18 giugno 2015

L’approdo che non c’è. Proteggiamo i rifugiati più delle frontiere #conirifugiati2015


In un quadro internazionale particolarmente drammatico, la violenza del terrorismo colpisce civili inermi, anche con l’obiettivo di farci sentire tutti sotto assedio, in balia di un nemico che sembra assumere le sembianze di un fantasma. La paura e il sospetto moltiplicano i muri, materiali e immateriali, che sempre più spesso tagliano fuori proprio i rifugiati, che di quelle violenze sono le principali vittime. Mai come in questo momento decine di milioni di persone sono costrette alla fuga da crisi umanitarie gravissime, da nuovi conflitti e da guerre decennali mai risolte.
Per rompere questa spirale di violenza è necessario riportare al centro dei ragionamenti l’uomo, la sua dignità e la sua inviolabilità e riscoprire il valore del bene comune. Dalla paura, come dalla crisi, non si esce da soli. Chiediamo all’Europa di renderci cittadini di un’Unione capace di ascoltare il grido di un’umanità ferita e di attivarsi fattivamente per promuovere con urgenza la pace a tutti i livelli. Un’Europa che trovi il coraggio di creare canali umanitari sicuri che sottraggano i rifugiati alla guerra, alle stragi in mare e nel deserto e alla cupidigia di chi trasforma in profitto la loro disperazione. Un’Europa che non sia la somma degli interessi dei singoli Stati, ma un progetto comune di sviluppo umano, solidamente fondato su valori condivisi.
Anche in Italia si sente il bisogno di uno sforzo ulteriore per fare fronte alle sfide complesse del nostro tempo, con uno sguardo capace di sollevarsi dalla logica dell’emergenza. Resta urgente un sistema di accoglienza adeguato, diffuso, proporzionato ai bisogni reali di chi arriva per chiedere protezione. Ancora più necessaria è una pianificazione partecipata e innovativa per offrire soluzioni di integrazione sostenibili e capaci di valorizzare il contributo che ciascuno può dare. Accogliere i rifugiati può diventare un’occasione per immaginare insieme nuovi percorsi per costruire una società più giusta, una democrazia più compiuta, un Paese migliore.
Segnaliamo di seguito le nostre iniziative previste per la Giornata Mondiale del Rifugiato 2015.

Martedì 16/06:
- Si è svolto, presso l’Aula Magna della Pontificia Università Gregoriana, il colloquio sulle migrazioni “L’approdo che non c’è. Proteggiamo i rifugiati più delle frontiere”. Il costituzionalista Stefano Rodotà e il direttore generale della Fondazione Migrantes Giancarlo Perego, moderati da Giorgio Zanchini, hanno dato vita a un dialogo sulle principali questioni legate all’asilo in Italia e riportato il dibattito pubblico su un piano di tutela dei diritti e di rispetto della dignità umana. A introdurre il convegno p. Camillo Ripamonti e la testimonianza di Ester, rifugiata dalla Costa d’Avorio. La presentazione di un video, realizzato in collaborazione con Artigiani Digitali, ha permesso di dare voce a diversi rifugiati in Italia e al loro “approdo che ancora non c’è”. Ai partecipanti è stato distribuito un testo inedito di Enzo Bianchi“Lo straniero. Dall’incontro all’ospitalità”, discorso pronunciato dal priore di Bose in occasione della presentazione del Rapporto annuale 2015, disponibile nella sezione Pubblicazioni.