglio e cucito. Il 6 agosto 1960 partì per il Medio Oriente e giunse al Cairo, in Egitto, dove rimase 61 anni! Svolse una feconda missione apostolica nelle case del Cairo, di Heliopolis e di Alessandria come insegnante di ricamo e di sartoria, cuoca, economa e consigliera locale e, dal 1999 al 2011, direttrice nelle tre comunità in Egitto. Visse gli ultimi dieci anni in Alessandria lavorando in cucina, aiutando all’oratorio, facendo catechismo ai bambini.
I poveri avevano un posto speciale nel suo cuore: dedicava a loro tempo ed energie e chiedeva l’aiuto dei benefattori per poter venire incontro alle loro necessità. Amava dedicarsi alle ragazze della scuola: le aspettava al cancello ogni mattina nonostante il freddo, il caldo e la stanchezza. Era sempre lì con il suo sorriso e il suo tanto amato e aspettato “Buon giorno”. Anche i genitori riconoscevano la sua attitudine educativa e la delicatezza materna con cui accoglieva le ragazze. Non le mancava la creatività: quando animava l’estate ragazzi. Aveva sempre delle sorprese per far gioire le bambine. Sapeva educare le ragazze più grandi ad aver cura di quelle più piccole e più fragili. Una suora, che inizialmente aveva pensato che suor Franca fosse egiziana, afferma: “Quando ho capito che era italiana, ho compreso che era una missionaria vera, diventata una con il popolo”. Un’altra suora la descrive così: “Una persona ricca di umanità verso tutti, ma soprattutto verso i bisognosi”. Un’ex-allieva dice di lei: “Suor Franca era una donna solida e felice, quindi una Salesiana come la voleva don Bosco”. Forse la testimonianza più forte è quella di una ragazza orfana di entrami i genitori che suor Franca ha accompagnato nella sua crescita accogliendola in comunità fino a quando si è sposata: “Suor Franca era la mia seconda mamma. Lei era tenerezza, bontà, sacrificio e pazienza, ed è stata lei che ha dato il suo consenso per il matrimonio. Dirò a mia figlia che sono fortunata e la farò crescere con tutto l’amore e la fede che ho imparato da suor Franca”. In comunità era una presenza gradita per il tratto dolce e discreto, semplice e rispettoso. Era sempre pronta a dare una mano, ad ascoltare le sorelle, a dare un consiglio ed era per tutte un’autentica FMA. Aveva anche un occhio attento e il cuore aperto alle sorelle delle altre comunità, sempre pronta a visitare le ammalate e a portare aiuto. Nel 2009, come poi nel 2015, quando l’Ispettoria assunse due scuole prima gestite dalle Suore Francescane, suor Franca era sempre di aiuto alle consorelle e alle missionarie appena arrivate nelle nuove comunità: era l’esempio vivo del “vado io” salesiano!
Una suore ricorda: “Suor Franca era semplice e profonda. Sembrava vivere in Dio in ogni momento. La sua capacità di sdrammatizzare era nota a quanti l’hanno conosciuta da vicino. Sapeva anche soffrire dignitosamente, in silenzio, offrendo tutto e andando oltre se stessa per ritessere le relazioni. Si può dire che era sapiente, di quella sapienza acquistata non dai libri, ma dallo Spirito con il quale era in continuo colloquio”. Si dice che “la bocca parla dall’abbondanza del cuore”. Suor Franca parlava di Dio, della Divina Misericordia e della Madonna e aveva sempre la corona in mano. Seguiva online le celebrazioni della Parrocchia di Padre Pio in Italia e di altre Parrocchie pregando per le intenzioni delle sorelle e delle gente. Aveva un cuore limpido che non si fermava sulle debolezze altrui, né conservava rancore. Era sempre gioiosa e portava serenità dovunque andava. Diceva sempre che la comunità e le sorelle sono la priorità, poi viene il lavoro. Era il sorriso di Dio per tutti quelli che la incontravano.
Ricoverata il 24 marzo per blocco renale e difficoltà cardiorespiratorie, Maria Santissima l’ha accompagnata in Paradiso proprio la vigilia della Settimana Santa per celebrare la Pasqua con il Risorto che tanto ha amato.
Suor Ibtissam Kassis scrive: “Carissima suor Franca, la tua partenza per il cielo ci ha lasciato tanta nostalgia. Ma il pensiero che saresti stata presente alla Risurrezione di Gesù ci rende serene e felici. La tua vita è stata sempre gioiosa e disponibile ad aiutare i poveri. Nessun sacrificio era troppo per te. Eri simpatica, e tutte godevano nel sentirti esprimere in lingua araba. Non ti offendevi, anzi partecipavi con la tua risata. Grazie, suor Franca, per il tuo entusiasmo missionario che dava ali a tutte noi. Eri una persona solare, ricca di amore per le sorelle e le persone che ti hanno conosciuta”. La affidiamo all'abbraccio della misericordia del Padre, sicure di avere in Cielo una sorella che prega per noi, per le nuove vocazioni e per le necessità dell'Ispettoria e dell’Istituto.
L’Ispettrice
Suor Charlotte
Greer
Carissime sorelle, il 4
aprile 2021, Domenica di Pasqua, dalla Casa di Cura “S. Giuseppe” di Kiyose, Tokyo (Giappone) diretta
da Religiose, Gesù ha reso partecipe della Sua Risurrezione la nostra carissima Suor Rita Anna BERTULETTI.
Nata ad Ardesio (Bergamo) il 10 ottobre 1924
Professa a Lugagnano d’Arda (Piacenza) il 6 agosto 1946
Appartenente all’Ispettoria Giapponese “Alma Mater” - Tokyo
Anna, come comunemente veniva chiamata, era la prima di quattro sorelle e quattro fratelli. Papà Angelo era responsabile di una centrale elettrica e mamma Caterina era tutta dedita ai figli, badando anche ai lavori agricoli. Il papà era uomo di fede. Infatti, quando da bambina, Anna si ammalò gravemente, egli la consacrò alla Madonna. Quando Anna aveva circa 14 anni, le FMA arrivarono al suo paese. Anna, che già da piccola sentiva il desiderio di donarsi al Signore, parlò con una suora la quale la orientò ad entrare in Aspirantato. Nelle sue note autobiografiche, suor Anna scrive che non incontrò difficoltà nel seguire la sua vocazione. Dice soltanto che le costò lasciare la mamma che aveva tanto lavoro e nel distaccarsi dai fratelli più piccoli; riconosceva anche di avere tanta nostalgia dei suoi monti. Entrò a Nossa (Bergamo) il 1° ottobre 1943.
Il 31 gennaio 1944 fu ammessa al Postulato e nell’agosto dello stesso anno incominciò il Noviziato a Lugagnano. Trascorse il periodo di formazione con impegno, cercando di rispondere alle sollecitazioni che le venivano date; diceva di non aver mai dubitato della sua vocazione. Il 6 agosto 1946 emise la prima professione a Lugagnano. Avendo conseguito, durante il periodo di formazione, il diploma di Maestra per la Scuola dell’infanzia, fu subito inviata alla Scuola materna di Bercelo (Parma) e l’anno seguente a Forlì. Avendo fatto domanda missionaria, nel settembre 1948 fu mandata a Torino nella Casa “Madre Mazzarello” per prepararsi alle Missioni.
Partì per il Giappone il 14 novembre 1949 e arrivò a Tokyo il 21 gennaio dell’Anno Santo 1950. Nelle sue note autobiografiche suor Anna racconta di aver fatto un po’ di tutto nella Casa ispettoriale, soprattutto in aiuto all’economa, mentre imparava la lingua. Nel 1957 fu nominata economa della scuola “Maria Ausiliatrice” di Tokyo, a quel tempo anche Casa ispettoriale.
Nel 1970 fu nominata direttrice della casa di Kawasaki, addetta alla comunità dei Salesiani e dei numerosi Aspiranti. Svolse la sua missione con cuore materno, soprattutto verso gli Aspiranti ancora adolescenti, bisognosi di affetto. Anche le sorelle della comunità, dopo tanti anni ricordavano il tempo trascorso con suor Anna. Terminato il sessennio, nel 1977 fu trasferita a Yamanaka come economa e nel 1978 fu nominata direttrice della stessa comunità. La casa ospitava circa 50 bambini e suor Anna, insieme alle suore e assistenti laiche, era attenta ai bisogni di ciascuna consorella e dei vivaci maschietti che davano alla casa un volto veramente salesiano.
Terminato il mandato di direttrice, nel 1984 tornò in Casa ispettoriale, ma con il compito di gestire la Casa per Esercizi Spirituali di Yamanaka, servizio che dal 1987 al 2017 continuò risiedendo in quella casa. Quando il fisico non rispose più alla sua volontà ed ebbe bisogno di cure, dopo un periodo a Chofu “San Giuseppe”, venne accolta nella Casa di Cura “San Giuseppe” di Kiyose, presso Tokyo, gestita da Religiose, dove trascorse serenamente i suoi ultimi quattro anni.
Ovunque è passata, ha manifestato il suo ardente spirito missionario. Lavorava senza badare a fatiche e stanchezza. Pregava molto e volentieri, cercando di nutrire il cuore con buone letture spirituali. Era una persona energica. A volte appariva un po’ ‘spartana’, ma possedeva un cuore materno e delicato verso le persone più deboli. Tre mesi fa si fratturò un femore e fu operata con successo, ma il fisico cedette. Il 1° aprile, Giovedì Santo, si sentì male e le diagnosticarono una setticemia polmonare. Dopo tre giorni di coma, era pronta per la chiamata a celebrare la Pasqua con lo Sposo! Ringraziamo il Signore per la sua vita donata con tanta generosità e chiediamo che interceda presso di Lui, perché ci mandi missionarie ardenti come è stata lei.
L’Ispettrice,
Suor Teresina Morishita Wakayo